BTP Valore, si parte oggi: Meloni rilancia scommessa sui BTP People. Outlook 2024 con tassi Bce e banche
Ci siamo: la terza edizione del BTP Valore, il titolo di stato italiano dedicato esclusivamente ai piccoli risparmiatori-investitori retail parte oggi, lunedì 26 febbraio 2024. Il collocamento proseguirà fino a venerdì 1° marzo (fino alle ore 13), salvo chiusura anticipata.
L’annuncio è arrivato dal Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze guidato dal ministro Giancarlo Giorgetti, alla fine di gennaio.
Venerdì scorso 23 febbraio i potenziali acquirenti hanno appreso quelli che saranno i tassi minimi garantiti nei primi tre anni e nel successivo triennio, congiuntamente al codice ISIN che identifica il titolo.
Dopo le due precedenti edizioni del BTP Valore del 2023, torna il titolo di stato italiano concepito dal governo italiano per incentivare la partecipazione dei piccoli risparmiatori al debito pubblico, diventato tra i motivi di vanto della presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme al trend dello spread BTP-Bund.
- BTP Valore: in arrivo la terza edizione, il grande successo nel 2023
- Nuova chiamata alle armi ai BTP People: gli ostacoli ‘tassi Bce’ e banche
- Ma occhio ai tassi minimi garantiti di questa terza edizione
- Le caratteristiche del terzo BTP Valore: il premio fedeltà e la tassazione
- L’outlook di UniCredit & Co sulla domanda retail nel 2024
- L’ultimo QE pro-Italia al capolinea, BTP Valore ancora più cruciale
BTP Valore: in arrivo la terza edizione, il grande successo nel 2023
In attesa del primo atto del 2024 del BTP Valore, la comunità degli analisti si pone una domanda cruciale, che starà assillando la stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, fin dalla nascita del suo esecutivo, ha lanciato un appello all’Italia intera, invitando i cittadini a sottoscrivere nuove fette del debito pubblico made in Italy.
La premier ha dato il via subito, qualche mese dopo la formazione del suo governo, al piano battezzato con le sue stesse parole “più titoli di stato nelle mani degli italiani” :
un piano annunciato verso la fine del 2022, dopo che già da un po’ di tempo in Italia erano circolati rumor sul lancio imminente di un BTP autarchico – così come era stato inizialmente definito – o, anche, di un BTP sovranista . E un piano che è diventato operativo, ufficialmente, con il lancio del primo BTP Valore.
La prima emissione del titolo di stato rivolto esclusivamente alla platea degli investitori retail è partita il 5 giugno del 2023 , per concludersi il 9 giugno con risultati record, che hanno permesso allo Stato di incassare una cifra superiore ai 18 miliardi di euro.
L’ottima notizia è stata la massiccia partecipazione degli italiani:
“La quasi totalità degli ordini è risultata provenire da investitori domestici (circa il 99 per cento)”, annunciava trionfante il Mef i risultati del primo collocamento.
La seconda emissione del BTP Valore partiva il 2 ottobre del 2023 per concludersi in data venerdì 6 ottobre, in un contesto di mercato decisamente preoccupante, caratterizzato dal ritorno dell’ansia per il trend dello spread BTP-Bund.
In quei giorni lo spread era schizzato infatti fino a un soffio dalla soglia dei 200 punti, ai massimi dal collasso della banca americana SVB-Silicon Valley, sulla scia del boom dei tassi dei BTP, volati al 4,9% ( i tassi sarebbero balzati, qualche giorno dopo, anche oltre la soglia del 5%)”.
Anche quell’appello lanciato dal governo Meloni non cadeva però nel vuoto, tutt’altro:
nell’annunciare i risultati della seconda edizione del titolo di stato rivolto ai retail, il ministero dell’Economia e delle Finanze di Giorgetti confermava la carica degli italiani, sfidando l’ansia degli investitori per il futuro dell’Italia, che era esplosa con la presentazione della Nadef dal governo italiano.
Forte del successo delle due precedenti edizioni del BTP Valore, il governo Meloni ha annunciato così una nuova offerta ai BTP People il 26 gennaio scorso, presentando la terza edizione del BTP Valore – che partirà per l’appunto oggi.
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Questa terza edizione, va detto, parte con una nota stonata.
Dopo le polemiche e le battute varie sullo spot pubblicitario con cui il governo Meloni ha lanciato la nuova grande scommessa sui BTP People, con un BTP Valore che è stato presentato alla stregua di un titolo di stato “da crociera”, una sorta di gallina dalle uova d’oro, l’associazione dei consumatori Codacons ha presentato un esposto all’Antitrust, sollevando più di un dubbio sull’attendibilità del messaggio pubblicitario.
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Nuova chiamata alle armi ai BTP People: gli ostacoli ‘tassi Bce’ e banche
Con il countdown al nuovo BTP Valore scattato da un po’ la domanda, più che giustificata, è la seguente:
gli italiani, o anche BTP People, continueranno ad accogliere con entusiasmo le nuove chiamate alle armi del governo Meloni?
L’agenzia di stampa Reuters ha affrontato la questione nell’analisi Italy’s small investor push to slacken when ECB rate cuts start , con cui sono stati esaminati sia la propensione dei piccoli risparmiatori a soddisfare ancora le aspettative della premier Meloni, che l’effetto che la grande svolta di politica monetaria della Bce di Christine Lagarde – ovvero l’inizio di una fase in cui i tassi di interesse dell’area euro saranno tagliati – produrrà sugli acquisti di titoli di stato da parte dei piccoli investitori.
In generale, “gli analisti stanno avvertendo che il trend perderà slancio quest’anno, rischiando di indebolire un pilastro chiave di quella strategia del Tesoro (italiano) volta a trovare gli acquirenti per quello che è tra i debiti pubblici più grandi al mondo”.
Tra i motivi principali, il fatto che le banche italiane inizieranno a fare proprio quanto auspicato dalla presidente del Consiglio Meloni e dai suoi:
alzare i tassi sui depositi e sui conti della clientela, che finora si sono adeguati a tassi dell’area euro ripetutamente alzati dall’Eurotower in modo decisamente inferiore rispetto a quanto abbiano fatto i tassi sui prestiti, rate sui mutui in primis.
L’ampia forchetta, va ricordato, ha indispettito così tanto il governo Meloni, da aver posto le basi di quella tassa sugli extraprofitti delle banche italiane che è stata annunciata agli inizi di agosto del 2023:
una tassa che ha tanto scioccato Piazza Affari, al punto da scatenare uno storico attacco a colpi di sell contro i titoli bancari.
Criticata subito sia dai tecnici del Senato, con tanto di dubbi sulla sua costituzionalità, bocciata poi dalla stessa Banca centrale europea, quella tassa è stata sostituita infine da una versione decisamente più blanda, che ha finito per svuotare di significato la norma originaria.
Bene per le banche italiane che, tra l’altro, in realtà si stavano dando già da fare per rendere più appetibili i tassi sui conti dei clienti.
Proprio quei tassi sono previsti crescere ancora, nel corso del 2024.
Si tratta di un’ottima notizia per i correntisti e per i depositanti, che in teoria dovrebbe rincuorare il governo Meloni, che si era fatto paladino della frustrazione degli italiani proprio sfornando la tassa sugli extraprofitti.
E invece no:
per il governo Meloni alle prese con il ben noto nodo del debito pubblico monstre dell’Italia, la notizia non è positiva, in quanto se i tassi che le banche garantiscono ai clienti si faranno più ghiotti, gli italiani risponderanno più al richiamo degli istituti di credito che a quello dei BTP Valore e di altri titoli di stato emessi dal Tesoro, a dispetto di quello spirito patriota su cui finora la presidente del Consiglio ha fatto leva.
C’è già chi prevede che, con le remunerazioni sui depositi delle banche che si faranno più attraenti, molti piccoli investitori, invece di puntare sulle cedole dei BTP (destinate tra l’altro a scendere in vista dei tagli ai tassi della Bce e di una inflazione che sta facendo sempre più dietrofront), decideranno di lasciare i loro soldi nelle banche.
La febbre per i BTP da parte degli investitori retail rischia dunque di smorzarsi.
D’altronde, scrive Reuters, “le banche, che hanno fatto fatica a competere contro lo Stato” nel corso del 2023, potrebbero a questo punto “premiare i depositi in modo più generoso, attraverso tassi più alti, piuttosto che continuare ad assistere all’emorragia della raccolta, scattata con l’acquisto dei BTP da parte dei rispettivi clienti”.
Ma occhio ai tassi minimi garantiti di questa terza edizione
Detto questo, è vero anche che una bella notizia per chi guarda con interesse ai BTP Valore è arrivata proprio venerdì scorso, con l’annuncio tanto atteso dei tassi minimi garantiti da parte del Tesoro:
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha pubblicato la seguente serie dei tassi cedolari minimi garantiti per la terza emissione del BTP Valore:
- 3,25% per il primo, secondo e terzo anno.
- 4% per il quarto, quinto e sesto anno.
“Al termine del collocamento – ha aggiunto il Mef – verranno annunciati i tassi cedolari definitivi che potranno essere confermati o rivisti al rialzo, in base alle condizioni di mercato del giorno di chiusura dell’emissione”.
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Si tratta di tassi ancora elevati, che potrebbero convincere i risparmiatori a fare di nuovo incetta dei titoli di stato italiani rivolti ai retail.
Vale la pena ricordare che i tassi cedolari della seconda edizione del BTP Valore lanciata agli inizi di ottobre (codice ISIN IT0005565392,) erano stati pari per il primo, secondo e terzo anno, al 4,10%, e al 4,50% per il quarto e quinto anno.
I tassi cedolari della prima edizione del BTP Valore – la prima in assoluto, del giugno del 2023 erano stati fissati invece al 3,25% per il 1° e 2° anno e al 4,00% per il 3° e 4° anno.
Le caratteristiche del terzo BTP Valore: il premio fedeltà e la tassazione
Il nuovo BTP Valore, ha annunciato il Mef, “avrà una durata di sei anni, cedole pagate ogni tre mesi con rendimenti prefissati e crescenti nel tempo sulla base di un meccanismo ‘step up’ di 3+3 anni, nonché un extra premio finale di fedeltà pari allo 0,7 per cento per chi lo acquista durante i giorni di collocamento e lo detiene fino alla scadenza”.
Il collocamento del BTP Valore avverrà sulla piattaforma MOT (il mercato telematico delle obbligazioni e titoli di Stato di Borsa Italiana) per il tramite di due banche dealers: Intesa Sanpaolo S.p.A. e UniCredit S.p.A.
Riguardo al trattamento fiscale, sul BTP Valore si applica la consueta tassazione agevolata per i titoli di Stato pari al 12,5% e l’esenzione dalle imposte di successione.
Ai sottoscrittori verrà data, così come nelle precedenti emissioni, la possibilità di “cedere interamente o in parte il titolo prima della sua scadenza, senza vincoli e alle condizioni di mercato”.
Il capitale sottoscritto è garantito a scadenza.
Il titolo di Stato potrà essere acquistato alla pari (prezzo pari a 100) e senza commissioni durante i giorni di collocamento.
Il taglio minimo previsto di investimento è pari a “1.000 euro, avendo sempre la certezza di veder sottoscritto l’ammontare richiesto”.
Così come nel caso delle precedenti emissioni, “il BTP Valore potrà essere acquistato esclusivamente dai piccoli risparmiatori attraverso il proprio home banking, se abilitato alle funzioni di trading online, o rivolgendosi al proprio referente in banca o all’ufficio postale presso cui si possiede un conto corrente con il conto deposito titoli”.
L’outlook di UniCredit & Co sulla domanda retail nel 2024
Ma quali sono gli outlook degli esperti sulla domanda che le varie emissioni previste per quest’anno 2024 rivolte agli investitori retail saranno capaci di raccogliere?
E’ “improbabile che quest’anno si ripeta il trend dello scorso anno, dopo un 2023 caratterizzato da una domanda molto alta (di BTP) da parte degli investitori retail”, ha commentato tuttavia all’agenzia Reuters Luca Cazzulani, responsabile strategy research di UniCredit.
Cazzulani prevedeche i piccoli risparmiatori italiani sottoscriveranno, nel corso del 2024, BTP per un valore di 30-40 miliardi circa”.
Un valore, viene messo in evidenza da Reuters, che rispetto agli altri paesi europei rimane significativo, ma che si conferma “ben al di sotto di quella somma superiore ai 100 miliardi di euro” dello scorso anno.
Più ottimista Filippo Mormando, strategist presso la banca spagnola BBVA, che stima invece uno shopping di BTP da parte degli investitori retail pari ad almeno 70 miliardi di euro, nel corso del 2024.
Dal canto suo, una fonte del Tesoro italiano ha riferito a Reuters che, “vista la domanda record dell’anno scorso, una flessione moderata nel corso del 2024 non sarebbe né sorprendente né preoccupante”.
Sempre Cazzulani di UniCredit ha ricordato a Reuters, che, in termini assoluti, gli investitori retail detenevano nell’ottobre del 2023 titoli di stato italiani per un valore di 320 miliardi di euro circa, al record dal lancio dell’euro di 25 anni fa.
Di questi, stando ai numeri di Bankitalia, 270 miliardi sono in mano ai retail e i restanti 45 alle società non finanziarie.
Lo strategist ha messo in evidenza l’eccezione dell’Italia rispetto ad altri paesi europei, facendo l’esempio del Belgio, dove la quota di debito pubblico in possesso degli investitori retail è salita di recente ad appena il 5% circa, mentre in Germania e in Francia è pari quasi a zero.
Una bella conquista da parte del governo Meloni e del Tesoro, con quest’ultimo che ha rinnovato anche per il 2024 l’obiettivo di portare i piccoli risparmiatori italiani a sottoscrivere BTP di nuova emissione.
Vero è che, come ha ricordato Roberto Rossignoli, portfolio manager di Moneyfarm, prima della crisi finanziaria del 2008, la quota del debito pubblico italiano detenuta dai risparmiatori italiani era salita a livelli ancora più elevati, fino al 20%.
Rossignoli stesso ha comunque fiducia nella capacità dell’Italia di tornare a centrare di nuovo questo livello, anche se ci tiene a dare consigli di investimento precisi a chi vuole scommettere di nuovo su questo titolo di stato orgoglio del governo Meloni.
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Fiducioso nei confronti di una ulteriore maggiore partecipazione dei risparmiatori al debito pubblico anche Mormando della spagnola BBVA, che ha anticipato inoltre un effetto positivo sullo spread BTP-Bund a 10 anni:
a suo avviso, se gli investitori retail continueranno a fare incetta di BTP, il differenziale, al momento già in decisa ritirata, potrebbe riportare infatti una ulteriore contrazione.
Niente paura, dunque:
forse nel corso del 2024 i cittadini italiani non risponderanno all’appello di Meloni con la stessa euforia dimostrata nel corso del 2023.
Ma i commenti degli analisti lasciano pensare che i risparmiatori non molleranno la carta italiana. Banche permettendo.
Il Tesoro italiano potrà contare ancora su quel “buon rapporto con i piccoli risparmiatori” – come ha detto lo strategist di UniCredit – che ha costruito nella storia, a causa dell’enorme pila di debito che continua tuttora a dover gestire.
L’ultimo QE pro-Italia al capolinea, BTP Valore ancora più cruciale
E questo buon rapporto è oggi ancora più essenziale, se si considera che la Bce di Christine Lagarde ha già da un po’ annunciato la fine dei giochi dell’altro salva-BTP che in questi ultimi anni si è affiancato al QE tradizionale, ovvero del PEPP o anche QE pandemico .
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Va detto infine che, nel corso del 2023, non sono stati soltanto i piccoli investitori a fare shopping di BTP.
Cazzulani ha messo in evidenza l’effetto contagio della febbre per i titoli di stato italiani da parte dei retail sulla fiducia degli investitori stranieri:
“Probabilmente la forte domanda arrivata dai piccoli risparmiatori ha sostenuto la fiducia degli investitori esteri, che si sono confermati il secondo maggiore acquirente, nel corso del 2023, con acquisti netti (di BTP) di 40 miliardi di euro circa”.
Tra l’altro, a parlare chiaro sono state le stesse prime emissioni di questo 2024 lanciate dal Tesoro, che si sono rivolte agli investitori istituzionali.
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