Febbre BTP a 15 anni fa la gioia di Meloni, insieme al Pil-Fmi

Da un lato il Tesoro italiano che torna a bussare alla porta degli investitori, emettendo un nuovo BTP a 15 anni che, stando alle indiscrezioni che trapelano dalle prime fonti, sembra essere stato già accolto con un boom di ordini da parte degli investitori istituzionali, per un valore superiore ai 70 miliardi di euro. Dall’altro, le notizie confortanti sul Pil dell’Italia, che fa meglio delle economie di Francia e Germania, al punto da incassare anche un upgrade da parte dell’Fmi (Fondo Monetario Internazionale).
Il 2024 sembra iniziare per l’Italia con notizie positive per il governo Meloni. L’impressione è di assistere al bis di quanto avvenne nel 2023: anche l’anno scorso iniziò infatti con la pubblicazione di dati macro che presentarono un’Italia da prima della classe in Europa.
Il quadro si fece tuttavia decisamente meno roseo con il passare dei mesi, tanto che il governo Meloni ricevette rimproveri da più parti per aver cantato vittoria troppo presto.
Pil Italia promosso da Fmi. Il confronto con Francia e Germania
A far salire il Pil dell’Italia nella classifica delle economie dell’area euro che sembrano performare meglio è stato il Fondo Monetario Internazionale.
L’istituzione di Washington ha annunciato ieri di prevedere una crescita dell’economia italiana pari a +0,7% per il 2024, alzando lievemente le attese per l’espansione del 2025.
Risultato: con quel ritmo di crescita pari a +0,7% previsto anche per il 2024, il Pil italiano quest’anno batterebbe i Pil di Germania e di Regno Unito, che l’Fmi stima in rialzo rispettivamente dello 0,5% e dello 0,6% nel corso del 2024.
Questo, dopo un tasso di crescita che, dati Istat alla mano diffusi anch’essi alla vigilia, è stato pari al +0,7% su base annua nell’intero 2023 e tenendo in considerazione, come ha puntualizzato l’Istituto nazionale di statistica, che lo scorso anno ci sono state due giornate lavorative in meno del 2022.
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In particolare, per il Pil della Germania, le attese per il 2024 e il 2025 sono di un tasso di crescita rispettivamente pari a +0,5% e +1,6%, sforbiciato di 0,4 punti percentuali in entrambi i casi.
Per quanto riguarda il 2025, nel caso dell’Italia, dopo la crescita pari a +0,7% stimata per il 2024, le previsioni sono state invece migliorate di 0,1 punti percentuali, al +1,1%.
Questo, in una Europa che, chiaramente, arranca, tanto che il Fondo è stato costretto a rivedere il proprio outlook per il 2024, in gran parte a causa di una crescita inferiore alle attese che ha contrassegnato il 2023.
Le previsioni per la crescita del Pil euro del 2024 sono state così tagliate dello 0,3% circa rispetto al WEO dello scorso ottobre; dopo l’espansione attesa per il 2023, pari a +0,5%, per il prodotto interno lordo dell’area euro l’outlook è così di una ripresa dello 0,9% nel corso del 2024 e successivamente dell’1,7% nel 2025, sulla scia di una inflazione più lenta e di una ripresa dei redditi reali, così come dei consumi delle famiglie.
E’ in questo quadro che deve essere considerato l’outlook del Pil dell’Italia, in particolare per il 2025 che, seppur migliorato a +1,1%, rimane piuttosto al di sotto del +1,7% atteso per l’intera area euro.
Inoltre, per quanto le stime siano state sforbiciate, per la Germania si attende, dopo un calo del Pil pari a -0,3% nel corso del 2023, una ripresa dello 0,5% per il 2024 e dell’1,6% nel 2025 (superiore ancora a quella dell’Italia), mentre per la Francia le stime sono di una crescita dell’1% per il 2024 (già superiore a quella dell’Italia) e dell’1,7% nel 2025.
Detto questo, se proprio si vuole rimarcare il caso positivo dell’Italia, va certo ricordato che il Pil italiano, con un +0,7% nel 2024, batterebbe la Germania anche nel corso del 2024, dopo il sorpasso nel corso del 2023.
Tornare a brindare all’Italia che cresce più di tutti non è tuttavia del tutto corretto.
Non per niente, c’è anche chi sottolinea che “probabilmente l’Italia è il paese che ha l’outlook più debole tra le economie principali dell’Eurozona, visto che l’Fmi stima una crescita dello 0,7% nel 2023, così come nel 2024, e soltanto dell’1,1% per l’anno prossimo”.
BTP a 15 anni, nuova emissione Tesoro con boom ordini
Intanto, il governo Meloni, in procinto di lanciare la terza edizione del BTP Valore, si gode i dati che arrivano dal mercato dei titoli di stato, relativi al collocamento del nuovo BTP a 15 anni annunciato ieri dal Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze).
Stando a quanto riportato dall’agenzia Ansa, il nuovo Btp a 15 anni, con scadenza primo ottobre 2039, emesso oggi e collocato tramite sindacato presso gli investitori istituzionali, è stato accolto con una domanda che ha superato i 76 miliardi di euro.
Il rendimento del BTP è stato fissato a 11 punti base sul tasso del Btp primo marzo 2038 rispetto alle prime indicazioni di rendimento in area 13 punti base.
Ieri il Mef (Ministero dell’Economia e delle Finanze) ha annunciato di avere affidato a Barclays Bank Ireland PLC, BNP Paribas, Citibank Europe Plc, Intesa Sanpaolo S.p.A. e Morgan Stanley Europe SE il mandato per il collocamento sindacato di un nuovo benchmark a 15 anni BTP – scadenza 1° ottobre 2039.
Outlook Pil mondiale 2024: la forte ritirata rispetto alla media storica
Tornando al quadro macroeconomico globale presentato ieri dall’Fmi, va detto che il Fondo Monetario Internazionale non ha escluso la possibilità di un soft landing nel suo nuovo World Economic Outlook, il rapporto con cui l’istituzione è solita annunciare le previsioni per l’economia mondiale.
Nel rapporto si legge che la crescita del Pil globale sarà nel 2024 pari a +3,1%, per poi rafforzarsi al ritmo del 3,2% nel primo trimestre.
Certo, la stima per il 2024 è stata rivista al rialzo di 0,2 punti percentuali rispetto a quella dell’ottobre del 2023, sulla scia di “una resilienza più forte delle attese degli Stati Uniti e di diverse economie dei mercati emergenti e in via di sviluppo”, così come grazie agli “stimoli fiscali in arrivo dalla parte della Cina”.
E’ stato tuttavia lo stesso Fondo a confermare la precarietà del quadro, nel momento in cui ha messo in evidenza che l’outlook per il 2024 e il 2025 è “storicamente inferiore alla media (del periodo compreso tra il 2000 e il 2019) pari a +3,8%.
Motivi: i tassi di interesse elevati a causa della battaglia delle banche centrali contro l’inflazione, il ritiro degli stimoli fiscali in una situazione in cui i debiti elevati pesano sull’attività economica, e la crescita contenuta della produttività”.
La buona notizia è che “l’inflazione sta scendendo più velocemente rispetto alle attese nella maggior parte delle regioni”, tanto che, a livello mondiale, è attesa scendere al 5,8% nel 2024 e al 4,4% nel 2025.
(in aggiornamento)