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MES, Giorgetti commenta il no. BTP Valore e BTP Italia, l’annuncio del Mef

Pubblicato 22 Dicembre 2023 Aggiornato 27 Dicembre 2023 15:44

Novità BTP Valore e BTP Italia, aste di BTP e BOT nel 2024, ma anche il commento del ministro Giancarlo Giorgetti sul voto NO Mes della Camera.

Protagonista della giornata di oggi, venerdì 22 dicembre 2023, è il Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, che ha pubblicato il calendario delle aste dei titoli di stato e le Linee guida di gestione del debito pubblico del 2024.

Dal documento si è appreso che il Mef ha ancora intenzione di puntare sul BTP Valore.

Il Tesoro, si legge, “valuterà l’opportunità di effettuare una o più emissioni di Btp Valore, il prossimo anno, “riservandosi massima discrezionalità nel valutare in prossimità del collocamento la struttura finanziaria più opportuna circa la scadenza, tipologia e periodicità di pagamento delle cedole e il premio extra finale di fedeltà.

Due sono state le emissioni del BTP Valore nel corso del 2023, “nei mesi di giugno e ottobre, per un ammontare complessivo pari a oltre 35 miliardi, riscontrando un vasto apprezzamento da parte del mercato”. Così si legge nella sezione dedicata alle novità sul debito pubblico dell’Italia del 2024.

No MES Camera, Giorgetti fa il paragone con il Patto di Stabilità

In evidenza oggi le dichiarazioni rilasciate dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti a commento del voto di ieri,  con cui la Camera ha deciso di dire no alla ratifica della riforma del MES.

Una decisione che ha scosso la politica italiana, scatenando un acceso dibattito su quelle che potrebbero essere le conseguenze del grande rifiuto.

A esprimersi su quel voto anche l’Europa, che non ha nascosto la bruciante decisione per la mancata ratifica italiana della riforma del Meccanismo europeo di stabilità, che conferma come tutto il blocco sia ostaggio di Roma.

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“Come Ministro dell’economia e delle finanze avevo interesse che il MES fosse approvato, per motivazioni di tipo economico e finanziario. Ma per come si è sviluppato il dibattito negli ultimi giorni, mi è sembrato evidente che non c’era aria di approvarlo, anche per motivazioni non economiche”. Così il ministro Giancarlo Giorgetti, interpellato dai giornalisti a margine dell’approvazione della manovra al Senato.

Giorgetti ha così ribattuto all’auspicio delle opposizioni, in particolare dal PD, che ha invocato ieri le sue dimissioni: “I consigli delle opposizioni sono sempre utili, ma poi permettetemi se decido io”.

Riguardo alle perplessità delle stesse opposizioni ma anche di diversi economisti su quel Patto di Stabilità e crescita su cui i ministri delle Finanze Ue hanno trovato l’accordo, il titolare del Tesoro ha dato un consiglio:

Leggetelo bene – ha detto ai giornalisti – Scoprirete che è meglio di quello che sembra”.

Tornando al MES, il titolare del Tesoro ha sottolineato inoltre che “tutto si può migliorare, anche il MES”, facendo notare che “questi Trattati sono stati fatti in certi periodi storici” e che, di conseguenza, “la storia può richiedere altri tipi di risposte”.

A tal proposito, il ministro ha scelto di fare un paragone proprio con il Patto di Stabilità su cui i ministri delle finanze UE, nella riunione straordinaria dell’Ecofin di due sere fa, hanno trovato l’intesa.

Anche il Patto di Stabilità, perchè si è cambiato? Perchè quando fu fatto quel vecchio Patto c’era una situazione totalmente diversa e oggi, c’è necessita di cambiamento, anche per le ambizioni che ha l’Europa”.

“Ad esempio – ha continuato Giorgetti – il fattore rilevante dell’esclusione degli investimenti sulla difesa, una richiesta italiana, soltanto due anni fa sembrava irrealistico. Oggi è diventato realtà, perchè ci siamo resi conto che in Europa dobbiamo anche pensare alla sicurezza”.

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BTP Valore: quante emissioni dal Tesoro nel 2024?

Il Mef di Giorgetti oggi si è messo in evidenza anche con la pubblicazione delle linee guida di gestione del debito pubblico 2024.

Con quelle linee guida il Tesoro ha annunciato che valuterà l’eventuale emissione di altri BTP Valore, i titoli di stato dedicati esclusivamente agli investitori retail, massima espressione dell’appello  “più BTP nelle mani degli italiani” lanciato dalla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che tanto hanno avuto successo nelle due edizioni lanciate nel corso del 2023.

Nelle Linee guida è stato sottolineato che “questa nuova classe di titoli può avere diverse strutture finanziarie e nel 2024, ove se ne riscontrino le condizioni ed in ragione delle esigenze di finanziamento, il Tesoro valuterà l’opportunità di effettuare una o più emissioni di BTP Valore, riservandosi massima discrezionalità nel valutare in prossimità del collocamento la struttura finanziaria più opportuna circa la scadenza, tipologia e periodicità di pagamento delle cedole e il premio extra finale di fedeltà, riservato agli investitori retail che acquistano il titolo all’emissione e lo detengono fino a scadenza”.

Il Tesoro ha rimarcato il successo del BTP Valore sottolineando che, “durante il prossimo anno, in considerazione dell’ottimo riscontro ricevuto dal mercato sulle emissioni dedicate al pubblico dei risparmiatori retail, il Tesoro continuerà a proporre questi strumenti, tenuto conto anche del generale contesto di tassi di interesse più elevati rispetto al recente passato”.

BTP Italia: il punto sul 2023 e le emissioni del 2024

Riguardo al BTP Italia, il Mef ha ricordato che, nel corso del 2023, in considerazione delle dinamiche inflazionistiche, “il Tesoro ha mantenuto il suo impegno nel fornire ai risparmiatori retail uno strumento di protezione dall’inflazione, contribuendo ad allargare l’interesse verso una partecipazione diretta al debito pubblico da parte di un numero crescente di piccoli risparmiatori”.

Di conseguenza, nel 2023 è stata effettuata un’emissione di BTP Italia, per un ammontare complessivo di quasi 10 miliardi.

“Considerando i rimborsi di tre titoli in scadenza nell’anno per un ammontare complessivo di circa 25 miliardi e le operazioni di concambio che hanno interessato il comparto, le emissioni nette sono state ampiamente negative”, ha precisato il Mef, aggiungendo che “nel 2024 verranno invece a scadenza due BTP Italia per complessivi 12 miliardi di euro circa”.

In questo contesto, “tenuto conto dei volumi in scadenza, al fine di continuare a soddisfare la domanda degli investitori istituzionali e retail e di fornire uno strumento ormai consolidato di protezione dei loro risparmi, il Tesoro valuterà l’opportunità di effettuare una o più emissioni di BTP Italia nel corso dell’anno, riservandosi la massima flessibilità nella scelta della scadenza più opportuna per il nuovo titolo”.

“In ogni caso – si legge nel documento delle Linee Guida di gestione del debito 2024 – i titoli eventualmente offerti nel corso del prossimo anno manterranno l’indicizzazione legata al tasso di inflazione nazionale e un premio fedeltà per gli investitori retail che acquistano il titolo all’emissione e lo detengono fino a scadenza”.

Il Tesoro ha reso noto anche che, così come accaduto negli ultimi anni, “si riserva di approfondire la possibilità di ricorrere ad operazioni straordinarie di gestione degli importi di BTP Italia in scadenza negli anni successivi, mediante operazioni di riacquisto o concambio, valutando la modalità più efficiente per la loro esecuzione”.

“Tali operazioni potranno essere utilizzate anche per fornire un adeguato sostegno alla liquidità e all’efficienza del mercato secondario dei titoli di tale comparto qualora dovessero verificarsi condizioni di mercato che richiedano un intervento in tale direzione”.

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Tornando al BTP Valore, alla fine di novembre, in occasione del Question Time  alla Camera, era stata la stessa premier Giorgia Meloni a tornare a sbandierare il successo di quel BTP, che per molti sarebbe una prova di quel BTP sovranista, o anche BTP autarchico, di cui si era parlato molto alla fine dello scorso anno, promosso soprattutto dalla Lega. Un BTP che avesse come obiettivo quello di incanalare il rischio risparmio degli italiani verso il debito pubblico, in un momento in cui l’Italia e i suoi titoli di stato si apprestavano a ricevere uno dei primi benserviti da parte della Bce di Christine Lagarde.

“Con tutto il rispetto, guardi che non lo dico io – aveva detto Giorgia Meloni, ribattendo al leader di Italia Viva Matteo Renzi – Penso che sia sotto gli occhi di tutti come in questi mesi sia cresciuta la fiducia, per esempio, degli investitori e dei mercati nell’economia italiana. Con tutto il rispetto, penso che la promozione di quattro agenzie di rating che di solito non sono ‘buone’, per così dire, su queste materie e il fatto che le famiglie comprino molto volentieri i nostri titoli di Stato, che lo spread sia ai minimi da molto tempo e che la Borsa italiana cresca più di quanto crescano tutte le altre borse europee siano dati che dicono qualcosa di più rispetto alle valutazioni – legittime, ovviamente – dell’opposizione”.

Va detto che l’appello patriottico agli italiani, concepito per invogliare i risparmiatori ad agire seguendo il loro amor di patria per salvare le casse dello Stato, era stato lanciato negli ultimi anni anche dal numero uno della Consob, Paolo Savona.

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L’entusiamo con cui gli italiani hanno risposto all’appello di Meloni e del Tesoro è stato tale che nella legge di bilancio è stata inserita anche una norma tesa a escludere i BTP e i titoli di Stato dal calcolo dell’Isee, in linea con il desiderio del governo di scommettere sempre di più sui BTP People.

Molto bene entrambe le edizioni del BTP Valore di questo 2023. La prima edizione del BTP Valore, partita il 5 giugno per concludersi lo scorso 9 giugno, si è conclusa con un importo complessivamente sottoscritto superiore a 18 miliardi di euro, a fronte di 654.675 contratti conclusi.

Il taglio medio del contratto è stato pari a 27.786 euro. I tassi annuali definitivi sono stati confermati al 3,25% per il 1° e 2° anno e al 4,00% per il 3° e 4° anno.

La seconda edizione del BTP Valore, lanciata nei giorni compresi tra il 2 e il 6 ottobre, si è conclusa con un importo sottoscritto superiore ai 17 miliardi.

Il Mef ha confermato i tassi cedolari definitivi, non rivedendo al rialzo i tassi cedolari minimi precedentemente resi noti.

Per il primo, secondo e terzo anno, i tassi sono stati confermati al 4,10%, mentre per il quarto e quinto anno si arriva al 4,50%.

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