Notizie Notizie Mondo Debito Italia & Co: emissioni BTP e bond euro con (e senza) Bce nel 2024

Debito Italia & Co: emissioni BTP e bond euro con (e senza) Bce nel 2024

4 Dicembre 2023 16:03

Per il 2024 è prevista una ulteriore valanga di emissioni di BTP e di altri titoli di stato dell’area euro. E’ quanto emerge dal report firmato da Generali Investments.

“Emissione titoli di stato dell’area Euro ancora altissima nel 2024. Francia al vertice per volume netto emissioni”, così calcolano gli analisti di Generali Investments, facendo riferimento al nuovo debito che dovrà essere emesso dall’Eurozona per finanziare le spese degli Stati.

Emissioni BTP & Co: Tesoro ha già rivisto al rialzo valore lordo 2023

Nel caso dei BTP e dei titoli di stato italiani emessi dal Tesoro-Mef (ministero dell’Economia e delle Finanze), prima di passare al 2024, va ricordato che, alla fine di settembre, l’Italia è stata costretta a rivedere al rialzo le proprie stime sull’emissione di debito di quest’anno, a causa del deterioramento dei suoi conti pubblici e, anche, per il ritardo con cui sono arrivati i fondi UE legati all’attuazione delle riforme del PNRR.

A tal proposito, un articolo di Reuters metteva in evidenza come l’Italia fosse  l’unico grande paese dell’area euro a essere stato costretto ad alzare l’outlook sul valore totale dei titoli di stato emessi nel corso del 2023, portando la stima relativa all’emissione lorda di bond sovrani, stando a quanto annunciato verso la fine di settembre, a 333 miliardi di euro circa, rispetto ai 310-320 miliardi di euro che erano stati previsti in precedenza.

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L’articolo aveva commentato la notizia mettendo in evidenza come la Germania e il Portogallo avessero invece ridotto l’emissione di nuovo debito prevista per il quarto trimestre del 2023 e come la Francia, invece, prevedesse di aumentare l’emissione di titoli di stato, nel 2024, a causa dell’aumento dei rimborsi da effettuare sul debito emesso.

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La piaga del debito pubblico dell’Italia è tornata a farsi sentire, oltre che con la revisione al rialzo delle stime da parte del Tesoro, anche con i calcoli dell’Upb, Ufficio Parlamentare di Bilancio (Upb), che, nel mettere in evidenza che “per il 2023 le emissioni lorde dei titoli di Stato sono stimate in 479 miliardi, un ammontare superiore rispetto a quello del 2022, sia per il previsto aumento del fabbisogno del settore che per un importo maggiore di titoli da rimborsare nel corso dell’anno”, ha reso noto di prevedere, ancora, cifre altissime per il prossimo anno.

“Per il 2024 le emissioni lorde dei titoli di Stato sono stimate in ulteriore aumento a 520 miliardi, a causa del più elevato fabbisogno del settore statale e di un maggiore volume di titoli in scadenza (tab. 3.5). La stima deriva dalla copertura del fabbisogno previsto intorno a 135 miliardi e dal totale dei rimborsi dei titoli stimato in 421 miliardi, al netto dei prestiti del RRF per circa 20 miliardi e della riduzione delle disponibilità liquide del Tesoro per circa 15 miliardi”, aveva riferito l’Ufficio Parlamentare di bilancio lo scorso 10 ottobre.

Sempre l’Upb aveva comunicato di stimare “emissioni nette di titoli di Stato al netto degli acquisti dell’Eurosistema sul mercato secondario” in rialzo nel 2024 e pari a circa 145 miliardi (tab. 3.6)” ricordando che, di fatto, nel 2024, “gli acquisti dei titoli di Stato italiani da parte dell’Eurosistema  (Bce) nel mercato secondario dovrebbero riguardare solamente il reinvestimento del capitale rimborsato sui titoli in scadenza nell’ambito del PEPP“.

L’ammontare di questi acquisti effettuati dalla Bce attingendo al programma PEPP, informava l’Upb, era atteso “in circa 40 miliardi, ovvero l’8 per cento del totale delle emissioni lorde del Tesoro previste nel mercato primario”.

Generali Investments: emissioni lorde area euro ancora a livelli altissimi

Tornando all’outlook di Generali Investments, gli analisti hanno fornito “una prima valutazione dell’offerta di titoli di Stato dell’area nel 2024”, succesivamente alla presentazione, da parte dei paesi del blocco, dei rispettivi “piani di bilancio per il 2024” alla Commissione europea.

Dall’analisi, che riguarda l’area euro nel suo complesso, è emerso che l’outlook è il seguente:

il volume lordo delle emissioni si ridurrà solo marginalmente (nel 2024) e rimarrà ad un livello altissimo per il prossimo anno, pari a ben 1.275 miliardi di euro”, dunque pari a più di 1,2 trilioni di euro.

Riguardo all’offerta netta, le previsioni sono di un valore netto “moderatamente inferiore (390 miliardi di euro contro 475 miliardi di euro del 2023), bilanciato però da “maggiori rimborsi”.

Tra l’altro, la decisione della Bce di accelerare il piano di QT-Quantitative Tightening, scaricando dunque più titoli di stato che aveva acquistato in precedenza con il piano diametralmente opposto del QE-Quantitative easing, porterà l’emissione netta a rimanere “a un livello record (620 miliardi di euro)”.

Il quadro, hanno spiegato da Generali Investments, si confermerebbe peggiore se poi la Bce di Christine Lagarde decidesse di iniziare a scaricare anche i BTP e altri titoli di stato acquistati con il PEPP, ovvero con il QE pandemico, inaugurando dunque il “PEPP QT”.

In questo caso, hanno scritto gli analisti, l’emissione netta aumenterebbe, infatti, “ulteriormente rispetto al 2023”.

Generali Investments ha sottolineato che “queste cifre sono attualmente ancora soggette a grande incertezza” visto che, “ad esempio, i sussidi all’energia possono ancora modificare il livello dei deficit di bilancio, la composizione dei finanziamenti (obbligazioni vs. T-bills) non è ancora chiara e anche la crisi di bilancio in Germania può lasciare il segno”.

Per Italia maggior calo offerta netta. Occhio a emissioni nette Francia

Detto questo, la previsione è che “Germania, Spagna e Italia registreranno il maggior calo dell’offerta netta”: buona notizia, dunque, per il debito pubblico italiano e dunque per i BTP (almeno per quanto riguarda le emissioni nette).

A soffrire saranno invece i “Paesi Bassi e il Belgio”, che “registreranno probabilmente un volume di emissioni leggermente superiore rispetto al 2023”, hanno sottolineato ancora gli esperti di Generali Investments.

“Con circa 130 miliardi di euro di OAT (titoli stato francesi), la Francia avrà il maggior volume netto di emissioni nel 2024 seguita dalla Germania con circa 70 miliardi”.

“L’offerta netta moderatamente inferiore (390 miliardi di euro contro 475 miliardi di euro del 2023) è bilanciata da maggiori rimborsi “, hanno spiegato ancora gli esperti”.

Si prevede che Germania, Spagna e Italia registreranno il maggior calo dell’offerta netta. Al contrario, Paesi Bassi e Belgio registreranno probabilmente un volume di emissioni leggermente superiore rispetto al 2023.

Tornando al caso specifico dell’Italia e dei BTP, il governo Meloni non può tuttavia stare affatto tranquillo.

Vale la pena infatti riprendere quanto ha riferito ai microfoni di Wall Street Italia, non molto tempo fa, Althea Spinozzi, strategist senior della divisione di reddito fisso di Saxo Bank.

Nel commentare il boom dello spread BTP-Bund e dei tassi dei BTP a 10 anni (qualche giorno prima i rendimenti dei BTP decennali avevano sfondato la soglia del 5% per la prima volta in un decennio), l’esperta di Saxo Bank aveva fatto notare che “il tasto dolente per i BTP italiani” è “rappresentato dal fatto che abbiamo tante scadenze quest’anno e il prossimo anno”.

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Market Talks – puntata del 10.10.2023

Per la precisione, ricordava Spinozzi, “tra il 2023 e il 2024 è in scadenza circa il 18-19% circa di tutti i BTP che sono stati emessi dallo stato italiano e il problema più grande è che lo Stato italiano dovrà rifinanziare questi BTP a tassi molto più alti, e quindi ci sarà un rialzo del deficit fiscale”.

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