Notizie Notizie Italia Febbre BTP a 7 e a 30 anni: dal Mef i dettagli. Ordini record per oltre 155 miliardi

Febbre BTP a 7 e a 30 anni: dal Mef i dettagli. Ordini record per oltre 155 miliardi

11 Gennaio 2024 13:36

La febbre per i BTP a 7 anni emessi dal Tesoro martedì 9 gennaio 2024, e per la riapertura del BTP a 30 anni, titolo di stato emesso nella stessa data è stata confermata nella giornata di oggi dal Mef, ministero dell’Economia e delle Finanze.

Con rendimenti pari rispettivamente al 3,5% e al 4,5%, i BTP a 7 e a 30 anni hanno raccolto un’ondata di ordini, superiore a 155 miliardi di euro.

Il Mef ha messo in evidenza che i “due collocamenti hanno visto una partecipazione straordinariamente diversificata (circa 40 paesi), con un grande interesse di investitori esteri”.

La nota del Mef su emissioni BTP a 7 e a 30 anni

Nella nota pubblicata oggi dal Mef, sono emersi altri dettagli relativi al collocamento dei due BTP a 7 e a 30 anni.

Il ministero dell’Economia e delle Finanze ha precisato che l’importo complessivo è stato pari a 15 miliardi di euro mentre la domanda ha superato i 155 miliardi, di cui circa 75 miliardi per il nuovo titolo a 7 anni e oltre 80 miliardi per il 30 anni.

Gli investitori che hanno partecipato al sindacato sono stati oltre 270 per il BTP a 7 anni, con scadenza il 15 febbraio 2031, mentre sono stati circa 385 gli investitori che hanno preso parte alla riapertura del BTP 30 anni in corso di emissione, con scadenza 1° ottobre 2053.

Riguardo al profilo degli investitori che hanno fatto incetta dei BTP, il Mef ha comunicato che i fund manager hanno sottoscritto il 42,4% del BTP a 30 anni mentre per il titolo con scadenza 7 anni la loro partecipazione è stata del 39,2%.

Le banche hanno sottoscritto il 31,4% del BTP a 7 anni ed il 34% circa del BTP a 30 anni.

Nella riapertura del BTP a 30 anni, le banche centrali e le istituzioni governative insieme a fondi pensione e assicurazioni hanno acquistato il 14,8% dell’emissione, mentre sul titolo a 7 anni la quota di questi investitori è stata pari al 26,8%.

In particolare, la quota di fondi pensione e assicurativi si è attestata all’8% per il 30 anni e al 2,8% per il nuovo BTP a 7 anni mentre il 6,8% è stato acquistato dalle banche centrali nel titolo a 30 anni e il 24% nel nuovo BTP a 7 anni.

Agli hedge fund è stato allocato circa il 4,3% per il titolo a 30 anni e il 2,4% nel titolo a 7 anni.

Il Mef ha fatto notare la partecipazione straordinariamente diversificata (circa 40 paesi), mettendo in evidenza il boom dell’interesse degli investitori esteri.

L’allocazione presso gli esteri è stata di fatto pari all’80,7% per il BTP a 7 anni e al 76,6% per il titolo a 30 anni.

Di particolare rilievo la quota sottoscritta da investitori del Regno Unito (il 13,3% sul titolo a 7 anni e il 15,7% su quello a 30 anni).

Il resto del collocamento è stato allocato in larga parte in Europa continentale (il 36,3% sul titolo a 7 anni e il 43,6% su quello a 30 anni), con le quote più rilevanti assegnate a investitori francesi (rispettivamente il 10,6% e il 7,9%), provenienti da Germania, Austria e Svizzera (rispettivamente il 6,8% e il 5,7%), e dalla Penisola Iberica (rispettivamente il 6% e l’11,3%).

Nei Paesi Scandinavi sono stati allocati rispettivamente il 7,3% e l’11,2%, mentre i sottoscrittori del Benelux hanno acquistato rispettivamente l’1,7% e lo 0,8%. Il resto del collocamento è stato sottoscritto da altri paesi europei, tra cui la Grecia (3,1% sul 7 anni e 5,6% sul 30 anni).

La quota allocata ad investitori nordamericani è stata del 15,4% e 15,8% rispettivamente sui titoli a 7 e 30 anni.

La partecipazione di investitori asiatici è stata del 15,5% per il titolo a 7 anni mentre trascurabile sul titolo a più lunga scadenza.

Il collocamento dei due BTP è stato effettuato tramite la costituzione di un sindacato composto da cinque lead manager, Banca Monte dei Paschi di Siena S.p.A, Crédit Agricole Corp. Inv. Bank, Deutsche Bank A.G., Goldman Sachs Bank Europe SE e J.P. Morgan SE, mentre tutti gli altri Specialisti in titoli di Stato hanno rivestito il ruolo di co-lead manager dell’operazione.

BTP a 7 anni: le caratteristiche del titolo di stato

Per quanto riguarda le caratteristiche dei BTP, il nuovo titolo di stato italiano a 7 anni ha una scadenza al 15 febbraio 2031, con godimento al 16 gennaio 2024.

Il tasso annuo è pari al 3,50%, ed è pagato in due cedole semestrali.

Il Tesoro ha emesso questo nuovo BTP a 7 anni per un importo pari a 10 miliardi di euro, al prezzo di 99,880, corrispondente ad un rendimento lordo annuo all’emissione del 3,548%.

A fronte del collocamento per 10 miliardi di euro, le richieste del BTP a 7 anni – con codice ISIN IT0005580094 – sono state di circa 75 miliardi di euro.

BTP a 30 anni: ordini boom per un valore superiore a 80 miliardi

Per quanto riguarda il BTP a 30 anni, con codice ISIN IT0005534141 e scadenza al 2053, il collocamento, avvenuto per un valore di 5 miliardi, è stato accolto con ordini per un valore superiore agli 80 miliardi di euro.

Con scadenza 1° ottobre 2053 e cedola 4,50%, il BTP a 30 anni è stato collocato al prezzo di 100,560 euro (prezzo di aggiudicazione),  corrispondente ad un rendimento lordo del 4,515%.

Il Tesoro ha reso noto anche con la diffusione dei risultati delle emissioni dei BTP a 7 e a 30 anni che le aste di BTP a 7 anni e dei BTP con scadenza superiore ai 10 anni previste per domani, 11 gennaio 2024, non avranno luogo.

Le emissioni previste per il 2024 e il fattore Bce

Alla fine di dicembre 2023, il Tesoro italiano ha annunciato il calendario delle aste previste per il 2024 e le linee guida di gestione del debito pubblico, mettendo in evidenza che, nell’anno in corso, “le esigenze di finanziamento saranno determinate dalle scadenze dei titoli in circolazione che, al netto dei BOT, saranno pari a circa 265 miliardi di euro e dal nuovo fabbisogno del settore statale dell’anno che, in base alle stime preliminari di finanza pubblica coerenti con la Nadef di settembre e il Draft Budgetary Plan 2024 dello scorso ottobre, dovrebbe attestarsi intorno ai 130 miliardi di euro”.

Il Tesoro ha precisato che, “tenendo conto dei prestiti del pacchetto NGEU e dell’attività di gestione delle disponibilità di cassa, che beneficerà anche delle entrate della quarta rata NGEU in arrivo proprio a chiusura del 2023, le informazioni attualmente disponibili consentono di prevedere emissioni lorde complessive di titoli a medio lungo termine in un intervallo tra i 340 ed i 360 miliardi di euro, quindi in linea con quelle del 2023″.

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Nel 2023 il Tesoro ha provveduto all’emissione di titoli per un ammontare poco al di sotto dei 516 miliardi di euro, di cui quasi 360 miliardi di euro di titoli a medio-lungo termine e poco oltre 156 miliardi di euro di BOT.

Il costo medio annuo all’emissione, al termine dei collocamenti del 2023, coerentemente con lo scenario globale di rialzo dei tassi, è stato pari al 3,76%, decisamente superiore rispetto all’1,71% del 2022, in un contesto caratterizzato dal boom dei costi di finanziamento per governi, famiglie e aziende, scatenato dalla carrellata di rialzi dei tassi di interesse nell’area euro da parte della Bce di Christine Lagarde.

La prospettiva di tagli ai tassi dell’area euro da parte della Banca centrale europea, dopo le continue strette monetarie lanciate negli anni 2022 e 2023 per tentare di far rientrare l’inflazione, è di buon auspicio soprattutto per i paesi più indebitati come l’Italia, che hanno dovuto pagare costi molto ingenti per l’emissione di nuovi titoli di stato.

Detto questo, nel caso dell’Italia, le spese per interessi continueranno a confermarsi drammaticamente elevate.

Va sottolineato inoltre che, se è vero che la Bce di Christine Lagarde farà da assist con i tagli dei tassi previsti – che nella realtà, tuttavia, potrebbero essere confermarsi decisamente inferiori rispetto alle scommesse dei mercati – la stessa toglierà un supporto sostanziale alla carta italiana, iniziando a mandare in soffitta, come preannunciato, il QE pandemico o PEPP, uno dei tanti altri bazooka sfoderati da Francoforte che avrebbe blindato soprattutto i titoli di stato italiani.

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