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BTP Valore: sboom ordini per scommessa Meloni in attesa tassi Bce e con banche alla carica

9 Maggio 2024 10:13

Procede a singhiozzo l’emissione del BTP Valore, il titolo di Stato italiano rivolto esclusivamente agli investitori retail, strumento di investimento nato in linea con l’obiettivo del governo Meloni di convincere gli italiani ad accollarsi fette sempre più crescenti del debito pubblico ‘di casa’.

Ieri, terzo giorno di collocamento della quarta edizione del BTP Valore lanciata dal Mef lunedì 6 maggio, gli ordini si sono attestati poco al di sopra della soglia di 2,129 miliardi, portando il totale delle sottoscrizioni a 8,69 miliardi.

Nel primo giorno di collocamento di lunedì scorso 6 maggio 2024,  gli ordini sottoscritti dal pubblico dei piccoli risparmiatori per questo nuovo BTP speciale che ha una durata di sei anni erano ammontati a 3,7 miliardi di euro, mentre nel secondo giorno la raccolta era stata di 2,86 miliardi circa di euro.

BTP Valore: il paragone tra i risultati disponibili e quelli del primo atto

Il BTP Valore non sta facendo i numeri delle tre precedenti edizioni, che erano state accolte subito con grande entusiasmo dai BTP People.

Un articolo di Bloomberg ha messo in evidenza il trend fiacco di questa emissione ricordando che, in media, nei primi due giorni di collocamento delle tre precedenti edizioni la domanda si era attestata attorno ai 10,3 miliardi di euro e che l’esito finale era stato di una raccolta, per ogni emissione, attorno ai 18 miliardi di euro.

In questo modo, lanciando il BTP Valore per ben tre volte, il Tesoro italiano era riuscito a raccogliere 54 miliardi di euro circa di ordini dagli investitori retail.

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Nei primi due giorni di questa quarta edizione del BTP Valore, gli ordini sono stati di circa 6,6 miliardi di euro, somma decisamente inferiore alla mediadi una raccolta attorno ai 10,3 miliardi di euro delle precedenti edizioni.

Sono alcune stesse tabelle stilate e pubblicate dal Tesoro a ricordare il numero dei contratti sottoscritti e il valore relativo, per ogni giorno dell’emissione del BTP Valore, delle precedenti edizioni.

La prima tabella si riferisce alla prima edizione del giugno 2023:

quella con cui il BTP Valore che, nelle anticipazioni della stampa, era stato battezzato BTP autarchico, faceva ufficialmente il suo debutto sul Mot, la piattaforma di Borsa italiana, in linea con i desiderata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che poco prima aveva proferito una frase che avrebbe scatenato e che tuttora continua a scatenare dibattiti a non finire tra i favorevoli e i contrari alla nazionalizzazione del debito pubblico: la frase “più titoli di stato agli italiani”. 

Partiva ufficialmente il 5 giugno 2023 la prima edizione del BTP Valore, i cui tassi cedolari definitivi avrebbero confermato quelli minimi preannunciati dal Mef:  al 3,25% per il 1° e 2° anno e al 4,00% per il 3° e 4° anno.

Il primo giorno di collocamento si concludeva con ordini per un valore di oltre 5,4 miliardi di euro.

Nel secondo giorno, la domanda si confermava più che solida, pari a quasi 5,2 miliardi di euro: Meloni sbandierava la sua rivincita su chi in passato aveva scommesso contro l’Italia.

Così la premier, nella puntata di Quarta Repubblica, la trasmissione condotta da Nicola Porro:

In campagna elettorale si diceva che con la Meloni sarebbero arrivate le cavallette, la Borsa sarebbe crollata. La Borsa sta andando molto bene, lo spread è più basso rispetto al precedente Governo, gli hedge fund hanno smesso di scommettere contro il debito pubblico italiano, il BTP Valore è andato strabene”.

E si sarebbe confermato altrettanto trionfante, alla fine di quella prima edizione del BTP Valore, anche il vicepremier, leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, con la seguente dichiarazione:

“L’emissione dei buoni del tesoro Valore, record del pubblico risparmio con centinaia di migliaia di risparmiatori coinvolti, è un indice della fiducia che gli italiani hanno nel proprio Paese: gli italiani hanno messo oltre 18 miliardi cash in cinque giorni. A differenza del Mes che ci vincolerebbe a scelte prese da soggetti privati in altri paesi, questi soldi vanno nelle mani degli italiani”.

Altro che MES, tuonava insomma Salvini, sbandierando i risultati del BTP Valore:

“Non sottoscriveremo mai il Mes? – commentava in quei giorni – Mai non appartiene al mio vocabolario, ma il Mes non è utile, non è conveniente”. Di fatto, si sa come l’Odissea del Mef è andata poi a finire.

Nel terzo giorno di collocamento del BTP Valore la domanda restava sostenuta, superiore ai 4,2 miliardi di euro.

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Gli ordini del primo giorno delle tre precedenti edizioni

Dopo qualche mese, arrivava la seconda edizione del BTP Valore, e il risultato, sebbene in lieve calo, confermava per l’ennesima volta il successo dell’idea firmata dalla premier Meloni.

Il Mef annunciava i tassi cedolari definitivi, non rivedendo al rialzo i tassi cedolari minimi precedentemente resi noti, al 4,10% per il primo, secondo e terzo anno, e al 4,50% per il quarto e quinto anno.

Si apprendeva che alla fine della prima giornata di collocamento di quel BTP Valore, gli ordini arrivati dai piccoli risparmiatori per la scommessa di Meloni ‘più debito agli italiani’ avevano superato quota 4,7 miliardi.

Altro risultato di tutto rispetto, come indica la tabella del Tesoro. Nel secondo giorno, gli ordini rimanevano ben solidi, oltre quota 4,5 miliardi, nel terzo la cifra si confermava di quasi 3,6 miliardi.

La carica degli italiani veniva confermata.

I numeri record del terzo BTP Valore: il boom del primo giorno

Non ha deluso le aspettative del Tesoro, convincendo piuttosto la premier Meloni a insistere sulla strategia di rifilare più debito pubblico ai piccoli risparmiatori neanche, o meglio soprattutto,  la terza edizione del BTP Valore, o anche primo atto di questo 2024, partita lo scorso 26 febbraio, conclusa in data 1° marzo.

Nel corso di quella terza edizione, il BTP Valore è arrivato addirittura a battere se stesso.

La risposta che gli italiani hanno dato a Meloni è stata più forte che mai a partire dal primo giorno di collocamento del titolo, che si è concluso con ordini retail schizzati anche oltre quota 6,4 miliardi di euro.

Boom di ordini anche nel secondo giorno di collocamento, per un valore superiore ai 4,6 miliardi, mentre il terzo giorno dell’emissione garantiva al Tesoro 3,6 miliardi di euro circa.

Il valore totale dei contratti sottoscritti al termine dei cinque giorni finiva per stracciare anche il record della prima emissione, consentendo al Tesoro di incassare più di 18 miliardi di euro.

“Si tratta del risultato più elevato di sempre in termini di valore sottoscritto, ma anche per numero di contratti registrati in un singolo collocamento di titoli di Stato per i piccoli risparmiatori (retail), a cui è esclusivamente destinato il BTP Valore”, annunciava il Mef.

Quei numeri hanno dato ancora ragione al piano di Meloni, che in quei giorni aveva commentato il boom di ordini affermando che, rilevando quote crescenti del debito pubblico dell’Italia, gli italiani sarebbero diventati più padroni del loro “destino”, “perchè quando il tuo debito pubblico è nelle tue mani, sei meno sottoposto alle pressioni esterne”.

Se vi avanza qualche soldo da investire bene in una nazione seria con un governo longevo ci sarebbe questo BTP Valore a cui mi permetto di fare un po’ di pubblicità”: era stata questa un’altra dichiarazione che la premier aveva rilasciato in occasione di un incontro con la stampa estera, commentando il lancio del terzo atto di quel BTP.

In quell’occasione, il Tesoro aveva garantito tassi al 3,25% per il primo, secondo e terzo anno e del 4% per il quarto e il quinto anno.

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L’esito di questa quarta edizione, invece, lascia un po’ a desiderare, soprattutto se paragonato a quello dei primi giorni di collocamento del BTP Valore delle tre precedenti edizioni.

Vale la pena di ricordare che, per questa edizione, il Tesoro ha annunciato tassi minimi garantiti al 3,35% per il primo, secondo e terzo anno, e al 3,90% dal quarto al sesto anno.

I tassi definitivi, che potranno confermare quelli annunciati oppure rivederli al rialzo, saranno comunicati dal Mef nella giornata di venerdì 10 maggio, al termine dell’emissione, prevista concludersi alle 13, salvo chiusura anticipata.

Il premio fedeltà stavolta è più ghiotto di quello della terza edizione, pari allo 0,8%, rispetto al precedente 0,7%.

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Per ora, si può dire che, più che dare ragione a Meloni, i numeri relativi alla domanda degli investitori retail per questa quarta edizione del BTP Valore sembrano avallare, piuttosto, quanto scritto in quell’analisi-profezia pubblicata da Reuters con l’articolo Italy’s small investor push to slacken when ECB rate cuts start” ,  che ha presentato la prospettiva di una febbre per i BTP di Meloni, per il 2024, sempre se di febbre si può parlare, più bassa rispetto a quella dello scorso anno.

Da monitorare, in primo luogo, le prossime decisioni di politica monetaria della Bce sui tassi, che sono di fondamentale importanza per capire se posizionarsi o meno sui BTP.

I mercati scontano a tal proposito un primo taglio dei tassi da parte della Bce di Christine Lagarde, in occasione della prossima riunione del Consiglio direttivo della Banca centrale europea, in calendario il prossimo 6 giugno.

I dubbi su cosa farà però dopo l’Eurotower permangono, anche sulla scia di una Fed che ha le mani legate dall’inflazione, e che è costretta a rimanere più cauta, sebbene gli ultimi dati macro arrivati dal fronte del mercato del lavoro Usa abbiano riacceso le speranze di una sforbiciata ai tassi anche negli States.

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In questo contesto vanno ricordate le due semplici equazioni che riguardano il mercato dei bond.

Quella che indica che un taglio dei tassi tende ad apprezzare in generale i bond, e dunque nel caso dell’Italia i BTP che sono stati emessi in precedenza, e quella diametralmente opposta che sottolinea che una stretta monetaria ha l’effetto di far scendere, invece, il loro valore.

La scelta tra il BTP di Meloni e i conti deposito delle banche

Oltre ai tassi della Bce c’è però un altro fattore che deve essere preso in considerazione e che riporta immediatamente alla mente la crociata che il governo Meloni ha lanciato contro le banche italiane, varando quella tassa sugli extraprofitti  che si è tradotta l’anno scorso a Piazza Affari in una vera e propria ondata di panico a Piazza Affari, tanto da essere immediatamente corretta al Mef; e tanto da, dopo qualche mese, essere mandata direttamente in soffitta, con una versione più light che ha permesso alle grandi banche italiane di scansarla in toto.

L’ironia della sorte è che proprio quelle banche contro cui Meloni ha agitato l’accetta della tassa sugli extraprofitti sono ormai orientate e anche da un po’ ad alzare la remunerazione sui loro conti deposito e conti correnti offerti ai clienti.

Nella giornata di ieri, il sito Confrontaconti.it ha aggiornato la sezione dedicata ai migliori conti depositi.

Certo, è vero che in questo caso, come ha fatto notare il sito SOSTariffe, è necessario fare una differenza opportuna tra i titoli di stato e i conti deposito, strumenti che presentano caratteristiche ben diverse tra di loro.

Per esempio “i titoli di Stato come il BTP Valore beneficiano di una tassazione al 12,5%, mentre i conti deposito sono soggetti a una ritenuta fiscale del 26% sugli interessi maturati”, spiega SOSTariffe.it, così come è altrettanto vero che “i conti deposito non hanno alle spalle la sicurezza della garanzia statale, ma solo quella delle banca che lo propone, anche se ormai quasi tutte le banche aderiscono al Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) che copre ai risparmiatori il risarcimento della somma investita fino a un massimo di 100 mila euro”.

Altrettanto vero, tuttavia, è che sono soprattutto i risparmiatori italiani, quelli su cui punta Meloni, a chiedersi cosa fare: se sottoscrivere il BTP Valore oppure andare a caccia di strumenti che rendono di più. Scrive SOSTariffe.it:

“Numerosi risparmiatori si stanno domandando se sia più vantaggioso investire in questo buono del Tesoro poliennale o in un conto deposito”.

E, in un contesto in cui gli esperti sottolineano che il consiglio più giusto da dare ai potenziali acquirenti di BTP Valore è quello di diversificare in ogni caso il proprio portafoglio, va osservato con una certa ironia che proprio la prospettiva di banche italiane pronte a fare quanto la stessa Meloni aveva auspicato, ovvero ad alzare le remunerazioni sui loro conti, rischia di diminuire l’appetibilità, agli occhi degli investitori retail, del BTP Valore.

Reuters aveva di fatto anticipato che “le banche, che hanno fatto fatica a competere contro lo Stato” nel corso del 2023,  potrebbero a questo punto “premiare i depositi in modo più generoso, attraverso tassi più alti, piuttosto che continuare ad assistere all’emorragia della raccolta, scattata con l’acquisto dei BTP da parte dei rispettivi clienti”.

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Sboom BTP Valore? Non proprio: il commento dell’esperto

Tornando ai numeri relativi a questa quarta edizione del BTP Valore, Mauro Valle, Head of Fixed Income di Generali Asset Management, non parla però di una crisi di domanda per questi titoli di stato tanto promossi dal governo Meloni, sottolineando che l’emissione è partita “piuttosto bene”.:

“Il primo giorno di collocamento del BTP Valore è partito piuttosto bene: anche se la raccolta è al momento inferiore alle due emissioni precedenti ci si può aspettare che il totale ordini vada tranquillamente oltre i 10 mld. Questo flusso di raccolta è indicativo che l’interesse del investitori retail per questo tipo di emissione è ancora solida (ricordiamo che le 2 emissioni del BTP futura hanno raccolto in media meno della metà, tra i 5 e i 6 miliardi) e il Tesoro potrà ancora contare su questa tipologia di titoli nel futuro per le proprie esigenze di finanziamento”.

Ancora, il responsabile della divisione di reddito fisso di Generali Asset Management ha messo in evidenza che “questo flusso di raccolta e il livello delle cedole minime fanno si che questo investimento sarà sufficientemente liquido sul mercato secondario e che il rendimento offerto dovrebbe essere positivo in termini reali per la durata dell’investimento. Questi due elementi spesso rappresentano dei fattori di rischio che non sempre sono considerati adeguatamente per questa tipologia di investimento”.