Notizie Notizie Italia No MES dall’Italia di Meloni, l’affondo di Prodi e Monti. L’Europa delusa

No MES dall’Italia di Meloni, l’affondo di Prodi e Monti. L’Europa delusa

22 Dicembre 2023 11:00

Il ‘No MES’ dell’Italia di Meloni: per l’ex presidente del Consiglio Romano Prodi “una scelta assurda”; per il senatore a vita e anche lui ex premier Mario Monti, l’espressione di “un’Italia nella quale, sulla riforma del MES ma in più in profondità sul modo di vivere l’integrazione europea, il governo e la maggioranza sono spaccati, così come del resto le opposizioni”.

Rispettivamente in un’intervista rilasciata a La Repubblica e in un fondo pubblicato sul Corriere della Sera, all’indomani del voto con cui la Camera ha bocciato la proposta di ratifica del Meccanismo europeo di stabilità, o anche Fondo salva stati, Romano Prodi e Mario Monti esaminano il significato di quel no, mentre il governo Meloni e la sua maggioranza finiscono sotto il fuoco delle polemiche, e non solo in Italia.

L’Europa manifesta infatti tutta la sua delusione per la scelta italiana.

No Mes dall’Italia, la delusione dell’Europa

Un commento su quel NO arrivato ieri dalla Camera è stato rilasciato nelle ultime ore da Paschal Donohoe, numero uno dell’Eurogruppo.

“La finalizzazione della riforma del Trattato del MES è un elemento chiave per creare una rete di sicurezza comune nell’area euro, per fare in modo che tutti i paesi membri dell’area euro ne beneficino”, ha ricordato Donohoe, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Reuters.

L’Italia è, di fatto, l’unico paese a non avere ratificato ancora la riforma del MES, tenendo praticamente tenendo in ostaggio l’Europa tutta.

La versione originale del MES, sebbene operativa, non è capace infatti di sostenere quel Fondo di risoluzione unico dell’Unione bancaria (Single Resolution Fund (SRF), concepito per fornire un aiuto alle banche europee.

A parlare, nelle ultime ore è stato lo stesso direttore esecutivo del MES, Pierre Gramegna, che ha ricordato che, senza la ratifica di tutti gli stati membri, il MES non riuscirà a a fornire “il sostegno comune al Fondo di risoluzione unico dell’Unione bancaria, che andrebbe ad avvantaggiare tutti i paesi dell’area euro“.

In una nota, Gramegna lo ha scritto chiaramente:

Il MES si rammarica della decisione del Parlamento italiano di votare contro la ratifica della riforma del Trattato”.

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No MES, Prodi: scelta folle. Monti: governo Meloni esca dall’angolo

Tornando ai commenti di Romano Prodi e Mario Monti sul no italiano al MES, nell’intervista al quotidiano La Repubblica Prodi ha parlato di “una scelta folle che isola il Paese e che lo rende più debole”.

L’ex presidente del Consiglio ha detto di temere a questo punto conseguenze “molte e gravi” di una scelta che ha deciso praticamente di isolare l’Italia.

“Isolare il paese in una fase come questa non può che essere rischioso sia dal punto di vista politico che economico. Ci si mette sul piano di Orban. Non capisco davvero“, ha detto ancora l’ex presidente del Consiglio, ammettendo che “mi sembrava inevitabile che alla fine il voto sarebbe stato favorevole, ma non avevo messo in conto la follia”.

Dal canto suo,  il senatore a vita ed ex premier Mario Monti, nel fondo scritto sul Corriere della Sera, ha messo in evidenza tra le altre cose la posizione sempre più scomoda in cui si trova il ministro delle Finanze e dell’Economia Giancarlo Giorgetti:

“Il ministro dell’Economia, che ha l’ingrato compito di portare sulle spalle un enorme debito pubblico e di negoziare per noi in Europa, non è sostenuto né dalla maggioranza di governo, né dal capo del suo stesso partito, né sempre dal capo del governo”, ha scritto l’ex presidente del Consiglio, invitando il governo Meloni, a questo punto, a uscire dall’angolo, proponendo una soluzione per quello che a molti appare come un vero e proprio pasticcio MES.

“Ma possono ancora, il presidente del Consiglio e il governo, uscire dall’angolo in cui si sono cacciati, ridando un minimo di onore alla nostra Nazione? – ha chiesto e si è chiesto Monti –  Certo che sì ! Ma non proseguendo sulla via delle falsità e delle ambiguità che il povero MES riformato – il quale non ha mai fatto notizia negli altri Paesi – si è trovato a percorrere, sotto tre successivi governi, nella nostra splendida e tortuosa penisola”.

Il consiglio di Mario Monti a Meloni e ai suoi è di trarre vantaggio “dal fatto di non essersi ancora espresso, in quanto governo e con un’iniziativa legislativa, sul tema della ratifica”.

Monti ha ricordato infatti che “i disegni di legge di ratifica respinti ieri alla Camera non erano stati proposti dal governo, bensì da singoli parlamentari (delle opposizioni)”.

Ma, a questo punto, “non solo l’Europa ma anche noi, cittadini italiani, vorremmo sapere che cosa il governo intende fare, purché la melina abbia termine”.

I commenti su X di Giampaolo Galli, Carnevale-Maffè, Mario Seminerio

Nel frattempo non mancano su Twitter le reazioni degli economisti.

“Al di à dei contenuti specifici (non di grande importanza) la bocciatura del MES è un atto politico gravissimo nei confronti di tutti gli altri paesi Ue che lo avevano approvato”, ha scritto su X Giampaolo Galli, direttore dell’ Osservatorio sui Conti Pubblici dell’Università Cattolica, ex funzionario della Banca d’Italia, direttore generale dell’ANIA, capo economista e direttore generale di Confindustria, deputato nella XVII legislatura.

Un vero e proprio schiaffo gratuito di cui pagheremo le conseguenze”.

Così ha commentato inoltre il professore di Strategia e Imprenditorialità alla Sda Bocconi, Carlo Alberto Carnevale Maffè, con un post pubblicato su X:

Doppio errore. Il governo si impicca a un patto di stabilità (e crescita?) alquanto miope e tattico, che a medio termine costringerà ad avanzi primari da brividi, per poi fare un sabba di populismo autolesionista sul #MES. Male, anzi malissimo”.

Mario Seminerio, investitore professionale, autore del blog Phastidio.net  ha ripreso anche lui, nel commentare il NO al MES,  la questione del Patto di Stabilità e di crescita Ue, sulla cui nuova versione i ministri delle finanze UE, nella riunione straordinaria dell’Ecofin, hanno appena raggiunto un accordo. Accordo che, secondo diversi esponenti dei partiti di opposizione al governo Meloni, avrebbe decretato piuttosto la vittoria della Germania.

“Per l’Italia, l’obiettivo deficit-Pil a 1,5% (la “salvaguardia” voluta dai tedeschi), si traduce nella necessità di un avanzo primario strutturale del 4%. Ma noi abbiamo spezzato le reni al MES”, ha fatto notare Seminerio.

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Lo sconcerto delle opposizioni e anche di diversi economisti è scattato diverse volte in questi mesi in cui il MES si è confermato il grande dossier disprezzato e anche ignorato dal governo Meloni.

Un vero e proprio pasticcio, con cui, è stato fatto notare più volte, il governo ha sconfessato più volte se stesso, in particolare il Ministero dell’Economia e delle Finanze di Giancarlo Giorgetti.

Proprio dal Mef, di fatto, era arrivata lo scorso 21 giugno una nota che metteva in evidenza come il Tesoro di Giorgetti vedesse nella ratifica della riforma del Meccanismo europeo di Stabilità non solo una minaccia per l’Italia ma addirittura uno strumento capace di blindare ulteriormente il paese, il suo debito pubblico, e dunque i titoli di stato italiani, BTP & Co.

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