Notizie Notizie Italia BTP: Bankitalia conferma ‘scudo’ investitori esteri. Trend tassi e spread ostaggio di Fed-Bce

BTP: Bankitalia conferma ‘scudo’ investitori esteri. Trend tassi e spread ostaggio di Fed-Bce

18 Aprile 2024 16:18

Ennesima dimostrazione di fiducia nei confronti dei BTP da parte degli investitori stranieri che, stando a quanto ha reso noto Bankitalia, hanno aumentato in modo significativo le loro esposizioni sul debito pubblico italiano.

Rimane alta l’attenzione sullo spread BTP-Bund, che oggi viaggia attorno alla soglia dei 140 punti base. In evidenza le varie speculazioni dei trader sulle prossime mossime sui tassi della Bce e della Fed. Ma qualcuno cita il rialzo degli spread dalla metà di marzo, sulla scia della crescita dei rendimenti obbligazionari, anche con il fatto che la sospensione del Patto di Stabilità e crescita Ue, ovvero di quel patto con cui Bruxelles ha imposto vincoli precisi sui debiti-Pil e sul deficit-Pil si è conclusa con la fine del 2023.  Quelle nuove-vecchie regole non sono ancora esecutive, ma lo diventeranno ben presto, dopo la presentazione dei piani fiscali 2025-2028 da parte delle nazioni Ue nel settembre di quest’anno.

Bankitalia: si rafforza appetito investitori stranieri verso i BTP

Dal rapporto mensile della Banca d’Italia relativo alla Bilancia dei pagamenti è emerso che, nel mese di febbraio, gli investitori stranieri hanno incrementato la loro esposizione verso i titoli di stato italiani di 21,6 miliardi di euro.

Buy decisamente importanti, che fanno seguito gli acquisti di BTP per un valore netto di 4,7 miliardi di euro nel mese di gennaio.

A questo punto, sale l’attesa per capire cosa faranno invece gli investitori retail in occasione dell’emissione della quarta edizione del BTP Valore, dopo la nuova chiamata del governo Meloni.

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Spread BTP-Bund attorno a quota 140. Cosa dice BlackRock

Nel frattempo, sul mercato secondario, lo spread BTP-Bund a 10 anni si conferma poco mosso, oscillando attorno alla soglia di 140 punti base, sulla scia di tassi sui BTP che, -dopo la corsa degli ultimi giorni e settimane condizionata dall’effetto contagio del balzo dei rendimenti Usa – si riposizionano a un soffio dalla soglia psicologica del 3,9%:

soglia che è stata sfondata l’altro ieri, stando alle rilevazioni dell’agenzia Reuters, con uno scatto fino al 3,93%, al record dall’inizio di marzo.

Di fatto, nell’ultimo mese il trend dello spread BTP-Bund è tornato a salire, dopo uno scivolone che lo aveva portato a bucare anche la soglia di 120 punti base.

Occhio al commento settimanale di BlackRock, con gli analisti che hanno scritto in una nota di essere neutrali sul trend dei bond governativi dell’area euro, aggiungendo che “l’allargamento degli spread dei bond periferici rimane un rischio”.

Area euro: paura tassi Fed-Treasury, rendimenti BTP fino al 3,93%

Nella sessione dell’altroieri, martedì 16 aprile, a puntare verso l’alto sono stati tutti i rendimenti dei titoli di stato dell’Eurozona, posizionandosi al record dell’ultimo mese e mezzo.

Market mover la direzione dei rendimenti dei Treasury Usa, che aveva infettato già i BTP e gli altri titoli di stato del blocco la scorsa settimana, in attesa del verdetto sui tassi arrivato dalla Bce di Christine Lagarde.

Negli ultimi dieci giorni l’incubo più inflazione Usa, con una Fed destinata a rimanere ancora ferma e a non tagliare i tassi sui fed funds ha messo sotto pressione non solo i titoli di stato Usa ma anche quelli dell’area euro.

Sono stati di fatto i Treasury a fare da market mover nel mercato dell’area euro creando così tensioni, nel caso specifico dell’Italia, anche sul mercato dei BTP.

Va detto che a condizionare i mercati dei titoli di stato, oltre alle varie speculazioni sulle prossime manovre sui tassi da parte della Bce e della Fed, sono state anche le tensioni geopolitiche, come mette in evidenza un articolo di Reuters, con gli investitori che, a fronte dei venti di guerra che soffiano in Ucraina e in Medio Oriente, continuano a scattare decidendo di fare incetta dei cosiddetti safe asset al primo segnale di allarme, per poi tornare a smobilizzare gli stessi al primo segnale di distensione.

Tensione si smorza, market mover tornano le attese su tagli tassi Bce

A partire dalla sessione di ieri, la prospettiva di una Bce pronta a tagliare i tassi di interesse a giugno, e non solo, ha  calmato i nervi di chi guarda all’area euro.

Il risultato è stato il dietrofront dei tassi dei BTP che, dopo essere saliti fino al record dal 1° marzo scorso, nella seduta dell’altroieri, sono scesi oggi fino al 3,873%.

In ribasso anche i rendimenti dei Bund tedeschi a 10 anni, che viaggiano attorno al 2,465%, dopo essere balzati l’altroieri al massimo dalla fine di febbraio, a seguito del tonfo di venerdì scorso fino al 2,318%. 

D’altronde già ieri, quando la tensione sul mercato dei titoli di stato si è smorzata, il capo economista di Jefferies Mohit Kumar ha commentato all’agenzia Reuters che “i dati europei rimangono deboli” e che “il trend disinflazionistico si conferma tuttora intatto in Europa”, con la “Bce pronta a tagliare i tassi a giugno”.

Lo spread BTP-Bund a 10 anni continua tuttavia a essere monitorato, dopo il recente scatto che lo ha portato a salire a 140 punti base, rispetto ai 115 punti base circa della metà di marzo, quando il differenziale era sceso al minimo in più di due anni.

Contattato anche lui dalla Reuters, Patrice Gautry, capo economista di Union Bancarie Privee, ha spiegato che, a suo avviso, il mese scorso gli spread sono scesi ai valori minimi dell’ultimo periodo in quanto i mercati “hanno prezzato lo scenario perfetto, ovvero la possibilità che tutti i paesi europei si sarebbero adeguati alle regole sui conti pubblici dell’Unione europea“: cosa, tuttavia, “che non è stata confermata”.

Gaurtry ha motivato quel trend al ribasso degli spread della metà di marzo, in generale, con la presenza di “rendimenti appetibili, il backstop della Bce TPI (noto anche scudo salva BTP anti-spread), e l’esenzione dalle regole fiscali Ue (con la sospensione del Patto di Stabilità e di crescita, la cui nuova versione è stata infine approvata), che si è conclusa tuttavia nel dicembre del 2023″.

I buy, ha aggiunto il capo economista di UBP, hanno continuato nella prima parte del 2024 anche perchè quel nuovo Patto di stabilità non è entrato ancora in vigore, dopo l’accordo preliminare raggiunto tra gli Stati dell’Unione europea e il Parlamento europeo sul nuovo Patto nel mese di febbraio.

Ma evidente è stata la cautela di Gautry su cosa accadrà dopo, quando l’Europa tornerà a ripuntare i fari sul trend dei rapporti debito-Pil e deficit-Pil dell’Italia e tutti gli altri paesi dell’Ue in un contesto che, come ha avvertito l’Fmi con il suo Fiscal Monitor, continua a essere caratterizzato dall’erosione dei conti pubblici a livello mondiale.

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