UniCredit: utili ‘eccellenti’ nel I trim. 2024, titolo scatta in Borsa. Le sorprese di Orcel su dividendi e guidance
UniCredit, la banca italiana guidata dal ceo Andrea Orcel, ha annunciato di avere concluso il primo trimestre del 2024 con un utile netto pari a €2,6 miliardi, in crescita del 33,4% su base trimestrale e del 23,9% su base annua. Un risultato definito “eccellente” da Piazza Gae Aulenti, che ha trovato subito riscontro a Piazza Affari.
Le azioni UCG sono scattate infatti in cima al Ftse Mib, guadagnano il 3% poco prima della conference call di Orcel e avanzando attorno a quota 35,90 euro.
Oltre a essere saliti su base annua e trimestrale, gli utili di UniCredit hanno battuto le attese degli analisti.
Il consensus degli analisti interpellati da Bloomberg aveva previsto infatti per UniCredit un utile netto di 2,113 miliardi nel corso del primo trimestre del 2024, dopo l‘utile netto di €1,9 miliardi incassato nel quarto trimestre del 2023.
Nell’intero 2023, UniCredit ha sfornato un utile netto di €8,6 miliardi, in rialzo di oltre il 50% su base annua e a livelli record della storia.
Occhio alla frase del ceo Orcel sul titolo UCG in Borsa che, a suo avviso, e nonostante la performance stellare riportata negli ultimi anni, non riflette ancora il valore della banca.
Secondo l’AD, di fatto, la “valutazione di Borsa è lontana dal riflettere il valore reale” di UniCredit, il che significa a suo avviso che le azioni “offrono ancora un punto di ingresso appetibile”.
Riguardo all’M&A, domanda che continua ad assillare il ceo soprattutto in relazione a Mps pur quando la banca senese non viene citata, Orcel ha ripetuto che una eventuale operazione di acquisizione da parte della banca dovrebbe tradursi in un aumento di valore della stessa.
UniCredit: tutto su utili, ricavi e NII del I trimestre 2024
L’utile netto di UniCredit relativo al primo trimestre del 2024 è salito dunque a €2,6 miliardi, in rialzo del 33,4% su base trimestrale e del 23,9% su base annua.
L’utile operativo di UniCredit è stato pari a €4,065 miliardi, in crescita del 16% su base trimestrale e del 13% su base annua, molto meglio dei 3,617 miliardi stimati dal consensus.
In crescita oltre agli utili netti anche i ricavi che, nel primo trimestre del 2024, sono ammontati a €6,4 miliardi, in rialzo del 6,9% su base trimestrale e del 7,4% su base annua.
Nello specifico i ricavi netti sono stati pari a €6,3 miliardi, in rialzo del 10,9% su base trimestrale e del 7,5% su base annua.
UniCredit ha battuto le attese anche sui ricavi netti, che il consensus aveva previsto stabili, attorno a 5,979 miliardi.
Il margine netto di interesse (NII) è stato pari a 3,6 miliardi, in calo dello 0,9% su base trimestrale e in rialzo del 8,5% su base annua, lievemente al di sopra dei 3,513 miliardi circa previsti dal consensus e contro i 3,610 miliardi di euro precedenti.
Occhio anche agli accantonamenti per far fronte alle perdite future sui crediti (ovvero al nodo degli NPL-crediti deteriorati), che sono ammontati a 103 milioni di euro, in misura inferiore rispetto ai 166 milioni di LLPs che erano stati stimati dal consensus. Queste rettifiche su crediti sono scese del 66,8% su base trimestrale, salendo del 5,5% su base annua, confermandosi migliori perfino delle stime sugli accantonamenti che erano state stilate dalla divisione di ricerca di JPMorgan, e che si erano confermate decisamente migliori di quelle del consensus.
Riguardo alle commissioni, anche queste hanno battuto le stime del consensus, salendo a quota €2,1 miliardi, in rialzo del 15,8% su base trimestrale e del 3,3% su base annua.
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Gli analisti avevano previsto commissioni per 1,922 miliardi, rispetto agli 1,793 miliardi del quarto trimestre. Proprio la crescita delle commissioni ha inciso in modo significativo sull’aumento dei ricavi:
“Le commissioni hanno registrato un robusto inizio dell’anno – ha sottolineato UniCredit – aumentando del 15,8 per cento rispetto al trimestre precedente e in miglioramento in ciascuno dei segmenti, favorite dal nostro modello diversificato e bilanciato, che si traduce in una considerevole base di commissioni pari al 33 per cento dei nostri ricavi lordi totali”.
Nel primo trimestre del 2024, protagonista è stata in particolare la “forte crescita nelle commissioni su investimenti, specialmente in Italia e Germania, grazie al positivo slancio commerciale e ad un contesto macroeconomico più favorevole. Su base annuale, le commissioni sono cresciute del 3,3 per cento nel 1trim24, o del 7,6 per cento se escluso l’impatto derivante dalla riduzione delle commissioni sui conti correnti in Italia e i maggiori costi legati alle cartolarizzazioni”.
Il RoTE di UniCredit è stato pari al 19,5%, in rialzo di 5,6 p.p. su base trimestrale e in rialzo di 2,8 pp su base annua.
Il Costo del Rischio (CoR) è ammontato a 10 pb, in calo di 19 pb su base trimestrale e in rialzo di 1 pb su base annua.
Migliorato anche il CET1 ratio di Gruppo, salito al 16,23%, in rialzo di 0,3 punti percentuali su base trimestrale e di 0,2 pp su base annua.
UniCredit ha precisato che i costi operativi sono stati pari a €2,3 miliardi, in diminuzione del 6,9 per cento rispetto allo scorso trimestre e dello 0,7 per cento anno su anno, grazie all'”efficienza operativa raggiunta attraverso riduzioni di costi mirate e investimenti nel futuro per trainare la crescita. Questo risultato è stato ottenuto anche grazie ai significativi investimenti e ai costi di integrazione registrati nei trimestri precedenti, che hanno consentito al Gruppo di mitigare l’impatto dell’inflazione e degli aumenti salariali legati ai contratti collettivi in Italia e in Austria”. Il risultato è che il rapporto costi/ricavi si è attestato al 36,2 per cento, tra i migliori nel settore.
Piazza Gae Aulenti ha rimarcato anche la leadership riguardo all'”eccellenza del capitale, con 118 pb o €3,4 miliardi di generazione organica di capitale nel primo trimestre del 2024, in grado di più che compensare l’accantonamento, ai fini della distribuzione, del 100 per cento dei €2,6 miliardi di utile netto, risultando in un CET1 ratio del 16,23 per cento, in rialzo di 35 pb rispetto al trimestre precedente”.
Inoltre, gli RWA sono scesi dell’1,7 per cento rispetto allo scorso trimestre a €279,6 miliardi, “a dimostrazione dell’impegno di UniCredit in una gestione attiva degli RWA diretta al miglioramento dell’efficienza del capitale”.
La guidance di UniCredit su utili, dividendi, buyback
UniCredit ha parlato di “eccezionale creazione di valore per gli azionisti con un EPS (utile per azione) in crescita del 42% e patrimonio netto tangibile per azione in crescita del 25% anno su anno“.
Il CET1 ratio della banca è stato pari al 16,23% in crescita di 35 punti base nel primo trimestre, con l’accantonamento della distribuzione per €2,6 miliardi più che compensato dalla continua forte generazione organica di capitale per €3,4 miliardi.
Sulla base degli utili definiti per l’appunto eccellenti, e di una performance considerata dalla banca “straordinaria”, in generale, nei primi tre mesi di questo anno, UniCredit ha annunciato una guidance sull’utile netto per il 2024 aumentata ad oltre €8,5 miliardi, prevedendo una distribuzione a valere sul 2024 aumentata ad in linea con il 2023.
La banca ha precisato che “l’accantonamento e il payout del dividendo rimangono invariati al 40 per cento dell’utile netto, con la parte restante nella forma di riacquisto di azioni proprie. La ripartizione finale tra dividendo e riacquisto di azioni proprie dipenderà dalle condizioni del mercato, e sarà decisa a seguito dei risultati del 2024, assieme alla decisione finale sulle distribuzioni”.
“L’approccio alla distribuzione tramite acconto, applicabile sia al dividendo che al riacquisto di azioni proprie, si assume al 40 per cento circa delle distribuzioni totali. La distribuzione nell’anno solare 2024 è attesa per circa €10 miliardi”.
L’obiettivo di UniCredit è quello di “impiegare o distribuire agli azionisti il suo capitale in eccesso al più tardi entro il 2027”.
A tal proposito, “escludendo opzioni di crescita inorganica, UniCredit prevede che le distribuzioni totali annue medie tra il 2025 e il 2026 saranno superiori alle distribuzioni relative al 2024, con una politica sui dividendi pari o superiore al 40% e riacquisti di azioni proprie con limite massimo corrispondente alla generazione organica di capitale in combinazione con l’impiego del capitale in eccesso”.
Sempre in tema di dividendi, la banca ha precisato che, nel caso in cui il capitale in eccesso dovesse essere utilizzato per opportunità di crescita inorganica, che sarebbero intraprese in ogni caso “secondo criteri stringenti, il livello delle distribuzioni annuali nel periodo 2025-2026 dipenderebbe dal rendimento delle acquisizioni, che dovrebbero presentare rendimenti post sinergie vantaggiosi rispetto a quello derivante dal riacquisto di azioni proprie”.
Riguardo invece alle operazioni di buyback, Piazza Gae Aulenti ha comunicato che “l’inizio della seconda tranche del programma di riacquisto di azioni proprie a valere sull’utile netto del 2023 per €3,1 miliardi è previsto il prima possibile successivamente ai risultati del primo trimestre” appena resi noti, e “soggetto alle condizioni del mercato”.
UniCredit ha ricordato che la prima tranche del piano di buyback a valere sull’utile netto del 2023, di un valore di 2,5 miliardi di euro, si è conclusa lo scorso 7 marzo.
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Il commento del ceo Andrea Orcel
Così ha commentato i conti di Piazza Gae Aulenti del primo trimestre del 2024 il ceo Andrea Orcel:
“Abbiamo iniziato l’anno su basi estremamente solide con un utile netto di €2,6 miliardi, in rialzo del 24% su base annuale, superando in pieno le aspettative in tutte le linee principali, con un RoTE del 19,5%. Questo risultato è stato supportato da un contesto nettamente migliorato per le commissioni e gli AuM, dalla nostra attenzione per i clienti e verso le nostre fabbriche prodotto tradottasi in uno slancio commerciale eccezionale, e da un margine di interesse resiliente”.
“Pur continuando ad investire, rimaniamo vigili sui costi e raccogliamo i benefici delle iniziative che abbiamo assunto in precedenza con un rapporto costi/ricavi leader nel settore al 36,2%. La straordinaria qualità dei nostri attivi si riflette in un Costo del Rischio pari a 10 pb che rimarrà basso grazie al nostro approccio prudente, alle nostre coperture e agli overlay. UniCredit è sulla buona strada per continuare a raggiungere risultati eccezionali, e siamo orgogliosi di rappresentare un modello nel settore. Il nostro CET1 ratio tra i migliori del settore è aumentato ancora una volta al 16,2%, già al netto della distribuzione del 2023 per €8,6 miliardi e dell’accantonamento della distribuzione del 2024 per €2,6 miliardi, a testimonianza della nostra eccellente generazione organica di capitale pari a €3,4 miliardi, a supporto della nostra distribuzione leader nel settore”, ha continuato il ceo.
“Come diretto risultato dei nostri investimenti volti ad incrementare i nostri diversificati flussi di commissioni e al rafforzamento delle nostre linee di difesa, e grazie alla flessibilità data dal nostro capitale in eccesso, continueremo a dimostrare una redditività strutturale elevata in modo sostenibile e ritorni per gli azionisti tra i migliori nel settore in contesti macroeconomici mutevoli. Siamo focalizzati in maniera irremovibile sulla costruzione del futuro e sul raggiungimento delle nostre ambizioni per tutti gli stakeholder”, ha concluso Andrea Orcel nel commento ai conti riportato nel comunicato stampa della banca.
I risultati di UniCredit sono stati pubblicati a seguito di quelli della rivale Intesa SanPaolo, annunciati venerdì scorso 3 maggio, e in attesa dei conti di altre banche italiane tra le più importanti quotate sul Ftse Mib di Piazza Affari, come Mps, Banco BPM, Bper.
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Nel corso della conference call indetta per commentare la trimestrale, il ceo di UniCredit Andrea Orcel ha risposto alle domande degli analisti relative ad alcuni punti cruciali, tra cui la guidance. L’AD ha manifestato cautela nei confronti del trend dell’NII, la voce per l’appunto condizionata dalle decisioni sui tassi della Bce, parlando tuttavia di risultati incoraggianti (il margine netto di interesse di UniCredit ha segnato di fatto un solido rialzo su base annua, battendo anche le stime):
Orcel ha ricordato che l’attenzione all’NII deve essere data in vista delle ripercussioni che arriveranno dalla “decisione della Bce di tagliare i tassi nel secondo semestre dell’anno”, non escludendo tuttavia la possibilità di assistere comunque a sorprese positive.
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Tutti i punti di forza della trimestrale di UniCredit
Equita SIM ha motivato i conti di UniCredit “significativamente superiori alle attese” con tre fattori: i maggiori ricavi; i minori LLPs; più bassi oneri sistemici.
In particolare, riguardo ai ricavi, la SIM ha fatto notare che le sorprese sono arrivate soprattutto dalle commissioni e dal trading.
Per quanto riguarda nello specifico la voce che, soprattutto lo scorso anno, ha fatto la gioia delle banche italiane sulla scia dei rialzi dei tassi di interesse dell’area euro varati dalla Bce di Christine Lagarde, ovvero l’NII (margine netto di interesse), gli analisti hanno fatto notare il risultato in lieve calo su base trimestrale, a causa da un lato di “uno spread commerciale che nel primo trimestre si è mostrato resiliente (tasso sui finanziamenti +7bps su base trimestrale, rispetto a un tasso sui depositi in aumento di +9 punti base su base trimestrale)” e dall’altro “una dinamica dei volumi ancora relativamente debole, confermata dal calo dei prestiti commerciali medi dell’1% su base trimestrale”.
“Valutiamo molto positivamente l’ottimo andamento delle commissioni a €2,1 miliardi, 8% sopra alle attese, e in marcata crescita sia su base trimestrale che su base annua (+16%, +5%), principalmente grazie a più alte commissioni su investimenti e prodotti assicurativi“, ha commentato la SIM milanese, che ha parlato anche di “una eccellente gestione dei costi operativi”, a dispetto del rinnovo del contratto bancario in Italia e di un C/I a “un ottimo 36%”, inferiore rispetto al 40% atteso.
Riassunta da Equita la guidance che, riguardo all’utile del 2024, è stata per l’appunto rivista “circa in linea con il 2023 (€8.6 miliardi) a un livello superiore agli €8,5 miliardi, che a nostro avviso apre a una possibile revisione al rialzo nei prossimi trimestri”.