Notizie Notizie Italia UniCredit e Intesa: titoli migliori dell’area euro in Borsa. Impatto tassi Bce su utili banche italiane: l’outlook

UniCredit e Intesa: titoli migliori dell’area euro in Borsa. Impatto tassi Bce su utili banche italiane: l’outlook

Pubblicato 31 Luglio 2024 Aggiornato 1 Agosto 2024 15:35

Sono stati soprattutto i titoli delle due banche italiane UniCredit e Intesa SanPaolo a sostenere l’ottima performance del settore bancario europeo in Borsa, nel corso del primo semestre del 2024. E’ quanto emerge da un’analisi di Morningstar, che ha messo in evidenza di recente la raffica di buy che ha interessato il Morningstar Eurozone Large-Mid Banks index, l’indice che monitora il trend dei titoli delle banche dell’area euro di media e grande dimensione.

La domanda che si è posta Morningstar è se il trend positivo riportato dall’indice, che nei primi sei mesi del 2024 ha segnato un balzo del 21,17%, sovraperformando in modo significativo l’indice dell’azionario dell’area euro Morningstar Eurozone index – salito nello stesso arco di tempo del 7,8% – abbia basi solide per continuare.

“Can Eurozone Banks Continue Their Rally in Q3?, ovvero: “Il rally delle banche dell’Eurozona continuerà nel terzo trimestre?”, si è chiesta Morningstar.

Inflazione conferma view tassi Bce “higher for longer”

Molto, ovviamente, dipenderà dalle decisioni sui tassi che verranno annunciate dalla Bce, banca centrale europea.

Ma, alla luce di quanto è stato reso noto oggi dal fronte macroeconomico dell’area euro, si può dire che l’Eurotower continuerà ancora a blindare la redditività delle banche europee e delle banche italiane, nello specifico, nel corso dei prossimi mesi.

Il dato annunciato, relativo all’ inflazione dell’Eurozona, avrà sicuramente deluso la Bce di Lagarde, così come sarà stato commentato con preoccupazione dai consumatori del blocco, che da un po’ pregustano l’arrivo di un altro taglio dei tassi nel meeting di settembre, dopo  la mini sforciata del 6 giugno scorso ,  seguita poi dal nulla di fatto deciso nella riunione di luglio.

Ma, altrettanto sicuramente, non avrà preoccupato le banche che, proprio dalla politica monetaria di tassi “higher for longer”, stanno traendo vantaggio, in Borsa e nei loro bilanci.

Banche italiane ed euro: smorzati timori di meno assist tassi Bce

Fermo restando che banche come UniCredit e Intesa SanPaolo, così come tante altre banche di Italia e dell’Eurozona intera, non si sono mai messe nelle condizioni di far dipendere la loro redditività soltanto dai rialzi dei tassi dell’Eurotower – occhio alla frase con cui il ceo di UniCredit Andrea Orcel contestò l’assunto secondo cui la Bce avrebbe fatto felici le banche – l’interruzione delle strette monetarie nel settembre del 2023 e la prospettiva di una grande svolta di Francoforte hanno preoccupato più di qualche analista, soprattutto alla fine del 2023-inizi 2024, quando le scommesse sono state di importanti tagli del costo del denaro dell’area euro nel corso di questo anno.

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Quelle scommesse sono state poi smontate, a causa della persistenza dell’inflazione, sia dalla Bce che dai mercati:

a essere smontato è stato di conseguenza anche il timore, che qualche analista aveva già inciso nei suoi outlook, di un possibile dietrofront della redditività degli istituti di credito.

E così, se i primi outlook sulle banche sono stati in alcuni casi deprimenti, le guidance sfornate successivamente hanno continuato ad alimentare la fiducia nel settore: giusto per fare un esempio, i titoli Intesa SanPaolo e Mediobanca sono stati scelti come “Top picks” dagli analisti di Morgan Stanley, così come Barclays ha dato la sua benedizione, in particolare, sempre a Intesa SanPaolo, così come a UniCredit.

Più in generale Barclays ha ricordato che il profilo rischio/rendimento del comparto bancario europeo rimane interessante.

L’effetto della svolta della politica monetaria della Bce sugli utili delle banche europee non viene certo sottovalutato.

Ma il punto è che, almeno di grande svolta, per ora non c’è traccia: e lo stesso dato di oggi ha confermato questo outlook.

UniCredit e Intesa: i titoli migliori dell’indice Morningstar

Nessuna minaccia incombe dunque al momento sugli NII, ovvero sui margini netti di interesse (NII), delle banche italiane nello specifico e delle banche dell’area euro più in generale: sono gli NII infatti le voci di bilancio più interessate dalle decisioni sui tassi della Banca centrale europea.

Johnn Scholtz, analista senior della divisione di mercati azionari di Morningstar, ha scritto in una nota diffusa prima della pubblicazione dei risultati di bilancio di UniCredit e di Intesa SanPaolo di non anticipare alcun “calo significativo dei margini netti di interesse”, come hanno dimostrato poi entrambe le banche italiane, con i loro bilanci.

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Certo, all’appello mancano ancora altre Big del credito, come Banco BPM, Mps Bper, Mediobanca, così come si attendono i risultati di altre banche tra le più conosciute, come Credem e la Popolare di Sondrio, in un momento in cui rimane tuttora l’incognita sul modo in cui nascerà quel risiko bancario di cui si è tanto parlato e scritto, ma di cui grandi assenti sono state prove più o meno concrete.

In generale, gli esperti che sono stati contattati da Morningstar si sono confermati con i loro outlook fiduciosi nei confronti degli utili del secondo trimestre, sia delle banche dell’area euro che delle banche italiane.

D’altronde, sul trend al rialzo di oltre il +21% dell’indice del settore bancario Morningstar Eurozone Large-Mid Banks index, nel corso del primo semestre del 2024, hanno contribuito più di tutte le azioni proprio UniCredit e Intesa SanPaolo che, nei primi sei mesi del 2024, hanno riportato rialzi rispettivamente pari a +48,3% e +36,9%.

Guardando dunque al comparto delle banche italiane, Morningstar DBRS ha reso noto di prevedere che i conti del secondo trimestre del 2024 “confermeranno una performance solida, nonostante qualche caso di rallentamento dei margini netti di interesse (NII), che sarà provocato principalmente dal taglio dei tassi (da parte della Bce), da volumi di prestiti più bassi e da costi della raccolta più alti, così come dalla possibilità che gli accantonamenti per far fronte alle perdite sui crediti (LLPs) riflettano un qualche deterioramento della qualità degli attivi”.

Banche italiane, Morningstar: NII rimarranno robusti

Andrea Costanzo, Vice President della divisione European Financial Institutions di Morningstar DBRS, ha precisato che “la nostra view è di NII che dovrebbero essere rimasti robusti nel secondo trimestre del 2024, in quanto, in media, gli spread commerciali probabilmente saranno ancora più alti rispetto al periodo corrispondente del 2023 (dunque su base annua). In più, i trend positivi delle commissioni nette, così come i controlli sui costi, dovrebbero aver contribuito a mitigare l’impatto negativo dell’NII”.

Certo, “potrebbero presentarsi alcuni flussi in entrata di NPE (asset non performanti) più alti, dovuti ai tassi di interesse tuttora elevati e al rallentamento dell’attività economica”,  ha aggiunto Costanzo, spiegando che questo fattore, “unito alla generazione più debole di nuovi prestiti nel corso dell’ultimo periodo, potrebbe provocare un deterioramento dei parametri relativi alla qualità degli attivi”.

“Tuttavia – ha rassicurato Costanzo – in questa fase Morningstar DBRS stima che i tassi di default rimarranno in generale a livelli relativamente bassi, e inferiori a quelli sperimentati durante la crisi finanziaria globale”.

Insomma, “riassumendo, le banche dovrebbero riuscire a preservare buoni cuscinetti di capitale rispetto alle richieste minime” delle autorità di regolamentazione.

Allo stesso tempo, Morningstar DBRS crede che le banche italiane abbiano continuato a rimborsare i fondi della Bce ricevuti con il piano TLTRO III e che dunque la liquidità si stia ulteriormente normalizzando, rispetto ai livelli “precedentemente molto ampi”.

Banche italiane più esposte a volatilità con doom loop BTP

Ovviamente, ha sottolineato Morningstar, le banche italiane rimangono vulnerabili all’elevato debito pubblico dell’Italia:

Il sistema bancario italiano rimane molto più esposto alla volatilità del mercato rispetto alle rivali europee, a causa dell’elevato debito pubblico che pesa sul rating sovrano. Stando agli ultimi dati di Bankitalia – è stato ricordato – il debito pubblico è salito a 2,919 trilioni di euro a maggio, in crescita di 13,3 miliardi di euro su base mensile, avvicinandosi alla soglia di 3 trilioni”.

Proprio questa vulnerabilità delle banche italiane ai BTP e allo spread è stata confermata nel mese di giugno, con “lo spread BTP-Bund che si è allargato dopo le elezioni europee e le elezioni francesi”, ha fatto notare ancora Morningstar, riferendosi con questi commenti al tema spinoso ed eterno del doom loop, ovvero a quell’abbraccio mortale che, nel caso dell’Italia, ha visto più volte i destini delle banche italiane intrecciarsi con quelli dei BTP.

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Titoli banche euro: spazi per nuovi rialzi?

Guardando nel complesso a tutte le banche dell’area euro e rispondendo alla domanda sulla possibilità che i titoli del comparto continuino a macinare solidi rialzi in Borsa, l’articolo di Morningstar ha citato l’opinione di alcuni esperti in materia, che rimangono “costruttivi sul settore”.

Menzionata la nota che risale allo scorso 19 luglio di Justin Bisseker, analista della divisione European Large Cap di Schroders, che ha riferito di non prevedere grandi sorprese da questa stagione delle trimestrali, “dal momento che il ribasso dei tassi (da parte della Bce) ha appena iniziato a produrre i suoi effetti”.

Un altro motivo è che “gli analisti hanno già prezzato l’impatto dei tassi più bassi nelle loro stime”.

Bisseker si aspetta inoltre per le banche dell’Eurozona “un forte trimestre per il segmento dell’investment banking, sebbene meno pronunciato rispetto a quello delle banche Usa”.

Ancora, l’analista ha sottolineato che il trend delle commissioni potrebbe eccedere le attese, fattore che lascia pensare che la probabilità di assistere a ricavi delle banche europee migliori delle stime sia più alta di quella di vedere annunciare ricavi deludenti.

“Nel complesso, le banche europee hanno assistito a una crescita significativa della loro redditività negli ultimi anni, grazie ai tassi di interesse più alti”.  E “a meno di forti cali inattesi dei tassi o di una forte recessione, questa traiettoria positiva dovrebbe continuare”, ha concluso Bisseker.