Intesa SanPaolo annuncia utili e NII solidi a dispetto Bce. Dividendi e guidance: le sorprese. Titolo tra i migliori di Piazza Affari
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Dopo UniCredit, è arrivato finalmente anche il giorno di Intesa SanPaolo. Nella giornata di oggi, martedì 30 luglio 2024, la banca italiana guidata dal ceo Carlo Messina ha annunciato i conti relativi al primo semestre e al secondo trimestre del 2024, tornando a fare anche la gioia degli azionisti, con la novità dell’acconto sui dividendi.
I risultati di bilancio dell’istituto di credito, si legge nel comunicato con cui Intesa ha alzato il velo sul proprio bilancio, hanno evidenziaton d’altronde “la capacità del gruppo di generare una solida redditività sostenibile”. Una capacità che, così come ha fatto notare il ceo di UniCredit Andrea Orcel, non dipende certo soltanto dai rialzi dei tassi della Bce, che si sono conclusi nel settembre del 2023, lasciando così le banche dell’area euro orfane di quel sostegno che ha fatto balzare negli ultimi due anni i loro utili e NII (margini netti di interesse).
A confermare la solidità di Intesa SanPaolo sono stati i numeri, così come anche le dichiarazioni del ceo Carlo Messina: “Nel primo semestre 2024 l’utile netto è stato di 4,8 miliardi di euro, di cui 2,5 miliardi nel secondo trimestre”, fattore che “consente di accantonare dividendi per 3,3 miliardi di euro”.
“Per gli esercizi 2024 e 2025 – ha continuato l’amministratore delegato – abbiamo un obiettivo di utile netto superiore a 8,5 miliardi di euro”.
Nei primi sei mesi dell’anno, l’utile netto di Intesa SanPaolo è ammontato a € 4,766 miliardi, in rialzo del 12,9% rispetto ai € 4,222 miliardi del primo semestre del 2023, a fronte di proventi operativi netti saliti del 9,6% rispetto al primo semestre 2023 (con interessi netti +16,2%, commissioni nette +6,9%, risultato dell’attività assicurativa +5,5%);
Subito dopo la pubblicazione dei conti, le azioni di Intesa SanPaolo hanno accelerato al rialzo: al momento salgono di oltre il 3% sul Ftse Mib di Piazza Affari, balzando a quota 3,784 euro circa.
- Intesa SanPaolo: i conti del II trimestre 2024
- Interessi netti e commissioni in crescita: la Bce non fa paura
- Intesa SanPaolo annuncia acconto dividendi cash di circa 3 MLD
- Outlook 2024-2025: utile netto previsto a oltre 8,5 miliardi
- 100 MLD euro di attività finanziarie clienti pro risparmio gestito
Intesa SanPaolo: i conti del II trimestre 2024
Nel secondo trimestre del 2024, nello specifico, l’utile netto di Intesa SanPaolo è cresciuto a € 2,465 miliardi.
Il risultato, ha precisato la banca, si confronta con quello pari a 2,301 miliardi del primo trimestre 2024 e a 2,266 miliardi nel secondo trimestre 2023.
Per il secondo trimestre del 2024, le attese erano di un utile netto di 2,295 miliardi di euro per Intesa SanPaolo.
Sul fronte degli utili netti, Intesa ha riportato dunque un risultato pressocché in linea con quanto previsto dal consensus.
I proventi operativi netti sono ammontati nel secondo trimestre a 6,856 miliardi, in rialzo dell’1,8% rispetto ai € 6,732 miliardi del primo trimestre del 2024 e dell’8,1% rispetto ai 6,341 miliardi del secondo trimestre 2023.
Gli analisti avevano stimato per il secondo trimestre ricavi a 6,667 miliardi, in lieve calo rispetto ai 6,732 miliardi del primo trimestre.
Intesa SanPaolo, pur non di molto, è riuscita così a battere le attese degli analisti e a registrare una lieve crescita su base trimestrale dei ricavi.
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Interessi netti e commissioni in crescita: la Bce non fa paura
Gli interessi netti si sono attestati a 4,013 miliardi di euro, in crescita del 2,1% rispetto ai 3,932 miliardi del primo trimestre 2024 e del 12% rispetto ai 3,584 miliardi del secondo trimestre 2023, mentre le commissioni nette sono ammontate a 2,381 miliardi, in aumento del 4,8% rispetto ai 2.272 milioni del primo trimestre 2024.
Sempre nel secondo trimestre, i costi operativi di Intesa SanPaolo si sono attestati a 2,637 miliardi di euro, in aumento del 2,6% rispetto ai 2,570 miliardi del primo trimestre 2024, a seguito di un aumento dell’1% per le spese del personale e del 15,1% per le spese amministrative e di una diminuzione del 12,1% per gli ammortamenti.
Il trend dei costi operativi è stato inoltre di un calo dell’1,4% su base annua, ovvero rispetto ai 2,675 milioni del corrispondente trimestre 2023:
sul trend su base annua, hanno inciso una diminuzione dell’1% per le spese del personale, dell’1,9% per gli ammortamenti e del 2,2% per le spese amministrative.
Di conseguenza, il risultato della gestione operativa di Intesa SanPaolo è stato pari a 4,219 miliardi di euro, in crescita dell’1,4% rispetto ai 4,162 miliardi del primo trimestre 2024 e del 15,1% rispetto ai 3,666
miliardi del secondo trimestre 2023.
Il cost/income ratio si è attestato al 38,5%, rispetto al 38,2% del primo trimestre 2024 e al 42,2% del secondo trimestre 2023.
Di seguito altre voci di bilancio relative al secondo trimestre del 2024:
- Il risultato dell’attività assicurativa è ammontato a 448 milioni di euro, rispetto ai 455 milioni del primo trimestre 2024 e ai 459 milioni del secondo trimestre 2023.
- Il risultato netto delle attività e passività finanziarie valutate al fair value è stato pari a 18 milioni di euro, rispetto ai 79 milioni del primo trimestre 2024, con la componente relativa alla clientela cresciuta a 76 milioni da 70 milioni, quella di capital markets che ha registrato un saldo negativo in riduzione a 77 milioni da 145 milioni, quella dell’attività di trading e tesoreria in flessione a 17 milioni da 148 milioni e quella dei prodotti strutturati di credito che diminuisce a 2 milioni da 6 milioni. Il risultato pari a 18 milioni del secondo trimestre 2024, ha precisato la banca, va confrontato con quello di 75 milioni del secondo trimestre 2023.
Per quanto riguarda il nodo NPL, le rettifiche di valore nette su crediti sono state pari nel secondo trimestre del 2024 a 318 milioni di euro (comprendenti 22 milioni di riprese di valore relative all’esposizione a Russia e Ucraina), rispetto ai 236 milioni del primo trimestre 2024 (che includevano 5 milioni di riprese di valore relative all’esposizione a Russia e Ucraina) e a 367 milioni del secondo trimestre 2023 (che includevano 115 milioni di riprese di valore relative all’esposizione a Russia e Ucraina).
Va ricordata la preview che era stata stilata dagli analisti interpellati da Bloomberg: una preview che aveva rimarcato come Intesa SanPaolo, anche con lo stop alle strette monetarie dell’area euro deciso dalla Bce, non avrebbe dovuto sicuramente temere l’arrivo di una carrellata di tagli ai tassi, vista l’intenzione della banca centrale di rimanere ancora molto cauta nei confronti dell’inflazione, come ha d’altronde dimostrato l’unico taglio mini finora annunciato. E così è stato.
Intesa SanPaolo annuncia acconto dividendi cash di circa 3 MLD
In tema dividendi, Intesa SanPaolo ha reso noto di stimare una “forte distribuzione di valore” con un payout ratio cash pari al 70% dell’utile netto consolidato per ciascun anno del Piano di Impresa, con un aumento del dividendo per azione relativo al 2024 e al 2025 rispetto all’importo relativo al 2023; un buyback pari a 1,7 miliardi di euro avviato a giugno 2024.
Non solo: la banca ha annunciato che “l’odierno Consiglio di Amministrazione ha ravvisato un acconto dividendi cash – da distribuire a valere sui risultati del 2024 – di circa 3 miliardi di euro”, aggiungendo che “la delibera consiliare in merito all’acconto dividendi verrà definita il 31 ottobre prossimo, in occasione dell’approvazione dei risultati consolidati al 30 settembre 2024, in relazione ai risultati del terzo trimestre 2024 e di quelli prevedibili per il quarto trimestre 2024”.
L’istituto ha parlato anche di una “ulteriore distribuzione per il 2024 da quantificare quando verranno approvati i risultati annuali” e di “ulteriori distribuzioni future da valutare anno per anno”.
Outlook 2024-2025: utile netto previsto a oltre 8,5 miliardi
Oltre a promettere e ad annunciare le novità in tema di dividendi, Intesa SanPaolo, guardando in avanti, ha reso noto che l’attuazione del Piano di Impresa 2022-2025 “procede a pieno ritmo, con una prospettiva di utile netto per il 2024 e per il 2025 a oltre 8,5 miliardi di euro”.
Per il 2024 le previsioni sono di una “solida crescita dei ricavi, trainata da un ulteriore aumento degli interessi netti (attesi a circa 15,5 miliardi di euro) e da un incremento delle commissioni nette e del risultato dell’attività assicurativa basato sulla leadership del Gruppo nell’attività di Wealth Management, Protection & Advisory; da una stabilità dei costi operativi, nonostante gli investimenti in tecnologia, soprattutto a seguito di minori spese per il personale; da un basso costo del rischio, derivante dallo status di Banca a ‘zero NPL’ e dall’elevata qualità del portafoglio crediti; e dalla riduzione dei tributi ed altri oneri riguardanti il sistema bancario e assicurativo, non essendoci più contribuzione al fondo di risoluzione”.
Per quanto riguarda i coefficienti patrimoniali al 30 giugno 2024 – calcolati deducendo dal capitale 3,3 miliardi di euro di dividendi maturati nel primo semestre e 1,7 miliardi di buyback avviato a giugno 2024 – il
Common Equity Tier 1 ratio di Intesa SanPaolo è stato pari al 13,5%, rispetto al 13,7% a fine 2023, 13,2% proforma deducendo il buyback); il Tier 1 ratio si è attestato al 16,5% (16,3% a fine 2023, 15,7% proforma deducendo il buyback), mentre il coefficiente patrimoniale totale è stato del 19,3% (19,2% a fine 2023, 18,6% proforma deducendo il buyback).
La banca ha reso noto anche che l’indicatore MREL ratio, calcolato su Risk Weighted Assets, al 30 giugno 2024 è pari a 41,1% per il totale e a 22,8% per la componente subordinata, rispetto a requisiti pari rispettivamente a 25,7% e a 18% comprensivi di un Combined Buffer Requirement pari a 4%.
Sempre alla fine del primo semestre dell’anno il leverage ratio (che include le esposizioni verso la Banca Centrale Europea) è stato pari al 5,9%, “valore tra i migliori nel confronto con i principali gruppi bancari europei”.
100 MLD euro di attività finanziarie clienti pro risparmio gestito
Nel commentare i conti del secondo trimestre e del primo semestre del 2024, Carlo Messina ha ribadito che la banca italiana “si conferma leader a livello europeo”:
“una banca in grado di svolgere un ruolo unico a favore dell’economia reale e sociale del nostro Paese, grazie a risultati contraddistinti da: elevata redditività, sostenibilità, solidità patrimoniale e basso profilo di rischio”.
Messina ha aggiunto che “Intesa Sanpaolo rappresenta un modello unico in Europa per la consolidata leadership delle sue Divisioni al servizio di famiglie e imprese, la significativa componente del Wealth Management Protection and Advisory, la gestione delle attività internazionali improntata all’efficienza, l’offerta digitale tecnologicamente avanzata, la condizione di Banca ‘Zero NPL’ e un profilo ESG di grande rilievo”.
Ancora:
“Intesa Sanpaolo è un’istituzione al servizio del Paese: realizziamo il principale progetto di coesione sociale, per promuovere una società più equa in modo strutturale e concreto grazie al programma di interventi per 1,5 miliardi di euro entro il 2027 – in aggiunta al miliardo del periodo 2018 – 2021 – promosso da mille professionisti della Banca”.
Per quanto riguarda l’impatto che i tagli ai tassi di interesse dell’area euro che la Bce comunque annuncerà secondo i mercati nei prossimi mesi, il ceo non si è mostrato particolarmente preoccupato:
“Nel secondo trimestre 2024 abbiamo conseguito una crescita rispetto al primo trimestre sia dei ricavi da interessi che da commissioni – ha fatto notare – il contesto relativo ai tassi di interesse è in evoluzione, potremo tuttavia affrontarlo con successo grazie alla significativa diversificazione del nostro business model e al risparmio che ci affidano famiglie e imprese, in crescita nel semestre di 48 miliardi di euro”.
“Siamo i primi nell’Eurozona nel rapporto tra commissioni e attività assicurativa rispetto ai ricavi – ha messo in evidenza Messina – La nostra forza è rappresentata da oltre 16.000 professionisti
dedicati, un’offerta digitale all’avanguardia e dalle società assicurative e dell’asset management di proprietà”.
“Abbiamo identificato 100 miliardi di euro di attività finanziarie dei clienti in grado di dare impulso alla crescita del risparmio gestito – ha puntualizzato il ceo – L’accorpamento in un presidio unitario delle attività di wealth management ha l’obiettivo di accelerarne la crescita e favorire una maggiore integrazione delle fabbriche prodotto”.
Occhio tra l’altro alla “forte attenzione ai costi – a fronte della crescita degli investimenti tecnologici”, che ha permesso a Intesa SanPaolo, ha detto Messina, di “raggiungere il miglior risultato di sempre in termini di cost/income”.
Inoltre, “il flusso ai minimi storici degli NPL porta il costo del rischio annualizzato a 26 punti base, accompagnato da un aumento delle coperture. La robusta generazione di capitale ci rafforza ulteriormente: il CET1 ratio al 30 giugno è superiore al 13,5%, già considerando la completa esecuzione del buyback di 1,7 miliardi di euro in corso. Il significativo eccesso di capitale ci mette nelle condizioni di valutare con flessibilità ulteriori distribuzioni di risorse agli azionisti”.