Notizie Indici e quotazioni Banche italiane: attenti ai titoli a Piazza Affari. Non solo Bce, il grafico alert per l’area euro

Banche italiane: attenti ai titoli a Piazza Affari. Non solo Bce, il grafico alert per l’area euro

5 Aprile 2024 14:18

Giornata di sell sui titoli delle banche italiane scambiati a Piazza Affari, e non solo per ‘colpa’ del sentiment negativo che ha azzannato ieri Wall Street, infettando l’azionario globale.

Maglia nera del Ftse Mib si conferma il titolo Mps-Monte dei Paschi di Siena, che scivola di oltre il 4%.

Seguono tra i titoli peggiori del listino azionario benchmark della borsa di Milano UniCredit, Intesa SanPaolo e Banco BPM, che arretrano di oltre il 3%.

Banche area euro: titoli in overbought al record della storia

Un segnale che sta invitando la comunità finanziaria a stare sull’attenti è arrivato nelle ultime ore da un indice di Borsa, che ha confermato come il settore bancario dell’ intera area euro non abbia mai versato nelle attuali condizioni attuali di “overbought”, ovvero di ipercomprato.

A parlare del record messo a segno da questo parametro ad hoc è stato nelle ultime ore l’articolo di Bloomberg Euro-Area Banking Stocks Are The Most Overbought In History”.

Per tutti quegli investitori e trader che da mesi si chiedono se i titoli delle banche dell’Eurozona abbiano ancora spazio per crescere, il ‘verdetto’ non sarà certo una doccia fredda.

Sono infatti mesi, di pari passo con i rialzi dei tassi che la Bce di Christine Lagarde ha varato nel corso del 2022 e del 2023, che i titoli delle banche europee e in particolare i titoli delle banche italiane stanno correndo.

L’affacciarsi di diversi dubbi sulla sostenibilità del rally delle azioni, dopo la fiammata degli ultimi anni è, dunque, qualcosa che si è verificato sui mercati e nelle sale di trading già da un po’.

Ma un chiaro campanello di allarme è stato suonato ieri da un parametro ben preciso:

quello che misura la forza relativa (RSI) del sottoindice di riferimento dei titoli bancari dell’Eurozona, ovvero dell’indice Euro Stoxx Banks.

Cos’è l’RSI: il momentum indicator. Occhio all’Euro Stoxx Banks

In generale, l’indice di forza relativa RSI, come spiega Investopedia, è un momentum indicator, ovvero uno strumento di analisi tecnica che viene utilizzato per determinare la forza o la debolezza del prezzo di un asset.

L’indice misura “la velocità e la magnitudine dei recenti cambiamenti di prezzo di uno strumento finanziario, al fine di comprendere se quel prezzo sia sopravvalutato o sottovalutato”.

Introdotto nel 1978 l’RSI, spiega ancora Investopedia, “può fare anche altro, oltre che indicare un livello di overbought (ipercomprato) o di oversold (ipervenduto) di un titolo”.  Questo parametro può dare infatti informazioni anche su quanto potrebbe accadere ai prezzi, preannunciando il ribaltamento di un trend o l’arrivo di una correzione.

Praticamente, l’RSI “può dare indicazioni su quando acquistare e quando vendere”. E di norma, “un livello dell’RSI pari a o superiore a 70 indica una situazione di overbought”, mentre “un valore pari o inferiore ai 30 indica una condizione di oversold”.

La pessima notizia riportata dall’articolo di Bloomberg è che, nella sessione di ieri, giovedì 4 aprile 2024, l’indice RSI del sottoindice di settore benchmark Euro Stoxx Banks è salito fino a 90 punti, decisamente al di sopra di quei 70 punti che vengono considerati la soglia a partire dalla quale un asset versa in una condizione di ipercomprato (quella in cui uno strumento finanziario sale a livelli troppo elevati e troppo velocemente).

Quel livello di 90 punti toccato ieri ha superato anche il record precedentemente testato nel 1993.

D’altronde il sottoindice dei titoli bancari dello Stoxx Index, ovvero l’Euro Stoxx Banks, è volato dall’inizio del 2024 più del 20%, sovraperformando il più ampio indice benchmark dell’azionario europeo, ovvero lo Stoxx 600, che è salito year-to-date (YTD) del 7%.

Tra i titoli che hanno riportato i balzi più sostenuti, si sono messi in evidenza dall’inizio di quest’anno quello dell’italiana Bper Banca e della spagnola Banco de Sabadell.

Boom utili con Bce, i giudizi degli analisti sulle banche italiane

Diversi sono stati gli alert lanciati dalle autorità e dal mondo degli esperti a chi punta sui titoli delle banche europee o, ancora più nello specifico, sui titoli delle banche italiane, reduci da un boom di utili, nel 2023, che ha permesso ai ceo degli istituti di promettere anche lauti dividendi agli azionisti.

Allo stesso tempo, non sono mancati neanche giudizi positivi sul comparto.

Occhio per esempio alla nota di Barclays su UniCredit, la banca italiana guidata dal ceo Andrea Orcel, in evidenza per essere tra le più generose con gli azionisti, premiati con una pioggia di dividendi e di buyback.

Nel complesso le banche europee hanno macinato nel 2023 in particolare utili a livelli record.

Detto questo, è stata la stessa JPMorgan a parlare- stando a quanto riportato sempre da Bloomberg – del rischio che le corpose remunerazioni che le banche europee hanno assicurato ai loro azionisti abbiano testato già il picco e che le cedole attuali che sono state promesse “siano probabilmente il meglio che ci si può aspettare”, in un contesto in cui, tagliando e non più alzando i tassi dell’area euro, la Bce di Christine Lagarde non potrà più sostenere il margine netto di interesse del settore come negli ultimi due anni.

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Niente paura, la virata Bce sui tassi avverrà in modo moderato

Se dal parametro RSI arriva un attenti, alcuni analisti rimangono comunque ancora positivi sui titoli delle banche dell’area euro.

Tra questi c’è Ricardo Gil, responsabile dall’asset allocation di Trea Asset Management, che sottolinea che “a noi il settore piace ancora”, dopo aver detto tuttavia che “la velocità del rialzo dei titoli delle banche europee ci fa venire un po’ le vertigini”.

Bloomberg stessa ha però ricordato che, a dispetto dei buy che si sono diretti verso le azioni, “rispetto alla storia le banche europee si confermano ancora convenienti”.

Il motivo? Basta guardare lo stesso Euro Banks Stoxx, che è scambiato a un valore pari a 7,3 volte gli utili attesi a 12 mesi, rispetto al multiplo di 10 dell’inizio del 2022.

Gli analisti di Bank of America, ha riportato ancora Bloomberg, credono inoltre che le banche europee annunceranno con le loro trimestrali di aver riportato “un solido primo trimestre” , grazie anche alla stabilizzazione dei volumi dei depositi. L’analista di Bank of America Alastair Ryan ha fatto notare inoltre che, sebbene la Bce di Lagarde sia orientata ormai a tagliare i tassi, la grande virata della politica monetaria dell’Eurozona avverrà in modo moderato, facendo scendere i tassi a un livello che sarà per le banche ancora favorevole.

Alert banche dall’ FT che cita regali dividendi UBS e UniCredit

Un’altra riflessione non proprio di buon auspicio per il futuro delle banche europee è arrivata due giorni fa dal Financial Times, con l’articolo “The great European banks recovery cannot last”, che si è riferito non solo al rally dei titoli, ma anche a quelle promesse di ghiotti dividendi che hanno avuto come mittenti i vertici di alcune tra le banche europee più importanti.

E’ stata così citata UBS, – il colosso bancario elvetico che ha inglobato lo scorso anno la rivale di casa Credit Suisse – che di recente ha annunciato buyback azionari del valore di 2 miliardi di dollari agli investitori, sia per quest’anno che per il prossimo.

Ed è stato fatto anche il nome di UniCredit di Orcel, che stima di premiare i propri stakeholders con un eccesso di capitali pari a 8,5 miliardi di euro, il 14% della capitalizzazione di Borsa, a fronte di un titolo che ha già raddoppiato il suo valore nel corso dell’ultimo anno.

Il risultato è che le “banche – si legge nel quotidiano della City – potrebbero offrire un payout yield – prendendo in considerazione sia le erogazioni dei dividendi che i piani di buyback – pari a circa il 10% nel corso dei prossimi due anni”, con alcune, come nel caso della olandese ING, che potrebbero anche sfondare quella cifra, arrivando fino al 15%. Una distribuzione che, tuttavia, per il Financial Times non è sostenibile, a causa dell’esigenza delle banche di disporre anche di sufficienti cuscinetti di capitali.

Tanto che l’autore dell’articolo conclude sottolineando che “la promessa delle banche europee di rendimenti enormi sta riportando gli investitori verso un settore precedentemente moribondo”. Ma anche che, a suo avviso, tutta questa generosità a favore degli azionisti, “nel momento in cui i prestiti torneranno a crescere, sicuramente si smorzerà”.