Notizie Notizie Mondo Banche europee, Unicredit e Intesa tra le preferite di Barclays

Banche europee, Unicredit e Intesa tra le preferite di Barclays

19 Giugno 2024 15:27

Malgrado l’incertezza legata alle elezioni anticipate in Francia, Barclays mantiene un outlook positivo sulle banche europee. Il settore continua a evidenziare solidi fondamentali, livelli di capitale adeguati e i margini di interesse possono beneficiare di un periodo prolungato di tassi elevati, visto che la Bce non sembra intenzionata a procedere con nuovi tagli prima di settembre. Tra le prime scelte della banca britannica ci sono anche le due big italiane Unicredit e Intesa Sanpaolo.

Prese di profitto sulle banche in scia a voto Francia

L’esito delle elezioni europee e la convocazione del voto anticipato in Francia hanno appesantito il sentiment dei mercati la scorsa settimana, alimentando le vendite sul settore bancario. L’indice Euro Stoxx Banks ha perso l’8% e lo Stoxx Europe 600 Banks è calato del 6%, con ribassi a doppia cifra per diversi istituti, non solo francesi.

Secondo Barclays si è trattato prevalentemente di prese di profitto, dato che il comparto bancario è stato uno dei migliori da inizio anno, con un rendimento totale del 26% per lo Stoxx Europe 600 Banks fino al 7 giugno. I titoli migliori del 2024 sono stati anche i più penalizzati nell’ultima ottava, a riprova della tesi secondo cui si è trattato prevalentemente di realizzi.

Banche al riparo da effetti negativi post elezioni

Per Barclays, si profilano due possibili scenari in Francia dopo il voto su due turni, in programma il 30 giugno e il 7 luglio: unostallo politico oppure una “coabitazione” tra il presidente Macron e un governo di estrema destra. Ipotesi in linea con quelle delineate da Goldman Sachs, secondo cui il Rassemblement National di Marine Le Pen dovrebbe vincere ma senza ottenere la maggioranza assoluta.

Entrambi gli scenari rischiano di avere effetti macroeconomici negativi, con ricadute di secondo ordine sulle banche. In ogni caso, al momento, il partito di Le Pen non ha annunciato misure dirette nei confronti degli istituti di credito. Pertanto, non sono attesi impatti significativi sull’EPS del settore, almeno in questa fase.

Anche il Regno Unito andrà alle urne il 4 luglio, ma l’effetto stimato sulle banche locali è relativamente contenuto.

Valutazioni a sconto per le banche europee

Dal punto di vista delle valutazioni, per Barclays, il profilo rischio/rendimento del comparto bancario europeo rimane interessante.

Lo Stoxx Europe 600 Banks tratta a 7 volte gli utili attesi del 2024 (P/E), al di sotto della media di lungo periodo di 10,9x e con uno sconto del 50% rispetto allo Stoxx Europe 600, rispetto al 23% medio.

Il P/B del settore è pari a 0,78x, leggermente al di sopra della media di 0,77x dal 2010 a oggi, ma i ROE sono ora pari o superiori al 10% con una base di equity più elevata che in passato.

Il Cost Of Equity implicito nel settore è pari al 14,5%, ma il suo eventuale ritorno verso i livelli di lungo termine, sotto il 9%, potrebbe tradursi in un potenziale rialzo del 40% per le banche europee.

Fondamentali solidi e possibili upgrade guidance

Al netto del rischio politico, spiega Barclays, i fondamentali delle banche europee rimangono solidi. Le stime indicano un EPS in aumento del 3-4% annuo nel biennio 2024-25, nonostante i tagli attesi dei tassi.

A tal proposito, il ritardo nella normalizzazione della politica monetaria dovrebbe essere favorevole alle banche più sensibili ai tassi, agevolando un miglioramento della guidance per gli istituti britannici, irlandesi, spagnoli e italiani.

Inoltre, le banche europee rimangono tra le migliori in termini di redistribuzione del capitale. Secondo i calcoli di Barclays, restituiranno mediamente agli azionisti il 31% della capitalizzazione di mercato nei prossimi tre anni, attraverso un mix di dividendi e riacquisti di azioni proprie.

Unicredit e Intesa tra le preferite di Barclays

Nel complesso, la view sulle banche europee è dunque positiva, grazie alla capacità di aumentare gli utili e di remunerare gli azionisti. Le prime scelte di Barclays nel panorama bancario del Vecchio Continente rimangono Unicredit, Bnp Paribas, Lloyds Bank e Natwest, a cui si aggiungono ING Group e Intesa Sanpaolo, tutte con rating “overweight”.

A Unicredit, in particolare, viene assegnato un target price di 43,1 euro, con un rialzo potenziale del 30%. Barclays prevede utili resilienti, grazie a un riequilibrio tra margine di interesse e commissioni e alle nuove iniziative per internalizzare i flussi di entrate nella gestione patrimoniale, nei pagamenti e nelle assicurazioni. Rendimenti sostenibili grazie alla solida generazione di utili e alla disciplina sul fronte M&A.

Per quanto riguarda Intesa, il prezzo obiettivo è pari a 4,1 euro, con un 22% di upside implicito. Il modello di business della banca guidata da Messina è considerato il più sostenibile nell’attuale contesto di tassi. Barclays pone l’accento sul mix di interessi e commissioni, il controllo dei costi, gli investimenti IT e la remunerazione dei soci, con un payout ratio del 70% e un buyback da €1,7 miliardi.