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Spread BTP-Bund orgoglio di Meloni? Tassi sotto il 4% in vista Bce ed elezioni europee

5 Giugno 2024 10:43

Lo spread BTP-Bund rimane sotto controllo in vista del grande atto sui tassi della Bce e delle elezioni europee.

Bene, anche se gli ultimi outlook stilati dalla Commissione europea e dall’Fmi (Fondo Monetario internazionale), così come lo stesso Def del governo Meloni, profetizzano un ulteriore aumento del rapporto debito-Pil dell’Italia.

Spread BTP-Bund e tassi BTP: il trend da inizio 2024

I BTP rimangono per ora blindati dalla caccia ai rendimenti scattata da un bel po’ da parte della platea degli investitori domestici così come dagli investitori stranieri, che danno ormai per scontato il taglio dei tassi previsto per la giornata di domani. Un mini taglio, la cui prospettiva è riuscita comunque a fare da scudo finora sia ai titoli di stato italiani che dell’area euro.

Vero è che nelle ultime ore sono aumentati gli avvertimenti sul fatto che anche la Bce di Lagarde sarà costretta a seguire il filone della Fed, ovvero a lasciare i tassi elevati per un periodo di tempo più lungo (“higher for longer”). Qualche falco tedesco ha anche avvertito Lagarde sul rischio di commettere un altro grave errore, tagliando i tassi in modo prematuro.

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All’inizio dell’anno, in particolare, la crisi economica esplosa in Germania è stata l’altro fattore che ha portato gli investitori a posizionarsi più sul debito italiano che non su quello tedesco.

Il risultato è che il bilancio da inizio 2024 per lo spread BTP-Bund a 10 anni è positivo:

il differenziale tra i tassi dei BTP e quelli dei Bund a 10 anni è sceso infatti YTD da 167 a 130 punti base, dunque di 37 punti base.

Non si può parlare tuttavia di una performance positiva per i tassi dei BTP a 10 anni che, nello stesso arco temporale, sono saliti di 17,9 punti base al 3,859%.

Notevole è stato comunque il dietrofront delle ultime sessioni dal massimo dell’anno, testato mercoledì scorso 29 maggio, quando i tassi sono saliti anche oltre la soglia del 4%, fino al 4,022%.

Da lì, i rendimenti dei titoli di stato italiani a 10 anni sono scesi al valore attuale del 3,859%, prezzando il taglio ormai alle porte dei tassi da parte della Bce, previsto per la giornata di domani, 6 giugno 2024.

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Ma i tassi dei BTP e di conseguenza lo spread BTP-Bund non sono rimasti affatto scossi dalle dichiarazioni dei soliti falchi.

La riduzione dei tassi dovrebbe essere pari a -25 punti base. Riguardo a cosa accadrà dopo, il mistero rimane, visto che la prospettiva di due tagli consecutivi, uno nella riunione di giugno e uno nella riunione del luglio si è decisamente smorzata, soprattutto dopo la pubblicazione, venerdì scorso, del dato relativo all’ all’inflazione dell’area euro.

La febbre per i BTP di inizio anno era stata tale da portare i tassi dei BTP a 10 anni a scendere fino al minimo del 3,574% nella sessione dell’8 marzo, e lo spread BTP-Bund a restringersi fino a quota 122 in data 18 marzo.

Da quei valori, la traiettoria è stata però al rialzo, sia per lo spread, che ora viaggia attorno a quota 130 punti base, che per i tassi decennali dei BTP.

Oggi, in attesa del grande annuncio sui tassi della Bce, lo spread BTP-Bund rimane stabile attorno a 131,7 punti base, a fronte di tassi dei BTP che viaggiano al di sotto della soglia del 3,9%.

E’ durato dunque poco lo scatto dei tassi dei BTP oltre la soglia psicologica del 4%, che era stata bucata alla metà di dicembre, quando sui mercati le speculazioni su una carrellata continua di tagli dei tassi da parte della Bce  avevano scatenato il buy Italia.

Il trend al ribasso dei tassi così come dello spread era proseguito anche nei primi mesi del 2024, facendo la gioia del governo Meloni.

Più volte la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito il trend dello spread BTP-Bund un successo del suo esecutivo, rivendicando la stabilità della carta italiana a dispetto degli allarmi che erano stati lanciati sui titoli di stato made in Italy con la vittoria del suo partito Fratelli d’Italia alle elezioni del 2022.

Eppure all’Italia si continua a guardare con sospetto, sulla scia anche di quel Def presentato dal governo Meloni che, a causa dell’angoscia del Superbonus, prevede una traiettoria non discendente ma al rialzo del rapporto debito-Pil.

Sul nodo del debito pubblico, l’Fmi e l’Unione europea sono inoltre più pessimisti dell’esecutivo italiano.

In particolare, la Commissione europea ha annunciato di prevedere che il deficit-Pil dell’Italia tornerà a salire al 4,7% l’anno prossimo mentre, per il rapporto debito-Pil, le stime sono di un rialzo già a partire da questo anno dopo il dietrofront al 137,3% del 2023, fino al 138,6% nel 2024 e, successivamente, al 141,7% nel 2025.

Pessimista sui conti pubblici dell’Italia anche l’Fmi, il Fondo Monetario Internazionale, che ha illustrato la sua ricetta anti-debito.

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C’è poi anche il fatto che, a fronte di molti italiani che ritengono che il valore dello spread BTP-Bund sia ‘giusto’, se non troppo alto, alcuni strategist ed economisti hanno avvertito più volte in passato come, anche quando viaggiava a valori ben più alti di quelli attuali, il differenziale fosse in realtà troppo basso.

Tra questi Robin Brooks, capo economista @IIF, ovvero dell’Instituite of International Finance ed ex responsabile strategist forex di Goldman Sachs, noto per le diverse strigliate lanciate in direzione della Bce, colpevole a suo avviso di aver distorto e di continuare tuttora a distorcere il valore di diversi asset, BTP in primis.

Qualche giorno fa Brooks è tornato a focalizzarsi sulla questione dell’Italia, pubblicando su X un post in cui ha fatto notare lo strano caso dello spread BTP-Bund, che continua a viaggiare ai valori minimi degli ultimi tempi.

Diversa però la traiettoria dei tassi dei BTP a 10 anni che, ha avvertito, “sono storicamente ancora alti”.

E questo per Brooks significa due cose. La prima è che il margine di errore a disposizione della politica italiana è molto piccolo.

La seconda cosa è che la pressione sulla Bce affinché continui a fare da zavorra ai rendimenti dei paesi periferici dell’area euro, impedendo che tornino a impennarsi, è molto alta.

In diversi, di fatto, vogliono che la Banca centrale europea, prossima tra l’altro a staccare la spina a quel QE pandemico-PEPP  che Robin Brooks ha definito spesso un QE dedicato praticamente all’Italia, in un momento in cui il QT ha da un bel po’ iniziato a colpire i Bund tedeschi e i titoli di stato del cosiddetto asse del Nord, continui a fare da scudo ai BTP, come ha continuato a fare in questi anni anche a seguito del lancio del Quantitative Tightening. Il debito pubblico dell’Italia, d’altronde, non solo non è atteso diminuire rispetto al Pil, ma è visto aumentare anche nei prossimi anni.

BTP al sicuro? L’alert dell’Fmi sulla fiducia degli investitori

Come ha messo inoltre in evidenza un articolo di Reuters nell’articolo “Italy’s large deficit, debt could erode investor confidence, IMF warns”, l’Fmi ha avvertito Meloni & Co del rischio che il grande deficit dell’Italia e il debito finiscano per erodere la fiducia degli investitori.

Per quanto Meloni continui a sbandierare il successo dello spread BTP-Bund, la verità è che il rischio di una fuga dalla carta italiana, a quanto pare, esiste ancora.

Fattori domestici potrebbero indebolire la crescita, inclusa l’incapacità di completare le spese post pandemia e di attuare le riforme in modo efficiente – si legge nel rapporto del Fondo Monetario Internazionale dedicato all’Italia, che fa riferimento all’importanza cruciale del PNRR – Deficit fiscali ancora significativi potrebbero erodere la fiducia degli investitori, indebolendo ulteriormente le finanze pubbliche”.

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Spread BTP-Bund: la view di Goldman Sachs e di altri esperti

Ma cosa pensa la comunità degli esperti, al di là dei timori sul futuro dei conti pubblici dell’Italia?

In un commento recente, gli analisti di Goldman Sachs hanno scritto di ritenere che, sulla base “del loro scenario macro di base, che anticipa una ripresa economica e un’inflazione in calo, il rischio di un ampliamento sostenuto (dello spread BTP-Bund) sia contenuto”.

Detto questo, Goldman Sachs continua a intravedere un valore relativamente migliore nei Bonos spagnoli rispetto ai BTP.

In generale va detto che, per ora, dal mondo degli analisti e degli strategist, non è stato lanciato nessun alert particolarmente preoccupante sulla carta italiana.

Tutt’altro: nel commento mensile “Eppur si muove” Anima Flash a cura di Anima SGR, nel rimarcare la loro fiducia negli imminenti tagli dei tassi da parte della Bce, gli analisti hanno ribadito la loro view positiva sui BTP, partendo dal presupposto che la “Bce è sulla strada giusta per inaugurare l’avvio del ciclo di allentamento monetario già a giugno”, e ribadendo anche di continuare a prevedere “un taglio complessivo dei tassi da parte della Banca centrale europea guidata da Christine Lagarde “per 75-100 punti base entro la fine dell’anno, grazie all’ulteriore calo dell’inflazione e a una ripresa economica meno brillante delle attese”.

A proposito di Bce e tassi, occhio tuttavia anche all’altro verdetto, quello relativo ai salari annunciato alla fine di maggio dalla Banca centrale europea: verdetto che non avrà certo contribuito a sedare le ansie dalla presidente dell’istituzione, Christine Lagarde, perennemente sull’attenti nei confronti dell’inflazione.

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“In questo contesto Anima SGR ha ribadito in generale per le obbligazioni governative dei paesi core “l’indicazione di sovrappeso”, mentre per i periferici è stato confermato il “giudizio sostanzialmente positivo per i BTP, “per cui i livelli attuali appaiono appetibili dopo che la correzione dei risky asset ha alimentato un allargamento dello spread”.

Da Anima hanno fatto notare anche che “la possibile apertura di una procedura per eccesso di deficit nei confronti dell’Italia – che, in particolare, il ministro dell’economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha già messo in conto – pare non preoccupare troppo gli investitori, almeno per il momento”.

Giudizio positivo sui BTP anche da parte di Mohammed Kazmi, Portfolio Manager & Macro Strategist di Union Bancaire Privée (UBP), che ha confermato che UBP mantiene “un orientamento positivo sugli spread dei BTP”.

” Sebbene da inizio anno gli spread si siano ristretti – ha puntualizzato Kazmi – riteniamo che tale restringimento sia giustificato dal contesto economico favorevole. Infatti, la crescita del reddito reale è diventata positiva e la Bce è pronta a tagliare i tassi di interesse, il che supporta un ambiente favorevole alla liquidità”.

Meloni e lo scivolone sul redditometro con countdown elezioni europee

Per ora lo spread BTP-Bund e i tassi dei BTP sembrano essere al sicuro, anche se, per l’appunto, la dinamica al rialzo dei rendimenti è fonte di preoccupazione.

Il governo Meloni continua  di fatto a essere assillato dal doppio nodo debito-deficit, dando tuttavia segnali confusi ai mercati (e anche ai cittadini) riguardo alla sua reale intenzione di far quadrare i conti.

L’ultimo motivo di imbarazzo porta il nome di redditometro, voluto dal vice ministro dell’Economia Maurizio Leo, prima annunciato poi ritirato.

Il caso ha messo in evidenza una spaccatura all’interno del governo italiano, con la Lega di Matteo Salvini che ha subito rivendicato il merito di aver affossato una proposta che avrebbe costretto gli italiani a essere alle prese con una sorta di Grande Fratello Fiscale.

Così  il vicepremier, leader della Lega e ministro dei TrasportiSalvini, intervenendo al Festival dell’Economia di Trento nella giornata di ieri:

Il redditometro – ha detto – è una “eredità del passato. Il fisco spione non è il fisco che ho in testa per un paese libero. Si devono accertare i redditi veri, non i redditi presunti, e la ricchezza e il benessere non sono indice di malaffare ma il bene del paese”.

“Bisogna incentivare la produzione, il lavoro la ricchezza, il benessere”. Salvini ha poi detto che il redditometro è stato praticamente “un errore di percorso che fortunatamente è durato una manciata di minuti ampiamente superato”.

“Sono molto soddisfatto per la decisione di Giorgia Meloni di aver accolto la nostra proposta di bloccare il redditometro”, ha commentato due giorni fa anche il segretario di Forza Italia Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri.

Va ricordato che, se c’è qualcosa che ha portato gli investitori a puntare sui BTP in questi ultimi anni, è stata proprio la stabilità apparente del governo italiano.

Che, spera chi guarda all’Italia, non verrà intaccata dall’esito delle elezioni europee.

Dal canto suo, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è candidata alle elezioni lanciando praticamente un referendum sulla sua popolarità in Italia e dunque del lavoro del suo governo. Per chi guarda all’Italia, l’esito positivo di questo referendum sarà cruciale per continuare a capire fino a che punto il governo italiano rimane davvero coeso.

L’importanza della stabilità politica è stata rimarcata nelle ultime settimane dal responsabile della gestione del debito del Tesoro italiano Davide Iacovoni che, stando a quanto riportato da Reuters, ha motivato il calo dello spread BTP-Bund proprio con la presenza di un governo unito, oltre che con una politica di bilancio che, a suo avviso, è stata prudente.

“In Italia abbiamo stabilità politica e i mercati stanno prezzando il fatto che possiamo attuare politiche di lungo termine, mentre in passato avevamo solo politiche a breve termine”, ha detto Iacovoni, intervenendo alla conferenza annuale dell’International Capital Market Association a Bruxelles.

Su questo, tuttavia, lo stesso Fmi ha dimostrato di pensarla in un altro modo, visto che nell’ultimo rapporto dedicato all’Italia ha bocciato praticamente una strategia che, a suo avviso, è basata soprattutto sull’elargizione di bonus.

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