Notizie Obbligazioni Manovra Meloni: titoli di stato fuori dall’Isee. La misura post successo BTP Valore

Manovra Meloni: titoli di stato fuori dall’Isee. La misura post successo BTP Valore

20 Ottobre 2023 13:30

Sta facendo discutere sempre di più l’idea del governo Meloni, forte del successo del BTP Valore, di escludere i titoli di Stato dal calcolo dell’Isee.

Chiaro l’intento della presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che ha sbanderiato chiaramente, fin dall’esordio del suo governo, lo slogan ‘più titoli di stato nelle mani degli italiani’ – di scommettere sui cosiddetti BTP people.

La misura, riporta l’agenzia di stampa Ansa, è contenuta nel pacchetto famiglia che è stato annunciato dalla ministra Eugenia Roccella.

Immediate le reazioni degli economisti e dei politici.

Nelle ultime ore, a criticare aspramente la trovata del governo Meloni, inclusa nella legge di bilancio 2024, sono stati tra gli altri il deputato di Italia Viva, Luigi Marattin, e Marco Furfaro, deputato e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico (Pd).

Manovra 2024: Meloni scommette sempre di più sui BTP People

Tante sono le misure per la famiglia contenute nella legge di bilancio 2024 presentata dal governo Meloni. Qualche giorno fa si è scoperto anche che, oltre al rafforzamento del bonus per gli asili nido, alla carta ‘Dedicata a te’ confermata per 600 milioni di euro per l’anno prossimo, allo stanziamento dei mutui prima casa di circa 380 milioni di euro e a nuove risorse per il rifinanziamento del contributo straordinario per il caro energia e il bonus sociale elettricità (200 milioni di euro) per sostenere le fasce più deboli nel primo trimestre dell’anno prossimo – così la nota sul ddl bilancio del Mef c’è una norma che contempla l’esclusione dei titoli di stato italiani dal calcolo Isee.

Va ricordato che, in base alle disposizioni vigenti, al momento il possesso dei BTP e di altri titoli di stato italiani rientra nel calcolo del patrimonio degli italiani e dunque contribuisce alla determinazione dell’Isee che, come si legge nel sito del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali , è l’indicatore che serve per valutare e confrontare la situazione economica dei nuclei familiari che intendono richiedere una prestazione sociale agevolata.

Così si legge nel testo che presenta come ottenere la certificazione ISEE:

Per ottenere la propria certificazione ISEE è necessario compilare la Dichiarazione Sostitutiva Unica (DSU), un documento che contiene le informazioni di carattere anagrafico, reddituale e patrimoniale necessarie a descrivere la situazione economica del nucleo familiare.

A oggi, le informazioni di carattere patrimoniale includono anche l’eventuale possesso dei titoli di stato italiani , così come il possesso di obbligazioni, certificati di deposito e credito, buoni fruttiferi, insieme, anche, al valore dei conti correnti, delle azioni o quote di organismi di investimento collettivo di risparmio (O.I.C.R.) italiani o esteri, delle partecipazioni azionarie in società italiane ed estere quotate in mercati regolamentati e altro.

Questo testo potrebbe però ora cambiare, escludendo il possesso dei BTP & Co. nella determinazione del patrimonio mobiliare.

D’altronde il successo del BTP Valore, giunto agli inizi di ottobre alla sua seconda edizione, in un momento in cui l’Italia è rimasta orfana dell’assist della Bce, ha evidentemente convinto il governo Meloni a puntare sempre di più sui BTP people, ovvero su quegli italiani che hanno risposto alla chiamata alle armi lanciata dalla premier, che fin da subito ha fatto leva sull’amor di patria.

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La notizia, ovviamente, ha fatto scattare subito più di una polemica, già innescata in passato da quel piano del governo Meloni, mai nascosto, anzi sbandierato fin dalla sua nascita, di puntare su una sorta di BTP autarchico.

Così su Twitter Mario Seminerio (Phastidio), economista e analista finanziario.

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Nella giornata di ieri, un commento sul piano ‘BTP esclusi dal calcolo dell’Isee’ è stato pubblicato su X dal deputato di Italia Viva, Luigi Marattin:

“Per il governo se tutte le mattine ti alzi per andare a lavorare e hai un imponibile lordo di 50.000 euro ( = 2300/2400 euro netti al mese) sei ricco. Se la stessa cifra ce l’hai come rendita di 1 milione di euro in Btp, e passi le giornate a sorseggiare infusi orientali, sei povero”.

A esprimersi contro l’iniziativa anche Furfaro del PD:

“Siamo alle solite. Ogni giorno siamo costretti a registrare un nuovo provvedimento iniquo e ingiusto messo in atto da questo governo. Oggi (ieri per chi legge) apprendiamo dell’idea irragionevole di escludere i Btp dal calcolo dell’Isee, che com’è risaputo è un indicatore di calcolo del benessere delle famiglie per accedere ai sussidi messi a disposizione dello stato. Una misura che in maniera insensata decide che il patrimonio non è ricchezza”.

“L’iniziativa – ha continuato Furfaro, stando a quanto riportato dall’agenzia di stampa Askanews – rientra nel cosiddetto pacchetto famiglia, ma per le famiglie ha solo il sapore dell’ingiustizia visto che equipara chi detiene milioni di euro a chi ne ha zero. Complimenti, il solito capolavoro del governo Meloni continuare a sottrarre sempre più welfare ai più poveri. Da ‘prima gli italiani’ a ‘prima i milionari'”.

Meloni non arretra da piano: ‘Più titoli di stato nelle mani degli italiani’

La presidente del Consiglio Giorgia Meloni non avrebbe però alcuna voglia di arretrare rispetto al suo desiderio di aumentare la partecipazione dei piccoli risparmiatori al debito pubblico italiano, destinato – così come emerso fin dalla fine di settembre con la presentazione della Nadef (Nota di aggiornarnamento al Def) – a rimanere ostinatamente alto.

D’altronde la Bce di Christine Lagarde con il QT (Quantitative Tightening) lanciato quest’anno ha abdicato ufficialmente alla funzione salva BTP esercitata per anni con il Quantitative easing.

I mercati, inoltre, non perdonano la giravolta del governo Meloni che, prima con la presentazione della Nadef e poi ufficialmente con la manovra, ha chiaramente messo al primo posto non la disciplina fiscale chiesta più volte all’Italia dall’Ue e dalla Bce, ma gli elettori dei partiti di maggioranza del suo governo.

Come si è visto nelle ultime settimane, lo spread BTP-Bund è così tornato a scattare, a conferma del fatto che i BTP continuino a essere ben attenzionati dai trader e dagli investitori, a dispetto delle battute del ministro del Tesoro Giancarlo Giorgetti su spread gialli o rossi.

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In questo contesto, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni deve trovare dunque potenziali acquirenti dei BTP, che magari riescano in qualche modo anche a fare le veci di una Bce prossima diventare grande assente nella platea degli acquirenti e potenziali tali del debito pubblico che sembra assistere tra l’altro, anche alla ritirata delle banche italiane, molto probabilmente ora meno propense a fare incetta di titoli di stato italiani, dopo la sberla della tassa degli extraprofitti.

In tutto questo, i vari alert che arrivano da colossi del calibro di Goldman Sachs in attesa del verdetto Moody’s con tanto di rischio junk, spazzatura, non sono esattamente un invito a comprare BTP & Co.

Tra l’attenti attenti al grande annuncio sul rating del debito italiano che arriverà nella giornata di oggi, dall’agenzia di rating Standard & Poor’s (S&P)

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Caccia ai piccoli risparmiatori dopo successo BTP Valore

Meloni può contare invece sui BTP people: o almeno è questa, al momento, la sua scommessa.

I piccoli risparmiatori hanno d’altronde risposto con entusiasmo sia alla prima edizione del BTP Valore di giugno, che alla seconda di ottobre, negli stessi giorni in cui i tassi dei BTP decennali sono scattati sfondando anche la soglia del 5% complici, va detto, anche le tensioni che hanno colpito l’intero mercato globale dei bond, in particolare i Treasuries Usa (ma non solo, a dispetto di chi continua a vedere lo spread e i tassi dei BTP condizionati solo da fattori esogeni).

Il successo del BTP Valore è stato rimarcato dallo stesso ministro delle Finanze Giancarlo Giorgetti che, nel commento sulla legge di bilancio, ha detto tra le altre cose di essere fiducioso “che, quando la manovra sarà letta nel particolare, potrà avere una favorevole valutazione dall’Ue e dai mercati, oltre che degli italiani che recentemente ci hanno premiato acquistando il Btp Valore”.

Il secondo atto dell’emissione del BTP Valore si è, di fatto, concluso con ordini che hanno superato quota 17 miliardi, replicando praticamente il successo della prima edizione, che aveva permesso al Tesoro di incassare più di 18 miliardi di euro.

Voglia di BTP: ‘luna di miele’ tra risparmiatori e debito pubblico?

L’appetito degli investitori retail italiani verso il debito pubblico di casa è stato messo in evidenza dallo studio di eToro “Sale la fiducia, ma per fine anno gli investitori retail italiani tornano sui BTP”, che ha presentato i risultati del Retail Investor Beat, sondaggio condotto su base trimestrale della piattaforma di trading e investimento su un campione di 10.000 investitori retail distribuiti in 13 Paesi nel mondo, di cui 1.000 in Italia.

Dal sondaggio è emerso, ha messo in evidenza il market analyst di eToro Gabriel Debach, la luna di miele tra il debito pubblico italiano e i risparmiatori italiani.

Così Debach:

L’attuale incremento dei rendimenti dei Buoni del Tesoro italiani (BTP), unito alla scelta di indirizzare maggiormente tali titoli verso il pubblico retail, sta rinvigorendo una suggestiva ‘luna di miele’ tra i cittadini italiani e il debito pubblico del paese. Questa tendenza è emersa in seguito a un periodo in cui i cittadini si erano allontanati a causa dei bassi tassi d’interesse e delle politiche di Quantitative Easing della Bbce”.

Debach ha indicato come, a blindare i BTP e l’intenzione di Meloni di far finire “più titoli di stato nelle mani degli italiani” sia stata ovviamente anche la risicata remunerazione dei conti correnti, che vedono le banche italiane ancora avare nei confronti dei loro clienti.

Lo scarso rendimento dei conti bancari, nonostante gli sforzi del Governo per contrastare gli extraprofitti bancari, sta ulteriormente spingendo i cittadini a considerare il debito pubblico italiano come un’opzione di investimento allettante. In questo quadro, con l’aggiunta per il timore di un rallentamento economico, il debito italiano sembra godere di un nuovo e inaspettato periodo di favore, con la clientela retail che emerge come principale categoria di acquirenti”.

La domanda tuttavia è cosa succederà alla stessa appetibilità dei titoli di stato italiani nel momento in cui le banche inizieranno ad alzare i tassi sui conti correnti e sui depositi (dando così ascolto allo stesso governo Meloni, per cercare di accaparrare un maggior numero di clienti, alla ricerca di rendimenti più corposi.

A quel punto, diversi investitori italiani retail potrebbero decidere di mollare i BTP Valore et similia su cui Meloni sta puntando, alla ricerca di investimenti più promettenti.

Moneyfarm, attenti all’effetto stigma sull’Italia

La fretta del governo italiano di trovare nuove fonti che possano rifinanziare le casse dello Stato si spiega non solo con il fatto che la Bce non è ormai pervenuta (anche se c’è chi ha fatto notare che l’Eurotower ha acquistato un bel po’ di BTP con il suo piano ancora vivo e vegeto del PEPP, ergo QE pandemico), ma anche con il sentiment di mercato nei confronti dei BTP.

Che lo si voglia o meno, l’Italia sconta infatti l’effetto stigma dell’elevato debito pubblico: un effetto che è stato approfondito nell’articolo di Moneyfarm Italia: tra debito pubblico e BTP, facciamo il punto della situazione”

Giorgio Broggi, analista quantitativo ed esponente del Comitato Investimenti di Moneyfarm – e che alle spalle ha una carriera che lo ha visto ricoprire posizioni presso Barclays Wealth Management e S&P Market Intelligence – ha ricordato infatti che “nei mercati finanziari esiste il cosiddetto effetto stigma”, fenomeno che indica che “il soggetto che viene percepito come maggiormente esposto al rischio sconta per primo e in modo proporzionalmente più alto un cambio nel sentiment degli investitori”.

Ora, questo fenomeno è ben presente, per ovvi motivi che si riconducono alla mole del debito pubblico e a eventi storici – vedi crisi dei debiti sovrani 2011 – in  l’Italia.

Broggi precisa subito che l’articolo non ha alcuna intenzione di creare allarmismi. Ma non si possono ignorare neanche alcuni dati di fatto.

Lungi dal sostenere che, almeno in questo momento, “l’Italia sia sull’orlo della bancarotta o del default”, ci sono insomma fattori di rischio che, uniti all’effetto stigma, devono essere considerati quando si devono prendere scelte di investimento.

“Abbiamo visto come l’aumento delle cedole stia accrescendo l’appetito dei risparmiatori per Bot e BTP. Ma ciò che spesso viene sottovalutato dagli investitori è che aumenti continui del rendimento dei titoli di stato hanno l’effetto di far scendere di prezzo quelli già emessi, portando a perdite anche ingenti in conto capitale. Perdite che non si materializzano se si tiene l’approccio del cassettista, vale a dire se si porta a scadenza l’investimento. Ma che vanno comunque opportunamente valutate”.

Insomma, gli attenti rivolti ai BTP People non mancano. Per questo, il governo Meloni si trova quasi obbligato a rendere le future emissioni di debito pubblico ancora più attraenti agli occhi dei risparmiatori italiani.

Di qui, evidentemente, la decisione di escludere i titoli di stato anche dal computo del patrimonio mobiliare, da fare ai fini della certificazione Isee.  Un’idea che Mario Seminerio ha già definito folle e, anche, indecente .

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