Notizie Notizie Italia Goldman Sachs, torna l’alert spread e tassi BTP: a rischio Ftse MIB e banche

Goldman Sachs, torna l’alert spread e tassi BTP: a rischio Ftse MIB e banche

Pubblicato 11 Ottobre 2023 Aggiornato 13 Ottobre 2023 10:04

Goldman Sachs torna a lanciare un alert sull’Italia, che tra l’altro si becca anche un rimprovero da parte dell’Fmi (Fondo Monetario Internazionale).

Di nuovo, sia da parte di Goldman Sachs che dell’Fmi, l’Italia torna a essere attenzionata a causa del problema del debito pubblico, dunque dei tassi dei BTP e dello spread.

Nel caso del colosso di Wall Street, gli analisti guidati da Sharon Bell hanno scritto in una nota riportata dall’agenzia di stampa Bloomberg di prevedere un ulteriore allargamento dello spread BTP-Bund, a causa del rischio di un deterioramento dei conti pubblici che i mercati si apprestano a riconsiderare, dopo la presentazione della Nadef, nota di aggiornamento al Def, pubblicata alla fine di settembre dal governo Meloni.

Goldman Sachs: con ansia spread a rischio anche Piazza Affari

Gli esperti di Goldman Sachs hanno detto che a rischio, con il problema dello spread, è la stessa Piazza Affari, aggiungendo che, per ogni rialzo del differenziale tra i tassi dei BTP e i tassi dei Bund tedeschi a 10 anni pari a 10 punti base, le banche italiane rischiano di perdere in Borsa il 2%, il Ftse Mib di arretrare dell’1,5%, e l’azionario europeo di cadere di 80 punti base.

Come si arriva a questi calcoli?

Gli strategist hanno fatto riferimento ai movimenti relativi che si sono manifestati sui mercati a partire dal 2014.

Dallo studio di quei movimenti, è emerso il consiglio ‘State lontani dal Ftse Mib’.

A riportare il giudizio è stato l’articolo  Goldman Warns Italian Stocks Vulnerable to Sovereign Debt Risk, ovvero “Goldman Sachs avverte che le azioni italiane sono vulnerabili al rischio sul debito sovrano” pubblicato da Bloomberg, che riporta quanto scritto dagli strategist, ovvero che, “dopo una performance solida, eviteremmo il Ftse MIB”.

Il motivo? Semplice:  il listino benchmark di Piazza Affari, a loro avviso, è “vulnerabile a tassi più alti, a spread più ampi e a qualsiasi peggioramento dei risultati di crescita”.

Il consiglio dato agli investori è stato così netto, non lasciando spazio ai dubbi.

Bell, in particolare, ha riferito che la raccomandazione del team di asset allocation di Goldman Sachs è di aumentare le opzioni put sul Ftse MIB per fare hedging sul rischio rappresentato dal debito pubblico italiano.

Non solo.

Gli esperti hanno detto  di preferire, piuttosto, la borsa di Londra a Piazza Affari, per la precisione l’indice Ftse 100, che beneficia, hanno spiegato, di una esposizione al rischio dei debiti sovrani inferiore rispetto a quella che continua a marchiare l’Italia.

BTP (e governo Meloni) sotto assedio. C’è anche l’incognita Moody’s

Non si esagera a dire che il governo Meloni torna a essere accerchiato dai mercati e, in generale, dal mondo dell’alta finanza, che si è attivato subito, appena la Nadef è stata sfornata.

Nel caso specifico di Goldman Sachs, il nuovo alert torna a essere lanciato dagli analisti a un anno circa dalla formazione del governo italiano, successiva alla vittoria del centrodestra alle elezioni politiche del 2022.

A quei tempi il gigante americano, insieme ad altri esponenti del gotha della finanza, non perse tempo ad avvertire Giorgia Meloni, intimandole di rispettare l’agenda del suo precedecessore, l’ex presidente del Consiglio e l’ex presidente della Bce, Mario Draghi.

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Quel consiglio di shortare i BTP

Un’altra sberla firmata da Goldman Sachs arrivava la scorsa primavera, quando il consiglio, agli investitori, veniva espresso in modo inequivocabile:

“Shortate i BTP a 10 anni contro i Bonos”, ovvero i titoli di stato spagnoli.

Spagna meglio che Italia, dunque.

Goldman Sachs lanciava tra l’altro avvertimento mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si trovava costretta a ingoiare anche il rospo dell’alert di Moody’s, che rendeva noto come l’Italia fosse l’unico paese con rating Baa3 a rischiare un downgrade a junk, ovvero a spazzatura.

Downgrade che poi l’Italia è riuscita a schivare, ma solo perchè Moody’s ha deciso di non aggiornare il suo giudizio. Cosa che avverrà, invece il prossimo 17 novembre, quando l’agenzia di rating emetterà il suo verdetto sulla carta italiana: di questo appuntamento si è già parlato, negli ultimi giorni, in concomitanza con le vendite che sono tornate ad accanirsi sui BTP.

Va detto che Goldman Sachs, più volte negli ultimi mesi ha messo in evidenza i vari rischi che, a suo avviso, assillerebbero l’Italia di Meloni.

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SOS Italia anche dall’Fmi: il rapporto debito-Pil non scenderà presto

Ad avvertire l’Italia, in queste ultime ore, è stato anche l’Fmi che, nell’annunciare il World Economic Outlook, ha  rivisto al ribasso le proiezioni sul Pil italiano, atteso ora in crescita dello 0,7% sia nel 2023 e nel 2024.

Il Fondo Monetario Internazionale, inoltre, non si è limitato all’outlook del prodotto interno lordo del paese, noto per essere tra i più indebitati al mondo.

E così l’istituzione di Washington, guardando alla zavorra del debito pubblico, ha riferito, anche, di prevedere che l’Italia farà fronte a un rapporto debito-Pil superiore al 140% perfino in un arco temporale di ben 5 anni: fino alla prossima metà, insomma, di questo decennio .

Dai numeri resi noti con il World Economic Outlook in occasione dei lavori dell’Fmi in corso a Marrakech, in Marocco, emerge di fatto che il debito-Pil dell’Italia si attesterà secondo il Fondo al 140,1% del Pil nel 2028, più alto di più di 8 punti percentuali rispetto alle stime rese note nell’aprile di quest’anno.

La reazione del Ftse Mib, di spread e tassi BTP alla nota di Goldman Sachs

L’alert lanciato oggi da Goldman Sachs non sembra avere per ora presa sui mercati italiani.

Alle 14.15 circa ora italiana, l’indice Ftse MIB viaggia in rialzo dello 0,75% circa, attorno alla soglia di 28.527 punti base, dopo aver corso quest’anno di ben il 19%.

Lo spread BTP-Bund a 10 anni è in calo, attorno a 195 punti base, viaggiando al di sotto della soglia di 200 punti base che ha superato arrivando a puntare dritto anche verso quota 210 punti base, subito dopo la pubblicazione della Nadef.

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I tassi dei BTP a 10 anni oscillano al di sotto del 4,7%, dopo la fiammata oltre il 5% riportata la scorsa settimana.

Insomma, per ora Goldman Sachs non colpisce.

Ma è indubbio che gli strategist di tutto il mondo siano tornati a guardare tuttavia all’Italia già da un po’ di giorni, ovvero da quel 28 settembre, quando il governo Meloni ha presentato la Nadef, prevedendo di fare deficit più alti sia nel 2023 che nel 2024.

Un outlook, presentato con la Nota di aggiornamento al Def, che è stato immediatamente bocciato dai mercati e che ha portato la stessa Bce di Christine Lagarde, sebbene in via non ufficiale, a dire di considerare il valore attuale dello spread giustificato.

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