Notizie Notizie Italia Governo Meloni Banche italiane mollano BTP a ritmo record da 2000. Strigliata a Meloni

Banche italiane mollano BTP a ritmo record da 2000. Strigliata a Meloni

4 Ottobre 2023 15:50

E ora a mollare i BTP ci sono anche le banche italiane. E’ quanto riporta un articolo di Bloomberg, sottolineando che “l’impressione è che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni non ce la faccia proprio a non provocare i mercati finanziari e gli investitori potenziali in BTP”.

Nel mettere in evidenza la fiammata dei tassi decennali dei BTP, che oggi hanno sfondato anche la soglia alert del 5%, l’articolo ritorna sulla questione del doom loop, ovvero di quell’abbraccio mortale, così come è stato definito, che lega le banche italiane e i titoli di stato italiani. E annuncia che gli istituti di credito italiani, penalizzati tra l’altro dalla tassa sugli extraprofitti delle banche che il governo Meloni ha annunciato agli inizi di agosto, hanno iniziato a scaricare i BTP presenti da anni nei loro bilanci.

Tutto questo in una fase in cui, secondo diversi economisti e strategist, non manca neanche molto al momento in cui la Bce staccherà definitivamente la spina anche agli acquisti dei bond dell’area euro di cui continua a fare incetta attraverso il suo piano PEPP (QE pandemico), e mentre in Italia, con la Nadef, suona il campanello d’allarme della spesa per interessi sul debito.

LEGGI ANCHE

Debito Italia, spesa interessi su BTP & Co oltre 100 mld. Sanità tra le vittime illustri

Extraprofitti, parla Moody’s. Con Meloni VS banche e Bce rischio BTP?

Banche italiane scaricano BTP a ritmo record dal 2000

Basta un grafico di Bloomberg a far drizzare le antenne a chi guarda all’Italia già con forte apprensione.

Il grafico fa notare come, nel periodo compreso tra i mesi di gennaio e di agosto di quest’anno, stando a una stessa analisi che Bloomberg ha stilato attingendo ai dati della Bce, le banche italiane abbiano scaricato i BTP al ritmo più forte dal 2000, ovvero degli ultimi 23 anni.

L’articolo, che accende ulteriormente il timore per le sorti del debito pubblico italiano, lancia anche una chiara stoccata al governo Meloni, a partire dal titolo: Meloni Can’t Stop Unnerving Italy’s Bond Investors”: ovvero, “Meloni non riesce a smettere di snervare gli investitori che puntano sui titoli di stato dell’Italia”.

Menzionata, per ovvi motivi, la tassa sugli extraprofitti delle banche rivendicata dalla stessa premier.

Così si legge nell’articolo di Bloomberg:

“Non è chiaro se questo (smobilizzo) sia una risposta alla tassa sugli extraprofitti (delle banche). Fatto sta che la svolta ha catturato lo stesso l’attenzione”.

E non poteva essere altrimenti, visto che quelle italiane sono le banche che più di tutte, tra quelle europee, sono esposte al rispettivo debito pubblico.

La notizia riportata da Bloomberg piomba sui mercati in un momento di alta tensione per i BTP, che pagano sia la presenza di fattori esogeni, in primis i forti sell off che continuano a colpire i Treasuries Usa, che i soliti problemi di casa – leggi debito pubblico – che stavolta sono riemersi con i numeri della Nadef varata dal governo Meloni.

I numeri hanno riacceso l’ansia sul deficit dell’Italia (il cui rapporto debito-Pil è destinato a rimanere tra l’altro attorno al 140% del Pil nei prossimi anni) e, di conseguenza, sui BTP e su altri titoli emessi dallo Stato italiano per rifinanziare le proprie finanze.

Ma già da sola, prima della Nadef e del bagno di sangue che sta travolgendo il mercato globale dei bond, fin dal suo annuncio la tassa sugli extraprofitti delle banche aveva avuto un effetto negativo sui BTP e sullo spread.

LEGGI

Tassa extraprofitti banche cambia. BTP fuori, chi vince e chi perde

Tassa extraprofitti banche: la Bce boccia (e rimprovera) Meloni

Tassa extraprofitti banche, dubbi dal Senato: costituzionale o no?

Banche battono in ritirata, ma non investitori retail. Febbre BTP Valore

Si spiega con una serie di fattori il balzo dei tassi dei BTP, che oggi hanno superato anche il 5%, portando lo spread BTP-Bund, che la scorsa settimana aveva sfiorato quota 200 punti base, a riavvicinarsi alla paventata soglia.

In tutto questo, se da un lato – come dice Bloomberg – non riesce a rassicurare gli investitori istituzionali, facendo scappare anzi le stesse banche italiane, dall’altro lato la presidente del Consiglio Giorgia Meloni sembra riuscire a corteggiare con successo i piccoli risparmiatori italiani che continuano in queste ore a sottoscrivere il BTP Valore, il titolo di stato dedicato esclusivamente agli investitori retail, la cui seconda edizione è partita lunedì scorso, 2 ottobre.

Nei primi due giorni del collocamento, gli ordini del BTP Valore sono stati pari a 9,3 miliardi di euro, e le ultime indicazioni che arrivano dal Mot, il mercato gestito da Borsa Italiana, parlano di una raccolta che ha superato oggi, terzo giorno di collocamento, i 2 miliardi di euro (nelle prime ore).

Tirando le somme, emerge che gli ordini per il nuovo BTP Valore, che il Mef continuerà a emettere fino alla giornata di venerdì 6 ottobre, salvo chiusura anticipata, hanno superato così quota 11 miliardi di euro.

L’interpretazione degli strategist di UniCredit

L’articolo di Bloomberg fa notare che lo smobilizzo dei BTP da parte delle banche italiane potrebbe avere una spiegazione anche meno drammatica, rispetto alla fuga degli istituti dalla carta italiana.

Viene citata in particolare l’opinione degli strategist di UniCredit. A loro avviso, è possibile infatti che le vendite dei titoli di stato siano state decise dalle banche italiane non per uscire dal debito italiano, ma per diversificare le proprie esposizioni: vendendo dunque i BTP più vecchi, per acquistare quei bond sovrani sempre made in Italy che presentano rendimenti decisamente più allettanti.

Detto questo, Bloomberg segnala che le fonti interpellate hanno comunque ammesso, in privato, che gli ultimi eventi – come l’annuncio della tassa sugli extraprofitti – hanno di fatto eroso la fiducia degli investitori nei confronti dell’Italia.

Fonti vicine a Meloni temono inoltre che la presidente del Consiglio sia destinata a essere sempre più accerchiata: “da un lato, (la premier) deve far felici i suoi alleati di governo e i suoi elettori, dall’altro lato deve rispettare anche le richieste dell’Unione europea“, che è tra l’altro prossima a sfornare le nuove regole sul deficit e sul debito dei paesi del blocco, con la nuova versione del Patto di stabilità e crescita.

In tutto questo, c’è la minaccia rappresentata dalla possibilità che, nella sua lotta all’inflazione, la Bce di Christine Lagarde, oltre a ripetere ossessivamente il mantra tassi , metta la parola fine anche agli acquisti di BTP che tuttora avvengono attraverso il programma PEPP.

LEGGI ANCHE

Bce, Lagarde parla di tassi e debiti. Alert spread & tassi BTP e Bund

Bce: SOS BTP con fine PEPP

Bce, non solo tassi: Italia rischia mossa Lagarde anti-BTP