Notizie Notizie Italia UniCredit-Day è qui: preview utili con Orcel e tassi Bce. Rating e tp titolo

UniCredit-Day è qui: preview utili con Orcel e tassi Bce. Rating e tp titolo

4 Febbraio 2024 12:13

Ci siamo. Tra qualche ora UniCredit, la banca italiana guidata dal ceo Andrea Orcel, pubblicherà i conti relativi all’ultimo trimestre del 2023.

In attesa dell’inizio della stagione degli utili a Piazza Affari, gli analisti hanno già snocciolato le loro previsioni sui conti delle banche italiane, reduci da un ottimo 2023, grazie al maxi sostegno arrivato dai rialzi dei tassi anti-inflazione varati dalla Bce di Christine Lagarde.

UniCredit è stata grande protagonista di Borsa, con il titolo (UCG) che ha assicurato a Piazza Gae Aulenti un ottimo posto nella classifica dei pesi massimi del Ftse Mib.

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Regina tra le banche italiane del 2023 è stata proprio UniCredit, grazie alla fiducia che gli investitori hanno continuato a riporre nella strategia lanciata dal ceo Orcel, incentrata su una politica di distribuzione del capitale agli azionisti sempre più ricca.

UniCredit e le altre banche italiane: il report firmato Barclays

Come sarà andata a UniCredit nell’ultimo trimestre del 2023, in vista di un anno, quello corrente, dove è difficile che si ripeta la sbornia sia di utili che di buy sui titoli delle banche italiane?

Barclays ha pubblicato un report ad hoc dedicato alla preview sui conti degli istituti di credito italiani: “Italian Banks, Testing the resilience: what to watch for in Q4 results”.

In generale, guardando all’intero settore bancario italiano, gli analisti hanno scritto nel report che, a loro avviso, “il margine netto di interesse relativo al quarto trimestre del 2023 – la voce di bilancio che ha beneficiato in modo più significativo dell’effetto delle strette monetarie varate dalla Bce – sarà solido, la guidance sull’eps del 2024 sarà confermata, e le dichiarazioni relative alle remunerazioni agli azionisti (sotto forma di buyback o dividendi) saranno improntate all’ottimismo”.  E’ questo quanto prevede in generale lo stesso consensus.

Di conseguenza, Barclays scrive che le reazioni dei titoli delle banche italiane dipenderanno da tutti quei fattori che blinderanno la “credibilità” degli eps.

Insieme a Intesa SanPaolo, UniCredit è tra le banche verso cui Barclays ripone maggior fiducia.

Eps banche italiane e UniCredit nel 2024-2025: le mosse di Barclays

Nel caso di UniCredit, un elemento che potrebbe incidere sul trend delle azioni sarebbe rappresentato da possibili annunci sui costi e su eventuali risparmi che la banca riuscirebbe ad accantonare.

Gli analisti di Barclays hanno intanto rivisto al rialzo le stime sull’eps di UniCredit del 2024, dai precedenti 4,90 euro per azione a quota 4,96, dunque dell’1%.

Downgrade sull’utile per azione, invece, del 2025, che in questo caso è atteso dagli analisti a quota 4,91 euro, inferiore alle stime precedenti, pari a 5,05 euro per azione, del 3%.

Riferendosi a tutte le banche italiane, gli esperti hanno sottolineato nell’analisi di aver rivisto al ribasso l’outlook sull’utile per azione, in media, dello 0,1% per il 2024 e del 2,6% per il 2025:

la mossa è stata motivata con “l’aggiornamento dei nostri modelli, che ora riflettono le stime sui tassi elaborate dal nostro team macro”.

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UniCredit: outlook NII, utile netto, fatturato & Co

Detto questo, tornando a quelli che sono i risultati di bilancio che UniCredit ha conseguito nel quarto trimestre del 2023, Barclays ha detto di prevedere un margine netto di interesse (NII) in calo dell’1,3% su base trimestrale ma in rialzo del 4% su base annua, pari a 3,552 miliardi di euro, rispetto ai 3,6 miliardi del terzo trimestre e ai 3,415 miliardi di euro del quarto trimestre del 2022.

Simili le attese di Equita, che stima un margine di interesse NII a €3,6 miliardi, in flessione dell’1% su base trimestrale e in crescita, anche in questo caso, del 4%, su base annua.

Da Barclays l’utile netto è atteso a 1,557 miliardi, in calo del 33% su base trimestrale rispetto ai 2,322 miliardi del terzo trimestre del 2023 e in flessione del 37% rispetto ai 2,464 miliardi del quarto trimestre del 2022.

Gli analisti di Equita prevedono un utile netto, per il gruppo guidato da Orcel, inferiore, pari a 900 milioni mentre, più in generale, il consensus di Bloomberg è per un utile netto GAAP di 933 milioni di euro, per il trimestre conclusosi il 31 dicembre del 2023.

Il fatturato di Piazza Gae Aulenti è atteso da Barclays in calo del 3% su base trimestrale a 5,761 miliardi, rispetto ai 5,967 miliardi del terzo trimestre del 2023 e in crescita dell’1% su base annua, rispetto ai 5,715 miliardi del quarto trimestre del 2022.

Stime più pessimistiche quelle di Equita, che punta su ricavi totali, nel quarto trimestre del 2023, pari a €5,6 miliardi, giù del 6% su base trimestrale e dell’1% su base annua.

Il consensus di Bloomberg è per ricavi a 5,527 miliardi.

L’utile operativo del quarto trimestre del 2023 è atteso da Barclays a 3,215 miliardi, in flessione del 12% rispetto ai 3,640 miliardi del terzo trimestre del 2023, e in calo dell’1% rispetto ai 3,246 miliardi del quarto trimestre del 2022.

Equita prevede un utile operativo più basso, pari a €3,1 miliardi, in flessione del 15% su base trimestrale e del 5% su base annua.

Gli analisti interpellati da Bloomberg prevedono un utile operativo in calo ulteriore, a 2,953 miliardi.

Per Barclays, gli accantonamenti sono attesi crescere a 532 milioni, dai 135 milioni del quiarto trimestre del 2023 , quasi invariati tuttavia rispetto ai 528 milioni dell’ultimo trimestre dell’anno precedente.

Equita stima LLPs pari a 600 milioni di euro.

Sempre Barclays prevede commissioni in crescita per UniCredit dell’1,2% su base trimestrale e in ribasso dello 0,8% su base annua, mentre il costo del rischio di UniCredit è stimato pari a 50 punti base, in rialzo rispetto ai 13 punti base del terzo trimestre del 2023.

In generale, Equita scrive nella sua preview di stimare per il quarto trimestre del 2023 “una dinamica di ricavi in contrazione su base trimestrale, con ricavi e commissioni sostanzialmente stabili su base trimestrale e una più bassa contribuzione da trading”.

Anche alla luce del rinnovo del contratto bancario nazionale – continua la SIM milanese – stimiamo costi operativi in crescita del 9% su base trimestrale, con il C/I che dovrebbe comunque mantenersi ad un buon livello in area 45%.

“Sotto la linea operativa, riteniamo che UCG possa spesare maggiori LLPs, anche in ottica proattiva in vista del 2024, con un costo del rischio atteso in area 58 punti base volto ad aumentare ulteriormente i livelli di copertura”.

Equita aggiunge nella nota odierna dedicata alla preview sugli utili del gruppo che, “come atteso, il quarto trimestre del 2023 sarà inoltre un trimestre impattato da significativi oneri di integrazione, finalizzati ad ottimizzare la struttura di gruppo e a limitare l’inflazione dei costi operativi (anche a causa del rinnovo del contratto bancario nazionale in Italia) nei prossimi anni. Gli oneri di integrazione sono attesi a 76 milioni di euro nel corso dell’ultimo trimestre del 2023″.

L’outlook per l’intero anno 2023 della SIM milanese è di “un utile netto DTA (il cui rilascio non è fattorizzato nelle nostre stime) a €7,6 miliardi”, più basso del 2% rispetto all’outlook precedente, che supera comunque la guidance data da Orcel di un “utile netto pari o maggiore a €7,25 miliardi”.

“La leggera revisione rispetto alla stima precedente è in larga parte attribuibile a un aumento degli oneri di integrazione sull’anno, da €855 milioni a €1,030 miliardi”.

Outlook titolo: i target price e i rating di UCG. Dowside e upside scenario

Per quanto riguarda le stime di Equita per i due anni 2024-25 il target price sul titolo UniCredit è stato confermato a 31 euro per azione (P/E = 6.4x, P/TE = 0.87x con ROTE = 13,5% nel 2025). Oggi le azioni segnano un rialzo a Piazza Affari superiore a mezzo punto percentuale e sono scambiate attorno a 26,60 euro.

Il rating di Equita è “buy”, visto che le azioni UniCredit, spiegano dalla SIM, sono scambiate a un rapporto P/E relativo al 2025 pari a 5,5 volte e a un P/TE di 0,76 volte, in un contesto in cui le previsioni sono di una distribuzione agli azionisti superiore al 25% della capitalizzazione di mercato  (via dividendo e buyback) .

Dal canto suo, Barclays ha confermato il rating overweight su UCG, rivedendo al rialzo il target price dai 32,70 precedenti a 33,50 euro, con un upgrade dunque pari a +2%.

Barclays motiva il rating “overweight” con la “guidance della società e il trend del fatturato e dei costi”.

La banca cita anche la presenza di un margine di rialzo per le azioni basato su un PE pari a 9 volte.

“Questo margine – sottolinea – potrebbe presentarsi nel caso in cui UCG distribuisse una remunerazione agli azionisti più alta delle attese o se il gruppo mostrasse una maggiore capacità di sostenere la crescita del fatturato”.

Nel caso in questione dell’upside case, il titolo UniCredit secondo Barclays potrebbe balzare anche a 43,60 euro.

Esiste però anche un downside case, sempre firmato da Barclays, basato su un PE pari a 5 volte, che potrebbe manifestarsi per le azioni della banca guidata dal ceo Andrea Orcel se la solidità del bilancio venisse in qualche modo intaccata dai timori legati alle eventuali opzioni di eventuali operazioni di M&A. Operazioni di fusione e di acquisizione il cui perseguimento, va detto, non è stato per il ceo Andrea Orcel mai prioritario.

In questo downside case scenario, il titolo UniCredit secondo le attese potrebbe scendere fino a 21,80 euro.

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Il commento dell’analista di Bloomberg

Lento Tang, analista della divisione banche di Bloomberg Intelligence, ritiene che UniCredit centrerà tutti i target fissati per il 2023, sorprendendo di nuovo il mercato, che prevede per il 2024 un utile piatto, grazie alla presenza di un driver che sarà di più di 1,1 miliardi di euro.

La sorrpesa di 1,1 miliardi arriverà dalla riduzione dei costi di integrazione e dal calo di altri accantonamenti.

Questo ‘tesoretto’ dovrebbe riuscire, secondo l’analista di Bloomberg Intelligence, a “compensare il calo del margine netto di interesse calcolato in 600 milioni di euro circa (-4%), e l’aumento degli accantonamenti per far fronte alla spina dei crediti deteriorati”.

A muovere il titolo saranno alcune informazioni cruciali che si conosceranno solo nelle prossime ore, come la possibile scelta del management di aver anticipato al 2023 alcune spese e l’outlook che Orcel fornirà sul margine netto di interesse e sul costo del rischio.

Secondo Tang, UniCredit confermerà la distribuzione di 6,5 miliardi di euro di capitali nel 2024 nonostante la maggiore volatilità degli utili.