Notizie Notizie Italia Banche italiane: outlook utili 2024 di S&P tra Bce, BTP, rating

Banche italiane: outlook utili 2024 di S&P tra Bce, BTP, rating

17 Novembre 2023 15:48

Nel giorno del verdetto di Moody’s, arriva la nota dell’altra agenzia di rating Standard & Poor’s sulle banche italiane.

Il commento è contenuto nel più ampio rapporto che l’agenzia ha dedicato alle banche globali, appena reso noto.

“Stronger Asset Quality To Weather Economic Risks”, scrive S&P nella sezione dedicata all’Italia, mettendo in evidenza una qualità degli asset del settore più forte, che consentirà alle banche italiane di affrontare i rischi che gravano sull’economia in condizioni di maggiore solidità.

Detto questo, “la divergenza tra le banche diventerà sempre più evidente”.

Vengono menzionate poi altre sfide, per gli istituti di credito, come quella onnipresente del doom loop con i BTP e l’altra relativa alla necessità di rimborsare i prestiti a tassi super agevolati che la Bce ha assicurato al comparto, per anni, attraverso il bazooka delle operazioni TLTRO.

Banche italiane, S&P: NPL su nel 2024 ma in misura minore alle attese

Così si legge nella sezione di S&P dedicata alle banche italiane, che fa riferimento innanzitutto al contesto economico in cui gli istituti di credito italiani si troveranno a operare nel corso del 2024, e che sottolinea che le perdite sui crediti (NPL) aumenteranno,  “ma probabilmente in misura inferiore rispetto a quanto avevamo anticipato”.

La sezione è contenuta all’interno del report “Global Banks Country-By-Country Outlook 2024: Forewarned Is Forearmed” firmato dall’agenzia di rating Standard & Poor’s. Agenzia di rating, vale la pena rimarcare, che si è mostrata clemente nei confronti del debito pubblico italiano, annunciando due settimane fa la decisione di confermare il giudizio e l’outlook sui BTP , così come hanno fatto poi le colleghe DBRS e Fitch. E così come si spera che faccia stasera l’altra collega Moody’s, in questo momento quella che più innervosisce chi guarda all’Italia (ma non tanto  il governo Meloni e i BTP), visto che è l’unica a dover aggiornare una valutazione sul debito pubblico italiano che, in base alla sua classifica, è superiore al rating “junk”, ovvero “spazzatura”, soltanto di un gradino.

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S&P: economia italiana rallenta ma non cade in recessione. Le stime sul Pil

“Nel nostro scenario di base l’economia (italiana) si indebolirà senza cadere in recessione – si legge nell’analisi di S&P – Le condizioni di finanziamento più restrittive e l’outlook più fosco sulla crescita del Pil dell’Europa provocheranno un ulteriore rallentamento dell’economia italiana nel 2024, con la crescita del Pil che sarà pari allo 0,7%, prima di una ripresa al ritmo dell’1,3% circa nel 2025, sostenuta dai fondi del Next Generation EU”.

“E’ improbabile che si verifichi un deterioramento significativo della qualità degli asset (delle banche)”, sottolinea S&P, citando tra i fattori “una gestione più proattiva dei prestiti più rischiosi e accantonamenti (effettuati dalle banche) più prudenti, che hanno reso la qualità degli asset più resiliente rispetto al passato”.

La dimostrazione è nello stock delle esposizioni non performanti (NPE) che, al netto degli accantonamenti, “si è confermato storicamente basso, attestandosi all’1,5% nel giugno del 2023”.

L’agenzia di rating prevede nel complesso una “normalizzazione della qualità degli asset, con perdite sui crediti attese in rialzo, nel 2024, a 70-80 punti base, al di sotto delle nostre attese di circa 100 punti base”.

“Il rafforzamento della capitalizzazione e la maggiore capacità di generazione di utili – si legge nell’analisi – forniranno un cuscinetto nel caso di uno scenario più avverso”.

Standard&Poor’s ricorda che “la forte crescita del margine netto di interesse e le spese operative nel complesso stabili hanno aumentato la redditività” delle banche italiane nel 2023, con un ROE (return on equity) che, probabilmente, in base alle nostre stime, avrà toccato il picco al 10%”.

Per il 2024 l’outlook è di “utili al lordo degli accantonamenti che segneranno una flessione moderata, a fronte di un aumento dei costi della raccolta”, comunque “ben al di sopra dei livelli precedenti il ciclo dei rialzi dei tassi lanciato dalla Bce di Christine Lagarde . Tanto che Standard & Poor’s prevede che gli utili al lordo degli accantonamenti supereranno in modo significativo le rettifiche sui crediti, nel corso dei prossimi due anni.

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Il doom loop banche italiane BTP è sceso, ma rimane elevato. L’alert di Lagarde

Detto questo, “il collegamento con il rischio del debito sovrano – scrive S&P, facendo riferimento in modo chiaro al doom loop, abbraccio mortale tra le banche italiane e i BTP – è sceso ma rimane elevato“.

Per la precisione, “rispetto a dieci anni fa, le banche italiane sono caratterizzate da un surplus sul fronte della raccolta superiore, visto che i depositi eccedono i prestiti e la dipendenza da altre fonti di finanziamento è piuttosto contenuta“.

Tuttavia, avverte l’agenzia di rating, “il sistema bancario rimane più esposto alla volatilità del mercato rispetto alle (banche) rivali, soprattutto a causa del rating assegnato al debito sovrano (dunque ai BTP) più debole”.

Ed è qui che l’alert che l’alert lanciato ieri dalla Bce di Christine Lagarde deve essere considerato.

L’alert si è riferito in realtà a tutte le banche europee, dunque non solo alle banche italiane.

Lagarde, nel discorso proferito in occasione della conferenza annuale del Board sul rischio sistemico europeo European Systemic Risk Board, che presiede, ha sottolineato che le banche europee potrebbero soffrire perdite significative nel caso in cui si trovassero costrette, al fine di raccogliere liquidità, a vendere i bond presenti nei loro portafogli.

“L’esposizione delle banche al mercato del reddito fisso potrebbe essere svalutata in modo significativo, nel caso in cui i bond dovessero essere venduti”.

Tornando al report di Standard & Poor’s, i fondi europei che l’Unione europea si appresta a erogare all’Italia “ricopriranno un ruolo chiave per assicurare la crescita futura” del paese.

“E tuttavia, crediamo che eventuali ritardi negli esborsi futuri dei fondi potrebbero mettere a repentaglio il trend dell’economia”.

In questo contesto, S&P scrive che “il rallentamento dell’economia metterà alla prova la resilienza delle banche”, facendo notare però anche che la maggior parte delle istituzioni versa in una condizione di solidità, grazie ai solidi cuscinetti di capitale“.

Allo stesso tempo, “le differenze tra le banche potrebbero diventare sempre più evidenti in termini di costi della raccolta (dopo anni in cui l’accesso ai finanziamenti è stato per tutte semplice), e anche a seconda dei rispettivi parametri di qualità degli asset e di efficienza operativa”.

Standard & Poor’s ricorda anche l’altra grande sfida per le banche italiane e dell’area euro in generale, rappresentata dalla fine delle operazioni TLTRO.

Secondo S&P, la maggior parte delle banche dovrebbe riuscire a rimborsare questi finanziamenti, conservando una liquidità adeguata.

La maggior parte, tra l’altro, ha già intenzione di sostituire in parte i finanziamenti a tassi agevolati di cui ha beneficiato grazie a questo altro aiuto della Bce, con altre fonti di finanziamento, in particolar modo attraverso finanziamenti garantiti.

Tuttavia, alcune banche italiane potrebbero far fatica a raccogliere finanziamenti di medio o lungo termine, e potrebbero soffrire in caso di peggioramento delle condizioni di mercato.

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