Notizie Notizie Italia Tassi Bce: Tajani parla di Fed e striglia Lagarde su tagli. Tassa extraprofitti banche? La risposta del governo Meloni

Tassi Bce: Tajani parla di Fed e striglia Lagarde su tagli. Tassa extraprofitti banche? La risposta del governo Meloni

6 Agosto 2024 16:28

Nuova strigliata dal governo Meloni alla Bce di Christine Lagarde, stavolta per voce del vicepremier Antonio Tajani che, oltre a riparlare di tassi, ha commentato le dichiarazioni su una presunta nuova edizione della tassa sugli extraprofitti delle banche italiane rilasciate dal sottosegretario all’Economia, Federico Freni, in un’intervista al Corriere della Sera.

“Esprimo soddisfazione per la conferma che non c’è intenzione di fare un altro blitz sugli extraprofitti. Crediamo che serva sempre condivisione tra le forze di maggioranza, e infatti non era previsto”, ha detto Tajani, parlando dalla sede di Forza Italia a Roma.

Tassa extraprofitti banche: le parole di Federico Freni

Nell’intervista rilasciata al quotidiano e pubblicata oggi, il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha affermato che per finanziare gli interventi della prossima legge di bilancio il governo Meloni conta “su un set di opzioni che saranno definite puntualmente nel Piano fiscale-strutturale di medio termine di settembre”.

“Sicuramente – ha precisato Freni, parlando della prossima manovra – punteremo sulle entrate, che stanno registrando numeri record rispetto al 2023“.

Per quanto riguarda invece i rumor su una eventuale nuova tassa sugli extraprofitti delle banche, il sottosegretario all’Economia ha invitato tutti “a riascoltare il discorso del ministro dell’Economia all’assemblea dell’Abi”.

La collaborazione tra il governo e le banche è uno dei pilastri della nostra azione, a vantaggio di imprese e cittadini – ha detto – dunque, “è ora di smettere di usare i media per diffondere notizie false che possono comportare abuso di mercato e speculazioni”.

Tajani sulla Bce: spero che segua la Fed sui tassi

Tajani non si è limitato a mettere in evidenza quanto detto da Federico Freni.  Il vicepremier ha parlato anche della Bce che, vale la pena di precisare, ha tagliato i tassi di interesse dell’Eurozona il 6 giugno scorso, anticipando come hanno fatto alcune banche centrali la Fed di Jerome Powell.

“Ora anche negli Usa si rendono conto che i tassi vanno tagliati. Mi auguro che la Bce segua questo percorso per evitare ulteriori problemi all’economia italiana ed europea”.

Tajani ha continuato chiedendo alla Banca centrale europea di procedere con un forte taglio dei tassi dell’area euro, non di 25 punti ma di 0,50:

“Siamo preoccupati per la situazione economica”, ha ammesso il leader di Forza Italia, ricordando che “chiedevamo un taglio dello 0,50 ma ci si è fermati allo 0,25”.

Dunque, “la prossima volta bisogna arrivare allo 0,50 se vogliamo dare un segnale per la crescita”.

Va ricordato che, dopo quella mini sforbiciata sui tassi di appena 25 punti base annunciata agli inizi di giugno, la Bce di Lagarde non si è più mossa, lasciando i tassi principali di riferimento dell’Eurozona fermi, in occasione dell’ultima riunione di luglio e rimandando così l’eventuale decisione di tagliare ancora il costo del denaro a settembre.

Detto questo, è stata la Bce a inaugurare, insieme ad altre banche centrali – in primis la Swiss National Bank (SNB), ovvero la Banca centrale della Svizzera – il percorso di politica monetaria dei tagli dei tassi. La Fed di Jerome Powell non li ha infatti ancora tagliati, contrariamente a quanto fatto, tra le altre, anche dalla Bank of England.

Negli Stati Uniti i tassi sui fed funds rimangono inchiodati al record degli ultimi 23 anni, ovvero al range compreso tra il 5,25% e il 5,5%, dal luglio del 2023.

Vero è che, nell’ultima riunione del Fomc – il braccio di politica monetaria della Federal Reserve – l’apertura a tagliare i tassi nel prossimo meeting di settembre è finalmente arrivata, a fronte di una Bce che ha continuato a mostrarsi riluttante a fare grandi promesse.

Grandi promesse non sono state fatte in realtà neanche da Powell che, in occasione di quell’ultima riunione, si è detto anche contrario a un taglio dei tassi che sia di 50 punti base.

E’ possibile comunque che il presidente della Fed, dopo i ripetuti crolli di Wall Street, e soprattutto a fronte dei timori di un hard landing per l’economia Usa, recentemente rinnovatisi, propenda alla fine per una sforbiciata di mezzo punto percentuale.

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Tajani e i ripetuti appelli alla Bce affinché si muova

Diverse sono state le occasioni in cui Antonio Tajani e altri esponenti del governo Meloni hanno lanciato appelli più o meno accorati alla Bce, prima affinché smettesse di alzare i tassi di interesse, poi affinché iniziasse a tagliarli, per non rischiare di far cadere l’Italia e l’area euro in recessione.

Nel mese di febbraio, in occasione di una conferenza stampa di Forza Italia (partito di cui è leader) alla Camera, il ministro degli Affari esteri e vicepremier aveva detto per esempio di avere “accolto con soddisfazione le parole del Governatore della Banca d’Italia Panetta” e “dell’ABI”, facendo notare che l’inflazione non era stata “provocata da fatti interni ma da ciò che accade fuori dai nostri confini“.

Di conseguenza, a suo avviso era stato “sbagliato (da parte della Bce) aumentare i tassi” ed era dunque necessario “fare in fretta per ridurli”.

Ancora prima, insieme al vicepremier, leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Matteo Salvini, Tajani aveva motivato la decisione del governo Meloni di varare la tassa sugli extraprofitti delle banche italiane agli inizi di agosto del 2023 proprio con i ripetuti rialzi dei tassi di interesse che la Bce aveva lanciato.

In un’intervista rilasciata a Il Corriere della Sera, il ministro aveva affermato che era da mesi che il governo italiano sosteneva che la Bce stesse commettendo un errore “ad alzare i tassi di interesse” , aggiungendo che quel prelievo shock sugli extraprofitti delle banche era stato una “inevitabile conseguenza” della politica monetaria dell’Eurotower, fermo restando che non si trattava, aveva detto, di una “misura contro di loro (le banche)”, ma di “un provvedimento a protezione delle famiglie e di tutti quei soggetti” che si erano “trovati in difficoltà per il pagamento dei mutui”.

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Il tema tassa sugli extraprofitti – una tassa che poi si è rivelata una farsa, visto che nessuna banca italiana l’ha alla fine versata, complice una sua versione più light approdata ufficialmente con la Legge del 9 ottobre 2023 n. 136 di conversione del Decreto legge del 10.08.2023 n. 104 – è tornato di attualità la scorsa settimana, quando alcuni quotidiani italiani hanno parlato di un piano del governo Meloni volto a finanziare la prossima legge di bilancio con una nuova tassa da imporre sugli extraprofitti degli istituti di credito, ma anche su quelli delle assicurazioni e società energetiche.

Immediata era stata la reazione dei titoli delle principali banche italiane che, giovedì scorso, avevano chiuso la giornata di contrattazioni in forte ribasso, prezzando il possibile ripresentarsi dell’incubo di quel prelievo.

Nel fine settimana appena trascorso, su quel dossier erano arrivati altri rumor ma anche smentite da fonti del governo.

Unimpresa, nel frattempo, si era detta  favorevole alla nuova iniziativa di Meloni, parlando di pressione fiscale “paradisiaca” per le banche italiane.

Nella sessione di ieri, che si è confermata inizialmente un vero massacro per il Ftse Mib di Piazza Affari, inizialmente alcuni titoli di banche come Mps, UniCredit non erano riusciti neanche a fare prezzo, per poi segnare forti ribassi, ridotti verso la fine della sessione.

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I titoli delle altre banche italiane sono tuttavia in ribasso: alle 16.30 circa ora italiana, UniCredit perde lo 0,80%, Bper Banca è tra i titoli peggiori, in ribasso di più dell’1%;  scende più dell’1% anche Intesa SanPaolo, mentre Banco BPM mette a segno un timido +0,11%, in attesa dei conti relativi al secondo trimestre del 2024.

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