Notizie Notizie Italia Tassi: Svizzera ‘batte’ Bce e Fed, annuncia taglio storico. Franco KO su euro e dollaro

Tassi: Svizzera ‘batte’ Bce e Fed, annuncia taglio storico. Franco KO su euro e dollaro

21 Marzo 2024 14:13

La Swiss National Bank della Svizzera si è confermata oggi, giovedì 21 marzo 2024, la prima banca centrale delle economie avanzate a tagliare i tassi.

L’annuncio ha colto di sorpresa i mercati: il taglio deciso, pari a -25 punti base, ha portato i tassi principali di riferimento della Svizzera a scendere all’1,5% dall’1,75% precedente.

Svizzera prima a tagliare i tassi, franco sotto attacco

La motivazione data dall’SNB alla decisione di tagliare i tassi è stata la seguente: l’inflazione elvetica rimarrà probabilmente al di sotto del 2% in modo sostenibile anche nel corso dei prossimi anni.

L’annuncio si è tradotto in un forte sell sul franco svizzero, che è scivolato di oltre l’1% nei confronti del dollaro, precipitando al valore più basso degli ultimi quattro mesi.

Il rapporto dollaro-franco svizzero rimane tuttora in solido rialzo, avanzando di oltre l’1% a quota CHF 0,8973.

Il franco è caduto anche nei confronti dell’euro, testando il minimo dallo scorso luglio.

Il cambio EUR-CHF balza anch’esso tuttora dell’1% circa, a quota CHF 0,9778.

L’indice SMI della borsa di Zurigo scatta dello 0,80% circa, a quota 11.715.

“L’allentamento della nostra politica monetaria è stato possibile perchè la lotta contro l’inflazione, lanciata negli ultimi due anni e mezzo, è stata efficace”, ha commentato il numero uno della Swiss National Bank (SNB), Thomas Jordan, nell’annunciare la grande mossa sui tassi.

Con la sforbiciata di oggi, la SNB è stata la prima tra le banche centrali che rappresentano le 10 valute più scambiate al mondo ad allentare la propria politica monetaria.

La Svizzera si muove, non aspetta la Fed e la Bce

Il taglio ha tra l’altro spiazzato molti esperti, visto che, come ha fatto notare un articolo di Bloomberg, la maggior parte degli economisti aveva previsto che i tassi, in Svizzera, sarebbero stati lasciati invariati almeno fino a giugno, mese in cui, secondo le aspettative dei trader, dovrebbero palesarsi le prime mosse della Bce capitanata da Christine Lagarde e della Fed guidata da Jerome Powell.

Ma perchè la Svizzera ha deciso di anticipare le altre banche centrali?

La parola chiave è la stessa che è stata utilizzata per spiegare quelle strette monetarie che le banche centrali di tutto il mondo hanno lanciato in modo incessante in questi ultimi due anni: l’inflazione.

La SNB ha tagliato i tassi in quanto l’inflazione elvetica ha continuato a raffreddarsi, e anche un bel po’, nel corso degli ultimi mesi, rimanendo al di sotto della soglia del 2%, dunque nel range che l’istituzione considera conforme a una situazione di stabilità dei prezzi.

Tra l’altro, nel mese di febbraio, c’è stato un ulteriore dietrofront delle pressioni inflazionistiche, che sono salite di appena l’1,2%, rallentando il passo ulteriormente rispetto al mese precedente. Un trend destinato evidentemente a continuare, visto che la banca centrale svizzera, nel fare l’annuncio di oggi, ha reso noto che “stando alle nuove previsioni, è probabile che l’inflazione rimanga in questo range (dunque sotto la soglia del 2%) nel corso dei prossimi anni”.

Va ricordato che, sebbene si sia infiammata anche qui, l’inflazione non è mai cresciuta in questi ultimi anni agli stessi ritmi che hanno mandato nel panico le banche centrali di altre economie, Bce e Fed in primis.

Anche in Svizzera il tasso di inflazione ha testato il record degli ultimi decenni – esattamente il record in quasi 30 anni – schizzando nell’agosto del 2022 al 3,5%.

Il rialzo tuttavia sembra davvero poca cosa se paragonato a quello dell’inflazione dell’Unione europea, che al suo massimo è volata fino a +11,5%.

La SNB si è data comunque da fare anch’essa, alzando il costo del denaro, per poi lasciarlo invariato ripetutamente all’1,75% a partire al giugno del 2023.

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Per quanto riguarda le stime sul Pil svizzero, la Banca centrale SNB ha detto di prevedere che il ritmo di espansione del prodotto interno lordo “rimarrà probabilmente modesto nel corso dei prossimi trimestri”, con un tasso di crescita che dovrebbe, su base annua, essere pari all’incirca dell’1%.

“Le nostre stime sulla Svizzera, così come sull’economia globale, sono soggette a una incertezza significativa – si legge nel comunicato della banca centrale – Il rischio principale è rappresentato da una debolezza dell’economia globale più marcata. Negli ultimi trimestri il momentum dei mercati dei mutui e dei mercati immobiliari si è indebolito in modo notevole” e le “vulnerabilità rimangono”.

Inflazione vista sempre più giù

La Swiss National Bank ha annunciato oggi di aver rivisto al ribasso, inoltre, le sue stime sull’inflazione.

Ora le previsioni sono di un tasso di inflazione che, in media, si attesterà all’1,4% nel 2024, in notevole ribasso rispetto all’1,9% atteso nel mese di dicembre, e all’1,2% nel 2025, giù rispetto all’1,6% precedentemente previsto.

Per il 2026, la banca centrale stima un ulteriore indebolimento del tasso di inflazione, fino all’1,1%.

A seguito dell’annuncio sui tassi, gli analisti di Capital Economics interpellati dalla CNBC hanno dichiarato di prevedere altri due tagli da parte dell’SNB nel corso del 2024, visto che “la banca è apparsa più dovish” e che, “probabilmente, l’inflazione deluderà il suo outlook”.

Sulle future decisioni sui tassi, il presidente della Swiss National Bank Thomas Jordan – che si dimetterà dalla carica di governatore dell’istituzione, dopo averla guidata per 12 anni, alla fine di settembre – ha preferito però non esprimersi.

Contattato dalla CNBC, Jordan ha detto in ogni caso di non ritenere inevitabili tre tagli ai tassi nel corso di quest’anno.

“A giugno vedremo se la situazione sarà cambiata, se le pressioni inflazionistiche continueranno a scendere. E a quel punto prenderemo una decisione”.

Ai microfoni della CNBC il numero uno dell’SNB ha sottolineato anche che la banca centrale sarebbe disposta ad agire, “se necessario”, per difendere il franco svizzero.

Va ricordato che la Banca centrale svizzera ha colto spesso alla sprovvista i mercati: come accadde nel 2011, quando comunicò un tetto massimo nel cambio con l’euro, allo scopo di frenare l’apprezzamento del franco, stabilendo il cambio tra le due monete a 1,20 franchi per 1 euro.

E come fece nel 2015, quando decretò la fine di quel cap con un altro  annuncio shock.

L’altra grande sorpresa targata SNB è arrivata nel 2022, con l’annuncio di un rialzo dei tassi anti-inflazione pari a +50 punti base che i mercati non avevano prezzato.

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