Notizie Notizie Mondo Spread BTP-Bund e tassi: il punto con countdown Bce-Fed. Francia nel radar dopo il no di Macron

Spread BTP-Bund e tassi: il punto con countdown Bce-Fed. Francia nel radar dopo il no di Macron

Pubblicato 27 Agosto 2024 Aggiornato 29 Agosto 2024 12:53

I tassi dei BTP e lo spread BTP-Bund a 10 anni rimangono sotto controllo, beneficiando delle scommesse degli investitori su imminenti tagli dei tassi in Eurozona e negli Stati Uniti nelle prossime riunioni di settembre, firmati rispettivamente dalla Bce e della Fed.

La prospettiva di tassi di interesse più bassi fa sì che i BTP e altri titoli di stato mantengano la loro appetibilità, grazie ai livelli ancora relativamente elevati dei rendimenti.

Oggi però i BTP e altri titoli di stato dell’area euro vengono venduti, come dimostra il trend al rialzo dei rispettivi rendimenti.

Tassi BTP e OAT in rialzo. L’attenti alla Francia rimane

Nel caso dell’Italia, i rendimenti dei BTP a 10 anni avanzano di 4,7 punti al 3,636%. Nell’ultimo mese, il trend dei rendimenti è stato tuttavia di un ribasso di 6,7 punti base.

I tassi dei BTP a 10 anni, in particolare, hanno testato nell’ultimo mese un minimo al 3,554% e un massimo al 3,703%.

Focus anche sui titoli di stato francesi, che oggi salgono di oltre 3 punti base al 2,985%, e che nell’arco dell’ultimo mese sono scesi di 8,2 punti base, toccando un minimo al 2,9% e un massimo al 3,067%.

Per quanto l’alta tensione  si sia innegabilmente smorzata dopo l‘annuncio delle elezioni anticipate, l’attenzione sulla carta francese rimane molto alta:

proprio nella giornata di ieri il presidente Emmanuel Macron è tornato ad avviare le consultazioni con i partiti dopo che i risultati del voto finale del 7 luglio scorso hanno certificato una situazione di ingovernabilità per la Francia, in quanto nessun partito – neanche il Nuovo Fronte Popolare che è uscito vincente dalle elezioni – è riuscito a ottenere la maggioranza assoluta necessaria per governare il paese.

La strada per la formazione di un governo in Francia è tutta in salita: eri Macron ha escluso la possibilità di un governo del Nuovo Fronte Popolare (Nfp) citando la necessità di assicurare la “stabilità istituzionale”.

Ma gli ultimi sviluppi non hanno fatto altro che rendere ancora più conclamata la situazione di caos politico, come ha fatto notare anche il Guardian, nel paese.

Macron ha spiegato la decisione di rifiutare un governo in mano al NFP facendo notare che un esecutivo del genere “si troverebbe a fare i conti immediatamente con una maggioranza di più di 350 parlamentari contrari, che gli impedirebbero di fatto di agire”.

Di conseguenza, “in considerazione delle opinioni espresse dai leader politici consultati, la stabilità istituzionale del nostro paese richiede che questa opzione non venga perseguita”.

Furia Mélenchon, LFI verso mozione impeachment Macron

Immediata la reazione del leader del partito LFI (La France insoumise della sinistra radicale) Jean Luc Mélenchon, che ha ribattuto alla scelta del capo dell’Eliseo di rigettare l’opzione della formazione di un governo guidato dal Nuovo Fronte Popolare auspicando una “veloce e ferma risposta della politica e del popolo”.

L’intero partito LFI ha lanciato un appello a favore di una manifestazione che costringa Macron a “rispettare la democrazia”, annunciando con un comunicato, anche, l’intenzione di presentare una mozione di impeachment contro il presidente francese.

“Il presidente della Repubblica non riconosce il risultato del suffragio universale”, si legge nel comunicato diramato dall’LFI (tra i partiti componenti del Nuovo Fronte Popolare).

“Macron si rifiuta di nominare primo ministro Lucie Castets”.

Di conseguenza “a queste condizioni, i parlamentari di LFI presenteranno una mozione di impeachment e ogni proposta di un primo ministro diverso da Lucie Castets sarà soggetta a una mozione di censura”.

Il rischio che l’alta tensione politica in Francia esploda sui mercati rimane dunque decisamente elevato.

BTP, Treasury & Co. ostaggio di decisione tassi Fed-Bce

A mettere sotto pressione i titoli di stato dell’area euro è però oggi, in generale, anche l’effetto contagio dei Treasury Usa, che scendono scontando il dubbio che le aspettative dei mercati su futuri eventuali tagli dei tassi da parte della Fed – alimentate dal discorso proferito a Jackson Hole venerdì scorso dal presidente della banca centrale americana Jerome Powell– si confermino di nuovo esagerate rispetto all’allentamento di politica monetaria che l’istituzione deciderà nei fatti di avviare, a partire dall’imminente meeting di settembre.

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Tutto questo, mentre dalla Bce si sono levate alcune voci che hanno continuato a ricordare l’importanza della stabilità dei prezzi e dunque la necessità che i numeri relativi all’inflazione confermino il processo disinflazionistico in atto: come se il rapporto positivo relativo alla crescita dei salari non fosse sufficiente.

Di fatto, non lo è, in base al modus operandi di Christine Lagarde, visto che all’appello manca un altro grande market mover, che sarà diffuso proprio questa settimana.

Nel frattempo il trend mensile dei rendimenti indica che, più che acquistare i BTP, i trader in questo ultimo mese si sono concentrati a comprare Bund tedeschi.

Il calo dei rendimenti è stato inoltre ancora più significativo per i titoli di stato di Spagna e Portogallo, che hanno visto i tassi scendere in un mese di più di 10 punti base.

Che dire del trend dello spread BTP-Bund a 10 anni?

Oggi, stando alle rilevazioni di Bloomberg, alle 11.30 circa ora italiana, lo spread BTP-Bund saliva di quasi 3 punti base a 137 punti base circa, rispetto a un minimo che nell’ultimo mese è stato pari a 133,9 punti e a un massimo di 149 punti base, per una media pari a 139 punti base.

In rialzo oggi anche lo spread Francia-Germania, che oscilla al di sopra di quota 71 punti base, e che nell’ultimo mese ha toccato un minimo di 70,4 punti e un massimo di 78,8 punti base, con un valore medio di 73,1 punti base.

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Sia i BTP che gli OAT possono contare per ora sull’effetto delle aspettative sulla Bce che, per quanto disturbate da dichiarazioni sui tagli ai tassi improntate alla cautela da parte di alcuni esponenti dell’Eurotower, puntano su un imminente nuovo taglio dei tassi da parte di Lagarde & Co. nella prossima riunione di settembre, in calendario giovedì 12 settembre.

Il taglio è stato messo in conto da diversi analisti, inclusi quelli di Morgan Stanley, che si erano mostrati fiduciosi nell’ulteriore allentamento della politica monetaria dell’Eurozona già prima della pubblicazione del rapporto sui salari.

A scommettere su ulteriori tagli dei tassi da parte della Bce, oltre a quello messo in conto per la riunione di settembre è inoltre, come fa notare lo strategist della divisione tassi di Commerzbank Research Hauke Siemssen, la stessa curva dei rendimenti dei bond, che sta diventando più ripida, complice l’allargamento dello spread tra i tassi dei bond a breve e i tassi dei bond di più lungo termine.

Lo strategist ha spiegato il trend di questo spread con alcuni elementi. Tra questi, il fatto che i mercati scommettono su tagli ai tassi di interesse dell’area euro da parte della Bce “ambiziosi”.

Dal canto suo Commerzbank Research stima, oltre a quello già annunciato nel mese di giugno, due altre sforbiciate dei tassi di 25 punti base, nel corso del 2024.

I mercati monetari sono ancora più dovish, visto che, stando a quanto riportato da Refinitiv, a essere prezzata è la probabilità anche di un terzo altro taglio dei tassi entro la fine del 2024.

Detto questo, le voci dei falchi continuano a mettere ansia alle colombe. Tra queste si è messa in evidenza quella dell’esponente della Bce Robert Holzmann che ha avvertito che la banca centrale europea, dopo tutto, potrebbe anche non abbassare i tassi di interesse nella prossima riunione del 12 settembre.

C’è chi fa notare, poi che, nonostante le parole di Powell, i mercati non hanno intensificato più di tanto le scommesse sui tagli dei tassi attesi nell’intero anno dalla Bce, stimati di 65-70 punti base per tutto il 2024.

Va ricordato che, dopo quella mini sforbiciata sui tassi di appena 25 punti base annunciata il 6 giugno scorso, la Bce di Lagarde non si è più mossa, lasciando i tassi principali di riferimento dell’Eurozona fermi, in occasione dell’ultima riunione di luglio e rimandando così l’eventuale decisione di tagliare ancora il costo del denaro a settembre.

Tornando al trend dello spread BTP-Bund a 10 anni, da segnalare che il massimo dell’anno testato dal differenziale tra i rendimenti dei titoli di stato italiani e quelli tedeschi è stato di 168,6 punti base, a fronte di un minimo di 121,5 punti base, per un valore medio nell’anno pari a 141,2 punti base, secondo le rilevazioni di Bloomberg.

Lo spread Francia-Germania, che ora viaggia oltre la soglia di 70 punti base, ha toccato invece quest’anno un minimo a 42,9 punti base e un massimo a 81,6 punti base, per un valore medio di 55,9 punti base nel corso del 2024. Lo spread OAT-Bund a 10 anni è salito YTD da 53 a 72 punti circa, mentre lo spread BTP-Bund è sceso di 29 punti base.

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