Notizie Notizie Italia Tassi Bce, tra un mese gli annunci ufficiali. Economisti cambiano idea, ora attesi 6 tagli entro fine 2025

Tassi Bce, tra un mese gli annunci ufficiali. Economisti cambiano idea, ora attesi 6 tagli entro fine 2025

12 Agosto 2024 12:56

Dopo la pausa di agosto, il mese di settembre si preannuncia caldo per le principali banche centrali. Il mercato ha il radar puntato sulle mosse della Federal Reserve (Fed) che, se gli ultimi dati non stravolgeranno il quadro, dovrebbe annunciare nel prossimo meeting il primo taglio dei tassi (incertezza sull’entità della sforbiciata). Ma si guarda anche alla zona euro: tra un mese esatto tornerà a riunirsi a Francoforte anche la Banca centrale europea (Bce) che dopo il taglio di giugno e la pausa di luglio potrebbe, secondo le attese, tornare in azione sui tassi.

Un fronte che si è acceso anche dopo l’esortazione del numero uno dell’Abi, Antonio Patuelli, all’indirizzo della Bce. In una intervista a “Il Messaggero“, in vista della riunione di settembre della Bce, Patuelli ha indicato come “molto attesa” una riduzione dei tassi. In particolare, ha dichiarato:”è molto attesa: occorre combattere la recessione che è in atto per esempio in Germania e favorire la ripresa dello sviluppo e dell’occupazione”.

Aspettando  gli annunci e prossime mosse della Bce, vediamo le attese degli economicsti sui tagli previsti fino al 2025 emersi dall’ultimo sondaggio condotto da Bloomberg.

Mosse Bce: attesi sei tagli fino a dicembre 2025. Ecco cosa dice l’ultimo sondaggio Bloomberg

La Banca centrale europea probabilmente ridurrà i tassi una volta al trimestre fino alla fine del prossimo anno, con un calendario che vedrà il ciclo di allentamento concludersi prima di quanto previsto in precedenza. E’ quanto emerge da sondaggio condotto da Bloomberg fra un panel di economisti che mette in evidenza come i tassi sono attesi al livello del 2,25% a dicembre 2025 dopo sei tagli consecutivi di un quarto di punto. In precedenza, i previsori avevano indicato che questo livello sarebbe stato raggiunto solo nel secondo trimestre del 2026.

A spingere gli economisti a rivedere le loro prospettive c’è l’andamento congiunturale, con la crescita del settore privato nell’area dell’euro che si è fermata a luglio mentre la Germania desta ancora preoccupazioni all’interno dell’area euro.

La Bce ha iniziato ad abbassare il costo del denaro nel mese di giugno, in uno scenario in cui c’era una maggiore fiducia che l’inflazione sarebbe tornata al suo obiettivo del 2%.

Intanto su Bce, contesto economico e prossimi tagli Livio Spadaro, senior Portfolio manager di Frame Asset Management, è di questa idea: “Nonostante la volatilità intravista negli ultimi giorni poco è cambiato dal punto di vista macroeconomico. Negli Stati Uniti rallentamento economico c’è ma non sembra essere di portata tale per far sì che la Fed tagli i tassi di oltre 1 punto da qui al prossimo Marzo 2025, così come anche la Bce che potrebbe rimanere cauta dopo aver operato un altro taglio il prossimo settembre. Il movimento contenuto degli spread obbligazionari corporate sembra effettivamente dare un segnale di poca preoccupazione per una recessione imminente”.

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Euro alla finestra in vista dei prossimi dati

L’istituto guidato da Christine Lagarde, come sempre “data dependent” come la Fed, attende i prossimi dati per avere un quadro più chiaro, soprattutto in termini di prezzi. Uno degli ultimi dati clou che finirà sul tavolo del consiglio direttivo che si riunirà il prossimo 12 settembre è proprio quello relativo all’inflazione in uscita il 30 agosto. Si tratta della lettura preliminare di agosto.

Questa settimana, invece, saranno pochi gli spunti macro attesi per la zona euro. Il calendario dei dati dell’eurozona è molto tranquillo e non sembra esserci nessun discorso in programma da parte dei membri del board della Banca centrale europea. I mercati si concentreranno, quindi, sulla prima revisione dei dati del Pil dell’eurozona del secondo trimestre (atteso in crescita dello 0,3% trimestre su trimestre). Commentando lo scorso 30 luglio la stima flash, l’economista di ING, Bert Colijn, scriveva: “L’economia dell’eurozona è simile alla qualità dell’acqua della Senna: alcuni giorni può sembrare ok, ma nel complesso è abbastanza debole da destate una costante preoccupazione. Per la Banca centrale europea, ciò significa che i tagli dei tassi continuano a essere sul tavolo, poiché è improbabile che la domanda interna determini una spinta notevole all’inflazione“.

Osservando il mercato forex l’euro/dollaro si muove sopra area 1,09 in attesa dei test macro dei prossimi giorni. A cominciare dai prezzi alla produzione di domani e all’inflazione di mercoledì (entrambi dati Usa). “Probabilmente dovremo aspettare la pubblicazione dell’indice PPI statunitense di domani per far ripartire i mercati valutari. 1,0900-1,0950 sembra il probabile intervallo a breve termine”, segnalano ancora da ING.