Notizie Notizie Italia Le banche italiane scansano tassa Meloni. Extraprofitti? Doris: li farà lo Stato

Le banche italiane scansano tassa Meloni. Extraprofitti? Doris: li farà lo Stato

10 Novembre 2023 10:53

Le banche italiane hanno scansato la tassa sugli extraprofitti tanto voluta e sponsorizzata dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni con 4,2 miliardi di accantonamenti a riserva non distribuibile. E’ quanto emerge dal rapporto FABI, il sindacato dei bancari, appena reso noto, che ha riassunto gli utili e i ricavi che i principali istituti di credito hanno incassato nei primi nove mesi del 2023, sulla base dei conti appena annunciati.

La tassa che non c’è, dice già qualcuno, facendo riferimento al prelievo diventato fantasma, grazie alla scappatoia che lo stesso governo Meloni, sfornando una versione definitiva più light, ha fornito alle banche italiane.

Dall’altro lato, c’è chi dice che a fare gli extraprofitti sarà alla fine lo Stato.

Tassa extraprofitti banche: anche Mediolanum non la pagherà

Nel commentare i conti dei primi nove mesi del 2023, l’AD di Mediolanum Massimo Doris ha annunciato che anche la banca della famiglia Berlusconi, così come è nota, non verserà l’imposta, diventata un caso di Stato dal momento del suo lancio, agli inizi di agosto di quest’anno, con la cosiddetta manovra d’estate.

Così emerge dal comunicato con cui Mediolanum ha diffuso i conti:

“Avvalendosi dell’opzione prevista dalla legge 136/2023, il cda di Mediolanum ha deciso di proporre infatti all’assemblea degli azionisti la futura costituzione di una riserva non distribuibile di 67,4 milioni di euro, pari a 2,5 volte l’imposta di 26,9 milioni (cosiddetta “imposta straordinaria sulle banche”). Attraverso tale riserva, pienamente computabile ai fini del calcolo del Common Equity Tier 1 e senza rilevare alcun impatto a conto economico, la Banca intende continuare a supportare le esigenze dei propri clienti nel pieno rispetto degli impegni verso tutti gli stakeholder”.

Il nome di Banca Mediolanum – che, nei primi nove mesi del 2023, ha incassato un utile netto pari a € 572,2 milioni, in crescita del 52%su base annua, a fronte di un margine da interessi pari a € 541,2 milioni, schizzato del 110% – si aggiunge così all’elenco delle banche italiane che hanno deciso di non versare la tassa. E che non sono poche.

Le ultime sessioni di Piazza Affari hanno visto di fatto protagonista una carrellata di annunci da parte di banche – da UniCredit a Mps fino a Bper – che, nell’annunciare i loro risultati di bilancio, hanno reso nota la decisione di avvalersi di quella scappatoia di Stato messa a disposizione per non pagare l’imposta.

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Extraprofitti: ecco perchè secondo Doris li farà lo Stato

Secondo il numero uno di Mediolanum Massimo Doris, il governo Meloni non avrebbe comunque alcun motivo di lamentarsi, visto che, facendo più utili, le banche italiane comunque verseranno più tasse.

Il risultato è che, ha detto il ceo della banca, sarà lo Stato a fare gli extraprofitti:

“Anche noi abbiamo deciso di accantonare a riserva un importo pari a 2,5 volte l’imposta, come hanno fatto tutte le banche che hanno approvato le trimestrali fino a oggi e come mi aspetto faranno anche le altre. E’ sicuramente più conveniente fare così, dato che c’è anche una spinta da parte della Bce e di Bankitalia al rafforzamento patrimoniale. Quindi, se ho la possibilità di non pagare la tassa facendo anche quello che mi chiedono i regolatori, tanto meglio”, ha spiegato Doris nella conference call con i giornalisti indetta per commentare i conti, riferendosi alla tanto discussa tassa sugli extraprofitti delle banche, su cui il governo italiano, va ricordato, ha fatto dietrofront fin da subito, dopo il collasso dei titoli bancari in Borsa.

“Peraltro quest’anno le banche pagheranno come minimo il 50% in più di imposte ordinarie rispetto al 2022, perchè se fai più utili paghi più imposte. Quindi, l’incasso da parte dello Stato sarà molto cospicuo: un extraincasso per lo Stato ci sarà, dalle imposte ordinarie”, ha continuato Doris, aggiungendo che Mediolanum, nello specifico pagherà “suppergiù il doppio” delle imposte.

La stima per il 2023 è, infatti, di 158 milioni: “da 71 milioni del 2022 sono più del doppio”.

FABI: ecco quanto hanno accantonato le 5 Big del credito invece di pagare la tassa

Intanto un’analisi compilata dalla FABI, il sindacato dei bancari, ha messo in evidenza quanto le banche italiane hanno accantonato a riserva invece di decidere di versare la tassa.

“Per quanto riguarda la tassa sugli extraprofitti introdotta recentemente dal governo, tutte le banche, compresi i primi cinque gruppi oggetto dell’analisi, hanno optato per l’accantonamento a riserva non distribuibile pari a 2,5 volte l’importo teorico del prelievo fiscale: per le prime cinque banche si tratta di 4,2 miliardi per il 2023″.

Attingendo alle trimestrali appena rese note, la FABI ha presentato anche i numeri sugli utili incassati dalle principali banche italiane nei primi nove mesi del 2023: ben 16 miliardi di utili dalle cinque big del credito made in Italy.

“Quasi 16 miliardi di euro di utili (15,7 miliardi, nel dettaglio), nei primi nove mesi del 2023, per le prime cinque banche italiane”, grazie alla spinta alla redditività arrivata dai continui rialzi dei tassi lanciati dalla Bce di Christine Lagarde.

In tutto questo, tornando alla tassa sugli extraprofitti delle banche tanto sbanderiata dal governo Meloni, sembra che la misura sia destinata a fare decisamente flop.

I presupposti non erano stati di certo di buon aupiscio: oltre a scatenare l’ira di diversi banchieri, Corrado Passera in primis, l’imposta era stata bocciata anche dalla Bce, dopo che i tecnici del Senato stessi avevano sollevato dubbi sulla sua costituzionalità.