Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Tassi Bce, Lagarde si ferma ma esclude tagli. BTP e spread: il sollievo dura poco

Tassi Bce, Lagarde si ferma ma esclude tagli. BTP e spread: il sollievo dura poco

27 Ottobre 2023 10:17

La Bce di Christine Lagarde ha dato ascolto a quanti  da tempo le avevano chiesto di frenare quella carrellata di rialzi dei tassi record della sua storia, ben 10 consecutivi, per un valore complessivo di 450 punti base, lanciati a partire dal luglio del 2022.

L’Eurotower, così come da attese e al termine della riunione del Consiglio direttivo, che stavolta si è tenuta in Grecia, ad Atene, ha lasciato i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.

Occhio al trend dello spread BTP-Bund a 10 anni che, sulla scia della decisione della Bce, ha chiuso la sessione di ieri al di sotto della soglia psicologica di 200 punti base, sfondata alla fine di settembre con la presentazione della Nadef da parte del governo italiano e poi più volte, anche con l’annuncio relativo alle misure della manovra by Meloni.

Il differenziale torna tuttavia ad allargarsi nella giornata di oggi, anche se in misura lieve, puntando dritto verso quota 200.

La Bce lascia tassi fermi dopo 10 rialzi consecutivi. Ma rialzi futuri possibili

La presidente della Bce Christine Lagarde ha deciso così di fermarsi, in un contesto in cui, parole sue, i rischi che minacciano l’economia dell’Eurozona rimangono orientati verso il basso e l’inflazione fa dietrofront.

Lagarde ha fatto riferimento a tal proposito al trend dell’indice dei prezzi al consumo dell’Eurozona, parametro tra i più importanti per monitorare il trend delle pressioni inflazionistiche che, nel mese di settembre, ha rallentato il passo, salendo del 4,3% su base annua, al ritmo di crescita più basso dall’ottobre del 2021, in decisa ritirata rispetto al 5,2% di agosto.

Vero è che l’inflazione rimane ancora troppo alta e che da monitorare, secondo Lagarde, è il trend dei prezzi del petrolio, ostaggio dell’acuirsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente, provocato dall’attacco di Hamas a Israele del 7 settembre scorso.

LEGGI ANCHE

Tassi Bce e petrolio: le mosse di Lagarde con impatto guerra Hamas-Israele

Guerra Hamas-Israele: focus azioni, oro, BTP, petrolio. Il fattore Iran

Anche per questo, chi spera che la Bce stia anche solo pensando all’ipotesi di tagliare ai tassi, è stato invitato prontamente da Lagarde a ricredersi:

“Dobbiamo essere fermi – ha detto Lagarde parlando da Atene, dove la Bce ha riunito il suo Consiglio direttivo per la prima volta in 15 anni – Il fatto che stiamo lasciando i tassi invariati non significa che non torneremo più ad alzarli”.

Detto questo, “a volte agire significa rimanere fermi. E la decisione di rimanere fermi è significativa”, ha aggiunto la numero uno della Bce, sottolineando che la decisione sui tassi è stata presa all’unanimità.

Così si legge nel comunicato ufficiale pubblicato sul sito della Bce:

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. Le nuove informazioni hanno confermato sostanzialmente la sua valutazione precedente circa le prospettive di inflazione a medio termine. Ci si attende tuttora che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato; inoltre perdurano le forti pressioni interne sui prezzi. Al tempo stesso, l’inflazione ha registrato un netto calo a settembre, ascrivibile anche ai forti effetti base, e gran parte delle misure dell’inflazione di fondo ha continuato a diminuire. I passati aumenti dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo seguitano a trasmettersi con vigore alle condizioni di finanziamento, frenando in misura crescente la domanda e contribuendo pertanto alla riduzione dell’inflazione”.

Sul nulla di fatto sui tassi i mercati avevano scommesso dall’ultima riunione del 14 settembre, quando Lagarde aveva proferito una sorta di “frase magica”, che aveva dato ragione a quelle colombe che, da tempo, avevano chiesto alla presidente della banca centrale europea di mettere un punto alle sue strette monetarie. Strette monetarie lanciate in ritardo, con cui la Bce ha cercato in tutti questi mesi di frenare la corsa dell’inflazione da guerra: la fiammata dei prezzi era esplosa infatti soprattutto a causa del balzo dei prezzi energetici scattato con l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, il 24 febbraio 2022.

Il problema è che il balzo dei prezzi energetici rischia ora di ripresentarsi con la guerra tra Israele e Hamas.

Lo stop ai rialzi dei tassi annunciato oggi da Lagarde non anticipa dunque un eventuale dietrofront della politica monetaria della Bce.

Il mantra “higher for longer”, ovvero “tassi più alti per un periodo di tempo più lungo”, rimane, ed è stato confermato da Lagarde nel corso della conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi.

Questo, perchè, anche se l’inflazione è scesa in modo marcato nel mese di settembre, la crescita dei prezzi permane troppo alta, e da un periodo di tempo troppo lungo.

E’ vero comunque che le continue strette monetarie, ha detto Lagarde, “contribuiranno in modo significativo alla riduzione dell’inflazione”, in un contesto in cui “l’economia dell’Eurozona rimane debole”, visto che “le condizioni più rigide stanno pesando sugli investimenti e sui risparmi”.

La notizia positiva è che, “con l’inflazione che scenderà ancora, i redditi reali delle famiglie che recupereranno terreno e la domanda per le esportazioni dell’area euro che si riprenderà, l’economia (dell’Eurozona) dovrebbe rafforzarsi nel corso dei prossimi anni”.

Lagarde ha rimarcato l’intenzione della Bce di rimanere “dipendente dai dati macro in arrivo”.

Spread BTP-Bund scende sotto 200 pb, tassi giù al 4,82%

Attenzione alla reazione dei BTP e dello spread BTP-Bund, con i trader che hanno guardato subito alle notizie relative al  QT-Quantitative Tightening :

nessuna variazione, in particolare, al tanto attenzionato PEPP o, anche QE pandemico, che blinda in particolare i titoli di stato italiani, fattore che ha rassicurato subito chi investe nei BTP.

Lo spread BTP-Bund è sceso così sotto la soglia di 200 punti base, al di sopra della quale aveva oscillato prima della decisione della Bce sui tassi.

Il calo ha portato il differenziale a 197 punti base, a fronte di tassi sui BTP che si sono allontanati in modo significativo anche dalla soglia del 4,9%, scendendo di 8 punti base attorno al 4,82%-4,83%.

Lo spread BTP-Bund e i tassi dei BTP hanno beneficiato anche della frase proferita dalla numero uno della Bce che, nel corso della conferenza stampa, ha spiegato che il trend dei rendimenti dei titoli di stato dell’Eurozona è stato “originato al di fuori dell’area euro”, non avendo tra l’altro “nessuna relazione con i fondamentali della sua economia”.

“Le circostanze sono simili a quelle che abbiamo avuto a marzo – ha puntualizzato Lagarde – quando abbiamo temuto effetti domino della crisi delle banche regionali americane. E’ qualcosa che chiaramente impatta i nostri rendimenti e che teniamo in considerazione”.

Nella giornata di oggi, lo spread BTP-Bund torna tuttavia a puntare a quota 200 punti base, segnando un lieve rialzo, a fronte di tassi dei BTP a 10 anni che salgono al 4,85%, comunque lontani da quella soglia del 5% che avevano sfondato agli inizi di ottobre, quando erano volati sulla scia non solo dei timori sui conti pubblici dell’Italia ma anche del forte sell off che aveva attaccato i Treasuries Usa.

L’indice Ftse Mib di Piazza Affari continua invece a salire, incassando un rialzo alle 10.30 del Day After della Bce di mezzo punto percentuale circa.

PEPP o anche scudo salva BTP: la Bce conferma lo status quo

Nessuna variazione al PEPP, il QE pandemico di cui si temeva la fine anticipata, a danno soprattutto dei BTP.

Nel comunicato si legge che “per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione graduale del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento della politica monetaria”.

Ancora:

“Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia”.

LEGGI ANCHE

Bce: SOS BTP con fine PEPP. Occhio anche a Germania ‘sick man’ d’Europa

Bce, non solo tassi: Italia rischia mossa Lagarde anti-BTP

Bce: ‘rischio Lagarde’ con schiaffo tassi e baratto anti-BTP

Bce: da Lagarde tassi più bassi ma più QT? Non bene per BTP & Co.

Tassi: la Bce conferma la frase magica. Mercati VS Lagarde su tagli

Tornando alla questione dei tassi, che sono stati lasciati invariati, dal comunicato della Bce è stata confermata la frase magica che aveva fatto la gioia dei mercati nella precedente riunione di settembre, ovvero quella secondo cui, “in base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento” dell’obiettivo di centrare il target dell’inflazione della Bce, fissato al 2%.

A tal fine, prosegue il comunicato, le decisioni future della Bce “assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario”.

Lo scollamento tra quanto precisato da Christine Lagarde e quanto hanno prezzato tuttavia i mercati finanziari è stato però evidente.

Lagarde ha ribadito quanto detto in precedenza, ovvero che “anche solo discutere in merito alla possibilità di un taglio (dei tassi) è del tutto prematuro”.

Ma gli investitori hanno continuato a scommettere sull’arrivo di sforbiciate ai tassi comunque imminenti, al punto che ora i mercati monetari scommettono con una probabilità più alta sul taglio dei tassi, da parte della Bce, nella riunione di aprile del 2024, puntando addirittura al 100% su un taglio entro il giugno dell’anno prossimo.

Sempre i trader prezzano poi altri due tagli dei tassi dell’area euro entro la fine del 2024.

“Gli investitori hanno rifiutato nettamente di credere alla dichiarazione (di lagarde) sulla possibilità che i tassi possano tornare a essere alzati”, ha commentato all’agenzia di stampa Reuters Matthew Ryan, responsabile della divisione di strategia dei mercati presso la società di servizi finanziari Ebury.

Il commento: niente fine PEPP. Le Bce conferma assist ai BTP e titoli euro

Così ha commentato intanto l’esito della riunione della Bce di ieri Annalisa Piazza, Fixed Income Research Analyst di MFS Investment Management, con la nota “Bce in attesa e cauta nel segnalare cambiamenti nella sua forward guidance”:

“Dopo la riunione del Consiglio direttivo di oggi, la Bce ha lasciato invariati i tassi di riferimento, con il tasso di depo al 4%. La forward guidance è rimasta invariata e le decisioni future dipenderanno completamente dai dati. In base alla valutazione attuale, la Bce lascerà i tassi a livelli sufficientemente restrittivi per garantire il ritorno dell’inflazione al 2%. Gli EGB sono saliti dopo la conferenza stampa relativamente accomodante e gli spread si sono marginalmente ristretti”.

“Nella situazione attuale, la BCE ribadisce che l’inflazione rimane elevata e che il percorso futuro sarà guidato da forze opposte. In effetti, le pressioni interne (cioè i salari) rimangono elevate, mentre le pressioni inflazionistiche sottostanti si sono moderate, poiché l’inasprimento delle condizioni di finanziamento sta sempre più frenando la domanda – ha spiegato Piazza – L’ultima indagine sul credito bancario e i dati più recenti continuano a indicare un indebolimento dell’attività, in quanto i prestiti si stanno riducendo”.

“È quindi questione di tempo per vederne l’impatto anche sui prezzi. Le crepe nel mercato del lavoro devono diventare più profonde per vedere un calo significativo dei salari. Detto questo, è improbabile che la contrattazione salariale del 2024 offra lo stesso risultato generoso del 2023. La Bce suggerisce chiaramente che l’andamento dei salari, del CLUP e dell’ICE sarà cruciale per definire le fasi future (ad esempio per pensare a tagli dei tassi)”.

L’analista della divisione di ricerca del reddito fisso di MFS Investment Management ha messo in evidenza, anche, che le “indicazioni sul reinvestimento del PEPP non sono cambiate nel comunicato stampa, segnalando la continuazione dello strumento di policy fino alla fine del 2024. Inoltre, la Lagarde ha menzionato che la fine del PEPP o qualsiasi discussione sulle riserve non sono state discusse durante la riunione odierna, nonostante alcuni membri della Bce siano stati più critici”.

“I rischi legati all’inflazione sembrano essere più equilibrati, ma riteniamo che i fattori citati che aumentano i rischi di rialzo siano principalmente legati all’offerta (ad esempio, l’aumento dei prezzi dell’energia o dei prodotti alimentari a causa del rischio di eventi geopolitici). In quanto tale, la Bce non può fare molto al riguardo. Se l’Europa dovesse subire un altro shock energetico, ad esempio, Lagarde ha chiarito che la risposta della Bce sarà diversa da quella del 2022, poiché l’evento colpirà un’economia che ha già subito uno shock, che ha tassi di interesse più alti e che si sta indebolendo”.

Piazza ha concluso facendo notare che “è interessante notare che la Lagarde ha menzionato che l’elevato aumento dei rendimenti a livello globale è dovuto a fattori che vanno oltre il quadro fondamentale dell’Eurozona. La recente impennata dei rendimenti sembra essere motivo di preoccupazione per la Bce, in quanto aumenta il rischio di condizioni di finanziamento ancora più rigide e rischia di avere un impatto sulla stabilità finanziaria”.