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Patto Stabilità e crescita Ue: nuovi diktat sul debito

26 Aprile 2023 13:38

Patto di Stabilità e crescita: arriva la proposta della Commissione Ue

Patto di Stabilità e crescita o anche, nella versione ufficiale in inglese: Stability and Growth Pact (SGP).

La Commissione europea presieduta dalla presidente Ursula Von der Leyen ha presentato oggi le nuove regole fiscali a cui i paesi membri dovranno conformarsi per assicurare la solidità dei loro conti pubblici e il coordinamento delle loro politiche fiscali.

Osservate speciali le soglie dei rapporti debito-Pil e deficit-Pil, ma anche i nuovi tempi per centrare i target.

La riduzione dei livelli di debito e deficit rimane la priorità di Bruxelles, contestualmente alla crescita delle economie dei 27 paesi dell’area.

La Commissione europea propone tuttavia scadenze meno severe rispetto al passato.

Per l’Italia, continuamente attenzionata a causa della croce del debito pubblico, sicuramente una buona notizia, in un momento in cui la fiducia di cui i suoi titoli di stato hanno beneficiato fino a oggi viene intaccata dai dubbi sull’attuazione del PNRR da parte del governo Meloni.

E così arriva sui BTP, lo spread e in generale il debito pubblico italiano la nuova doppia sberla Goldman Sachs-Moody’s.

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Nella proposta confermati target debito e deficit-Pil

Il diktat ai governi dell’Unione europea è quello di far scendere i livelli del loro debito pubblico nel corso di un arco temporale di quattro anni, e di accertarsi che la traiettoria rimanga al ribasso per il decennio successivo, senza che vengano adottati ulteriori interventi.

La proposta della Commissione non fissa alcun target numerico di discesa del debito, fattore che dovrebbe deludere la Germania.

Un articolo di Reuters ricorda infatti che la proposta tedesca era quella di stabilire una riduzione minima annua del debito pari all’1% del Pil per ciascun paese appartenente al blocco Ue.

Niente target da raggiungere, invece, su base annua.

La riduzione del debito dovrà essere il risultato di un piano quadriennale di riforme, di investimenti e di misure fiscali che sarà concordato in modo bilaterale tra la Commissione europea e ciascun governo.

Su base annua, verrà fissato piuttosto nelle intenzioni della Commissione un target sulle spese nette.

L’obiettivo di riduzione totale del debito nel corso di quattro anni sostituirebbe così le regole attuali, secondo le quali i governi sono tenuti a tagliare il debito ogni anno di 1/20 della parte eccedente la soglia del 60% del Pil.

Questa soglia massima di rapporto debito/Pil è stata lasciata invariata ma il target di taglio annuo del debito/Pil  di 1/20 è stato considerato complicato da raggiungere soprattutto per i paesi Ue altamente indebitati, come Italia, Grecia e Portogallo.

Di conseguenza l’obiettivo di “un ventesimo” verrà eliminato e rimpiazzato – sempre che la proposta della Commissione venga approvata – da una scadenza più lunga.

Il target deficit-Pil e la correzione di bilancio

Con la sua proposta, la Commissione europea ha confermato l’attuale soglia del deficit-Pil, pari al 3%.

In caso di sforamento del limite, la richiesta ai paesi Ue è di sforbiciare il deficit dello 0,5% del Pil ogni anno, fino a quando il livello non torna al di sotto della percentuale.

Viene richiesta dunque una correzione di bilancio.

Anche la riduzione del deficit, così come quella del debito, deve avvenire entro un periodo di tempo di quattro anni.

Ancora, anche in questo caso, le misure adottate per raggiungere la soglia devono assicurare che il deficit rimanga al di sotto del 3% per i dieci anni successivi.

Patto Stabilità e crescita, il commento di Gentiloni

Il Commissario Ue agli Affari economici e monetari, Paolo Gentiloni, ha commentato la proposta della Commissione, che ora finisce sul tavolo dei governi Ue, per poi essere discussa sia dal Consiglio che dal Parlamento europeo.

Gentiloni ha affermato che le nuove regole fiscali rappresentano “l’inizio di un nuovo capitolo nella storia” della revisione del Patto di stabilità e di crescita dell’Unione Europea.

“Non vediamo l’ora di impegnarci con gli Stati membri e con il Parlamento europeo per costruire un consenso e colmare i divari che ancora ci sono”, ha detto Gentiloni, nel corso della conferenza stampa che è stata indetta per presentare la proposta di riforma.

Paolo Gentiloni si è riferito anche al caso specifico dell’Italia:

“L’Italia dovrà ridurre il livello del proprio debito”, ha detto il Commissario Ue, aggiungendo di ritenere che “non ci sia nessun italiano che non sia consapevole, non solo al governo”, della necessità di risanare i conti pubblici del paese.

E questa nuova versione del Patto di Stabilità aiuterà sicuramente l’Italia.

“Quando questa riforma verrà approvata l’Italia potrà farlo in modo più graduale e potrà farlo anche nel modo che avrà deciso l’Italia“, ha fatto notare Gentiloni, puntualizzando che le nuove norme permetteranno al paese di tagliare il debito a un ritmo che “sarà molto più graduale e ragionevole rispetto alla regola del ventesimo, che di fatto ha reso molto difficile l’attuazione dei meccanismi di riduzione del debito nel corso degli ultimi 10-15 anni”.

L’impianto prevede che i singoli governi presentino dunque piani quadriennali di medio periodo, in cui rendano noti gli strumenti che intendono adottare per far fronte agli squilibri macroeconomici e per lanciare nuove riforme. Piani, per cui si prevede una prorogati di tre anni, che devono essere valutati dalla Commissione e ricevere l’ok del Consiglio europeo.

Debiti e deficit più alti, più tempo ai governi?

Ma i governi che, come l’Italia, sono alle prese con livelli elevati di debito, potranno beneficiare di una proroga della scadenza?

La risposta è affermativa:

nello specifico, l’Unione europea – secondo i termini della proposta della Commissione – potrebbe concedere più tempo ai governi nel percorso del taglio dei livelli sia del debito che del deficit, a patto che gli stessi concretizzino riforme volte a migliorare la sostenibilità fiscale, a sostenere la crescita o a investire in settori che sono considerati prioritari dall’Ue, come quelli che puntano sulla transizione energetica o sulla transizione verso l’economia digitale.

Più tempo concesso anche a fronte di riforme volte alla tutela dei diritti civili o al rafforzamento della sicurezza e della difesa.

Se approvata, la proposta della Commissione darà vita alla quarta revisione delle regole fiscali dell’Unione europea del Patto di Stabilità e Crescita.

L’attuale Patto di Stabilità dell’Unione europea è stato sospeso nel 2020, a causa della pandemia Covid-19 esplosa nel mondo quell’anno.

La sospensione è tuttora attiva, ed è stata motivata con le nuove sfide, rappresentate dalla lotta ai cambiamenti climatici e dalla guerra in Ucraina.

Detto questo, un alert rivolto ai paesi più indebiti, tra cui l’Italia, era arrivato nel 2022 dal vice presidente della Commissione, Valdis Dombrovskis.

Una volta approvato, il nuovo Patto di Stabilità e crescita dovrebbe entrare in vigore a partire dal 2024.