Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Tassi Bce, ci siamo. Lagarde succube del ricatto dell’inflazione e dei falchi. Outlook tagli nel 2024-2025

Tassi Bce, ci siamo. Lagarde succube del ricatto dell’inflazione e dei falchi. Outlook tagli nel 2024-2025

18 Luglio 2024 11:33

Grande attesa per l’annuncio sui tassi della Bce di Christine Lagarde, che arriverà alle 14.15 ora italiana di oggi giovedì, 18 luglio.

Dopo il primo mini taglio di 25 punti base del 6 giugno scorso, successivo alla sfilza di strette monetarie anti-inflazione lanciate nel 2022 e fino al 2023, gli investitori e i cittadini dell’area euro scalpitano per sapere cosa succederà ai tassi del blocco, anche nel resto del 2024 e nel 2025.

Diversi gli analisti che snocciolano ormai da giorni le loro previsioni ricordando che Lagarde, a distanza di più anni, non può ancora dichiarare “Mission Accomplished” nella sua strenua lotta contro l’inflazione dell’Eurozona.

L’assist della Fed alla Bce e il dato finale dell’inflazione euro

La buona notizia è che, a blindare la prospettiva di un altro taglio dei tassi da parte della Bce, è forte del sostegno della Fed che sembra, finalmente per molti, più propensa a fare il grande passo, come è emerso dalle dichiarazioni rilasciate dal presidente Jerome Powell, all’Economic Club di Washington.

Dichiarazioni cruciali in quanto i mercati sono spesso alla mercé delle indicazioni che arrivano dalla Banca centrale americana, anche per quanto riguarda l’anticipare le mosse in arrivo dell’Eurotower. Spesso e volentieri è stata proprio la Fed, anche a dispetto di Lagarde a dettare legge sui mercati.

D’altronde la Bce, per quanto Lagarde ne sbandieri spesso l’indipendenza, non può prescindere dalle decisioni della Federal Reserve, visto che deve tenere in considerazione il fenomeno dell’inflazione importata, che si verificherebbe nel caso in cui l’euro scendesse troppo rispetto al dollaro, a causa della divergenza tra le politiche monetarie delle due istituzioni.

Ma ora la buona notizia è che Powell sembra pronto a tagliare anche lui i tassi, Trump permettendo, dopo essere stato battuto sui tempi, in questo, dalla banca centrale europea. Trump permettendo perchè in questi ultimi giorni, da una intervista che il tycoon ha rilasciato a Bloomberg Businessweek, è emerso che l’ex presidente Usa che corre per la Casa Bianca ha avvertito Powell di non tagliare i tassi prima delle elezioni Usa del prossimo 5 novembre.

Dal canto suo, Jerome Powell ha sempre rivendicato l’indipendenza della banca centrale che presiede.

In primis e ancora prima che dalla Fed, Lagarde è però condizionata dal trend delle pressioni inflazionistiche dell’area euro: e su questo punto, va segnalata la pubblicazione della lettura finale del dato relativo all’inflazione dell’Eurozona, arrivata ieri.

Quella lettura ha confermato quanto emerso dai numeri preliminari, ovvero una crescita dell’indice CPI dell’area euro, su base annua e nel mese di giugno, pari a +2,5%, a un ritmo inferiore rispetto al +2,6% precedente. E  questa, per la Bce, è sicuramente una buona notizia.

L’Eurostat ha confermato tuttavia anche che la componente core dell’inflazione dell’Eurozona – CPI depurato dalle componenti più volatili rappresentate dai prezzi dei beni alimentari ed energetici – è aumentata su base annua del 2,9%, come reso noto con la pubblicazione del dato preliminare, e rispetto al +2,9% precedente.

Bce Day di luglio in arrivo: cosa farà Lagarde?

Per questa riunione di luglio del Consiglio direttivo della Bce, le speranze di un bis del taglio di giugno sono state smontate da un po’, sia a causa delle dichiarazioni proferite dalla presidente dell’Eurotower Christine Lagarde che dalle minute relative all’ultimo meeting, che hanno raccontato cosa è accaduto il mese scorso, quando i banchieri si sono riuniti per decidere se annunciare la tanto agognata e attesa riduzione del costo del denaro o se rimanere fermi.

Da quei verbali è emersa l’opposizione di un esponente del Consiglio direttivo, che ha detto no alla sforbiciata, citando le pressioni inflazionistiche ancora ostinate nel blocco, come dimostrato dal ben noto rapporto sui salari negoziati.

Un attenti a Lagarde a tagliare i tassi era arrivato in modo piuttosto esplicito, prima di quel meeting, anche da un ben noto falco tedesco, critico della precedente politica monetaria della Bce di Mario Draghi.

Tornando alle minute , queste hanno messo in evidenza tutta la decisione sofferta presa da una Bce che si è sostanzialmente legata le mani da sola, in occasione dell’ultimo meeting di inizi giugno, visto che diversi esponenti del Consiglio avevano evidentemente parlato troppo presto prima della diffusione di alcuni dati macro chiave (come, per l’appunto, il rapporto sui salari negoziati).

Dopo quel taglio mini di 25 punti base, la Bce dovrebbe così confermare oggi, giovedì 18 luglio 2024, lo status quo, ovvero lasciare i tassi sui depositi, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale dell’Eurozona rispettivamente al 3,75%, al 4,25% e al 4,50%.

Lagarde potrebbe manifestare anche un orientamento più dovish sui tassi, ora che è passato quel mal di testa  che le aveva provocato da una Fed reticente, fino a poche settimane fa, non solo a tagliare i tassi sui fed funds, ma orientata forse perfino a tornare a rialzarli.

Lo stesso numero uno della banca centrale americana Jerome Powell ha fatto una importante ammissione sui tassi, che ha portato i mercati a scommettere su una prima sforbiciata del costo del denaro Usa nella riunione di settembre con una probabilità pari al 100%: una certezza, praticamente, complice il processo disinflaziostico confermato dal dato relativo all’inflazione Usa.

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Ma allora, è questa la domanda che assilla gli operatori di mercato – e i cittadini e anche i governi dell’area euro – quando arriverà il prossimo taglio dei tassi?

Il Financial Times ha ricordato in un articolo che i mercati stanno scommettendo su un altro taglio dei tassi firmato da Lagarde nella riunione di settembre, prezzando una riduzione che porterebbe il tasso sui depositi a scendere di 25 punti base, al 3,5%, con una probabilità pari all’85%.

“Vero tuttavia che la Bce è disposta a considerare tutte le opzioni, diversamente dall’inizio di quest’anno, quando aveva segnalato in modo chiaro che i tagli ai tassi di interesse sarebbero iniziati solo nel mese di giugno”, ha ricordato l’FT.

Intanto per ora i mercati  non registrano grandi scossoni, come emerge anche dal trend dello spread BTP-Bund e dai tassi dei BTP, finiti nelle ultime settimane nella bufera in attese delle elezioni legislative che sono state indette in via anticipata dal presidente Emmanuel Macron, così come lo spread OAT-Bund e i tassi dei BTP.

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Detto questo, occhio al commento “BCE Preview: probabile una pausa di riflessione, obiettivo ‘prendere tempo’”, firmato da Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia.

Diodovich fa notare che “l’obiettivo dei banchieri centrali sarà quello di prendere tempo per valutare l’andamento delle principali variabili macro prima di procedere a un altro taglio dei tassi di interesse”.

Il diktat sarà dunque la cautela, in un contesto in cui il Consiglio Direttivo di oggi cercherà di posticipare “le decisioni di politica monetaria a fine estate, ossia al meeting del 12 settembre”.

“Al momento le variabili macroeconomiche evidenziano uno scenario economico contrastato con una crescita economica più debole rispetto alle previsioni di qualche mese fa, ma con una inflazione ancora elevata, soprattutto quella core e quella nel settore dei servizi”.

Nel riassumere il dato reso noto ieri,  il senior market strategist di IG Italia ha infatti sottolineato che “gli ultimi dati di Eurostat hanno evidenziato una inflazione generale in calo al 2,5% a giugno rispetto al 2,6% di maggio con una crescita su base mensile dello 0,2%. Discorso diverso per l’inflazione core (ovvero esclusi energetici, alimentari, alcolici e tabacco) che è rimasta su livelli alti al 2,9% su base annuale e dello 0,4% su base mensile”.

“In particolare – ha spiegato ancora Diodovich – sono le pressioni inflazionistiche nel settore dei servizi che rimangono molto elevate. Negli ultimi 6 mesi nel comparto terziario l’inflazione si è attestata al 4% a/a a gennaio, febbraio e marzo, al 3,7% a/a in aprile ed è risalita al 4,1% a/a nei mesi di maggio e giugno”.

Niente da fare, dunque. “Esiste ancora un problema ‘inflazione’ che non può permettere nel breve periodo ai banchieri centrali di procedere con ulteriori tagli dei tassi di interesse”.

Dunque, “quali prospettive?”

“Crediamo che lo scenario più probabile sia un nulla di fatto e tutte le decisioni sulla politica monetaria saranno rinviate a settembre. La presidente della Bce, Christine Lagarde, sarà, a nostro avviso, più ermetica del solito, cercando di non fare trasparire nulla delle discussioni all’interno del Consiglio Direttivo per evitare di destabilizzare i mercati. Sarà ribadito che l’approccio della Bce continuerà ad essere dipendente dall’andamento dei dati macroeconomici e solamente nuove indicazioni di forte rallentamento della crescita dei prezzi al consumo potrebbero convincere i banchieri centrali a tagliare nuovamente i tassi a settembre. Manteniamo le nostre prospettive su 2 tagli dei tassi di interesse nelle prossime 4 riunioni (a settembre e dicembre)”, ha concluso Filippo Diodovich.

Tagli tassi Bce: la view di Pimco. Quanti nel 2024

Cosa dicono invece gli altri esperti, economisti, gestori e strategist?

Così si legge nel commento di Konstantin Veit, Portfolio Manager di PIMCO, che ha riassunto le sue previsioni sui prossimi passi e annunci della Bce.

  • Ci aspettiamo che il meeting di luglio sia tranquillo e che il Consiglio direttivo mantenga invariati i tassi di riferimento sui depositi al 3,75%.
  • Secondo la Presidente Lagarde, la solidità del mercato del lavoro consente alla Bce di prendere tempo per raccogliere nuove informazioni. Di conseguenza, la Bce non ha fretta di tagliare ulteriormente i tassi, le decisioni resteranno di riunione in riunione e il flusso di dati dei prossimi mesi deciderà la velocità con cui la Bce eliminerà ulteriori restrizioni.
  • Data la funzione di reazione della Bce, le cui decisioni si basano sulle prospettive di inflazione, sulle dinamiche inflazionistiche sottostanti e sulla trasmissione delle politiche, prevediamo che la Bce continuerà a prevedere tagli dei tassi nelle riunioni sulle stime dei suoi esperti e ci aspettiamo il prossimo taglio dei tassi a settembre.
  • Attualmente il mercato prevede altri 45 punti base di tagli dei tassi per quest’anno. L’attuale tasso terminale di circa il 2,5%, superiore alla maggior parte delle stime su un tasso neutrale per l’area dell’euro, indica un’elevata preoccupazione per l’inflazione dell’ultimo miglio.
  • Nel complesso, le valutazioni di mercato sembrano ragionevoli e attualmente sono sostanzialmente in linea con la nostra previsione di base, che da tempo vede tre tagli per quest’anno.

DWS: “la dipendenza dai dati rimane elevata. Nessun impegno”

Si è espresso sulle prossime mosse di Lagarde anche Ulrike Kastens, economista della divisione europea di DWS, sostenendo che “la riunione di politica monetaria della Banca Centrale Europea (Bce) non sarà, con ogni probabilità, movimentata a luglio”.

“In linea con le aspettative del mercato – ha continuato Kastens – non ci aspettiamo alcun taglio dei tassi di interesse da parte della banca centrale. Il tasso di deposito dovrebbe rimanere al 3,75%” e, “poiché non ci sono nuove proiezioni sulla crescita e sull’inflazione, è improbabile che la comunicazione cambi: la dipendenza dai dati rimane elevata, le decisioni vengono prese riunione per riunione e non c’è alcun impegno preliminare per un eventuale taglio dei tassi di interesse a settembre”.

“Attualmente, – si legge nel commento dell’economista di DWS – la Bce valuta la propria politica monetaria come più restrittiva rispetto al settembre 2023, data dell’ultimo rialzo del tasso di interesse di riferimento. I chiari progressi nell’andamento dell’inflazione lasciano alla Bce un certo margine di manovra per adeguare il grado di restrizione. Dati salariali più moderati nel secondo trimestre del 2024 dovrebbero aprire la strada a un altro taglio dei tassi di interesse a settembre”.

FT: cautela con crescita salari +5% e inflazione servizi oltre +4%

L’FT ha messo intanto in evidenza che, tra gli elementi che danno ragione ai falchi della Bce, ci sono la crescita dei salari su base annua del 5% circa e l’inflazione dei servizi superiore al 4%, fattori che inducono necessariamente alla “cautela”.

Le posizioni hawkish sui tassi fanno notare inoltre che il tasso di disoccupazione dell’area euro viaggia al minimo record del 6,4% e che, guardando ai fondamentali dell’economia del blocco, emerge che la Bce non dovrebbe avere alcuna urgenza di tagliare di nuovo i tassi.

Mark Wall, responsabile economista europeo di Deutsche Bank, ha sottolineato a tal proposito all’FT che la Bce vuole avere il pieno potere e la piena libertà su quando e quanto tagliare, mettendo in evidenza che “i falchi hanno bisogno di essere più convinti del fatto che l’inflazione dei salari stia facendo una svolta e che l’inflazione dei servizi stia rallentando, prima di tornare a tagliare i tassi”.

Dall’altra parte ci sono però le colombe, che avvertono che gli ultimi dati relativi alla crescita dell’area euro hanno già confermato che il Pil del blocco sta perdendo slancio e che segnalano allo stesso tempo che anche i margini di profitto stanno iniziando a contrarsi, fenomeno che indicherebbe come le aziende stiano assorbendo i costi del lavoro più alti, invece che trasferirli ai clienti.

In occasione del forum di Sintra organizzato dalla stessa Bce, è stata  la stessa Christine Lagarde a fare il punto della situazione, sottolineando che “la solidità del mercato del lavoro indica che abbiamo tempo per raccogliere nuove informazioni, ma abbiamo anche bisogno di ricordarci che l’outlook sulla crescita rimane incerto”.

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Lagarde alle prese con percorso accidentato di disinflazione

A snocciolare le proprie previsioni è stato anche François Rimeu, Senior Strategist di Crédit Mutuel Asset Management:

“La Banca centrale europea (Bce) dovrebbe mantenere invariati i tassi di riferimento nella riunione di luglio, dopo aver iniziato a ridurre i tassi di interesse a giugno”, ha detto Rimeu, prevedendo un comunicato da parte dell’Eurotower “sostanzialmente invariato”.

Rimeu ha continuato, presentando le aspettative di Crédit Mutuel Asset Management.

A suo avviso, in un contesto in cui “i membri del Consiglio direttivo (CG) sono orientati a ribadire i tassi di interesse chiave, in particolare il tasso sui depositi al 3,75% e a fronte di una inflazione dei servizi ‘rimasta ‘aderente’ con un tasso annuo del 4,1% a giugno, mantenendo l’inflazione core al 2,9%, e con un mercato del lavoro forte”, la Banca centrale europea “probabilmente indicherà che il percorso accidentato del processo di disinflazione verso il 2% richiede che le decisioni di tagliare i tassi di policy siano prese con attenzione e gradualità”.

L’outlook, per la giornata di oggi, è dunque di una Christine Lagarde che “ribadirà che le decisioni monetarie continueranno a dipendere dai dati, al fine di mantenere massima flessibilità per le riunioni future”.

Ancora, Francoforte “dovrebbe confermare che ulteriori tagli dei tassi sono probabili se i dati in arrivo confermeranno che l’inflazione della zona euro si sposterà verso l’obiettivo del 2% entro la fine del 2025″.

Insomma, per Crédit Mutuel Asset Management il vertice di domani “sarà probabilmente un non-evento”.

“Non si prevede che la presidente della Bce fornisca una chiara indicazione futura, poiché le proiezioni macroeconomiche saranno rivalutate a settembre. Pertanto, questa riunione dovrebbe avere un impatto limitato sui mercati finanziari”, ha concluso lo strategist.

Quanti tagli tassi nel 2024 e anche nel 2025

Anche Ebury ha scritto di non aspettarsi nessuna sorpresa dal meeting di luglio del Consiglio direttivo:

Roman Ziruk, analista senior dei mercati e Matthew Ryan, responsabile della divisione di strategia sui mercati, hanno scritto che è improbabile, inoltre, che la Bce consegni ai mercati una “chiara forward guidance”.

Lagarde potrebbe tuttavia a loro avviso segnalare la possibilità di un taglio dei tassi a settembre.

Ziruk e Ryan hanno ricordato d’altronde che i mercati “prezzano ampiamente tagli (dei tassi) a settembre e a dicembre”: un outlook “che è il nostro scenario di base”.

In un articolo di Morningstar si legge infine che, “se il consensus degli analisti si dimostrerà accurato, il tasso principale di rifinanziamento e il tasso sui depositi si attesteranno rispettivamente al 3,75% e al 3,25% alla fine dell’anno“.

Gli analisti in ogni caso non credono – si legge nell’articolo – che con il 2024 terminerà il ciclo dei tagli dei tassi della Bce.

“Al momento, il mercato prezza un tasso sui depositi terminale pari al 2,5%, fattore che implica altri tre tagli dei tassi di 25 punti base nel 2025″.

Così si legge intanto nell’altra nota dedicata a quanto farà la Bce oggi, firmata dal Global Credit Team di Algebris Investments, società di gestione del risparmio globale:

“La Bce manterrà i tassi invariati giovedì, dopo il taglio effettuato nella precedente riunione di giugno. Le recenti stime sull’inflazione sono rimaste ferme, con l’inflazione core invariata al 2,9%. Il discorso della Bce a Sintra è stato cauto ed è probabile che la Bce aspetti fino a settembre per giustificare un altro taglio con nuove proiezioni. I mercati assegnano l’85% di probabilità per un taglio a settembre e vedono circa 2 tagli in totale entro la fine dell’anno”.

A commentare la situazione in cui versa la Bce anche Martin Wolburg, senior economist presso Generali Investments, che ha scritto in una nota che, “sebbene la Presidente Lagarde avesse annunciato l’inizio di un processo di ‘ridimensionamento’ nella precedente riunione di politica monetaria, è estremamente improbabile un intervento sui tassi nella riunione” di oggi.

L’inflazione dei servizi ostinatamente elevata e il recente aumento dell’indicatore di crescita dei salari manterranno il Consiglio direttivo su una traiettoria prudente. Dalle comunicazioni della Bce abbiamo dedotto che ulteriori misure di allentamento dovranno essere verificate con l’aggiornamento delle prospettive macro previsto per settembre. Prevediamo che nella conferenza stampa di domani la signora Lagarde esprimerà un atteggiamento attendista e dovish e ci aspettiamo il prossimo taglio dei tassi entro settembre”, hanno concluso da Ebury.