Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Trump avverte la Fed: ‘niente tagli tassi prima delle elezioni Usa’. A Powell: potrà restare, ma faccia la cosa giusta

Trump avverte la Fed: ‘niente tagli tassi prima delle elezioni Usa’. A Powell: potrà restare, ma faccia la cosa giusta

17 Luglio 2024 09:28

Avvertimento di Donald Trump a Jerome Powell, presidente della Fed, banca centrale Usa.  Powell non si azzardi a tagliare i tassi di interesse prima delle elezioni Usa del prossimo 5 novembre. E’ quanto ha detto il candidato repubblicano all’Election Day ed ex presidente degli Stati Uniti in un intervista rilasciata a Bloomberg BusinessWeek alla fine di giugno, pubblicata ieri, nel secondo giorno della convention RNC (Republican National Convention) in corso a Milwakee, Wisconsin.

L’ex presidente americano, che si è presentato alla convention repubblicana con l’orecchio destro bendato dopo l’attentato di venerdì scorso 13 luglio, a Butler, Pennsylvania, è stato accolto dall’ovazione dei suoi sostenitori, forte di una popolarità tra l’elettorato americano che sarebbe destinata anche a crescere ulteriormente, secondo gli analisti, dopo il tentato assassinio.

Trump minacciaa Powell: non tagli tassi prima delle elezioni Usa

In occasione dell’evento di Milwakee, Bloomberg ha pubblicato l’intervista rilasciata da Donald Trump alla fine di giugno, riassunta nell’articolo Trump on Taxes, Tariffs, Jerome Powell and More“.

Diverse le dichiarazioni che il tycoon ha rilasciato a Bloomberg Businessweek nell’incontro che si è svolto nella sua sontuosa villa di Mar-a-Lago, in Florida.

Tra queste l’avvertimento-minaccia, con tanto di ricatto, al presidente della Fed Jerome Powell.

Intanto, ha detto Trump, il timoniere della banca centrale americana si astenga dal tagliare i tassi sui fed funds prima delle elezioni Usa del prossimo 5 novembre.

Il motivo? Semplice: se la Fed tagliasse i tassi nella riunione di settembre del Fomc, il suo braccio di politica monetaria – come peraltro ora i mercati scommettono con una probabilità pari al 100% – a beneficiare della sforbiciata in termini di popolarità pre-elezioni Usa sarebbe l’attuale presidente americano e suo sfidante alla Casa Bianca Joe Biden.

E’ tutto inciso in quanto riportato da Bloomberg:

The Fed, he warns, should abstain from cutting rates before the November election and giving the economy, and Biden, a boost. Wall Street fully expects two interest-rate cuts before the end of the year, including one, crucially, before the election. “It’s something that they know they shouldn’t be doing,” he says. 

Da Trump no “You’re fired!” a Powell, a patto che faccia la cosa giusta

Trump ha dichiarato a Bloomberg che consentirà a Jerome Powell di sedere sullo scranno più alto della Federal Reserve fino alla scadenza del suo mandato (nel maggio del 2026), a patto che il banchiere centrale faccia la cosa giusta.

E la cosa giusta è tagliare i tassi di interesse, come Trump ha spesso invocato nei suoi continui attacchi lanciati contro Powell, ma quando (e se) l’inquilino della Casa Bianca sarà l’ex presidente, non quando presidente sarà ancora Joe Biden.

Insomma, niente taglio a settembre da parte della Fed, ‘ordina’ Trump:

“E’ qualcosa che sanno che non dovrebbero fare”, ha detto il tycoon, riferendosi agli esponenti della banca centrale americana.

Peccato che i mercati ora puntino su un taglio dei tassi proprio a settembre da parte della Fed, sulla scia di alcuni elementi clou, come la recente pubblicazione dell’inflazione Usa misurata dall’indice dei prezzi al consumo – che ha confermato come negli Stati Uniti il processo disinflazionistico, dopo la pausa di inizio anno, si sia riattivato – e come le recenti dichiarazioni sui tassi e sulla loro futura direzione rilasciate dal presidente della Fed Jerome Powell.

Nel suo discorso proferito due giorni fa all’Economic Club di Washington  il presidente della Fed Jerome Powell ha affermato che “nell’attendere che l’inflazione scenda al 2%, il rischio probabile è quello di finire con l’aver aspettato per troppo tempo (a iniziare a tagliare i tassi)”.

Con questa frase, le speculazioni dei trader su un taglio dei tassi Usa a settembre  (la riunione di luglio dovrebbe confermarsi in vece un non evento) si sono ulteriormente infiammate.

LEGGI ANCHE

Fed e taglio tassi: Powell, l’inflazione Usa e l’ammissione attesa dai mercati

Da inflazione Usa semaforo verde a taglio tassi Fed? Per Powell c’è anche un segno meno

Risultato: i mercati scommettono sulla probabilità che la Fed di Powell faccia il grande passo sui tassi, tagliandoli dopo la continua carrellata di rialzi degli anni 2022-2023 atti a far rientrare la minaccia dell’inflazione, nella riunione di settembre.

Una sforbiciata nella riunione immediatamente successiva alla pausa estiva è prezzata ormai dai mercati, per la precisione, con una probabilità pari al 100%, come emerge dallo strumento CME FedWatch.

Per quanto riguarda la possibilità che Trump, se e una volta rieletto, cacci Jerome Powell, stavolta il presidente americano non ha detto “You’re fired!” ma ha fatto una concessione con tanto di ricatto:

“Lo farei continuare (fino alla scadenza del suo mandato), specialmente nel caso in cui ritenessi che stesse facendo la cosa giusta”.

Un ricatto, praticamente, che rischia a questo punto di mandare in confusione la stessa Wall Street insieme al mercato dei Treasury Usa, visto che sono questi gli asset finanziari più direttamente interessati dalle decisioni di politica monetaria della Federal Reserve.

Taglio Fed a settembre si o no? Wall Street rischia il caos?

Fermo restando che Wall Street continua a inanellare nuovi record della storia, va detto che negli ultimi giorni l’azionario Usa è stato oggetto di una grande rotazione, che ha visto i trader spostare le loro scommesse dalle Big Tech o anche Magnifici 7 , in generale dal Nasdaq, verso i titoli ciclici e le small cap, proprio in quanto le speculazioni su un taglio dei tassi nel mese di settembre si sono decisamente rafforzate.

LEGGI ANCHE

Wall Street: Nasdaq KO con dato inflazione Usa-scommesse tassi Fed. Fuga dai Magnifici 7: rotazione verso questi titoli?.

A beneficiare in queste ultime sessioni, inclusa quella di ieri, è stato così soprattutto l’ indice Dow Jones. che ieri ha chiuso al nuovo valore record riportando anche la seduta migliore dal giugno del 2023.

Molto bene anche le small cap del Russell 2000, che ieri è balzato di oltre il 3%, nel suo quinto giorno di contrattazioni all’insegna degli acquisti.

Soltanto nell’ultima settimana, riporta la CNBC, il Russell 2000 è volato di oltre l’11%, l’indice delle blue chip è salito di oltre il 4%, mentre il Nasdaq è avanzato di appena lo 0,4% nello stesso arco temporale.

Ma ora come reagiranno i mercati al fatto che Trump abbia detto alla Fed no a un taglio dei tassi prima delle elezioni Usa del prossimo 5 novembre, negando inoltre da un lato quanto precedente asserito, ovvero che non ci sarà nessun defenestramento per mano sua di Jerome Powell ma allo stesso tempo non facendo nulla per calmare chi teme che il magnate, se rieletto, tenterà di pilotare le decisioni di politica monetaria della banca centrale?

Quegli attacchi storici di Trump contro Powell nelle vesti di presidente Usa

Diversi gli attacchi che Trump, negli anni in cui è stato presidente degli Stati Uniti, ha lanciato contro la Fed di Jerome Powell.

La Federal Reserve guidata da Jerome Powell, è stata accusata da Trump più volte di non essere stata più dovish sui tassi, soprattutto rispetto ad altre banche centrali dei paesi avanzati (vedi Bce e Bank of Japan, ma non solo).

Alla fine di novembre del 2019, Trump presentava orgoglioso il trend di Wall Street, non esimendosi dal tuonare contro Powell.

Dall’Election Day che aveva decretato la sua vittoria, ricordava Trump, lo S&P 500 era salito di oltre +45%, il Dow Jones più del 50%, il Nasdaq Composite +60%.

Ma queste performance, aveva sostenuto l’ex presidente, avrebbero potuto essere ancora più stellari, se non fosse stato per la riluttanza della Fed.

“Se la Federal Reserve avesse lavorato insieme a noi, avremmo potuto aggiungere un altro +25% a tutti questi numeri. Ve lo garantisco“, aveva detto in quell’occasione, che aveva confermato l’America First di Trump contro tutto e tutti.

E non era certo la prima volta che Trump strepitava contro la banca centrale Usa, non abbastanza dovish per i suoi gusti.

Al punto da scrivere su X ex Twitter:

The Federal Reserve should get our interest rates down to ZERO, or less, and we should then start to refinance our debt. INTEREST COST COULD BE BROUGHT WAY DOWN, while at the same time substantially lengthening the term. We have the great currency, power, and balance sheet…..”

E ancora:

“Gli Usa dovrebbero pagare sempre il tasso di interesse più basso. Ma quale inflazione! E’ solo l’ingenuità di Jay Powell e della Federal Reserve che non ci permette di fare quello che gli altri paesi stanno già facendo! Stiamo perdendo l’opportunità della vita per colpa di fessi!”

LEGGI ANCHE

Fed taglia i tassi ma si conferma non abbastanza dovish. Trump strepita, trader ancora scossi per shock tassi repo

Da Trump nuove pressioni sulla Fed di Powell: “tagli tassi a zero e anche oltre”