Notizie Notizie Italia ‘Italia anti Mes rischia con banche e BTP’. L’ABI non ci sta e risponde al Financial Times

‘Italia anti Mes rischia con banche e BTP’. L’ABI non ci sta e risponde al Financial Times

4 Agosto 2023 12:23

L’economista tedesco Moritz Kraemer, ex S&P, ha criticato aspramente il governo Meloni per il suo no al Mes, mettendo in evidenza, tra i diversi fattori, la vulnerabilità delle banche italiane. Citato il doom loop con i BTP e il caso Mps. Il direttore generale dell’Abi Giovanni Sabatini non ci sta.

E ora, sulle banche italiane, l’ABI striglia il Financial Times: Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Associazione Bancaria Italia (ABI) ha scritto direttamente al quotidiano britannico, rispondendo per le rime all’articolo pubblicato lo scorso 26 luglio da Moritz Kraemer Italy’s blocking of the ESM is an act of self-sabotage”.

Kraemer ha fatto riferimento al dossier del Mes, definendo l’atteggiamento del governo Meloni nei confronti del Meccanismo europeo di Stabilità un atto di auto-sabotaggio.

E ricordando, in particolare, la vulnerabilità delle banche italiane, alle prese con l’eterno abbraccio mortale, il doom loop, con i BTP, più in generale i titoli del debito pubblico italiano.

In quell’articolo, il settore bancario italiano è stato definito, ha ricordato Giovanni Sabatini, “molto vulnerabile”: una definizione che, per il direttore generale dell’Abi, non rispecchia più la nuova realtà dei fatti, e che ricalca, piuttosto, una narrativa ormai superata.

Abi, la lettera di Sabatini sul Financial Times: banche italiane robuste, articolo non riflette realtà

La lettera di Sabatini è stata pubblicata dallo stesso Financial Times in data 2 agosto 2023.

“La descrizione del settore bancario italiano come altamente vulnerabile, fornita da Moritz Kraemer nella sua opinione comunque interessante ‘Italy’s blocking of the ESM is an act of self-sabotage’ m sembra attingere più alle cronache del passato che ai dati recenti. Contrariamente a questa narrativa, gli ultimi rapporti arrivati dalle autorità bancarie e dagli analisti presentano dati ufficiali che dimostrano condizioni di salute robuste per le banche italiane, anche rispetto al più ampio panorama europeo”.

Banche italiane, Sabatini: indicatori chiave spesso superiori alla media europea

“Nel corso dell’ultimo decennio,  indicatori chiave come quelli relativi alla capitalizzazione, alla qualità degli asset e all’efficienza hanno fatto progressi significativi”, ha fatto notare Giovanni Sabatini, aggiungendo che questi indicatori “si sono spesso attestati a valori superiori alla media europea”.

E “gli ultimi numeri sulla redditività confermano ulteriormente le elevate posizioni che le banche italiane ricoprono nelle classifiche europee”.

Sabatini ha risposto all’articolo pubblicato sul Financial Times nella sezione ‘Opinioni’ firmato da Moritz Kraemer, che si era rivolto all’Italia con toni decisamente severi.

Oltre a essere capo economista della banca tedesca, Moritz Kraemer è Senior Fellow del Centro di Finanza sostenibile dell’Università SOAS di Londra.

Diverse le cariche ricoperte in precedenza, tra cui si segnala la posizione di responsabile della divisione globale di debiti sovrani dell’agenzia di rating S&P.

A lui va riconosciuta tra l’altro proprio la paternità dell’espressione doom loop, ovvero di abbraccio mortale tra BTP e banche italiane.

Moritz Kraemer: no scudo salva BTP se Italia non ratifica il Mes

Nell’articolo dei tanti che è solito pubblicare sul Financial Times, Moritz Kraemer è andato anche oltre le critiche rivolte al no del governo Meloni contro il Mes, consigliando alla Bce di Christine Lagarde di non utilizzare a favore dell’Italia lo scudo anti-spread salva BTP – il piano TPI annunciato lo scorso anno – a meno che il paese non approvi la ratifica del Meccanismo europeo di stabilità.

Sarebbe una pazzia se l’Italia, considerata l’anello più debole dell’area euro, decidesse di andare per la sua strada. Ma, a prescindere da quello che vuole fare, Roma non deve mettersi in mezzo ostacolando chi intende proteggere i contribuenti europei e rendere le banche dell’Eurozona più sicure”.

In tutto questo, la Bce di Lagarde ha insomma un potere, secondo Kraemer:

“chiarire che l’TPI sarebbe l’ultima risposta, soltanto se altri strumenti di sostegno dell’Europa avessero fallito” nell’intento. “Non riconoscendo il MES alla stregua di uno questi strumenti, dunque, “l’Italia verrebbe esclusa dal beneficiare dell’TPI”.

Uno scudo, quello del TPI-Transmission Protection Instrument – che, tra l’altro, secondo alcuni neanche sarebbe di facile applicazione, nel caso dell’Italia.

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Moritz Kraemer:  Italia contro Mes con trauma lettera 2011 a Silvio Berlusconi

Capo economista della banca tedesca LBBW, Kraemer non ha risparmiato più di un rimprovero al governo Meloni, criticandolo per la decisione di bloccare il Mes.

“Un grande ostacolo impedisce al MES di sostenere le banche dell’area euro in momenti di crisi. Questo ostacolo si chiama Italia”.

Kraemer ha parlato di tentativo, da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, di proporre all’Europa uno scambio: l’approvazione del Mes da parte dell’Italia in cambio di regole fiscali (dunque regole su debiti e deficit, all’interno del nuovo Patto di stabilità e di crescita) meno rigide“.

“Queste due questioni – ha obiettato l’economia – sono totalmente scollegate, fattore che rende l’atteggiamento di Roma niente altro che un ricatto”.

“All’interno della politica italiana, la parola MES equivale a una sofferenza economica e all’austerity”, ha ricordato Kraemer, facendo riferimento allo spettro di quella lettera famosa, del 2011, che l’allora presidente della Bce Jean-Claude Trichet inviò all’allora presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi:

“Trichet fu molto esplicito nell’illustrare i passi concreti che il governo italiano avrebbe dovuto fare per mitigare la crisi. Poco dopo, Berlusconi si dimise e venne sostituito dal tecnocrate Mario Monti”.

L’economista ha spiegato così la genesi dell’opposizione dell’Italia nei confronti del Meccanismo europeo di stabilità.

Una opposizione che, nelle ultime settimane e negli ultimi mesi, è stata più volte rimarcata, oltre che da Meloni, dal leader della Lega, vice premier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

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Mes, Kraemer: rifiuto Italia atto di autolesionismo. Banche tra le più deboli

Ma a prescindere da quelli che potrebbero essere gli eventuali motivi di natura psicologica che assillano l’Italia, ha continuato l’economista tedesco, “il rifiuto di ratificare il trattato Mes è un atto irrazionale di autolesionismo”.

“Più che tenere in ostaggio il resto dell’Europa con il Mes, l’Italia si sta comportando come qualcuno che si sta puntando la pistola alla tempia, urlando che, se non otterrà ciò che vuole, premerà il grilletto”.

Il punto  – ed è questa la frase che ha indotto Giovanni Sabatini, direttore generale dell’ABI, a scrivere all’FT,  è che “l’Italia ha uno dei sistemi bancari più vulnerabili dell’Europa”.

‘Mps potente richiamo alla fragilità del sistema bancario italiano’

Kraemer ha fatto riferimento al dossier Mps – che, proprio oggi,  ha pubblicato una solida trimestrale, annunciando di aver concluso il secondo trimestre del 2023 con un balzo dell’utile netto pari a +62,6% rispetto al primo trimestre, a 383 milioni di euro, e di aver terminato il primo semestre dell’anno con utili netti a 619 milioni, circa 12 volte il risultato netto del primo semestre del 2022.

Monte dei Paschi di Siena è stata definita dall’economista tedesco “potente richiamo alla fragilità” del sistema bancario italiano.

Ma Kraemer non si è fermato qui, ricordando anche l’abbraccio mortale, il cosiddetto doom loop tra i BTP e le banche italiane, ovvero tra il sistema bancario made in Italy e il debito pubblico del paese.

Doom loop, troppi BTP nei bilanci delle banche

Le banche italiane detengono una quantità eccessiva dei loro asset nei titoli di stato italiani – ha scritto l’economista – Il ‘doom loop’ è vivo e vegeto”.

Il che significa che un “qualsiasi eventuale sell off che colpisse i bond sovrani (dunque BTP) attaccherebbe il sistema bancario italiano in modo più forte rispetto a quanto accadrebbe in qualsiasi altro sistema dell’Europa, fattore che rende l’ostinazione di Roma (a dire no alla riforma del Mes) sconcertante”.

Di conseguenza, secondo Moritz Kraemer, “una nazione vulnerabile finanziamente come l’Italia non sarebbe una vittima innocente del male degli speculatori se decidesse di rifiutare la protezione che potrebbe essere fornita dal Mes. Il blocco del Mes da parte dell’Italia renderebbe il paese colpevole, non vittima”.

Sabatini: banche tra più solide in Ue, opinioni Mes siano avallate da fatti

Parole pesanti per l’Italia, il governo Meloni e le banche italiane, che Giovanni Sabatini ha deciso di smentire con la pubblicazione di una lettera all’Ft.

Riferendosi ai recenti dati che hanno confermato la solidità delle banche italiane – vedi i risultati degli stress test lanciati dall’Eba (Autorità bancaria europea) e dalla Bce – Giovanni Sabatini ha scritto nero su bianco che questi numeri sono stati “raggiunti con un aiuto pubblico minimo, a eccezione di una sola banca che è stata nazionalizzata e che ora sta attraversando un processo di privatizzazione dopo aver completato con successo un percorso di ripresa”. (per l’appunto, Mps).

“Questi fattori fanno del settore bancario italiano uno dei più solidi dell’Unione europea – ha sottolineato il direttore generale dell’Abi – In più, vale la pena di considerare che il contesto economico in cui le banche italiane operano, che sta riportando una crescita più forte rispetto a quella di molti altri paesi Ue, lasciando perdere quelli che hanno sofferto una crescita negativa del Pil”. Che, per dovere di cronaca, bisogna sottolineare, ha colpito però anche l’Italia nel secondo trimestre.

“Nel dibattito sul Meccanismo europeo di stabilità (Mes), -ha concluso Giovanni Sabatini – tutte le opinioni sono legittime, ma la loro credibilità venga avallata dai fatti”.

In poche parole, “le attuali condizioni di salute del sistema bancario italiano confutano le narrative del passato”.

Fatti positivi, per le banche italiane, sicuramente ce ne sono, come è emerso dai risultati degli stress test dell’Eba e della Bce, che hanno messo in evidenza come le banche italiane abbiano fatto anche meglio delle rivali francesi e tedesche.

Non è passato inosservato, inoltre, il record che ha visto protagonista Mps-Monte dei Paschi di Siena.

Detto questo, e a dirlo sono stati gli stessi banchieri italiani come Andrea Orcel, numero uno di UniCredit, e oggi Luigi Lovaglio, ceo del Monte dei Paschi, quell’assist che la Bce di Christine Lagarde ha dato alla redditività delle banche alzando continuamente i tassi nella sua lotta contro l’inflazione, prima o poi sarà destinato, inevitabilmente, a scemare.

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