Notizie Notizie Italia Stress test banche Eba-Bce: i risultati di UniCredit, Intesa, Mps & Co.

Stress test banche Eba-Bce: i risultati di UniCredit, Intesa, Mps & Co.

Pubblicato 29 Luglio 2023 Aggiornato 31 Luglio 2023 12:06

Stress test banche Eba-Bce: banche italiane meglio di banche francesi e tedesche. I risultati di UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banco BPM, Bper. E la sorpresa Mps-Monte dei Paschi di Siena

Stress test Eba-Bce, usciti i risultati.

Risultati positivi, visto che le banche europee in generale hanno superato la prova, lanciata e coordinata dall’Eba, l’Autorità bancaria europea, in collaborazione con la Banca Centrale Europea (BCE) e il Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board, ESRB).

Gli stress test dell’Eba hanno coinvolto 70 banche di 16 paesi europei, ovvero il 75% degli asset del settore bancario Ue.

Così come si legge sul sito dell’Eba, “questi stress test permettono alle autorità di controllo di valutare la resilienza delle banche Ue in un orizzonte di tre anni, sulla base sia di uno scenario di base che di uno scenario avverso”.

Lo scenario avverso, o anche worst case scenario contemplato dall’Eba è, si legge, “caratterizzato da gravi shock negativi sulla crescita economica, un tasso di disoccupazione più alto combinato con tassi di interesse e spread sui crediti più elevati”.

Riguardo al calo del Pil, ha precisato  l’Autorità bancaria europea, lo scenario avverso del 2023 è quello che ha previsto lo shock peggiore di tutti gli stress test finora condotti.

La Bce aveva annunciato, alla fine di gennaio del 2023, che avrebbe messo alla “prova di stress 99 banche in totale soggette a vigilanza diretta”.

Dall’ultimo comunicato con cui la Vigilanza della Bce ha reso noti i risultati degli stress test è emerso che, a essere state messe alla prova, sono state in tutto 98 banche su cui l’Autorità vigila direttamente.

Di queste, 57 rappresentano le banche più importanti dell’area euro e dunque sono state monitorate nella prova di stress test lanciata dall’Eba, autorità bancaria europea, sulle banche dell’Unione europea, in collaborazione con la Bce.

Le 41 banche rimanenti  sono invece banche di medie dimensioni esentate dagli stress test dell’Eba, messe alla prova dalla Vigilanza dell’Eurotower.

Insieme, le banche esaminate dalla Bce rappresentano l’80% degli attivi totali del settore bancario dell’area dell’euro.

Mentre venerdì scorso l’Eba ha pubblicato i risultati dettagliati per i 57 maggiori enti creditizi, la Bce ha diffuso i dati delle 41 banche di medie dimensioni. 

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Banche europee superano stress test Eba-Bce

La notizia positiva è che le banche europee hanno superato la prova. Dai risultati resi noti dall’Eba, è emerso infatti che “le banche europee rimarrebbero “resilienti” anche nel caso in cui lo scenario avverso si concretizzasse e l’Unione europea e il mondo intero soffrissero una grave recessione.

La resilienza delle banche Ue – si legge – riflette in parte la posizione di capitale solida presentata all’inizio dell’anno, con un fully-loaded CET1 ratio pari al 15%, che permette alle banche di far fronte all’erosione del capitale prevista nello scenario avverso”.

Una erosione che, nel caso del worst case scenario, sarebbe pari a 459 punti base, e che porterebbe il parametro del CET 1 ratio a scendere al 10,4%.

“Gli utili più alti e la migliore qualità degli asset riscontrata all’inizio del 2023 renderebbero più moderata l’erosione del capitale in caso di scenario avverso“.

Il che significa -precisa l’Eba – che, “nonostante perdite combinate per un valore di 496 miliardi di euro, le banche dell’Unione europea rimarrebbero capitalizzate in modo sufficiente, tale da riuscire a continuare a sostenere l’economia anche in momenti di gravi stress”.

Detto questo, considerato “l’elevato livello di incertezza macroeconomica”, l’Eba rimarca “l’importanza di rimanere vigili”, il che significa che “sia le autorità di vigilanza che le banche dovrebbero prepararsi a un possibile peggioramento delle condizioni economiche”.

Banche italiane battono banche di Francia e Germania

Detto questo, come hanno superato gli stress test dell’Eba le banche italiane?

La risposta è bene, al punto che, nel caso in cui si verificasse lo scenario avverso previsto dall’Eba, le banche italiane farebbero meglio anche delle banche di Francia e di Germania, con un capitale che si attesterebbe, in media, all’11,6%, rispetto a una percentuale compresa tra il 9% e il 10% per le banche francesi e tedesche.

Viene da dire che l’Italia batterebbe dunque Francia e Germania anche in questo settore, dopo averle battute come crescita del Pil nel 2023.

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La prova del nove arriva dai comunicati che sono stati diramati dalle stesse banche italiane esaminate negli stress test dell’Eba dopo la diffusione dei risultati diffusi dall’Autorità bancaria europea:

UniCredit: risultati stress test 2023

UniCredit, la banca guidata dal ceo Andrea Orcel, che questa settimana ha annunciato conti che hanno messo in evidenza il
miglior primo semestre di sempre, ha reso noto che, “nonostante lo scenario di stress più severo applicato quest’anno, la riduzione del livello di capitale” si è confermata, nel caso di worst case scenario, “significativamente minore che nei risultati dello stress test del 2021, grazie ad un punto di partenza molto più robusto basato su un miglioramento significativo nella generazione di capitale, una solida qualità dell’attivo e prudenti overlays”.

Piazza Gae Aulenti ha dunque sottolineato che “tutto ciò pone UniCredit in una buona posizione rispetto a potenziali shock macroeconomici”.

  • Nel caso di uno scenario base, UniCredit presenterebbe nel 2025 un CET1r fully loaded al 19,97%, 397 punti base superiore al CET1r fully loaded a fine dicembre 2022, e nel 2025 un CET1r transitional al 19,97%, 329pb in più rispetto al CET1r transitional a fine dicembre 2022.
  • Nel caso di uno scenario avverso, invece, nel 2025 il CET1r fully loaded di UniCredit sarebbe pari al 12,51%, 349pb in meno rispetto al CET1r fully loaded a fine dicembre 2022 e il CET1r transitional si attesterebbe al 12,51%, 417pb in meno rispetto al CET1r transitional a fine dicembre 2022.

“Il punto di arrivo del livello di capitale di UniCredit al 2025 è il più alto delle banche comparabili, grazie alla sua robusta capitalizzazione”, ha puntualizzato la banca italiana, ricordando che nel secondo trimestre del 2023 il CET1r fully loaded si è attestato al 16,64% e il CET1r transitional al 16,94%”.

La banca guidata dal ceo Andrea Orcel ha fatto notare inoltre che “quest’anno, per la prima volta, l’EBA ha pubblicato un’ulteriore informativa su bond holdings held at amortised cost”.

“Questi dati – ha spiegato – non includono l’impatto di coperture finanziarie a livello di portafoglio, pari per UniCredit a 1,8 miliardi di euro a dicembre 2022 e 1,9 miliardi di euro a febbraio 2023″.

“Considerando queste coperture, le differenze tra il carrying amount e il fair value sono uguali rispettivamente a 1,5 miliardi di euro e 1,2 miliardi di euro, significativamente più basse di quanto divulgato da EBA, confermando così il nostro approccio prudente alla copertura del rischio di tasso di interesse collegato al portafoglio di investimento”.

Intesa SanPaolo conferma solidità anche in scenari complessi

Intesa SanPaolo, banca italiana guidata dal ceo Carlo Messina, ha annunciato anch’essa i risultati degli stress test, rendendo noto che:

  • Il “coefficiente patrimoniale Common Equity Tier 1 ratio (CET1 ratio) fully loaded risultante dallo stress test” è pari, nel caso dello scenario di base, al 14,02% nel 2023, 14,47% nel 2024, 14,85% nel 2025.
  • Nello scenario avverso, per gli anni 2023, 2024, 2025, il parametro scende invece rispettivamente al 10,36% 10,78% 10,85% rispetto al dato di partenza, registrato al 31 dicembre 2022, pari a 13,53%.

“I risultati dello stress test evidenziano la capacità di Intesa Sanpaolo di confermare la propria solidità anche in scenari complessi, grazie al modello di business ben diversificato e resiliente”, si legge nel comunicato della banca gestita dal ceo Messina.

I numeri di Banco BPM

Banco BPM ha reso noto che, nello scenario di base, il CET 1 ratio fully loaded è pari a 14,6% al 2023, al 16,5% al 2024 e al 17,4% al 2025).

Nello scenario avverso il CET 1 ratio fully loaded sarebbe pari all’8,5% al 2023, all’8,7% nel 2024 e al 9% nel 2025.

“Entrambi i risultati rispettano ampiamente i requisiti minimi regolamentari sia nello scenario Baseline che Avverso”, si legge nel comunicato della banca italiana guidata dal ceo Giuseppe Castagna.

Banco BPM ha puntualizzato che la banca, “pur in uno scenario Adverse particolarmente peggiorativo rispetto allo scenario adottato nell’esercizio di stress test 2021, ha raggiunto risultati migliori su un orizzonte temporale omogeneo” e ha ricordato che, “in particolare, nel precedente esercizio lo scenario Adverse portava a un CET1 ratio fully loaded post impatti di 7,0% al termine dei 3 anni (9,0% al termine dei 3 anni nell’esercizio 2023, in crescita di 2 punti percentuali).

Mps-Monte dei Paschi di Siena: risultati stress test migliori di sempre

Ecco cosa succederebbe invece a Mps-Monte dei Paschi di Siena. I risultati sono stati resi noti dalla stessa banca senese, particolarmente attenzionata dal mercato per le ripetute crisi che l’hanno vista protagonista. La banca guidata dal ceo Luigi Lovaglio, controllata dal Tesoro, azionista di maggioranza con una quota del capitale del 64% circa, rimane osservata speciale:

  • Il Common Equity Tier 1 ratio (CET1%) fully loaded al 2025 risultante dallo stress test (fra parentesi la variazione rispetto al dato di 15,64% del 31 dicembre 2022) è pari, nel caso dello scenario di base, al 18,61% (+297bps), che sale a 19,83% (+419bps) fattorizzando l’effetto della riduzione dei costi del personale sopra indicati.
  • Nello scenario avverso, il parametro di Mps è pari al 10,13% (-551bps), che sale a 11,98% (-366bps) fattorizzando l’effetto della riduzione dei costi del personale sopra indicati. +2 p.p.).

“I risultati – si legge nel comunicato della banca senese – come indicato nella nota da EBA, non considerano, per i vincoli metodologici, i benefici  in termini di maggiori utili e generazione di capitale  della riduzione dei costi del personale per 857 milioni di euro nel periodo 2023-2025, derivanti dall’uscita lo scorso 1° dicembre 2022 di oltre 4.000 persone”.

Mps Monte dei Paschi di Siena può vantare i risultati migliori di sempre negli esercizi di Stress Test.

L’esito degli stress conferma di fatto “la forte solidità raggiunta dal Gruppo e la sua capacità di generare una redditività sostenibile evidenziata da risultati netti positivi negli anni 2024 e 2025, anche nello scenario avverso, fattorizzando la riduzione dei costi del personale”.

La banca precisa che “i risultati dell’esercizio di simulazione non costituiscono previsioni né sulla performance finanziaria futura né sui ratio patrimoniali attesi del Gruppo Montepaschi”.

Rimarcato anche che “lo stress test europeo 2023 non prevede soglie minime da rispettare: è pensato per essere utilizzato ai fini del processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP)”

I risultati di Bper: confermata solidità patrimoniale

Bper ha messo in evidenza che i risultati degli stress test hanno confermato la propria “solidità patrimoniale”, ricordando il dato di partenza registrato al 31 dicembre 2022 pari al 12,04% in termini di CET 1 ratio fully loaded:

  • Nello scenario di base, il CET1 ratio fully loaded del 2025 è pari al 16,00%, 396bps in più rispetto al dato rilevato al
    31 dicembre 2022.
  • Nello scenario avverso, il CET1 ratio fully loaded nel 2025 è pari al 7,89%, 415bps in meno rispetto al dato rilevato al 31 dicembre 2022.

Bper precisa che “tali risultati non risultano confrontabili con quelli dell’omologo esercizio svolto nel 2021 da cui BPER è stata a suo tempo esclusa alla luce degli impatti derivanti dal progetto di acquisizione del ramo d’azienda dal Gruppo Intesa Sanpaol”.

Ancora, la banca ha messo in evidenza che “una parte dei risultati ottenuti tramite il processo di de-risking avvenuto nel corso del primo semestre 2023 non ha potuto essere tenuta in considerazione nell’ambito dell’esercizio in quanto relativa ad eventi non completamente finalizzati al 31 dicembre 2022 (data di riferimento dell’esercizio)”.