Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce: Lagarde conferma tassi, per ora no tagli. Scudo salva BTP anti-spread PEPP: l’annuncio

Bce: Lagarde conferma tassi, per ora no tagli. Scudo salva BTP anti-spread PEPP: l’annuncio

14 Dicembre 2023 15:59

La Bce di Christine Lagarde ha fatto oggi, giovedì 14 dicembre, il suo ultimo annuncio sui tassi del 2023.

Come da attese, l’Eurotower ha lasciato invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.

A dispetto dei BTP e dello spread BTP-Bund, la Bce ha annunciato inoltre la tabella di marcia che decreterà la fine dello scudo PEPP.

Per ora nessun riferimento alla possibilità di tagli ai tassi.

Lagarde ha rimandato infatti al mitttente speranze e speculazioni varie: ‘Non ne abbiamo proprio parlato”, ha detto, rispondendo alla domanda sulla possibilità che i tassi dell’area euro vengano sforbiciati.

SEGUI LA DIRETTA BCE

Annuncio sui tassi. Speranze tagli mercati confermate? La frase sull’inflazione

Così si legge nel comunicato della Bce, relativo alla decisione sui tassi e sugli altri strumenti di politica monetaria appena annunciata presa dall’Eurotower.

“Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento della Bce. L’inflazione, pur essendo diminuita negli ultimi mesi, tornerà probabilmente a registrare un temporaneo incremento nel breve periodo”.

Il nuovo outlook sull’inflazione dell’area euro

Annunciato oggi l’outlook aggiornato sull’inflazione:

“Secondo le ultime proiezioni per l’area dell’euro formulate dagli esperti dell’Eurosistema, (l’inflazione) dovrebbe ridursi gradualmente nel corso del prossimo anno, per poi avvicinarsi all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% nel 2025″.

Per la precisione, “nell’insieme gli esperti si attendono che l’inflazione complessiva si collochi in media al 5,4% nel 2023, al 2,7% nel 2024, al 2,1% nel 2025 e all’1,9% nel 2026″.

L’outlook sull’inflazione, rispetto all’esercizio di settembre, è stato così rivisto al ribasso “per il 2023 e soprattutto per il 2024”.

Per quanto riguarda l’inflazione di fondo, questa ha “ha registrato un’ulteriore flessione – ha confermato la Bce – Ma le pressioni interne sui prezzi rimangono elevate, principalmente per effetto della forte crescita del costo del lavoro per unità di prodotto”.

La view sull’inflazione core?

“Gli esperti dell’Eurosistema si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 5,0% nel 2023, al 2,7% nel 2024, al 2,3% nel 2025 e al 2,1% nel 2026″.

Le nuove stime sul Pil dell’area euro

La Bce ha confermato che le strette monetarie varate fino alla fine di settembre hanno sortito l’effetto desiderato, erodendo la crescita dell’inflazione.

Di fatto, la trasmissione di quei “passati incrementi dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con vigore all’economia”, si legge ancora nel comunicato.

Ma a erodersi ovviamente non è solo l’inflazione ma anche l’economia , con “le condizioni di finanziamento più restrittive” che “frenano la domanda, contribuendo al calo dell’inflazione”.

Di conseguenza, “gli esperti dell’Eurosistema si attendono che la crescita economica resti contenuta nel breve periodo”, per poi tornare a rafforzarsi.

“Oltre questo orizzonte, l’economia dovrebbe segnare una ripresa per effetto dell’incremento dei redditi reali – poiché le famiglie beneficiano del calo dell’inflazione e dell’aumento delle retribuzioni – e del miglioramento della domanda esterna.

Le stime sul Pil sono così di un aumento della crescita del Pil dell’area euro da una media dello 0,6% nel 2023 allo 0,8% nel 2024 e all’1,5% sia nel 2025 sia nel 2026.

Le stime sul prodotto interno lordo dell’area euro sono state riviste tuttavia al ribasso. Per il 2023 l’Eurotower prevede infatti ora una crescita pari a +0,6% (rispetto al +0,7% atteso in precedenza).

L’outlook del Pil del 2024 è stato tagliato inoltre dal +1% previsto in precedenza al +0,8%.

Confermata invece la stima per il 2025 su una crescita del Pil pari a +1,5%, stesso ritmo che la Bce prevede anche per il 2026.

Cosa succede a quello scudo anti-spread salva BTP della Bce

Per quanto riguarda la minaccia che incombe sui BTP e su tutti i bond euro, ovvero l’eventuale accelerazione del ritmo del   QT-Quantitative Tightening, e la fine dei giochi del PEPP, noto anche come QE pandemico, la  Bce ha preso la seguente decisione:

“Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del PEPP nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell’anno esso intende ridurre il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024″.

Se è vero che la fine ufficiale del QE pandemico è stata confermata alla fine del 2024, così come era stato ribadito più volte in precedenza, è altrettanto vero che la Bce ha precisato stavolta i modi e i tempi della fine di quel piano che viene visto come l’altro QE che continua a blindare soprattutto i paesi indebitati, Italia in primis.

L’annuncio era atteso con grande trepidazione, soprattutto dall’Italia, sia per il nodo eterno del debito pubblico che per l’altro problema a esso collegato, ovvero la necessità dello Stato italiano di rifinanziarsi attraverso l’emissione di nuovi titoli di stato.

Non per niente un attenti al QT è stato lanciato negli ultimi giorni dal governatore di Bankitalia, Fabio Panetta.

Vale la pena inoltre di ricordare che, oltre al rialzo dei tassi, fu lo stesso annuncio sulla fine del QE-Quantitative easing e sull’avvento del Quantitative Tightening a scatenare, in questo stesso periodo dell’anno scorso, la grande rabbia del governo Meloni, che ha caratterizzato tra l’altro questo anno 2023, con gli attacchi arrivati da diversi esponenti.

Quell’annuncio ha condizionato anche lo stesso calendario delle emissioni di titoli di stato del Tesoro italiano che, sulla scia del diktat di Meloni ‘più titoli di stato nelle mani degli italiani’, ha lanciato quest’anno un nuovo BTP: il BTP Valore, il cui successo è stato sbandierato con orgoglio dalla premier.

LEGGI ANCHE

Debito Italia & Co: emissioni BTP e bond euro con (e senza) Bce nel 2024

Bankitalia: Panetta plaude a calo inflazione, ma rimarca nodo debito (BTP). Bce non esageri con QT

La storia dei bazooka della Bce APP e PEPP

La Bce affossa i BTP: Crosetto e Salvini all’attacco

La Bce nel 2023: la lotta serrata di Lagarde contro l’inflazione dell’area euro

La Bce di Christine Lagarde si appresta a chiudere il 2023 con un messaggio piuttosto diverso rispetto a quello della fine del 2022 quando, nel fare gli auguri di Natale, irritò sicuramente non pochi nel garantire l’arrivo di nuovi rialzi dei tassi.

Una promessa che Lagarde ha mantenuto con una ostinazione tale da eguagliare la persistenza parole sue e non solo – che ha continuato a caratterizzare la crescita dell’inflazione dell’area euro, per gran parte di questo anno che si avvia alla conclusione.

Neanche gli appelli a fermare le strette monetarie lanciati da grandi economisti del calibro di Lucrezia Reichlein, al fine di non far sprofondare l’area euro in una pesante recessione, sono riusciti a fermare Lagarde che, secondo alcuni critici, è arrivata a fare della lotta all’inflazione una questione di principio, più che una necessità di politica monetaria.

“Non esiste solo l’inflazione”: faceva notare alla fine di luglio l’economista Reichlin, ex direttrice del dipartimento di ricerca della Bce durante la presidenza di Jean-Claude Trichet, dopo l’avvertimento che un anno prima circa era stato lanciato anche dal braccio destro dell’ex presidente del Consiglio Mario Draghi, Francesco Giavazzi.

Niente da fare: Lagarde avrebbe fatto di nuovo orecchie di mercante, alzando per l’ennesima volta i tassi, e ripetendo quel mantra che ha fatto ormai la storia del suo mandato:

l’inflazione rimane ancora troppo alta, per un periodo di tempo troppo lungo. Un mantra forgiato probabilmente ad hoc per nascondere quella grande cantonata che la sua Eurotower prese, insieme alla Fed di Jerome Powell, alla fine del 2021, quando commisse l’errore storico di considerare il rialzo dell’inflazione scattato con il reopening dell’economia europea dai lockdown del Covid-19 un fenomeno transitorio.

Certo, come avrebbe ripetuto più volte lei stessa in seguito, nessuno avrebbe potuto prevedere lo scoppio della guerra in Ucraina, provocato il 24 febbraio 2022 dall’invasione della Russia di Vladimir Putin.

Ma l’impressione è che Lagarde, così come Powell, abbia fatto di tutto, se non (per i critici) troppo, anche per rimuovere dalla memoria l’onta di aver sottovalutato la minaccia dell’inflazione.

Quella medicina scelta per sfiammare l’inflazione fatta di continui rialzi dei tassi, alla fine, il risultato l’ha dato, sia negli Stati Uniti della Fed, che nell’area euro della Bce.

E così Lagarde ha deciso di fermarsi, finalmente per molti, alla fine di ottobre, quando ha annunciato di aver lasciato invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%.

Tassi fermi anche oggi, come da attese. Ma i mercati speravano in una grande svolta dovish che, nel caso della Bce di Lagarde, non c’è stata. Tanto che la numero uno della Bce ha detto oggi che, della possibilità di varare un taglio dei tassi, oggi il Consiglio direttivo dell’Eurotower non ha affatto parlato. L’inflazione rimane inoltre motivo di ansia, visto che Lagarde ha ribadito la necessità “di non abbassare la guardia”.

Lagarde ha fatto riferimento in tal senso alla necessità di monitorare le informazioni sulla dinamica dei salari, a fronte di una inflazione domestica che, a suo avviso, non ha ancora dato grandi segnali di ritracciamento.

Insomma, se la Fed di Jerome Powell, nel suo ultimo atto del 2023,  ha dato ragione ai mercati, la Bce di Lagarde non lo ha sicuramente fatto.

La buona notizia è che quel bis dello shock di Natale paventato da alcuni non si è realizzato, almeno sul mercato dei titoli di stato italiani. Lo spread BTP-Bund ha bucato anzi la soglia dei 170 punti base, scivolando fino a 165 punti base, mentre i tassi dei BTP a 10 anni oscillano attorno al 3,80%.

LEGGI ANCHE

Fed: tassi fermi, attenti inflazione Powell e dot plot con tagli. Ultimo atto 2023

La Bce di Lagarde conferma tassi. Scudo salva BTP anti-spread PEPP: l’annuncio temuto

Bce: Tassi BTP sotto il 4%, spread a 170 pb. Ma con Lagarde rischio shock di Natale