Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce: effetto Lagarde su tassi BTP e spread. Scatta ansia PEPP

Bce: effetto Lagarde su tassi BTP e spread. Scatta ansia PEPP

28 Novembre 2023 11:35

Lo spread BTP-Bund torna a salire, all’indomani delle dichiarazioni sul bazooka monetario PEPP rilasciate dalla presidente della Bce, Christine Lagarde.

Nella sua audizione alla Commissione Affari economici e monetari del Parlamento europeo Lagarde ieri ha, di fatto, indicato la possibilità che la parola fine al piano noto anche come QE pandemico, per la precisione ai reinvestimenti del capitale rimborsato sui titoli in scadenza, venga pronunciata in via anticipata, prima della scadenza fissata per ora alla fine del 2024.

D’altronde, gli esponenti hawkish del Consiglio direttivo della banca centrale europea continuano da un po’ a chiedere che la Bce agisca per riportare la crescita dell’inflazione dell’area euro al target del 2% non solo con i tassi – che sono stati lasciati tra l’altro fermi nell’ultima riunione della fine di ottobre – ma, anche, con la fine di altri programmi, che per anni hanno rappresentato l’ossatura della sua politica monetaria.

Spread BTP-Bund in rialzo dopo parole Lagarde su PEPP

Lo spread BTP-Bund sale oggi di 4,4 punti base a 177 punti base, con i tassi dei BTP a 10 anni che avanzano di 4 punti base, al 4,33%.

Così la presidente della Bce Christine Lagarde, nella giornata di ieri, rispondendo a una domanda in occasione del suo intervento al Parlamento Ue:

“Abbiamo indicato che continueremo a portare avanti i reinvestimenti (del PEPP) almeno fino al 2024. Questa è una questione che discuteremo e valuteremo probabilmente all’interno del Consiglio direttivo in un futuro non troppo distante, riesaminando possibilmente questa proposta” (la proposta di staccare la spina in anticipo al piano PEPP).

Diversi sono stati infatti, anche nelle ultime settimane, gli esponenti della Bce che hanno chiesto a Francoforte la fine anticipata del piano.

Lagarde, dal canto suo, ha manifestato una maggiore cautela sull’eventualità di ritirare del tutto il programma, in un momento in cui, tra l’altro, il QT-Quantitative Tightening, chiesto subito a gran voce dai falchi dell’Eurotower, è diventato già realtà, mandando in soffitta il QE-Quantitative easing che era stato lanciato dalla Bce, un tempo capitanata da Mario Draghi.

Per i BTP, il pericolo di una accelerazione del Quantitative Tightening è noto da tempo.

Si è fatto riferimento spesso, infatti, al rischio di un “baratto” chiesto dai falchi, che avrebbero dato la loro approvazione all’opzione di lasciare i tassi di interesse dell’area euro fermi – così come è stato deciso alla fine di ottobre, per la prima volta dopo dieci rialzi consecutivi – , a patto tuttavia che l’Eurotower spingesse più forte sul pedale dell’acceleratore QT.

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Il trend dello spread BTP-Bund e dei tassi dei BTP nel 2023 e negli anni

A rischio il trend discendente che i tassi dei BTP hanno riportato da quando la Bce ha blindato per l’ennesima volta lo scudo PEPP,  con la sua ultima riunione del Consiglio direttivo di fine ottobre, blindando dunque anche la carta italiana?

Nell’arco di un solo mese, i rendimenti dei BTP decennali sono scesi di quasi 54 punti base.

I rendimenti rimangono tuttavia in rialzo di più di 38 punti base nell’ultimo anno.

Il valore più alto è stato testato il 18 ottobre scorso, quando i tassi sono scattati fino al 5,019%.

Il valore più basso dei tassi di quest’anno è stato toccato invece nell’ultimo anno al 3,605% il 7 dicembre del 2022.

Dal sito World Government Bonds emerge anche il trend storico dei tassi dei BTP a 10 anni.

Viene ricordato che i tassi dei BTP a 10 anni hanno testato il record di sempre ai tempi ben noti della crisi dei debiti sovrani, quando a rischio fu la stessa sopravvivenza dell’euro, volando fino al 7,287% il 25 novembre del 2011.

Il valore più basso dei rendimenti veniva toccato invece in attesa della formazione del governo Draghi (iniziato ufficialmente il 13 febbraio), allo 0,448%, l’11 febbraio 2021.

Cosa ha annunciato la Bce sul PEPP

Nell’ultima riunione dello scorso 26 ottobre, la Bce ha annunciato che, “per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024″.

“In ogni caso – ha sottolineato l’Eurotower, stando a quanto emerge dal comunicato – la futura riduzione graduale del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento della politica monetaria”.

“Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia”, ha precisato ancora la Bce, riferendosi a quella che è una caratteristica principale del piano del QE pandemico, ovvero la sua flessibilità.

Una flessibilità tale che ha permesso alla Bce di acquistare fin da subito anche i titoli con rating “junk”, come quelli della Grecia (a tal proposito va puntualizzato che il rating dei bond greci è stato riportato dalle agenzie Dbrs e Standard & Poor’s nel ‘club’ dei titoli con rating ‘investment-grade’, uscendo così dal girone junk (spazzatura) in cui erano rimasti per più di dieci anni).

Tornando all’Italia, se i tassi dei BTP e lo spread BTP-Bund hanno iniziato a puntare verso il basso dopo essere scattati successivamente alla presentazione della Nadef  e della legge di bilancio del governo Meloni, è stato proprio perchè la Bce di Christine Lagarde ha deciso di confermare il piano PEPP che, secondo alcuni esperti, in particolare secondo l’ex di Goldman Sachs, capo economista dell’Institute of International Finance IFF Robin Brooks, starebbe facendo da assist soprattutto ai titoli di stato italiani.

“La Bce al momento sta utilizzando i titoli governativi tedeschi in scadenza per reinvestire quelle somme in titoli governativi italiani. E questo, di fatto, significa che il QE della Bce sta andando avanti a favore dell’Italia (e in modo decisamente inferiore a favore della Spagna), mentre il QT è in atto in Germania. E significa, anche, che sono i rendimenti tedeschi che riflettono i veri rendimenti di mercato. Non l’Italia”, aveva scritto Brooks in un post pubblicato su Twitter nel mese di luglio.

Ma le parole proferite ieri da Christine Lagarde tornano ad alimentare dubbi sulla fine che farà questo altro bazooka salva-BTP.

D’altronde, dopo aver rivelato la data attorno alla quale i tassi di interesse dell’Eurozona potrebbero essere tagliati, la stessa Lagarde ha assunto un tono hawkish, negli ultimi giorni.

Occhio inoltre a quanto auspicato da diversi altri esponenti falchi dell’Eurotower, in particolare alla chiamata hawkish anti-PEPP rilanciata dal governatore della banca d’Austria Robert Holzmann.

Cresce di conseguenza l’attesa per il prossimo meeting del Consiglio direttivo della Bce, che si terrà giovedì 14 dicembre.

Holzmann, in particolare, chiede che la revisione e la valutazione del piano PEPP avvengano proprio in questa ultima riunione del 2023.

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