Bce, Giavazzi: ‘rialzo tassi sbagliato’. Per braccio destro Draghi ‘questa inflazione provocata da prezzi gas, diversa da quella Usa’
Mentre la Bce di Christine Lagarde è sotto attacco per non aver lanciato alcun bazooka anti-spread, a fronte di una carrellata di rialzi dei tassi prevista per i prossimi mesi, arriva la dichiarazione di Francesco Giavazzi, economista, consigliere economico e braccio destro del presidente del Consiglio, Mario Draghi.
Il messaggio di Giavazzi, riportato da un articolo di Reuters, è chiaro. L’inflazione dell’area euro non è come quella degli Stati Uniti, provocata dalla domanda domestica: è un’inflazione provocata dai prezzi del gas.
Di conseguenza, la decisione della Bce di iniziare ad alzare i tassi – di 25 punti base nella riunione del 21 luglio, forse in modo più aggressivo a settembre, per poi proseguire con ulteriori strette monetarie – non è per Giavazzi il modo giusto di frenare l’impennata dei prezzi.
“La Bce ha promesso di alzare i tassi in risposta all’aumento dell’inflazione, con lo strumento sbagliato“, ha detto il consigliere economico di Draghi, nel corso di una conferenza che si è svolta a Roma – Noi non siamo alle prese con una inflazione che deriva dalla domanda domestica, così come sta avvenendo negli Stati Uniti. Noi abbiamo un’inflazione collegata al (balzo) dei prezzi del gas”.
Un aumento che, ricordiamo, ha accelerato notevolmente il passo con la guerra tra Russia e Ucraina e le conseguenze che essa ha provocato sull’offerta di commodities da parte della Russia.
Bce, per Giavazzi ha sbagliato. Piuttosto ‘governi impongano tetto gas’
Più tardi, riporta l’articolo di Reuters, Francesco Giavazzi ha precisato che non era sua intenzione criticare la Bce, “che sta usando gli strumenti a sua disposizione per cercare di frenare i prezzi”.
Detto questo, il consigliere economico di Mario Draghi ha ribadito che, nelle circostanze attuali, lo strumento rialzo dei tassi/stretta monetaria è sbagliato, e che l’effetto sarà quello di rallentare l’economia.
Piuttosto, “i governi dovrebbero imporre un tetto ai prezzi del gas”, ha detto ancora, precisando di aver parlato a titolo personale, e non per conto del governo Draghi.
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La scorsa settimana, nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi da parte della Bce, la presidente della banca centrale Christine Lagarde ha cercato di rassicurare i mercati sull’intenzione di Francoforte di agire contro una eventuale futura impennata (che poi è diventata certa, come hanno dimostrato le ore immediatamente successive) dei tassi e degli spread:
“Se necessario, dispiegheremo nuovi strumenti per fronteggiare la frammentazione”, ha detto, ricordando come le varie misure varate in passato abbiano dimostrato la capacità della Bce di “dispiegare nuovi strumnenti, in caso di necessità”, ha detto.
La numero uno dell’istituzione non ha sfornato tuttavia alcuno scudo anti-spread anti-frammentazione finanziaria dell’area euro, fattore che ha immediatamente scatenato l’ansia dei mercati.
Venerdì scorso – il venerdì nero per l’azionario e i debiti sovrani mondiali, con il colpo di grazia inferto dall’inflazione Usa – il ministro dell’Economia Daniele Franco ha commentato lo shock arrivato con la riunione della Bce ricordando che “abbiamo avuto un periodo estremamente lungo di tassi estremamente bassi, anni or sono nessuno li avrebbe attesi negativi per così tanto. Il fatto che ora salgano nel mondo, a livelli più normali, è pienamente atteso”.
Franco ha precisato però anche che “la questione, qui, è la traiettoria di questo aumento, la tempistica degli aumenti, e il fatto che questi aumenti devono avvenire senza tensioni, senza shock“.
E invece lo shock c’è già stato. I tassi dei BTP decennali hanno continuato a impennarsi nelle ultime ore, superando anche la soglia del 4%, al record dal 2013. Lo spread BTP-Bund, ben oltre quota 230, viaggia ormai dal record dal marzo del 2020, ovvero dall’alert pandemia Covid-19 in tutto il mondo.