Notizie Notizie Mondo Banche Centrali Bce e tassi, Lagarde super-falco. ‘Altri rialzi, inflazione persistente’

Bce e tassi, Lagarde super-falco. ‘Altri rialzi, inflazione persistente’

15 Giugno 2023 15:18

Bce: sui tassi si va avanti e si andrà avanti. Dramma inflazione per Lagarde

Ma quale pausa nel rialzo dei tassi, la Bce di Christine Lagarde non ci sta neanche pensando. D’altronde l’inflazione dell’area euro sta continuando a salire a un passo superiore alle stesse attese della Banca centrale europea.

“Non stiamo pensando di fare una pausa”, ha detto Lagarde nella conferenza stampa successiva alla notizia dell’ennesimo rialzo dei tassi.

“Se abbiamo finito? No”, ha continuato la numero uno dell’Eurotower.

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Ieri la Fed di Jerome Powell ha lasciato i tassi fermi al 5%-5,25%, facendo una pausa per la prima volta, dopo aver lanciato in poco più di un anno dieci strette monetarie consecutive.

Il presidente della banca centrale americana ha fatto capire tuttavia che il lavoro per sconfiggere l’inflazione non è finito e che una pausa non è praticamente uno stop.

La Bce, invece, a una pausa nel suo ciclo di rialzo dei tassi neanche ci pensa.

La Bce alza tassi di 25 punti base. Tassi depositi al 3,50%

Così si legge nel comunicato della Bce:

“Il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,00%, al 4,25% e al 3,50%, con effetto dal 21 giugno 2023“.

Il rialzo è stato, come previsto, di 25 punti base.

Occhio in particolare ai tassi sui depositi, portati al 3,50%, ovvero al record dal 2001, degli ultimi 22 anni, a fronte dei tassi di rifinanziamento che sono stati alzati al valore più alto dalla metà del 2008, dunque dall’era in cui presidente della Bce era Jean-Claude Trichet.

Sul QT, ansia per i BTP e per i debiti sovrani dell’area euro, l’Eurotower si è così espressa:

“Il portafoglio del PAA (APP in inglese) si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema reinveste solo in parte il capitale rimborsato sui titoli in scadenza. Il ritmo di tale riduzione sarà pari in media a 15 miliardi di euro al mese sino alla fine di giugno 2023. Il Consiglio direttivo porrà fine ai reinvestimenti nell’ambito del PAA a partire da luglio 2023″.

L’istituzione di Francoforte ha aggiunto che, per quanto concerne il QE Pandemico, ovvero il “PEPP (pandemic emergency purchase programme)”, l’intenzione è di “reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024”.

“In ogni caso, la futura riduzione graduale del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria”, si legge ancora nel comunicato della Bce.

“Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia”, ha rassicurato la Bce di Lagarde.

Soprattutto, ed è questa la frase che interessa ai BTP e ai titoli di stato dell’area euro:

“Il Consiglio direttivo conferma che porrà fine ai reinvestimenti nell’ambito del Programma di acquisto di attività a partire da luglio 2023”-

La persistenza dell’inflazione. Il dramma di Christine Lagarde

La persistenza dell’inflazione: si potrebbe commentare così il dramma con cui la Bce di Christine Lagarde è alle prese. Un dramma tale da costringere gli economisti della Bce a rivedere ancora al rialzo l’outlook sull’inflazione dell’area euro.

Le previsioni aggiornate e annunciate oggi sono di un tasso di inflazione headline al 5,4% nel 2023, in rallentamento poi al 3% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. Tutte le stime sono state riviste al rialzo di 0,1 punti percentuali rispetto all’outlook precedente.

Per quanto riguarda l’inflazione core, anche in questo caso l’Eurotower stima una crescita dei prezzi più persistente rispetto quanto previsto in precedenza:

“Gli indicatori relativi alle pressioni sottostanti sui prezzi rimangono forti, sebbene indichino qualche segnale preliminare di rallentamento.“.

Di conseguenza, lo staff della Banca centrale europea ha rivisto al rialzo anche le proiezioni per l’inflazione escludendo i prezzi energetici e dei beni alimentari (inflazione core) per quest’anno e il prossimo.

La revisione al rialzo è stata motivata, tra gli altri fattori, anche con la presenza di “un mercato del lavoro solido”.

Il ritmo di crescita dell’inflazione core atteso per l’area euro è pari così al 5,1% nel 2023, in calo al 3% nel 2024 e al 2,3% nel 2025. Numeri ancora troppo forti, che dimostrano come l’Eurotower non sia ancora soddisfatta del trend delle pressioni inflazionistiche.

Inflazione oltre target 2% Bce fino al 2025. Rebus tasso terminale

Alla domanda in conferenza stampa su quanto sia allarmata da questa carrellata di revisioni al rialzo dell’inflazione, che coprono un arco temporale che va fino al 2025, Lagarde afferma che “la Bce non è soddisfatta di questo outlook”, che prevede un tasso di inflazione al 2,2% anche tra due anni: livello ancora superiore a quel target del 2% prefissato che l’istituzione di Francoforte si sta affannando da troppo tempo a centrare. E che molti economisti e strategist vedono sempre di più come una sorta di chimera, per la stessa Fed di Jerome Powell.

Detto questo, il mistero su quale sarà il tasso terminale, ovvero il tasso finale dell’Eurozona, permane. “Lo sapremo quando ci arriveremo”, sottolinea la presidente dell’Eurotower, incalzata da più parti.

La persistenza dell’inflazione e l’ostinazione con cui Lagarde non arretra nella sua decisione di continuare ad alzare i tassi non vengono accolte con favore dai mercati azionari.

Bce, Lagarde ancora più falco? QT, cosa succede al piano APP

Christine Lagarde, criticata da diverso tempo per il rischio che le strette monetarie fino a oggi varate finiscano per il dare il colpo di grazia a un’economia, quella dell’Eurozona, già in fase di recessione tecnica, appare ancora più falco delle previsioni più hawkish degli analisti sui tassi.

E quindi sforna la promessa, che per diversi esperti è piuttosto una minaccia:

“A meno che non ci sarà un cambiamento significativo (dell’inflazione), alzeremo i tassi a luglio”.

Così Ben Laidler, global markets strategist di eToro, commenta l’esito della riunione di politica monetaria della Bce:

“La BCE, come la Federal Reserve statunitense, parla con insistenza di ulteriori rialzi dei tassi, dopo aver effettuato oggi l’ottavo rialzo consecutivo, il più rapido della sua storia”.

A dispetto delle dichiarazioni hawkish di Lagarde, Laidler ritiene tuttavia che “la realtà è che, con l’inflazione in rapido calo e l’economia in recessione tecnica, la fine del ciclo di crescita” sia “ormai prossimo”.

Lo strategist di eToro fa notare anche, riguardo al piano di QT-Quantitative Tightening, che l’altra novità emersa oggi è la decisione della Bce, a partire dal mese prossimo, di interrompere “i reinvestimenti nell’ambito del programma di acquisto di asset, inasprendo ulteriormente le condizioni finanziarie“.

Una notizia niente affatto positiva per i BTP e per altri titoli di stato dell’area euro, che per anni hanno beneficiato della flebo monetaria nota come QE o, in termini tecnici, come Asset Purchase Program (APP-PPA in italiano).

Inflazione, Lagarde: i fattori salari e profitti aziende

La numero numero uno della Bce Christine Lagarde ha spiegato che, sui prezzi, c’è ancora l’effetto dei rialzi dei costi energetici, scattato in tutto il mondo nel 2022, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia di Vladimir Putin.

Ma non solo. A far correre i prezzi, ha detto, è ancora la ripresa della domanda, presente soprattutto nel settore dei servizi, successiva al reopening dell’economia dell’Eurozona dai lockdown imposti durante le fasi più buie della pandemia Covid-19.

Inoltre, le pressioni al rialzo esercitate dai salari stanno diventando “sempre di più una fonte importante di inflazione”. A tal proposito, la numero uno dell’Eurotower si riferisce al recente aumento dei salari.

Un altro fattore che sta impedendo alla fiammata dei prezzi di rientrare nel modo auspicato da Francoforte è rappresentato, sottolinea ancora Lagarde, dai profitti delle aziende. In alcuni settori, soprattutto in quelli in cui la domanda ha superato l’offerta, le aziende sono riuscite a garantire alle proprie casse, di fatto, utili relativamente elevati.

Ansia mutui: il nuovo affondo di Salvini contro l’Eurotower

La Bce di Christine Lagarde continua a essere oggetto di diverse critiche. Sotto accusa è proprio la determinazione di Christine Lagarde a continuare imperterrita ad alzare i tassi, nonostante l’economia dell’area euro sia scivolata anche in una condizione di   recessione tecnica. Tra l’altro, dall’aggiornamento dell’outlook sull’economia dell’Eurozona annunciato oggi, è emerso che la Bce, oltre a rivedere al rialzo le stime sull’inflazione, ha peggiorato le previsioni sulla crescita del Pil dell’area.

Le stime sul Pil dell’Eurozona sono ora di una crescita, nel 2023, dello 0,9%, rispetto al +1% dell’outlook precedente; di un’espansione dell’1,5% e dell’1,6% nel 2024 e 2025, rispetto alle precedenti stime, pari entrambe all’1,6%.

Poco prima dell’annuncio dell’ennesimo rialzo dei tassi da parte della Bce, il leader della Lega e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha lanciato l’ennesima stoccata all’Eurotower.

“Ho sentito le parole di Lagarde della scorsa settimana, la Bce si rende conto che magari riduce dello zero virgola l’inflazione, però sta danneggiando famiglie e imprese”, si è chiesto e ha chiesto Salvini, nell’intervento all’assemblea di Confcooperative, sottolineando che, “per chi ha un mutuo a tasso variabile è un problema”.

“Mi piacerebbe che la politica economica e infrastrutturale non seguisse solo algoritmi”, ha sottolineato ancora il vice presidente del Consiglio.