Notizie Indici e quotazioni Wall Street: Nasdaq vittima di rotazione con scommesse tassi Fed. Seduta peggiore da fine 2022

Wall Street: Nasdaq vittima di rotazione con scommesse tassi Fed. Seduta peggiore da fine 2022

18 Luglio 2024 09:35

A Wall Street nuovo capitombolo del Nasdaq, per effetto delle rinnovate scommesse dei mercati su un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre e, dunque, per la conseguente decisione dei trader di uscire dai titoli hi-tech per puntare sulle small cap e blue chip.

Il risultato dell’ennesimo smobilizzo delle azioni tecnologiche ha portato il Nasdaq Composite a soffrire la sessione peggiore dal dicembre del 2022, chiudendo al di sotto della soglia di 18.000 punti per la prima volta dal 1° luglio.

Il listino dei titoli tecnologici è scivolato ieri del 2,77% a 17.996,92 punti.

Effetto sell off sulle azioni growth anche sullo S&P 500, che è capitolato alla vigilia dell’1,39% a quota 5.588,27 punti, mentre il “Big Winner” di Wall Street è stato di nuovo l’indice dei titoli industriali o blue chip Dow Jones Industrial Average, che ha continuato a inanellare nuovi record, chiudendo al di sopra della soglia di 41.000 punti per la prima volta nella storia.

Prima sessione da 2001 con Nasdaq giù di oltre 2,5% e DJ su

Altro grande particolare oltre a quelli sopra citati: la seduta di ieri è stata la prima dal 2001 in cui il Nasdaq ha sofferto una perdita superiore al 2,5%, a fronte di un Dow Jones che ha messo a segno un rialzo.

All’interno dello S&P 500, inoltre, i titoli dei settori IT (information technology) e dei servizi di comunicazione si sono confermati i peggiori, a conferma della fuga degli investitori dai titani tech, o anche Big Tech Usa, come Meta Platforms, scivolata del 5,7%, Microsoft, in calo di oltre  l’1% e Apple, che ha chiuso in perdita del 2,5%.

Tutte queste azioni, va ricordato, sono illustri componenti del club dei Magnifici 7, gruppo in cui alcuni titoli sono stati inondati negli ultimi mesi da un’ondata di buy:

tra questi Nvidia, il colosso dei chip per l’AI (intelligenza artificiale), già reduce dal pesante KO di Borsa alla fine del mese di giugno.

Ma come mai questo dietrofront importante?

Il motivo ha il nome di Fed, banca centrale americana guidata da Jerome Powell.

Il sell off della giornata di ieri è di fatto il bis di quanto avvenuto una settimana fa, quando la pubblicazione del dato relativo all’ inflazione degli Stati Uniti finalmente più confortante degli indici precedenti ha scatenato gli acquisti sul Dow Jones e sul Russell 2000, ovvero sulle small cap, mandando invece al tappeto il Nasdaq Composite.

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Quel giorno, 11 giugno, le vendite sulle Big Tech hanno penalizzato anche l’indice S&P 500, che ha archiviato la sessione peggiore da aprile.

La rotazione dalle Big Tech a favore di blue chip e small cap è andata avanti poi nelle sessioni successive, sulla scia anche delle dichiarazioni rilasciate dal presidente della Fed Jerome Powell che, in un intervento all’Economic Club di Washington, è apparso decisamente meno hawkish sui tassi, facendo tra l’altro una importante ammissione.

Il risultato è che (dati di ieri) nell’ultima settimana il Russell 2000 e il Dow Jones sono saliti rispettivamente di oltre l’11% e di oltre il 4%, mentre il Nasdaq è avanzato di appena lo 0,4% nello stesso arco temporale.

L’altro ieri il Dow Jones Industrial Average ha chiuso tra l’altro la seduta migliore dal giugno del 2023, per poi scattare anche nella sessione di ieri, al nuovo record della storia, schizzando per l’appunto fino a oltre quota 41.000.

Rotazione in atto. Perchè gli investitori mollano il Nasdaq?

Ma perchè questa rotazione? E perchè si scappa soprattutto dal Nasdaq?

Il fenomeno si spiega con la riscossa di quei titoli appartenenti a comparti che, secondo gli strategist, sono orientati a beneficiare in modo significativo del taglio dei tassi Usa, ovvero i titoli ciclici e le small cap, queste ultime normalmente destinate a far fronte a costi di finanziamento più elevati.

E’ dunque naturale che si scommetta sulle azioni di queste aziende, in attesa della grande mossa sui tassi firmata da Powell che, secondo i mercati, arriverà a settembre, con una probabilità diventata ormai certezza (pari al 100%) , Trump permettendo (ma è improbabile che la Fed abdichi alla sua indipendenza) .

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Detto questo, le scommesse sul Russell 2000, dopo l’imponente corsa degli ultimi giorni, si sono fermate. A fronte di buy che hanno continuato a fare felice il Dow Jones, il listino delle small cap ha ceduto infatti ieri l’1%, interrompendo la scia positiva di acquisti durata cinque giorni.

Il commento sulle Big 5: con i sell tonfo capitalizzazione

A rimanere osservato speciale è il Nasdaq che, negli stessi giorni in cui il Russell metteva a segno un rialzo del 10%, ha perso più del 3%.

Così commenta il trend del listino tecnologico David Pascucci, analista di XTB:

“Un ribasso fortissimo quello del Nasdaq nella giornata di ieri, una giornata dove le Big 5 (Apple, Amazon, Google, Microsoft, Nvidia) perdono tra il -1,5% e il -6%, ribassi che hanno bruciato parecchia capitalizzazione e che hanno portato a registrare una performance minima dell’indice al -3%, la peggior giornata di trading da dicembre 2022. Consideriamo il fatto che fino a qualche giorno fa, la capitalizzazione delle Big 5 era arrivata a 14800 miliardi di dollari, alla fine della giornata di ieri eravamo quasi 1000 miliardi al di sotto, quindi a ridosso dei 13900 miliardi. Capitalizzazione di mercato bruciata pari a 3 AMD messe insieme, un ribasso veramente molto forte che caratterizza la giornata di ieri anche sugli altri indici azionari ad eccezione del Dow Jones”.

“In questo contesto – ha spiegato Pascucci – vediamo quindi che le Big 5 vengono vendute fortemente dopo i forti rialzi dei mesi scorsi, mentre reggono ancora gli altri indici che registrano dei cali assolutamente piú contenuti. Basti pensare al Russell che perde “solo” il -0,9%, oppure S&P500 che perde solamente il -1,2%, Dax perde un -0,8%, addirittura il Dow Jones sale di circa un +0,5%”.

“Ad accompagnare il Nasdaq in questo ribasso forsennato é stato il Nikkei (della borsa di Tokyo) – ha fatto notare l’analista di XTB – che é andato a registrare una perdita nella sessione di ieri di circa il -3%, considerando il fatto che la sessione asiatica di ieri aveva chiuso con una performance negativa di solo il -0,8%. In sostanza il ribasso non é corale, le performance negative non sono equamente distribuite, anzi, alcuni indici salgono, segno del fatto che il mercato probabilmente si sta preparando e il vero inizio lo si avrá quando tutti gli indici inizieranno a perdere in modo corale, con percentuali negative piú o meno allineate. Stando a ieri, i mercati apparivano ancora altamente disallineati tra loro”.