Notizie Notizie Italia Banche: nel 2023 boom utili per UniCredit, Intesa, Mps & Co. Ma Bankitalia predica cautela

Banche: nel 2023 boom utili per UniCredit, Intesa, Mps & Co. Ma Bankitalia predica cautela

12 Febbraio 2024 14:38

Utili da sogno nel 2023, ma non si esulti troppo. Fabio Panetta, governatore di Bankitalia, ha certificato la solidità delle banche italiane, pronte a premiare gli azionisti con una nuova pioggia di dividendi e nuove operazioni di buyback dopo un 2023 di grandi profitti, sostenuti dall’effetto positivo prodotto sul settore bancario dai ripetuti rialzi dei tassi annunciati dalla Bce.

Il numero uno di Palazzo Koch ha lanciato tuttavia al comparto anche un avvertimento, in particolare su tre aree, ricordando che “in prospettiva sarebbe imprudente fare affidamento sull’irrealistica ipotesi che una configurazione così positiva possa ripetersi”.

Carrellata di annunci su utili e dividendi da parte delle 5 Big del credito

Fabio Panetta, numero uno della Banca d’Italia, ha parlato nella giornata di sabato 10 febbraio, intervenendo con il suo discorso “Sviluppi economici e politica monetaria nell’area dell’euro” al 30° Congresso ASSIOM FOREX.

Il suo discorso è arrivato alla fine di una settimana in cui protagonisti a Piazza Affari sono stati proprio gli utili relativi al 2023 e al quarto trimestre del 2023 annunciati dalle cinque Big del credito: UniCredit, Intesa SanPaolo, Banco BPM, Bper, Mps-Monte dei Paschi di Siena. Utili a livelli record della storia, che hanno gettato le basi per quella carrellata di annunci, da parte di UniCredit in primis, di un nuovo round di ricche remunerazioni ai soci, sotto forma di dividendi e di buyback, da parte degli istituti.

Piazza Gae Aulenti (UCG) si è confermata la banca italiana più generosa con i propri stakeholders, promettendo ai soci di restituire addirittura tutti gli utili agli azionisti e annunciando nuove sorprese per il 2024.

Più cauta Intesa SanPaolo, la banca guidata dal ceo Carlo Messina.

In questo caso è stato lo stesso Carlo Messina a predicare prudenza, strigliando UniCredit, definendo il ricorso eccessivo alle operazioni di buyback quasi patologico e ricordando che “le aziende non sono mucche da mungere”.

Mps-Monte dei Paschi di Siena-Monte di Stato ha fatto parlare di sé con quello che è stato definito il ‘rinascimento’ che sta facendo la gioia del governo Meloni: un rinascimento che ha visto protagonista anche il grande annuncio sui dividendi che l’istituto può finalmente tornare a distribuire ai suoi azionisti.

UniCredit, Intesa, Mps, Banco BPM, Bper: tutti gli utili del 2023

Riguardo agli utili netti incassati dalle cinque principali banche italiane, ovvero UniCredit, Intesa SanPaolo, Mps, Banco BPM e Bper, la ‘prima della classe’ UniCredit ha annunciato di avere incassato un utile netto contabile di Gruppo pari a €9,5 miliardi e un utile netto di 8,6 miliardi di euro, in rialzo di oltre il 50% su base annua.

Intesa SanPaolo, nell’intero 2023, ha incassato un utile netto di 7,7 miliardi, migliore dei 7,5 miliardi della guidance della banca.

Mps, la banca italiana guidata dal ceo Luigi Lovaglio nota anche come Monte di Stato, per la presenza del Mef nelle vesti di azionista di maggioranza dal 2017, ha concluso il 2023 con un utile netto superiore ai 2 miliardi di euro, ovvero di 2,052 miliardi, rispetto a una perdita di 178 milioni di euro del 2022.

Banco BPM, banca gestita dal ceo Giuseppe Castagna, ha terminato il 2023 con un utile netto complessivo schizzato dell’85% circa a € 1.264,4 miliardi, presentandosi così, a dispetto del Monte dei Paschi di Siena e delle ambizioni del governo Meloni, come il terzo polo del sistema bancario italiano. Non solo i profitti, ma anche i dividendi si sono confermati più che ghiotti.

Bene anche i conti di Bper, che hanno messo in luce un utile netto consolidato a € 1,519 miliardi.

Sul fronte delle cedole, la banca ha confermato tuttavia la prudenza auspicata da Intesa SanPaolo, con il numero uno ceo Piero Montani che ha precisato che “il nostro intendimento è quello di favorire i soci, ma per farlo dobbiamo mantenere la banca solida”.

Insomma: “Non vogliamo bruciare tutto adesso per fare bella figura”, ha sottolineato Montani, ma “vogliamo continuare a crescere”.

Bankitalia a banche italiane: Panetta riconosce solidità, ma con gli attenti

Il punto è che a predicare prudenza non sono stati soltanto i ceo di Intesa SanPaolo e di Bper ma, nel fine settimana, per l’appunto, anche il governatore di Bankitalia Fabio Panetta.

Non una vera e propria sorpresa, quella del governatore, di mettere in evidenza l’eccezionalità del momento positivo di cui le banche italiane hanno potuto beneficiare, con l’effetto tassi Bce che, stando a un’analisi della FABI stilata alla metà di novembre, aveva garantito alle cinque Big Banks del made in Italy di incassare già 16 miliardi di euro di utili nei primi nove mesi del 2023.

Aggiungendo gli utili del quarto trimestre, UniCredit, Intesa SanPaolo, Banco BPM, Mps e Bper hanno chiuso il 2023 con utili di un valore superiore ai 21 miliardi di euro.

La forza delle banche italiane è stata riconosciuta da Panetta, che ha dato qualche cifra per fare il punto della situazione:

Riferendosi in generale alle banche italiane, Panetta ha sottolineato che “il capitale è salito al 15,8 per cento delle attività a rischio, in linea con le altre banche europee” e che “i prestiti deteriorati in rapporto a quelli complessivi sono scesi all’1,4 per cento, completando il processo di risanamento avviato da quasi un decennio”.

Non solo: allo stato attuale delle cose “i coefficienti di liquidità superano ampiamente i requisiti regolamentari” e “anche la redditività è migliorata”, visto che “il rendimento del capitale sfiora il 13 per cento, un valore mai rilevato dopo la crisi finanziaria”.

Il governatore ha riconosciuto che “parte di questo irrobustimento riflette i guadagni di efficienza conseguiti sul fronte dei costi e nella gestione del rischio di credito, oltre che gli effetti positivi delle riforme regolamentari e di un’incisiva azione di vigilanza”. Ma il riferimento alla natura eccezionale del contesto in cui le banche italiane hanno operato non poteva mancare.

In prospettiva sarebbe imprudente fare affidamento sull’irrealistica ipotesi che una configurazione così positiva possa ripetersi. E siccome è nei periodi di relativa tranquillità che si formano gli squilibri che poi emergono nelle fasi di
debolezza congiunturale, già oggi dobbiamo interrogarci sui rischi che potremmo trovarci a fronteggiare domani.

Liquidità, NPL, capitale banche: i consigli di Fabio Panetta

Fabio Panetta ha individuato in particolare tre aree su cui le banche italiane dovrebbero lavorare:

  • La liquidità e la raccolta
  • I crediti deteriorati
  • Il capitale

Per quanto riguarda la “liquidità e la raccolta”, Panetta ha avvertito che “difficilmente tutti gli intermediari saranno in grado di rivolgersi al mercato contemporaneamente e a basso costo”.

Sul nodo crediti deteriorati o anche NPL (Non Performing Loans), il governatore ha ricordato che “l’esperienza passata indica che un aumento dei tassi di interesse ha effetti positivi sui bilanci bancari nel breve periodo, ma che su orizzonti estesi finisce
spesso per ripercuotersi negativamente sulle condizioni finanziarie di famiglie e imprese, con effetti di retroazione sul credito”.

Di fatto, nel caso attuale, “secondo nostre stime la qualità dei prestiti peggiorerebbe nel prossimo biennio“.

Fortunatamente “l’incidenza dei crediti deteriorati si manterrebbe ben inferiore ai picchi raggiunti dopo la crisi dei debiti sovrani, ma eventi imprevisti potrebbero condurre a scenari più sfavorevoli”.

Panetta ha sottolineato che “la sfida più difficile, e quella che più rileva per i suoi effetti sull’economia reale, rimane la gestione dei finanziamenti a clienti in difficoltà ma con prospettive di ripresa”.

Infine, in relazione al capitale, il numero uno di Bankitalia ha posto l’accento sull‘importanza di accantonare riserve:

“Al di là della prospettiva microprudenziale, per consentire alle banche di sostenere l’economia in caso di shock esterni al sistema finanziario sono necessarie riserve patrimoniali macroprudenziali. Queste possono essere costituite dagli intermediari utilizzando il capitale in eccesso, senza raccoglierne di nuovo”, ha avvertito il governatore.