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Rating Italia: governo Meloni e BTP passano test Dbrs. L’aiuto della Bce

Pubblicato 30 Ottobre 2023 Aggiornato 7 Novembre 2023 14:59

Il governo Meloni e i BTP italiani hanno superato il test di un’altra agenzia di rating: a una settimana esatta dalla conferma della valutazione e dell’outlook di S&P (Standard & Poor’s), anche Dbrs Morningstar ha reiterato il suo giudizio sul debito pubblico italiano.

La buona notizia alimenta gli acquisti sui BTP. Il giudizio di Dbrs lascia praticamente il rating sull’Italia a un livello superiore di tre gradini rispetto a quello junk, ovvero spazzatura.

L’effetto è che i tassi decennali si allontanano ulteriormente dalla soglia del 5% sfondata il 4 ottobre di quest’anno per la prima volta dal 2012, nel bel mezzo della crisi dei debiti sovrani, scendendo fino al 4,73% circa.

Dietrofront anche per lo spread BTP-Bund a 10 anni che, dopo aver sforato più volte la soglia di 200 punti nel corso delle ultime settimane, scende a quota 193 punti base.

Dopo S&P l’Italia di Meloni passa anche il test del rating di Dbrs Morningstar

L’agenzia di rating DBRS Morningstar ha annunciato venerdì scorso di aver lasciato la valutazione sul debito pubblico italiano invariata a “BBBH”, confermando l’outlook stabile.

Idem aveva fatto esattamente una settimana prima la ‘collega’ Standard & Poor’s, facendo tirare un sospiro di sollievo al governo Meloni, assediato da critiche per la presentazione, alla fine di settembre, di una   Nadef (Nota di aggiornamento al Def) che aveva preoccupato chi investe in BTP, soprattutto per quelle stime sul deficit riviste al rialzo dall’esecutivo italiano.

L’agenzia S&P aveva risparmiato all’Italia il downgrade del rating e/o il peggioramento dell’outlook, reiterando il giudizio BBB (valutazione di due gradini superiore a quella junk) sul debito italiano, con outlook stabile.

Così come S&P aveva motivato di aver lasciato il giudizio invariato con l’assist dell’Europa, in particolare con i fondi Ue che l’Italia di Meloni si appresta a ricevere con l’attuazione del PNRR, Dbrs Morningstar ha reiterato la propria valutazione facendo riferimento al sostegno della Bce di cui l’Italia e, nello specifico, i suoi BTP, continuano a beneficiare.

A tal proposito, vale la pena menzionare l’annuncio della Bce di Christine Lagarde di giovedì scorso, 26 ottobre, con cui l’Eurotower, oltre a lasciare invariati i tassi dell’area euro per la prima volta dal luglio del 2022, e dopo dieci strette monetarie consecutive, ha confermato anche quello che viene considerato l’ultimo salva BTP tuttora attivo, ovvero il PEPP o anche QE pandemico.

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Nessun trauma rating, dunque, per ora, per l’Italia, anche se è da parecchio che gli analisti fanno notare come il vero pericolo sia rappresentato piuttosto dal verdetto Moody’s, l’altra agenzia di rating vera e propria minaccia per Roma.

Moody’s ha infatti sull’Italia un rating superiore di appena un gradino rispetto al livello “junk”, spazzatura, in più con outlook negativo.

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Rating Italia, Dbrs cita doppio vantaggio appartenenza all’Ue e sostegno Bce

L’Italia, si legge nella nota dell’agenzia di rating, trae vantaggio dalla sua appartenenza all’Unione europea e dall’aiuto che arriva dalla Banca centrale europea.

Gli analisti hanno motivato il rating anche con l’economia italiana, “grande e diversificata”,  con “la rapida ripresa del conto delle partite correnti e con la posizione di investimenti esteri netti positivi”.

“Tuttavia – si legge ancora nel comunicato – i rating rimangono limitati a causa di un livello del debito pubblico molto elevato, di un potenziale di crescita del Pil debole e di un contesto politico che ostacola la stabilità del governo e, anche, la sua abilità nel riuscire a gestire le sfide economiche”.

“Non escluso rischio di procedura deficit eccessivo da Ue nei confronti dell’Italia”

A causa di queste sfide e del debito pubblico elevato, Dbrs ha scritto di non escludere neanche il rischio che la Commissione Ue decida di “avviare una procedura per deficit eccessivo nei confronti dell’Italia nel 2024”.

Detto questo, in tal caso, secondo Dbrs non dovrebbero esplodere tensioni particolari tra il governo Meloni e Bruxelles, visto che “storicamente l’Italia segue una traiettoria fiscale prudente e rispetta le regole europee”.

E’ stato fatto notare che “il rapporto debito pubblico-Pil è sceso di circa 13 punti percentuali, passando da un picco del 154,9% del Pil nel 2020 al 141,7% nel 2022″, in attesa di “una ulteriore discesa al 140,2% entro la fine di quest’anno”, considerata “migliore del previsto in modo significativo”.

Gli analisti hanno inoltre riconosciuto l’impegno del governo italiano, volto “a ridurre in modo significativo il deficit strutturale e a limitare la crescita della spesa primaria netta in futuro”.

Un ostacolo al ” futuro miglioramento della traiettoria del debito” pubblico italiano è  rappresentato tuttavia dalle conseguenze negative dei “crediti d’imposta legati al Superbonus”.

L’agenzia ha ricordato inoltre che il governo Meloni “sta pianificando un modesto allentamento fiscale estendendo i tagli fiscali che probabilmente continueranno oltre il 2024″ , in un contesto in cui l’Italia farà fronte a “una crescita del Pil più debole e a spese per interessi elevate”.

E’ dunque fondamentale, al fine di preservare nel medio termine la fiducia degli investitori, che l’Italia si munisca di “una strategia fiscale a medio termine che mantenga il rapporto debito pubblico-Pil su una traiettoria discendente”.

In generale, i rischi sul rating dell’Italia sono stati considerati da Dbrs bilanciati, grazie al sostegno dei fondi Ue assicurato dall’attuazione del Pnrr che, nei prossimi anni, aiuterà a “compensare l’indebolimento dell’economia che sarà provocato soprattutto dalla politica monetaria più restrittiva” della Bce.

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