Notizie Notizie Italia Governo Meloni BTP, spread e Meloni non temono rating Moody’s. ‘Ma banche anticipino Bce’

BTP, spread e Meloni non temono rating Moody’s. ‘Ma banche anticipino Bce’

17 Novembre 2023 16:26

BTP, spread, Piazza Affari:  l’Italia di Meloni non mostra segnali di nervosismo in attesa dell’annuncio di Moody’s che oggi, venerdì 17 novembre, a mercati chiusi, renderà finalmente nota la decisione sul rating del debito pubblico italiano a rischio “junk”, in base alla sua scala di valori.

Nelle ultime sessioni i tassi dei BTP a 10 anni sono scesi anche sotto la soglia del 4,4%, al minimo degli ultimi due mesi.

Lo spread BTP-Bund a 10 anni ha bucato anche la soglia dei 180 punti base. Nessuno scossone anche per il Ftse Mib di Piazza Affari, che rimane sotto controllo.

Spread BTP-Bund e governo Meloni: nessuna ansia per annuncio Moody’s

Lo spread BTP-Bund a 10 anni viaggia pressocché stabile attorno a 176 punti base. Idem i tassi dei BTP a 10 anni, che oscillano attorno al 4,34%.

L‘ansia junk by Moody’s non c’è, come hanno confermato anche le note che sono arrivate nelle ultime sedute da diversi analisti, secondo cui l’agenzia di rating americana, che al momento detiene un rating sul debito italiano pari a Baa3, il più basso tra i suoi giudizi di investment grade, con outlook negativo, non farà alcuna mossa shock.

Qualcuno non esclude neanche che per l’Italia arrivi alla fine una bella sorpresa, magari con una revisione al rialzo dell’outlook da “negativo” a “stabile”.

D’altronde, il rischio junk per i BTP è esploso nel momento in cui Moody’s, che aveva già attribuito al debito pubblico italiano il rating pari a Baa3, ha deciso poco dopo la caduta del governo Draghi – avvenuta nel luglio del 2022 – di abbassare l’outlook da stabile a negativo.

E’ stato quel panico per l’Italia orfana di Draghi, si può dire, a rendere più concreto il rischio di una bocciatura del giudizio sui titoli di stato italiani da parte di Moody’s. Bocciatura a junk che, dicono quasi in coro gli analisti, oggi non ci sarà.

Oltre alla carta italiana neanche il governo Meloni ha manifestato la benché minima preoccupazione per la possibilità di un downgrade a spazzatura del giudizio sui BTP.

Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha mostrato sempre una grande fiducia nei confronti della sostenibilità del debito pubblico italiano, rispondendo a tono a chi gli parlava della minaccia di un downgrade e sbanderiando, piuttosto, il successo del BTP Valore.

E la presidente del Consiglio stessa Giorgia Meloni ha sempre rivendicato i progressi fatti dal suo governo nel tenere sotto controllo lo spread BTP-Bund e i tassi.

LEGGI ANCHE

Meloni parla di tassi Bce, Mes, BTP e spread. ‘Governo credibile’

Rating BTP e Meloni verso giorno giudizio Moody’s. Rischio junk esploso con fine governo Draghi

Rating Italia passa test Fitch, tassi BTP e spread giù. Ma il debito teme junk Moody’s

BTP: rating junk Moody’s in agguato. Meloni e i nodi Bce, PNRR, deficit

Il dubbio, tuttavia, rimane: cosa succederebbe all’Italia se invece il downgrade di Moody’s ci fosse?

Per quanto riguarda lo spread BTP-Bund, gli analisti di Barclays ritengono che il differenziale potrebbe tornare in area 250 punti base, come mette in evidenza un grafico di Bloomberg.

Tra le vittime illustri, oltre allo spread e ai tassi dei BTP, che punterebbero verso l’alto, ci sarebbero anche le banche italiane, legate al destino dei titoli di stato italiani da quel doom loop che si sarà anche allentato, ma che rimane ben presente, come ha fatto tra l’altro notare l’altra agenzia di rating Standard & Poor’s nelle ultime ore, dedicando un report alle banche globali e una sezione, in particolare, agli istituti di credito made in Italy.

LEGGI ANCHE

Banche italiane: outlook utili 2024 di S&P tra Bce, BTP, rating

Arcano Partners e la previsione su Moody’s. La conferma della soglia spread SOS

Nell’analisi di Arcano Partners “Downgrade Moody’s non in vista, ma rischio sovrano può penalizzare soprattutto banche e assicurazioni”, viene messa in evidenza proprio la vulnerabilità del settore finanziario italiano a una eventuale bocciatura a junk da parte dell’agenzia di rating.

Alessandro Pellegrino, credit portfolio manager di Arcano Partners, chiarisce che “non ci aspettiamo azioni sul rating da parte di Moody’s venerdì 17 e crediamo che un downgrade sia altamente improbabile; piuttosto vediamo un cambio a “neutral” (da ‘negative’ ) dell’outlook”.

Pellegrino spiega che “un eventuale downgrade avrebbe tuttavia ripercussioni significative in Europa: la stessa Banca Centrale Europea, infatti, già nel 2020 ha messo al riparo la zona euro dal rischio di ampliamenti degli spread dei diversi paesi con uno strumento specifico, il PEPP, coadiuvato da strumenti di supporto a livello di politiche fiscali della Unione Europea (ESM e Next Generation EU)”.

Ovviamente secondo il gestore di portafoglio di Arcano Partners “un declassamento del rating dell’Italia metterebbe sotto stress” lo spread.

Così come Barclays, anche in questo caso il timore è che il differenziale di rendimento BTP/Bund possa salire fino a 250 punti base.

D’altronde, precisa Pellegrino, “questo livello è tipicamente considerato il livello di guardia degli investitori in Btp, quando si percepisce che la Bce non ha la situazione interamente sotto controllo”.

L’effetto contagio del junk, mentre c’è chi suona la sveglia per le banche: Carpe diem

Spread BTP-Bund a parte, è ovvio che una bocciatura a junk avrebbe ripercussioni “su tutte le società italiane, perché difficilmente le aziende possono avere un merito di credito superiore a quello del proprio paese di origine. Il contagio sarebbe immediato, soprattutto a partire da banche e assicurazioni”.

A tal proposito, proprio due settimane fa un articolo pubblicato su Global Capital lanciava un messaggio ben preciso alle banche italiane, come emerge dal titolo “Italian banks: carpe diem“.

L’articolo lanciava un chiaro appello alle banche italiane: finanziatevi ora sul mercato dei bond, prima della prossima riunione del Consiglio direttivo della Bce in calendario nel mese di dicembre.

Il motivo?

Questo spread BTP-Bund che, dal valore superiore ai 200 punti base fino a quota 210 immediatamente dopo la pubblicazione della Nadef da parte del governo Meloni, sceso poi grazie alla Bce anche al di sotto di quota 200, potrebbe non essere sostenibile, soprattutto se si considera che, nel mese di dicembre, oltre al meeting della Bce di Christine Lagarde, c’è anche l’appuntamento dell’iter di approvazione della legge di bilancio per il 2024 presentata alla metà di ottobre da Meloni & Co.

“Questo potrebbe essere il momento ideale per le banche per contattare gli investitori (con l’emissione di bond), dopo i conti del terzo trimestre ma prima del meeting della Bce di dicembre”.

In occasione di quella riunione, sottolinea infatti l’articolo, Lagarde potrebbe anche decidere di porre fine a quello strumento che si conferma tuttora una sorta di salva Italia e salva BTP, ovvero il PEPP.  E certo le ultime indiscrezioni, che indicano come gli hedge fund stiano colmando il vuoto lasciato dal QE della Bce ormai andato in soffitta non bastano a placare l’ansia.

LEGGI ANCHE

BTP e spread blindati da hedge fund? ‘Stanno colmando vuoto Bce’

A quel punto, con un eventuale annuncio da parte della Bce di un giro di vite anche sul PEPP, la tensione sul mercato dei titoli di stato italiani potrebbe tornare ad accendersi, facendo salire i tassi dei BTP e costringendo di conseguenza le banche italiane a emettere obbligazioni a rendimenti più alti.

Risultato: quei costi di finanziamento più alti eroderebbero gli utili degli istituti di credito.

Chi si salverebbe dall’accetta di Moody’s e dal balzo dello spread

“Se per qualsiasi motivo lo spread con i titoli di stato tedeschi si spingesse fino a 250 punti – ha detto a tal proposito Alessandro Pellegrino, credit portfolio manager di Arcano Partners –  ad essere penalizzate sarebbero soprattutto le banche. Questo per vari motivi: innanzitutto le banche hanno un business prevalentemente domestico e hanno a bilancio quote significative di titoli di stato. Inoltre, il loro costo di finanziamento aumenterebbe rapidamente, impattando i profitti. Proprio le banche, inoltre, sono oggi altamente dipendenti dal mercato per finanziarsi”.

Ma a soffrire sarebbero anche le banche europee:

“Allo stesso tempo, pensiamo che ci sarebbero risvolti negativi per il comparto finanziario europeo (iTraxx Financials)”, ha aggiunto Pellegrino, spiegando che, “diversamente, l’effetto per le utilities sarebbe di portata inferiore perché, se è vero che aumenta il loro costo del debito, queste società hanno business più stabili, con ricavi ricorrenti. Soprattutto, non hanno bond in bilancio”.

In ogni caso, “l’effetto domino di un peggioramento del rating sovrano” da parte di Moody’s “potrebbe essere dunque molto veloce nell’universo delle emissioni societarie. E avrebbe spillovers anche sull’economia reale, e su un potenziale altro downgrade da parte di S&P”.

“La risalita dello spread a 250 punti base in Italia potrebbe infine riaccendere i timori di un possibile contagio agli altri paesi del sud Europa, tornando a sollevare dubbi per la stabilità finanziaria della zona euro”, ha puntualizzato Pellegrino, a conclusione del suo commento.

Al momento, né sul mercato dei titoli di stato italiani che a Piazza Affari, si registrano scossoni e/o timori legati all’imminente verdetto Moody’s. Ma certo quell’appello alle banche italiane fa pensare, visto che, se è vero che l’Italia ha ampie probabilità di scansare il giudizio spazzatura dell’agenzia, è vero anche che una nuova cattiva sorpresa potrebbe arrivare dall’ultima riunione della Bce di dicembre. Quel PEPP, QE pandemico, per ora, è al sicuro. Ma diverse sono state le indiscrezioni, rincorse per mesi, riguardo al rischio che la Bce smetta di alzare i tassi, ritirando però contestualmente in modo più significativo quei reinvestimenti che comunque, grazie al programma, continua a fare, a vantaggio, secondo qualcuno, soprattutto dell’Italia.

LEGGI ANCHE

Bce: SOS BTP con fine PEPP. Occhio anche a Germania ‘sick man’ d’Europa

Bce: da Lagarde tassi più bassi ma più QT? Non bene per BTP & Co.

Banche euro rischiano nuovo schiaffo Bce su riserve obbligatorie