Notizie Notizie Mondo Banche europee: i titoli più shortati. C’è anche un nome italiano

Banche europee: i titoli più shortati. C’è anche un nome italiano

13 Maggio 2024 11:18

Boom di acquisti sui titoli delle banche europee, ma c’è anche un rialzo notevole delle posizioni short accumulate contro di essi. E’ quanto emerge da un report di Hazeltree che è stato riportato dall’agenzia di stampa Reuters.

Il quadro è contrastato: da un lato c’è chi punta sulle azioni, dopo le trimestrali appena rese note che, a dispetto di chi temeva numeri deludenti – dovuti a una Bce che sembra avere deposto l’ascia brandita a colpi di rialzi dei tassi contro l’inflazione, ma anche al rialzo delle remunerazioni sui conti dei clienti – si sono confermate più che solide.

Dall’altro lato la paura che la redditività del settore bancario europeo sia destinata a indebolirsi ha portato gli short seller a darsi da fare, accumulando posizioni ribassiste su alcuni titoli in particolare.

Tra questi c’è anche un nome italiano: Intesa SanPaolo, la banca italiana gestita dal ceo Carlo Messina.

Banche europee: tori contro orsi

Nell’analisi European banks’ Goldilocks rally tempts back buyers… and bears”, Reuters ha ricordato che il sottoindice dei titoli delle banche europee STXE 600 Banks è salito venerdì scorso oltre la soglia di 200 punti, testando così il record dall’agosto del 2015, sulla scia delle trimestrali annunciate dai gruppi del settore.

A crescere, nell’ultimo periodo, sono state però anche le scommesse short contro alcuni titoli del settore.

A parlare è un report di Hazeltree, società che fornisce software e altri servizi ai fondi di investimento e che ha reso noto che il numero dei fondi che hanno scommesso sul calo del titolo della banca UK NatWest Group (il cui outlook sulla redditività e in particolare sul margine di interesse (NII) è condizionato ovviamente non dalle stime sulle prossime mosse della Bce ma dall’outlook dei prossimi annunci della Bank of England) è praticamente raddoppiato nel periodo compreso tra il 2 gennaio e il 3 maggio, passando da 16 a 31.

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Scommesse short contro il colosso tedesco e l’italiana Intesa SanPaolo

Ma gli squali della finanza hanno preso di mira anche altre banche europee, come il colosso tedesco Deutsche Bank, mentre sono 21, al momento, i fondi che stanno shortando il gruppo finanziario olandese quotato alla borsa di Amsterdam ING, rispetto ai sette fondi che stavano vendendo allo scoperto le azioni all’inizio del 2024.

C’è poi tra i titoli sotto attacco anche quello della banca italiana Intesa SanPaolo (ISP).

Sulla base dei dati di Hazeltree, Reuters ha fatto notare che le posizoni short contro Intesa sono quelle che hanno sofferto il terzo rialzo più significativo dopo quelle lanciate contro HSBC e Natwest.

In particolare, il numero dei fondi che scommettono contro Intesa SanPaolo è salito da 19 a 26 unità.

Interpellato da Reuters, Bruno Schneller, managing partner presso Erlen Capital Management a Zurigo, ha spiegato la crescita delle scommesse short contro le banche europee da parte dei fondi con la necessità degli investitori di tutelarsi contro il rischio di ostacoli che minaccino la ripresa dell’Europa.

Benjie Creelan Sandford, analista della divisione equity analyst di Algebris Investments, ha sottolineato inoltre che la sovraperformance riportata dai titoli degli istituti di credito – che hanno sovraperformato il mercato azionario europee, dall’inizio dell’anno, del 10% circa – sta portando gli investitori a prestare una attenzione maggiore agli indicatori di analisi tecnica.

L’articolo del Financial TimesEuropean banks need more than fear of missing out to perform from here ha avvertito inoltre che il fenomeno Fear of Missing Out riassunto nell’acronimo “FOMO”, ovvero la corsa degli investitori a posizionarsi sulle azioni del settore bancario, per timore di perdere una ghiotta occasione, potrebbe non essere sufficiente.

Un esempio riportato per spiegare l’avvertimento è il caso di Deutsche Bank che, dopo aver visto le proprie azioni balzate di un terzo nel corso del 2024, è stata colpita da diversi sell off a seguito dell’annuncio di un accantonamento del valore di 1,3 miliardi di euro, che è stata costretta ad effettuare in relazione alla sua acquisizione di Postbank. L’esempio è stato illustrato ricordando come spesso dalle banche europee siano arrivate storicamente docce più o meno fredde.

Banche europee ancora solide. Ma c’è maggior cautela

L’FT ha rimarcato tuttavia anche la resilienza del settore, a dispetto delle aspettative di una Bce pronta a tagliare i tassi di interesse dell’area nella imminente riunione di giugno.

Questa prospettiva non ha per ora intaccato più di tanto la redditività del settore – come dimostra l’NII – in quanto lo scenario prezzato di tassi “higher for longer” ovunque e i rinnovati timori di nuove fiammate dell’inflazione hanno sostenuto i rendimenti dei bond, a vantaggio del margine netto di interesse che ha mostrato la sua solidità soprattutto nel caso delle “banche italiane e spagnole”:

citata, tra le italiane, UniCredit , la banca gestita dal ceo Andrea Orcel che, in occasione della diffusione dei conti del primo trimestre del 2024, ha migliorato l’outlook sugli utili, e che continua a essere tra le più generose in termini di remunerazioni agli azionisti attraverso l’erogazione di dividendi e il lancio di operazioni di buyback.

Ma è tutto il settore bancario europeo, ha ricordato il quotidiano della City, a offrire un buon dividend yield, pari a ben il 7% quest’anno

Eppure le posizioni short stanno salendo anch’esse a conferma che, secondo diversi fondi, dopo la pacchia degli ultimi anni legata alle strette monetarie continue lanciate dalla Bce, la redditività degli istituti di credito sia avviata necessariamente al declino.

D’altronde, a predicare maggiore cautela nei confronti del settore è stata la stessa Bce, che ha citato in particolare l’effetto dei rialzi dei tassi sui depositi.

In Italia, un chiaro attenti è arrivato anche da Bankitalia.

Per ora, rimanendo in Italia, l’ottima notizia è che il momento positivo per il settore bancario italiano è continuato, come hanno dimostrato le trimestrali delle altre Big, a partire da quelle di Intesa Sanpaolo. e di UniCredit,  fino ad arrivare alle altre scambiate sul Ftse Mib di Piazza Affari, ovvero al Monte di Stato Mps-Monte dei Paschi di Siena  , a Banco BPM e a Bper.