Elon Musk promette robot umanoidi Tesla già dal 2025. Tutto pronto per annuncio trimestrale

Mentre tutto è pronto per la pubblicazioni degli attesissimi dati trimestrali, sul proprio account di X Elon Musk fa sapere che Tesla «avrà robot umanoidi veramente utili in bassa produzione per uso interno» a partire dal prossimo anno. Superata questa fase iniziale, l’imprenditore spera che il progetto evolva in un’alta produzione in serie di robot umanoidi destinati alla vendita e all’utilizzo anche in altre società, già nel prossimo 2026.
Il robot di Tesla
Lungo il World Artificial Intelligence Conference (WAIC) di Shangai tenutosi il 6 luglio dell’anno scorso, Elon Musk presentava al mondo il prototipo più avanzato di Tesla Bot. L’umanoide aveva uno stile futuristico ma al tempo stesso essenziale, con slanciate forme metalliche, giunture ben in vista e una testa completamente in vetro nero. Infine, un’appariscente fibia da cowboy sottolinea l’origine texana della società.
Con un nome che strizzava l’occhio al celebre protagonista dei Transformers, Optimus è pensato per svolgere attività non sicure, ripetitive o noiose. Si pensa dunque ad una sua applicazione per l’assemblaggio di auto e pick up elettrici targati Tesla, così come anche operazioni di stoccaggio e logistica. Un obiettivo finale piuttosto ambizioso, per il cui raggiungimento Tesla afferma di aver assunto «ingegneri specializzati in apprendimento approfondito, visione computerizzata, pianificazione del movimento, controlli, ingegneri meccanici e di software generici per risolvere alcune delle nostre sfide di progettazione più difficili».
Per lo stesso scopo si sarebbero già attivate anche altri importanti player del settore automotive. Basti pensare alla lunga sperimentazione che Honda sta mandando avanti con il suo androide Asimo (mandato in pensione nel 2018) o del progetto sviluppato da Hyundai in sinergia con Boston Dynamics, marchio leader nel mondo della robotica posseduto all’80% dalla casa automobilistica sudcoreana.
Le promesse (non mantenute) di Musk
Coloro che attendono con entusiasmo (o con timore) l’arrivo in Tesla di nuovi operai metallici potrebbero tuttavia rimanere delusi. Il controverso imprenditore è, infatti, noto per i suoi annunci in grande stile a cui non segue sempre qualcosa concreto. Basti pensare all’ambiziosissimo progetto di creare una rete di taxi robotici perfettamente autonomi entro il 2020. Una scommessa rivelatasi decisamente dura da vincere, e che attualmente si trova sotto nuovi cambiamenti di design richiesti dallo stesso Musk ai suoi collaboratori. Motivo per cui la presentazione ufficiale programmata per l’8 agosto 2024 dovrà slittare a data da destinarsi.
Di robot umanoidi inoltre, Musk parla da tanti anni. Il primo progetto di Tesla Bot arriva nel 2021, per poi presentare nell’ottobre 2022 la prima generazione di Optimus, ulteriormente raffinata e smussata nel dicembre 2023 con una seconda versione. Contestualmente, già due anni fa, l’imprenditore affermava il suo obiettivo industriale di riuscire a produrre in massa nei prossimi tre-cinque anni robot androidi a costi inferiori ai $20,000. Rimane da capire come e se questo progetto riuscirà a prendere piede nella realtà, in simbiosi con tutti gli altri ambiziosi investimenti portati avanti da Musk negli ultimi anni.
Aspettando la trimestrale di Tesla
Intanto sui mercati si attendono i conti dei “Magnifici 7”. Stasera arriveranno anche i numeri del secondo trimestre di Alphabet ma anche quelli di Tesla che, come sempre, rappresenteranno un catalyst per i rispettivi titoli a Wall Street, ma anche un termometro importante per lo stato di salute del settore tech Usa che resta un sorvegliato speciale sui mercati.
Un punto sui cui si è soffermato Gabriel Debach, market analyst di eToro, che ha fornito una panoramica delle attese del mercato per i conti di Alphabet e Tesla, i primi colossi tecnologici ad annunciare i risultati trimestrali nella serata di oggi.
“Alla luce della rotazione settoriale in atto, che sta progressivamente allontanato gli investitori dai titoli tecnologici, le pubblicazioni verranno esaminate con occhio molto più critico. In particolare, sembra che al momento tutto ruoti intorno al modo in cui le aziende guadagnano o pensano di monetizzare i prodotti legati all’intelligenza artificiale, che è senza dubbio il principale catalizzatore di crescita per i prossimi anni”, segnala l’esperto che snocciola poi alcuni numeri. Nel secondo trimestre del 2024, si prevede che i profitti delle cosiddette “Magnifiche 7” siano aumentati del 29% – un calo notevole rispetto alla media del 35% del 2023. Tuttavia, si tratta comunque di una crescita di circa sei volte superiore rispetto alla media delle altre società, attese registrare un’espansione dei profitti di circa il 5%.
“Questi dati, se confermati, mostrerebbero quindi un divario ancora ampio, ma in riduzione rispetto al passato, cosa che dovrebbe sostenere il mercato in generale. Nel 2023, infatti, al netto delle Magnifiche 7, le restanti 493 società dell’S&P 500 avevano registrato perdite medie del 5%”, aggiunge Debach indicando che nel contesto generale, Alphabet e Tesla sono notevolmente sopravvalutate a causa delle elevate aspettative del mercato, con la casa madre di Google che scambia con un rapporto P/E di 27, mentre la casa automobilistica Usa si distingue per essere uno dei titoli più costosi dell’S&P 500 con un rapporto P/E addirittura di 61. Alla luce di ciò, l’ansia da prestazione si ha soprattutto per Tesla che non pare essere in grado di soddisfare le aspettative del mercato.