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Spread BTP-Bund sempre più giù. L’Italia batte la Germania

26 Febbraio 2024 10:44

Spread BTP-Bund YTD: il debito pubblico italiano fa più gola di quello tedesco. 

A parlare sono i numeri, messi in evidenza dagli analisti di DWS, tra gli asset manager più importanti a livello mondiale.

Nella nota Italian government bonds beat Bunds, ovvero “I bond governativi italiani battono i Bund”, gli analisti si focalizzano sulla sovraperformance dei BTP rispetto ai titoli di stato tedeschi, indicando i motivi che sono alla base di questo momento propizio per i titoli di stato italiani.

Spread BTP-Bund in calo fino a 143 punti base, forte calo per i tassi 10y

Lo spread BTP-Bund a 10 anni, di fatto, “si è ristretto dai 165 punti base di inizio anno” a un livello che corrisponde al minimo degli ultimi due anni.

In particolare venerdì scorso il differenziale è capitolato fino a quota 143 punti, ai nuovi minimi dal febbraio del 2022, sulla scia del tonfo dei tassi dei BTP, crollati in una sola sessione di ben 11 punti base, al 3,79%.

Oggi lo spread oscilla attorno alla soglia di 143 punti base, a fronte di tassi decennali sui BTP che rimangono al di sotto della soglia del 3,8%.  E’ già da un po’ che il differenziale testa i valori più bassi degli ultimi due anni.

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Commenti positivi sulla carta italiani sono arrivati qualche giorno fa anche dagli analisti di DWS, che hanno manifestato in modo chiaro la fiducia riposta nei confronti dei BTP e dunque dello spread.

“Crediamo che ci sia una buona probabilità che questo trend continui, per almeno un po’ di tempo”.

Il tris pro-BTP Moody’s-inflazione Italia-caccia ai rendimenti

Nell’analisi dedicata ai titoli di stato italiani, DWS ha attribuito alla minaccia junk scongiurata dall’Italia di Meloni il merito e la genesi del continuo calo riportato dai tassi dei BTP e dunque dallo spread BTP-Bund, a partire dalla fine dell’anno scorso.

Ad aiutare a rafforzare il trend positivo dei BTP, secondo gli analisti dell’asset manager, è stato per la precisione il fatto che l’Italia sia riuscita a scampare alla fine del 2023 il pericolo di un rating junk, spazzatura, firmato Moody’s:

Ha aiutato il fatto che Moody’s abbia confermato la valutazione sull’Italia a novembre, alzando l’outlook a stabile.

“Moody’s – ricorda l’analisi – ha citato la stabilizzazione dell’outlook sull’economia, le banche italiane in buone condizioni di salute e il miglioramento delle dinamiche del debito pubblico”.

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Non solo Moody’s, però.

Secondo gli esperti dell’asset manager è probabile che, a sostenere i BTP, sia stato anche “il tasso di inflazione molto basso dell’Italia, che a dicembre è sceso al minimo dal febbraio del 2021, riportando una crescita su base annua pari ad appena +0,6%” (poi rimbalzata a gennaio), a fronte di un tasso di inflazione che, in Germania, è pari al 2,9%, dunque quasi cinque volte più alto”.

“Ovviamente – hanno tenuto tuttavia a precisare gli analisti di DWS – i BTP non sono sfuggiti al contesto globale attuale di aumento dei rendimenti dei titoli di stato, in una fase in cui sia la Bce che la Fed stanno combattendo l’inflazione ostinata con tassi di interesse più alti, a fronte di una crescita del Pil piuttosto resiliente”.

Attenzione a tal proposito alla pubblicazione delle minute rese appena note sia dalla banca centrale americana americana guidata da Jerome Powell che dalla banca centrale europea presieduta da Christine Lagarde:

entrambi i verbali hanno confermato la piaga della persistenza dell’inflazione.

Non per niente, ha scritto DWS, “dall’inizio dell’anno i tassi dei BTP hanno segnato un lieve rialzo, salendo dal 3,7% al 3,86%”.

Detto questo, “la performance migliore dell’Italia rispetto alla Germania” è andata avanti, tanto che venerdì scorso i tassi dei BTP a 10 anni sono anche tornati a bucare la soglia del 3,8%.

Buy Italia con caccia ai rendimenti. Ma alert debito-Pil è una costante

E’ stata ed è soprattutto la caccia ai rendimenti che gioca a favore dell’Italia e che, secondo alcuni esperti, potrebbe rendere appetibile anche la sottoscrizione del terzo BTP Valore, la cui emissione è partita ufficialmente oggi, lunedì 26 febbraio 2024.

DWS ha sottolineato infatti che “la caccia ai rendimenti sembra continuare a sostenere i titoli di stato italiani”.

E “la prospettiva di una Bce che taglierà i tassi di interesse quest’anno dovrebbe essere un altro fattore che manterrà elevata la domanda per i BTP”.

Esiste però il “ma” eterno rappresentato dalla mole immensa del debito pubblico dell’Italia, che gli analisti di certo non ignorano.

“C’è il rischio che il rapporto debito-Pil dell’Italia ancora molto alto, stimato al 144% nel 2023, possa portare incertezza in futuro tra gli investitori”.

La benedizione, tuttavia, per ora c’è ancora.

BTP: nessun alert da inizio 2024, si prevede ulteriore calo dello spread

In generale, va detto che in questo inizio di nuovo anno non ci sono stati segnali di preoccupazione evidenti nei confronti dei BTP.

Tutt’altro, come è emerso da diversi commenti.

Per nulla preoccupati riguardo alla dinamica dello spread BTP-Bund , per esempio, gli analisti di Citi Research, che hanno anzi tagliato l’outlook sul diffferenziale per la fine del 2024 a 130 punti base.

Citi ha spiegato gli acquisti di BTP con il fatto cheil Pil dell’Italia migliore delle attese non si sia tradotto per ora in un’inflazione più accesa rispetto a quella di altre economie dell’area euro.

In generale, gli analisti non hanno mostrato ansie particolari neanche per la fine dei giochi dell’altro QE della Bce, ovvero del PEPP o anche QE pandemico, prevista per la fine di quest’anno, in quanto quello che è stato definito come altro bazooka per i BTP sarà ritirato in modo graduale.

E l’Italia di Meloni è riuscita a incassare anche un complimento, proprio per il trend al ribasso dello spread, dalla Germania:

venerdì scorso, parole di apprezzamento nei confronti dello spread sono arrivate dalla stessa Isabel Schnabel, esponente tedesca del Comitato esecutivo della Bce, che ha messo in evidenza che il calo del differenziale sia avvenuto addirittura in un contesto in cui la Banca centrale europea ha alzato ripetutamente i tassi di interesse dell’area euro.

Va detto tuttavia che Schnabel ha riconosciuto parte del merito della flessione dello spread a uno stesso strumento sfornato dalla Bce qualche anno fa, ovvero al TPI, noto anche come scudo salva BTP anti spread. Tutto questo, mentre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in primis continua a rivendicare la paternità del calo del differenziale.

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