Notizie Notizie Mondo Pil Italia +0,2% in IV trim. 2023, Pil euro a zero. Da Francia e Germania SOS alla Bce

Pil Italia +0,2% in IV trim. 2023, Pil euro a zero. Da Francia e Germania SOS alla Bce

30 Gennaio 2024 11:49

Nel quarto trimestre del 2023 il Pil dell’Italia ha segnato un rialzo dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% in termini tendenziali. E’ quanto ha reso noto l’Istat, diffondendo la stima preliminare del Pil dell’ultimo trimestre dello scorso anno.

La pubblicazione del Pil dell’Italia si accompagna alla carrellata di altri dati sul trend dei prodotti interni lordi di diversi singoli paesi dell’Eurozona e al dato sui Pil dell’area euro e dell’Unione europea. Pil che, in questi ultimi due casi, hanno segnato una performance di crescita pari a zero, sventando per un soffio la recessione.

L’attenzione dei mercati ai numeri relativi al Pil è massima, in un momento in cui tra i trader si intensificano le scommesse sul primo taglio dei tassi in Eurozona, da parte della Bce di Christine Lagarde, nel mese di aprile.

Carrelata dati Pil mentre la Bce di Lagarde fa orecchie da mercante

I dati finora diffusi presentano un quadro contrastato, che rende ancora più difficile la decisione della Banca centrale europea: da un lato, ci sono il Pil della Francia e della Germania, che lanciano un chiaro SOS alla Banca centrale europea.

Dall’altro lato si mette in evidenza la solidità dell’economia spagnola, con un Pil che batte le stime. C’è inoltre il Pil dell’Italia che, con un ritmo di crescita da zero virgola, si conferma comunque più solido delle attese.

Nel suo primo atto del 2024 la Bce ha continuato a opporre resistenza agli appelli che i mercati e i cittadini stessi stanno lanciando, pregando Lagarde di intervenire per evitare che l’Europa cada in recessione.

Per ora, così come è accaduto negli anni 2022 e 2023 in cui ha alzato i tassi per ben dieci volte consecutive, Lagarde ha fatto orecchie da mercante, assillata ancora dal trauma dell’inflazione. Una inflazione che, a causa delle tensioni geopolitiche esplose in Medio Oriente, nello specifico in Mar Rosso – con gli attacchi dei ribelli yemeniti Houthi contro le navi mercantili – potrebbe rischiare di tornare a infiammarsi.

Va ricordato che giovedì scorso, 25 gennaio, in quella che è stata la prima riunione del Consiglio direttivo del 2024, la Bce di Lagarde ha confermato come da attese i tassi principali di riferimento dell’area euro.

Pur riconoscendo i progressi compiuti nel far rientrare la crescita dell’inflazione dell’Eurozona, Lagarde ha tuttavia ribadito che è prematuro al momento aprire in dibattito su quando l’Eurotower inizierà a tagliare i tassi.

In precedenza la numero uno della Bce aveva comunque aperto all’opzione di iniziare ad abbassare il costo del denaro durante l’estate. 

Pil Italia +0,2% in IV trimestre 2023, +0,5% a/a

Per quanto riguarda il Pil dell’Italia, l’Istat ha reso noto che “nel quarto trimestre 2023 l’economia italiana è cresciuta dello 0,2% rispetto al trimestre precedente e dello 0,5% rispetto al quarto trimestre 2022″.

“Questo risultato, di cui si sottolinea la natura provvisoria, fa seguito al lieve aumento registrato nel terzo trimestre (+0,1%), e determina una crescita dello 0,7% nel 2023 in termini di valori reali corretti per gli effetti di calendario e destagionalizzati”.

Ancora l’Istat:

“La stima preliminare del quarto trimestre 2023 riflette una flessione del comparto primario ed un aumento sia del settore industriale sia dei servizi. Dal lato della domanda, la componente nazionale misurata al lordo delle scorte è in diminuzione, mentre si stima un aumento della componente estera netta. A fine 2023, la variazione acquisita per il 2024 è leggermente positiva, pari al +0,1%”.

L’Istituto nazionale di Statistica ha fatto notare che “il quarto trimestre del 2023 ha avuto tre giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in meno rispetto al quarto trimestre del 2022″ e che “la variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto nel comparto dell’agricoltura, silvicoltura e pesca e di un aumento sia nell’industria sia nei servizi”.

Ancora: “la variazione acquisita per il 2024 è pari a +0,1%”.

Niente di esaltante, tutt’altro, ma almeno il Pil dell’Italia ha fatto meglio delle attese che, su base trimestrale, erano per una variazione pari allo zero per cento.

L’Istat ha infine reso noto che i risultati dei conti nazionali annuali per il 2023 saranno diffusi il prossimo 1° marzo, mentre quelli trimestrali coerenti con i nuovi dati annuali verranno presentati il 5 marzo.

https://twitter.com/istat_it/status/1752261780884099397+

Pil Italia: il commento degli analisti

Gabriel Debach, market analyst di eToro, commenta la resilienza del Pil italiano:

Come previsto dal governo (Meloni), la crescita del Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, nel 2023 si è attestata all’0,7%”.

Di fatto, “nel trimestre più recente, nonostante la penalizzazione dovuta alle minori giornate lavorative, il Pil italiano ha registrato una crescita dello 0,2% trimestrale (in aumento rispetto allo 0,1% del terzo trimestre). Questo contrasta con la situazione francese, che ha mostrato una mancanza di crescita nei due ultimi trimestri (stagnazione allo 0%), e con la Germania, che ha registrato una contrazione dello 0,3% nell’ultima lettura di dicembre”.

Debach ha continuato, facendo notare che “nonostante la persistente debolezza dell’economia tedesca, che nel 2022 rappresentava il principale partner commerciale italiano con una quota del 13%, l’economia italiana sembra non essere stata penalizzata. La variazione congiunturale evidenzia un aumento sia nel settore industriale che nei servizi, sottolineando la resilienza dell’Italia in un contesto economico europeo complesso”.

Di conseguenza, in questo momento, “nonostante le previsioni di rallentamento nei prossimi anni, i mercati possono festeggiare la lettura positiva dell’economia italiana. La crescita economica del paese è risultata migliore rispetto ai principali paesi europei, e i dati del mercato del lavoro sono solidi”.

L’analista di eToro ricorda anche che “l’inflazione è ritornata a livelli sostenibili, attestandosi al 0,59%, mentre l’indice di miseria si posiziona a un basso 8,9%, inferiore al 9,3% dell’UE, all’11,1% della Francia e al 9,6% della Germania”.

Da ING hanno messo in evidenza che “le dinamiche dell’inflazione svolgeranno un ruolo importante nel delineare il profilo di crescita dell’Italia nel 2024″.

“Non dobbiamo aspettarci che il forte calo dell’inflazione aggregata registrato nell’ultimo trimestre del 2023 (a dicembre ha raggiunto lo 0,6% a/a) persista nel 2024, poiché gli effetti base favorevoli nel settore energetico svaniranno con la soppressione degli sconti fiscali e la reintroduzione delle voci di costo che hanno temporaneamente ridotto le bollette energetiche”.

Detto questo Paolo Pizzoli, Senior Economist di ING, ha sottolineato che “il costante calo dell’inflazione core (al 3,1% annuo a dicembre) giustifica le aspettative di una stabilizzazione dell’inflazione complessiva nell’intervallo 2-2,5% a metà anno”. E che “se confermato, ciò rappresenterebbe un buon auspicio per una graduale accelerazione dell’economia nella seconda metà del 2024, trainata dai consumi privati e dagli investimenti, auspicabilmente sostenuti dagli sviluppi del mercato del lavoro“.

Eurozona: il dato complessivo

Diffuso verso la fine della mattinata di oggi il dato complessivo relativo al Pil dell’area euro.

Dai numeri è emerso che, nel complesso, l’economia dell’Eurozona ha riportato una performance stagnante nel corso dell’ultimo anno.

Il Pil è salito di appena lo 0,1% sia nel primo trimestre che nel secondo trimestre del 2023, per poi contrarsi dello 0,1% nel terzo trimestre e rimanere in fase di stallo, segnando dunque una crescita pari a zero, nell’ultimo trimestre.

Con un’altra nota gli analisti di ING hanno fatto notare il lato positivo del dato sul Pil dell’Eurozona, ovvero che l’economia “ha appena sventato una recessione tecnica“.

Detto questo, ragioni per brindare ce ne sono davvero poche, perchè dai numeri emerge “un’ampia stagnazione” dell’economia, che prosegue “dalla fine del 2022” e che indica come il blocco abbia perso terreno in modo significativo, in termini di crescita del prodotto interno lordo, nei confronti degli Stati Uniti, nel corso degli ultimi anni.

La verità è che, “dopo la corsa sostenuta dal reopening dalla fase di lockdown da pandemia Covid-19, l’economia europea è entrata in una fase di debolezza prolungata”.

Germania: economia in contrazione suona alert recessione

L’economia europea, insomma, arranca. E a dimostrarlo sono soprattutto i numeri negativi del Pil della Germania, che di nuovo hanno suonato l’allarme recessione, così come quelli del Pil francese.

L’Istituto Nazionale di statistica tedesco Destatis ha reso noto che, nel quarto trimestre del 2023, il Pil della Germania si è contratto dello 0,3%, in linea con le stime.

La Germania non è entrata tuttavia in recessione, in quanto il dato relativo al prodotto interno lordo del terzo trimestre è stato rivisto al rialzo (allo 0%), dal -0,1% inizialmente annunciato.

Destatis ha reso noto che “dopo essere rimasta bene o male in stagnazione nei primi tre trimestri (del 2023), l’economia si è contratta nell’ultimo trimestre del 2023. Rispetto al trimestre precedente, in particolare, c’è stata una flessione marcata degli investimenti nel settore edilizio e nei macchinari e attrezzature, considerando gli aggiustamenti dei prezzi, stagionali e di calendario”.

Carsten Brzeski, responsabile globale della divisione macro di ING, ha commentato i dati della Germania, sottolineando che l’economia teutonica rimane in “una zona crepuscolare compresa tra la recessione e la stagnazione”.

Per Brzeski, si può dire chiaramente che la Germania probabilmente sta attraverso un periodo di “lieve recessione”.

E’ stato ricordato inoltre che il 2023 si conferma il primo anno dal 2020, anno dell’emergenza della pandemia Covid-19, in cui l’economia tedesca si è contratta.

Per ora, l’economia ha sventato una recessione tecnica, evitando di contrarsi per due trimestri consecutivi. Ma certo la situazione è alquanto critica.

Pil Francia a crescita zero

Per quanto riguarda il Pil della Francia, stamattina l’Istituto nazionale di statistica francese INSEE ha annunciato che l’economia nel quarto trimestre del 2023 è riuscita a evitare la recessione tecnica, confermando tuttavia la fase di stagnazione, ovvero di crescita pari a zero.

Il Pil della Francia ha segnato infatti nell’ultimo trimestre dello scorso anno una crescita nulla (su base trimestrale).

E’ stata in particolare la domanda interna (scorte escluse) a contribuire negativamente alla crescita del Pil, con un calo di 0,1 punti, rispetto ai +0,4 punti del terzo trimestre, sulla scia sia dalla flessione degli investimenti che del dietrofront delle spese per consumi delle famiglie.

Per la Francia, la buona notizia, è che il dato relativo al Pil del terzo trimestre è stato rivisto al rialzo, dalla contrazione pari a -0,1% inizialmente riportata a una crescita pari a zero.

In tutto il 2023, il Pil della Francia è salito complessivamente dello 0,9%, in forte rallentamento rispetto al +2,5% del 2022.

Nel commentare il trend dell’economia francese Charlotte de Montpellier, economista senior di ING per le economie di Francia e Svizzera, ha rilevato la presenza di “pochi indicatori” capaci di anticipare una ripresa del Pil francese nel primo trimestre del 2024.

De Montpellier ha scritto in una nota di prevedere che “la stagnazione persisterà” e che, a suo avviso, “l’economia francese recupererà in modo solo graduale nel corso del 2024, con la crescita che si espanderà in modo lieve nel secondo trimestre, per poi accelerare nel secondo semestre dell’anno”.

Ma, nel complesso, le attese sono “di una crescita, nel 2024, ancora più debole rispetto a quella del 2023, al ritmo pari a +0,5%, rispetto al +0,8% stimato”(da ING).

Sorpresa dalla Spagna: la crescita straccia le stime

Sorpresa positiva, invece, dalla Spagna, il cui Pil ha presentato un quadro decisamente più confortante.

Nell’ultimo trimestre del 2023, il Pil spagnolo è cresciuto infatti al tasso (trimestrale) dello 0,6%, rispetto alla crescita pari a +0,4% del terzo trimestre, decisamente meglio del rialzo pari a +0,2% atteso dagli economisti.

Anche su base annua, la performance è stata decisamente solida:

il Pil della Spagna è salito al ritmo del 2%, battendo l’outlook del consensus degli analisti intervistati da Reuters, che avevano previsto un’espansione pari a +1,5%.

La brutta sorpresa dell’Irlanda

La maglia nera sembra andare all’Irlanda. Il Pil diffuso nella giornata di oggi ha confermato che l’economia si è di fatto contratta in ognuno dei quattro trimestri del 2023, scivolando nel primo trimestre dell’1,9%, dello 0,4% nel secondo, dell’1,9% nel terzo trimestre e, infine, dello 0,7% nell’ultimo trimestre del 2023.