Notizie Notizie Italia Debito tra cedole BTP & Co, Scope: spese interessi fino a 100 miliardi

Debito tra cedole BTP & Co, Scope: spese interessi fino a 100 miliardi

25 Luglio 2023 09:52

Debito pubblico e spese per interessi: l’outlook dell’agenzia Scope Ratings

La spina del debito pubblico dell’Italia torna a essere confermata dalle stime sulle spese per interessi elaborate dall’agenzia di rating Scope Ratings.

Scope prevede infatti una traiettoria al rialzo per il costo del debito italiano che, rispetto ai 57,3 miliardi del 2020, lieviterà quest’anno alla cifra di 75 miliardi di euro: una cifra, vale la pena ricordare, comunque inferiore a quella spesa per interessi ammontata a oltre 83,2 miliardi, ovvero al 4,4 per cento del Pil, del 2022, provocata in primis dal maggior onere dei titoli indicizzati all’inflazione.

Per i prossimi anni, Scope prevede una situazione ancora più fosca, visto che, a suo avviso, gli interessi che lo Stato italiano si dovrà accollare costeranno fino a un terzo in più rispetto ai valori attuali, schizzando a un valore compreso tra i 90 miliardi e i 100 miliardi entro il 2026.

A fare i calcoli sono stati gli analisti di Scope Ratings Alvise Lennkh-Yunus, Giulia Branz e Alessandra Poli, che prevedono tra le altre cose un debito pubblico dell’Italia ancora attorno al 140% del Pil entro il 2028.

E non finisce qui visto che, in uno scenario di stress maggiore,  precisamente nel worst scenario, il rapporto debito-Pil potrebbe schizzare secondo Scope Ratings fino al 150%.

Il risultato di tutto questo è che la Grecia, così come confermato da altri dati e previsioni, potrebbe lasciare all’Italia il triste primato di paese più indebitato dell’area euro, in un contesto in cui i timori sono stati accesi dai rialzi dei tassi anti-inflazione e dal piano QT lanciati dalla Bce.

Tra l’altro, i mercati finanziari hanno già prezzato l’arrivo da parte della Bce di Christine Lagarde di una nuova sberla.

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Debito pubblico Italia: cosa si legge nella nuova nota di Scope Ratings

A rendere note le anticipazioni del rapporto di Scope Ratings è stato l’articolo di Bloomberg Italy’s Debt Costs Could Reach €100 Billion by 2026, Scope Says, firmato da Alessandro Speciale.

Bloomberg ha pubblicato un grafico che ha riassunto i rating che le principali agenzie hanno assegnato all’Italia e il loro scostamento dalla pagella tanto temuta dal debito pubblico made in Italy:

quella valutazione ‘junk’ che pende sulla testa di Roma come una spada di Damocle, visto che Moody’s si è limitata finora a confermare il suo giudizio sui BTP e in generale sulla carta italiana, senza far scattare la tanto temuta ghigliottina. Ma senza neanche escluderla.

Va detto che il commento di Scope Ratings sul debito italiano, previsioni nefaste a parte, non è poi così terribile.

Gli analisti riconoscono infatti l’impegno del governo Meloni a tenere sotto controllo i conti pubblici e a tornare a sbandierare l’anno prossimo un avanzo primario. E d’altronde, il verdetto stesso di Scope sui BTP ha confermato lo status quo.

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Detto questo è necessario, e l’agenzia di rating lo rimarca, che non si abbandoni la retta via.

“Centrare i target ambiziosi relativi alle finanze pubbliche è cruciale per fare in modo che i rischi che incombono sulla sostenibilità del debito italiano rimangano sotto controllo – hanno avvertito gli analisti di Scope – Una pietra miliare sarà dunque la presentazione della legge di bilancio, per l’anno prossimo, in autunno”.

L’agenzia ha tenuto a ricordare che il debito pubblico dell’Italia è fonte di preoccupazione della Bce ormai da tempo.

Allo stesso tempo, la nota ha ammesso che oggi, contro eventuali turbolenze, Roma dispone di cuscinetti più forti.

Ansia spesa interessi con rialzi tassi Bce. Cosa emerge dal DEF 2023

La piaga delle spese per interessi più alti è stata conseguenza del balzo dell’inflazione nell’intera Eurozona e della continua carrellata di rialzi dei tassi che la Bce di Christine Lagarde ha lanciato a partire dal luglio del 2022 per cercare di sfiammare l’impennata dei prezzi.

Di questa piaga, così si legge nel Documento di Economia e finanza (DEF 2023) che è stato stilato dal governo Meloni:

“Per quanto riguarda la spesa per interessi, la previsione per il 2023 è pari al 3,7 per cento del PIL, in calo rispetto al 2022, in ragione della riduzione del tasso di inflazione che comporta una minore rivalutazione dei titoli indicizzati ai prezzi”.

Ma più difficile, conferma il DEF, sarà la situazione attesa per i prossimi tre anni:

“Per il prossimo triennio, al contrario, la spesa per interessi è prevista in aumento al 4,1 per cento del PIL nel 2024, 4,2 per cento nel 2025 e 4,5 per cento nel 2026. Ciò è dovuto al fatto che quote crescenti dello stock di debito pubblico avranno recepito i tassi di rendimento più elevati derivanti dai rialzi dei tassi di riferimento da parte della Bce”.

Ancora, il DEF spiega che spesa per interessi sconterà “il rialzo dei rendimenti dei titoli di Stato, conseguente alle decisioni della politica monetaria della BCE in risposta alle pressioni inflazionistiche. Puntualizzando che, in questo contesto, “la crescita nominale dell’economia non sarà sufficiente a compensare tale incremento di spesa e la componente snow-ball diventerà positiva e pari a 0,2 punti percentuali di PIL, contribuendo all’aumento del rapporto debito-PIL”.

Come ha fatto notare un articolo de Il Sole 24 Ore nel riassumere i dati del DEF, tutto questo significa che, misurata in euro, la spesa per interessi sarà pari a 75,6 miliardi quest’anno, 85,2 il prossimo, 91,6 miliardi e 100,6 nei due anni successivi. Stime che alla fine dimostrano come il governo Meloni, quella previsione di spese per interessi comprese tra i 90 e i 100 miliardi, in realtà l’ha già messa in conto.

“Per restare al 2024, significa che statisticamente il costo delle cedole dei BTp vale 1.398,1 euro per ogni italiano, compresi i neonati (sempre meno numerosi, e anche questo è un problema per il debito) –  ha sottolineato ancora l’articolo de Il Sole, pubblicato nell’aprile di quest’anno –  Sia in termini pro capite, sia in rapporto al Pil, la spesa per interessi italiana non conosce rivali in Europa e nel resto del mondo sviluppato”.

La traiettoria continuerà a essere al rialzo. Outlook Mazziero Research

A confermare il trend ascendente delle spese per interessi sul debito pubblico italiano (gli interessi che praticamente l’Italia paga a chi sottoscritto BTP, Bot e altri titoli di debito emessi) è stato, tra gli altri, Maurizio Mazziero, analista finanziario di Mazziero Research, nel rapporto “Italia 1 trim 2023 Pil debito & Co”, noto come “Osservatorio trimestrale sui dati economici italiani”.

Mazziero ha detto di prevedere per il prossimo anno, dunque per il 2024, un debito pubblico italiano superiore alla soglia di 3 trilioni di euro:

“Probabilmente l’anno prossimo supereremo i 3.000 miliardi per qualche mese e, seppur chiudendo il 2024 al di sotto di questa
soglia, dal 2025 resteremo stabilmente al di sopra di questa cifra – ha avvertito Mazziero – Il tutto si accompagna a rendimenti dei titoli di Stato molto elevati: i BTP decennali hanno cedole oltre il 4%, con rendimenti medi superiori del 3% rispetto
ai titoli che vengono rimpiazzati dalle nuove emissioni”.

“Di conseguenza – è questo l’outlook dell’analista finanziario – la spesa per interessi nei prossimi anni continuerà a porre sotto pressione i conti pubblici, limitando gli spazi di manovra del bilancio”.

Messa tra l’altro in evidenza una curiosità che sa di vera e propria beffa per gli italiani:

“A tal proposito si scopre nel Documento di Economia e Finanza del Governo che la spesa sanitaria salirà molto meno dell’inflazione e addirittura scenderà se rapportata al PIL dal 6,9% del 2022 a meno del 6,2% nel 2026″.