BTP da buy pre-taglio tassi Bce. Ma BTP Valore di Meloni avranno meno appeal

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I BTP, così come gli altri titoli di stato dell’area euro, saranno ostaggio questa settimana non solo del grande annuncio della Bce, ma anche delle elezioni europee dei prossimi 8-9 giugno.
Nella sua ultima rubrica mensile Italian Times Massimo Trabattoni, Head of Italian Equity di Kairos, mette in evidenza la correlazione tra i BTP e le prossime mosse di politica monetaria della Bce, sottolineando che il taglio dei tassi della Banca centrale europea di domani, dato ormai per certo dai mercati, potrebbe mettere a rischio l’appetibilità del BTP Valore di fronte alla platea degli investitori retail, dunque l’appetibilità della grande scommessa lanciata dal governo Meloni per blindare l’Italia, in particolare il suo debito pubblico, dalla speculazione.
Citato nel commento il risultato deludente dell’ultima edizione del BTP Valore.
- BTP Valore VS risparmio gestito: il commento di Trabattoni (Kairos)
- BTP by Meloni: a rischio appeal in contesto taglio tassi Bce
- Italia: tutto ok anche per spread. Ma occhio a procedura infrazione Ue
- Anima su countdown tassi Bce: il commento sui Bund e sui BTP
- Buy sui bond: operatori iniziano a coprirsi prima di taglio tassi
BTP Valore VS risparmio gestito: il commento di Trabattoni (Kairos)
Nero su bianco, Trabattoni ha ricordato che, “nel mese di maggio, i principali indici azionari globali hanno conseguito performance positive:
A Piazza Affari il Ftse Mib è salito del 3,50% (incassando una crescita da inizio anno pari a +17,5% YtD).
Sempre a maggio lo Stoxx Europe 600 ha riportato un progresso del 3,1% (+10,4% YtD), mentre a Wall Street l’indice benchmark S&P 500 ha incassato un guadagno del 4,5% (+10,8% YtD). Ancora meglio il Nasdaq, salito del 7,6% nel mese, e forte di una performance YTD pari a +12,4% YtD) in valuta locale (total return).
L’Head of Italian Equity di Kairos ha fatto riferimento anche alla solidità dimostrata per l’ennesima volta dal settore bancario che, almeno stando ai risultati resi noti con la diffusione delle trimestrali, si è mostrato più che resiliente e solido, anche in attesa di una mossa della Bce che dovrebbe andare in teoria a sfavore della sua redditività. Proprio quella redditività, infatti, attraverso l’NII, margine netto di interesse, era salita in modo sostenuto sulla scia dei rialzi dei tassi anti-inflazione lanciati dall’Eurotower negli anni 2022-2023. Rialzi che non ci sono più, e che sono pronti ora a cedere il passo all’era dei tagli dei tassi.
“Nel momento in cui scriviamo – ha sottolineato Trabattoni – si è appena conclusa la reporting season relativa al primo trimestre dell’anno. Il settore bancario ha riportato ancora una volta numeri molto forti, sebbene con un mix leggermente diverso rispetto ai trimestri precedenti. Da una parte, un margine di interesse resilente grazie a tassi dell’attivo ancora molto elevati a fronte di un costo del funding pressoché inalterato, dall’altra, commissioni sensibilmente più forti delle attese, anche alla luce di un contesto di mercato favorevole e della prospettiva di tassi in calo nella seconda metà dell’anno”.
“Proprio queste condizioni – ha fatto notare Trabattoni – hanno entrambe contribuito a rendere più attrattivi i prodotti del risparmio gestito agli occhi della clientela retail”.
E proprio questi prodotti potrebbero, in un contesto di taglio di tassi, battere i BTP Valore su cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni in primis ha scommesso, con quello che pouò essere definito un vero e proprio mantra: “più titoli di stato agli italiani” .
BTP by Meloni: a rischio appeal in contesto taglio tassi Bce
Ribattezzato anche BTP sovranista, il BTP Valore – che alcune indiscrezioni stampa avevano anticipato prevedendo una sorta di BTP autarchico – è arrivato alla sua quarta edizione agli inizi di maggio, quando è stato emesso dal 6 al 10 del mese.
Più di 11 miliardi di euro la somma reperita dalle casse dello Stato: non male, ma neanche all’altezza dei risultati strepitosi delle precedenti edizioni, soprattutto rispetto a quelli della terza edizione, o anche primo atto del 2024 del BTP Valore, che si era conclusa con numeri record.
Nel corso di quella quarta edizione gli esperti avevano spiegato la disaffezione dei BTP People anche con l’imminente grande svolta di politica monetaria della Bce di Christine Lagarde, oltre che con la concorrenza rappresentata dai conti deposito delle banche italiane.
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Nella sua nota Italian Times, Massimo Trabattoni si è concentrato proprio sul rischio che i BTP People voltino le spalle alla strategia di nazionalizzazione del debito italiano su cui la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha riposto grandi speranze:
“Riteniamo che il momentum estremamente positivo sul settore bancario – ha scritto l’Head of Italian Equity di Kairos – sia destinato a esaurirsi lentamente, cedendo il passo a una possibile sovraperformance dei titoli del risparmio gestito, a mano a mano che l’inizio del ciclo di ribasso dei tassi si avvicina e la prospettiva di investire in singoli titoli obbligazionari diventa sempre meno interessante”.
“In questa direzione – ha spiegato Trabattoni – va sicuramente il dato sul collocamento dell’ultima emissione di BTP Valore, che nel mese di maggio ha raccolto circa €11 miliardi, rispetto ai €18 miliardi di febbraio”.
Con il mercato dei bond che, sulla scia dei tagli dei tassi che la Bce si accinge a varare – e che in realtà potrebbero essere molto più contenuti di quanto inizialmente sperato – si appresta a diventare sempre meno appetibile, proprio i BTP rivolti alla clientela retail su cui il governo Meloni ha tanto puntato potrebbero insomma perdere progressivamente appeal, come hanno dimostrato gli ultimi numeri.
Italia: tutto ok anche per spread. Ma occhio a procedura infrazione Ue
BTP Valore a parte, in attesa dell’annuncio di domani e anche del fattore elezioni europee, diversi esperti hanno risposto alla domanda che starà assillando chi investe in generale nei BTP.
A tal proposito Gianni Piazzoli, Chief Investment Officer di Vontobel Wealth Management SIM, ha fatto notare quanto scritto dal Financial Times, ovvero che “sarà Giorgia Meloni a scuotere l’Ue anche se la debolezza economica italiana limiterà la capacità d’influenza (tra le varie critiche: l’evoluzione demografica e un debito pubblico peggio delle Grecia)”.
Piazzoli ha continuato, prevedendo che “sul tavolo della prossima legislatura si andrà dalla difesa comune alle politiche d’immigrazione, dalla sostenibilità ambientale al rigore dei conti pubblici” e su questi ultimi una tranvata per il governo Meloni e per l’Italia in generale, così come per la Francia di Emmanuel Macron, quest’ultima già penalizzata dal downgrade firmato da Standard & Poor’s, dovrebbe arrivare sotto forma di una procedura d’infrazione per deficit eccessivo il 19 giugno.
Per ora sul mercato dei BTP non c’è stato nessuno scossone.
D’altronde, ha ricordato Piazzoli, “va detto che l’Italia ha incassato venerdì sera la conferma del rating da parte di Moody’s con un Outlook stabile, nonostante un’evoluzione di deficit italiano peggiorativa”.
In realtà, in attesa del primo taglio dei tassi dal 2019 dell’Eurotower, va detto che non hanno battuto ciglio neanche i titoli di stato della Francia, ignorando il downgrade sul rating del debito annunciato da Standard&Poor’s.
Il trend positivo dei mercati dei titoli di stato dell’area euro ha spiazzato anche l’ex responsabile della divisione di rating dei debiti sovrani Moritz Kraemer, perplesso per un livello d’ansia così contenuto.
Lo spread BTP-Bund, così come altri spread, è sotto controllo anche oggi, alla vigilia del Bce-Day, sulla scia di tassi che, nel caso dei BTP, viaggiano al di sotto della soglia del 4% sfondata la scorsa settimana.
A questo punto tutto dipende non tanto dal taglio dei tassi di 25 punti su cui i mercati scommettono ormai da settimane con una probabilità che si è fatta certezza, ma da cosa dirà la presidente della Bce Christine Lagarde nella giornata di domani quando, alle 14.45 ora italiana, prenderà la parola nella conferenza stampa successiva all’annuncio sui tassi.
Una parola ‘sbagliata’ e Lagarde potrebbe tornare a infiammare i rendimenti dei titoli di stato. Eppure il rischio contentino da parte della Bce c’è.
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Anima su countdown tassi Bce: il commento sui Bund e sui BTP
In attesa della Bce, attenzione anche al commento di Anima “L’ultimo canto della cicala?” appena diffuso.
Nel report AnimaFlash di giugno 2024, gli analisti si sono concentrati non solo sui bond governativi core, ma anche sui BTP dell’Italia, scrivendo che, tra “i bond governativi core, confermiamo la costruttività sui Treasury, alla luce del probabile ingresso dell’economia Usa nella fase finale del ciclo post pandemico, del ribilanciamento del mercato del lavoro e del previsto allentamento delle presioni inflazionistiche”.
“La stessa indicazione – si legge ancora – è valida per i Bund, che dal canto loro possono contare sulla sorpresa al rialzo nei dati sul Pil, l’approccio comunque cauto e dipendente dai dati della Bce, l’elevata correlazione con i titoli di Stato Usa e l’impatto negativo del Quantitative Tightening”.
Anima ha fatto riferimento anche alla carta italiana, scrivendo che “anche i BTP godono di una view positiva, in un contesto di alta propensione al rischio e bassa volatilità e grazie all’extra rendimento rispetto ai titoli governativi degli altri Paesi, oltre che all’effetto favorevole della convergenza macro fra Paesi core e periferici”.
Buy sui bond: operatori iniziano a coprirsi prima di taglio tassi
A commentare in generale il trend dei titoli di stato è stato anche David Pascucci, analista dei Mercati per XTB, che ha così spiegato, riferendosi al fenomeno dell'”obbligazionario che viene palesemente acquistato sui mercati finanziari”.
“Gli operatori iniziano a coprirsi prima di un possibile taglio dei tassi, quello della Bce previsto per la giornata di domani e che la maggior parte dei rumors danno oramai per quasi certo. Questo sarebbe un taglio doveroso per l’economia europea, ma completamente incoerente con le parole da sempre pronunciate da Christine Lagarde circa l’operato della Bce, ossia che le politiche monetarie sono ‘data dependent’, dipendono dai dati, quei dati che nella scorsa settimana hanno visto una condizione tutt’altro che favorevole ad un taglio dei tassi, con il minimo assoluto del tasso di disoccupazione dal 1995 e un aumento oltre le stime del tasso di inflazione”.
“In ogni caso, il mercato si protegge da un taglio dei tassi in Europa, inoltre il prossimo taglio, questa volta piú forzato, é quello che potrebbe arrivare dalla Bank of England nella giornata del 20 giugno grazie ai dati che chiamano palesemente un taglio dei tassi, ossia inflazione e tasso di disoccupazione che sono in netto peggioramento in Uk. I dati di ieri sui Jolts, dati sul mercato del lavoro (Usa), sottolineano come l’economia americana sia in sofferenza dal punto di vista dell’occupazione, al momento ancora alta ma in via di peggioramento. In sostanza, tutte le metriche stanno puntando sui tagli dei tassi da parte delle banche centrali, pertanto il mercato obbligazionario si prepara a ribassi importanti dei rendimenti nel corso dei prossimi mesi, questo in linea teorica”.
E questa aspettativa di rendimenti più bassi sostiene i buy sull’Italia e sui debiti sovrani di altri paesi dell’area euro, così come, dopo la recente fiammata dei rendimenti dei Treasury, anche i titoli di stato Usa. Ne è convinto anche il colosso del reddito fisso Pimco.
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