Pimco: bond alla riscossa con “reset generazionale” e rendimenti più alti
Lo shock inflazionistico post-pandemia e il ciclo di rialzi dei tassi delle banche centrali hanno prodotto un “reset generazionale” nel mercato obbligazionario, spingendo al rialzo i rendimenti dei bond. Questo, secondo gli esperti di Pimco, crea prospettive pluriennali convincenti per il reddito fisso, man mano che l’inflazione si attenua e i rischi in altri mercati aumentano.
Scenario macro in miglioramento ma con fattori di rischio
L’economia globale si sta ancora riprendendo dagli strascichi della pandemia, che ha lasciato in eredità dislocazioni commerciali, smisurati stimoli monetari e fiscali, un’inflazione persistentemente elevata ed episodi di grande volatilità nei mercati finanziari. Nel Secular Forum 2024 di PIMCO, gli esperti della società di asset management hanno analizzato gli sviluppi più recenti di questi sconvolgimenti.
Da un lato, il processo disinflazionistico sta procedendo nella maggior parte delle economie di mercato sviluppate. I rischi macroeconomici e di inflazione appaiono più equilibrati rispetto a un anno fa e le banche centrali sono pronte a orientarsi verso tagli dei tassi (a partiredomani dalla Bce).
Dall’altro lato, ci sono tre aree che potrebbero generare rischi da qui a cinque anni. Innanzitutto, gli interventi fiscali hanno alimentato la straordinaria crescita degli Stati Uniti, ma al prezzo di una traiettoria del debito insostenibile. In futuro, i mercati finanziari potrebbero trovarsi sempre più nella necessità di operare senza sostegno da parte del governo.
In secondo luogo, l’intelligenza artificiale (AI) è pronta a riallineare i mercati del lavoro e ad aumentare la produttività, ma per avere impatti economici significativi potrebbero occorrere anni. Infine, le valutazioni degli asset in alcuni mercati, come l’azionario, appaiono eccessive e lasciano poco margine agli investitori.
La ripresa del comparto obbligazionario
In questo scenario, Pimco sottolinea la rinnovata attenzione per i mercati del reddito fisso pubblico, “pronti a generare rendimenti competitivi e rischi inferiori rispetto ad altre asset class”.
I rendimenti odierni – superiori al 5% per alcuni benchmark come Bloomberg US Aggregate e Global Aggregate – e la stabilizzazione delle prospettive di inflazione stanno consentendo alle obbligazioni di riaffermare i propri vantaggi fondamentali nei portafogli: ritorni potenzialmente interessanti, resilienza al ribasso e stabilità, grazie a una correlazione ridotta con l’azionario.
Rendimenti del 6-7% con rischi contenuti
A partire dai rendimenti obbligazionari attuali, alla luce dell’elevata predittività dei rendimenti su un orizzonte pluriennale, con un orizzonte di 3-5 anni i gestori possono costruire portafogli con un ritorno del 6-7%, senza assumersi significativi rischi di tasso, credito o liquidità, identificando opportunità interessanti in aree di alta qualità da affiancare ai bond.
Un’allocazione obbligazionaria diversificata offre dunque il potenziale per rendimenti simili a quelli dell’azionario a lungo termine, ma con un profilo corretto per il rischio più favorevole, soprattutto se si considerano le valutazioni elevate dell’equity. Questo può portare anche a un ripensamento del tradizionale paradigma 60-40 (60% in azioni e 40% in obbligazioni).
Opportunità per i bond su un orizzonte di 5 anni
Man mano che le banche centrali abbasseranno i tassi di interesse, secondo Pmico assisteremo ad un irripidimento delle curve dei rendimenti e un aumento del premio a termine. Al momento, con la curva dei Treasury statunitensi relativamente piatta, è possibile trovare valore nel tratto a 5 anni, mentre i titoli a più lunga scadenza vengono scambiati su livelli simili ma incorporano un rischio di tasso maggiore.
Secondo gli analisti, il comparto è ben posizionato per ottenere buone performance in assenza di recessioni e risultati ancora migliori se ci saranno, con un potenziale apprezzamento dei prezzi in caso di riduzione dei rendimenti.
Il reddito fisso rende più del tasso neutrale atteso della Fed
Il dibattito sul tasso di riferimento neutrale della Fed – un livello che non stimola né rallenta l’economia – offre “ulteriori opportunità per gli investitori obbligazionari, poiché i rendimenti incorporano già un cuscinetto sotto forma di tassi reali positivi e premi a termine”.
Il mercato dei bond è attualmente posizionato per un tasso neutrale vicino al 4%, mentre Pimco è più in linea con il 2%-3% della Fed, una volta che l’inflazione si sarà stabilizzata vicino all’obiettivo fissato dalle banche centrali.
I benefici della diversificazione anche nell’obbligazionario
In futuro, Pmico prevede cicli economici meno sincronizzati, il che porterà a correlazioni più basse tra i mercati finanziari. La differenziazione tra le politiche delle diverse banche centrali e le differenti condizioni di mercato tra le varie aree geografiche offriranno opportunità uniche per gli investimenti attivi. Sfruttando queste discrepanze, infatti, sarà possibile migliorare ulteriormente i rendimenti attraverso la selezione dei Paesi e dei titoli.