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Borsa Tokyo: top in Asia nel 2023 con tassi Bank of Japan e yen

30 Dicembre 2023 08:00

L’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha appena chiuso il 2023 confermandosi la Borsa migliore in Asia, sulla scia di un rally YTD superiore a +28%.

Tutto merito della debolezza dello yen, garantita dalla politica monetaria estremamente accomodante della Bank of Japan, guidata dal governatore Kazuo Ueda.

Borsa Tokyo: rally 2023 grazie a dubbi Bank of Japan su inflazione

Anche in questo 2023, la grande svolta della Bank of Japan, di fatto, non c’è stata, con il governatore Kazuo Ueda, subentrato al predecessore Haruhiko Kuroda all’inizio dell’anno, che ha optato per il mantenimento dello status quo, almeno sui tassi.

Risultato: in Giappone prosegue la politica monetaria imperniata sui tassi negativi.

Quelli che, a fronte di un’inflazione galoppante, sono stati mandati in soffitta da altre banche centrali che li avevano adottati, in primis dalla Bce di Christine Lagarde, e anche da un bel pezzo, così come dalla Swiss Nation Bank, banca centrale della Svizzera.

I tassi negativi si sono confermati invece ancora una realtà, in Giappone, facendo della Bank of Japan una mosca bianca tra le principali banche centrali del mondo.

Inflazione non pervenuta in un paese noto storicamente, piuttosto, per il fenomeno della deflazione? Non esattamente.

Anche in Giappone l’inflazione ha puntato verso l’alto. Tuttavia, è stato lo stesso governatore della Bank of Japan Kazuo Ueda a far notare come la crescita non sia ancora sostenibile al punto da avallare la fine della politica monetaria accomodante.

E i dati hanno dato ragione a Ueda: tra gli ultimi indicatori macro pubblicati sull’inflazione si è messo  in evidenza l’indice dei prezzi alla produzione che, nel mese di novembre, ha segnato il rialzo più contenuto dal febbraio del 2021, pari a +0,3% su base annua.

Non solo. Il dato si è indebolito a novembre per l’undicesimo mese consecutivo.

Occhio anche all’inflazione del Giappone misurata dall’indice dei prezzi al consumo, con la componente core che non ha certo dato indicazioni hawkish alla banca centrale.

Proprio quella reticenza di Ueda a preannunciare con decisione la fine dei tassi negativi ha continuato quest’anno a indebolire lo yen, che ha prezzato la prosecuzione di una politica monetaria decisamente espansiva.

Risultato: lo yen ha sofferto una importante caduta nel corso dell’anno, crollando poche settimane fa al valore più basso nei confronti del dollaro dal 1990.

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E’ stato grazie allo scivolone dello yen che la borsa di Tokyo ha continuato a inanellare nel 2023 nuovi valori massimi dal 1989.

Il ribasso della moneta ha fatto da assist, ovviamente, soprattutto ai titoli delle società giapponesi esportatrici, blindando il rally dell’azionario del Giappone.

Oggi, ultima sessione del 2023, l’indice Nikkei 225 della borsa di Tokyo ha chiuso in calo dello 0,22%, a quota 33.464,17 punti.

Ma YTD, ovvero dall’inizio dell’anno, il listino vanta uno scatto del 28%, che lo ha reso il migliore di tutte le borse asiatiche.

Detto questo, quello che è il punto di forza della borsa di Tokyo, ovvero lo yen, potrebbe diventare ben presto il suo tallone d’Achille.

Il mercato azionario del Giappone, di fatto, è fin troppo dipendente dal trend della valuta che, a sua volta, è condizionata dalle mosse della Bank of Japan. Bank of Japan che potrebbe decretare la fine della politica monetaria incentrata sui tassi negativi e sul controllo della curva dei rendimenti proprio con l’avvento del 2024, a fronte di altre banche centrali, in prima fila la Fed di Jerome Powell e la Bce di Christine Lagarde, pronte invece a tagliare i tassi proprio l’anno prossimo.

La divergenza andrebbe a premiare lo yen, rafforzandolo, a svantaggio però della borsa di Tokyo, che è salita beneficiando proprio della debolezza della valuta.

Lo yen ha recuperato già terreno, balzando del 5% circa dal minimo di quest’anno testato sul dollaro a novembre e anche se Ueda, nell’ultima riunione della banca centrale, ha riconosciuto la difficoltà a uscire dalla politica dei tassi negativi, trader ed economisti ritengono che il grande passo verrà fatto nei prossimi mesi.

Analisi cauti guardando al 2024. Il titolo auto made in Japan ‘underweight’

Il responsabile strategist di Nomura Holdings Naka Matsuzawa ha già detto di prepararsi a un calo della borsa di Tokyo del 5% circa nel corso dei prossimi sei mesi, mentre gli analisti di JPMorgan Chase e Saxo Markets stimano un rallentamento della crescita delle azioni tra +5% e +10% nel corso del 2024, ben al di sotto dello scatto di quest’anno, che ha visto il Nikkei 225 balzare di quasi il 30%.

“Parte del rialzo dei mercato giapponese è stata gonfiata, se non esagerata, dalla valuta”, ha spiegato al Japan Times Matsuzawa di Nomura, facendo notare come il balzo del rapporto dollaro-yen abbia consentito al Topix Index di segnare altri progressi del 7-8%.

Tony Roberts, gestore di Invesco Pacific Fund (U.K.) – fondo che ha battuto il 91% dei suoi rivali, nell’anno che si avvia a conclusione – ha detto di favorire in questo contesto titoli di società giapponesi più competitive, allo stesso tempo meno sensibili allo yen, come alcuni produttori di chip come Tokyo Electron.

Il gestore è invece underweight su Toyota, azione volata del 46% dall’inizio dell’anno fino al 20 dicembre – a causa della sensibilità del titolo ai movimenti dello yen.

Va detto che qualche cambiamento alla politica monetaria del Giappone, la Bank of Japan l’ha già fatto.

Con una politica di controllo della curva dei rendimenti definita “ più flessibile “, la BoJ è andata per esempio oltre quei paletti della banda precedente di oscillazione dei tassi tollerata, compresa tra il -0,50% e il +0,50%.

Quella forchetta di oscillazione, tra l’altro, era stata già ampliata rispetto a quella precedente, nel giorno del bis dello shock di Natale: praticamente un anno fa, con l’annuncio a sorpresa arrivato dal predecessore di Kazuo Ueda, l’ex governatore Haruhiko Kuroda.

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Il dubbio su cosa farà la Bank of Japan nel corso del 2024, e di conseguenza su cosa faranno lo yen e la borsa di Tokyo, è dunque più che vivo, soprattutto se si considera che la minaccia di una recessione negli Stati Uniti e in Eurozona, non è stata affatto sventata. Semmai, in alcuni casi e da parte di qualcuno, rinfocolata. E la svolta della politica monetaria della BoJ potrebbe sferrare un duro colpo anche all’euro e ai BTP.