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Inflazione stabile in Italia, su nuovi tagli tassi Bce il ‘messaggio’ delle aspettative dei consumatori

Pubblicato 28 Giugno 2024 Aggiornato 3 Luglio 2024 08:22

In Italia, l’inflazione continua a confermarsi stabile. E’ quanto emerso dal rapporto diffuso oggi dall’Istat:

L’ Istituto Nazionale di Statistica ha comunicato di fatto che, secondo le stime preliminari, nel mese di giugno 2024 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, è aumentato dello 0,1% su base mensile e dello 0,8% su base annua, come nel mese precedente.

Non solo Italia: l’inflazione in Spagna e Francia

Occhio oggi anche ai dati relativi all’inflazione di altri paesi dell’area euro, come della Spagna: in questo caso, la lettura preliminare dell’inflazione ha indicato un rallentamento del ritmo di crescita dell’indice CPI dal +3,8% al +3,5%, livello che rimane tuttavia ben superiore ai desiderata della Bce.

Per quanto riguarda la componente core – che esclude l’impatto dei prezzi dei beni energetici e alimentari – il trend in Spagna è stato ancora particolarmente solido, pari a una crescita del 3%.

In base agli standard nazionali, l’inflazione della Spagna è scesa dal 3,6% di maggio al 3,4%, livello superiore alle attese.

Va ricordato che l’inflazione iberica lo scorso anno si era indebolita fino a segnare un ritmo di crescita pari al +1,6%, per poi tornare a riportare ritmi di crescita superiori al 2%, target della Bce, a partire dal  luglio del 2023.

Maggiori progressi sono stati fatti dall’inflazione della Francia che, secondo l’istituto nazionale di statistica Insee, è salita in media a giugno al ritmo del 2,5%, indebolendosi rispetto al +2,6% di maggio, in linea con le attese degli economisti.

Inflazione Italia stabile, Istat:  meno tensooni su prezzi beni alimentari

Tornando all’inflazione dell’Italia, l’Istat ha così precisato nella nota relativa ai dati provvisori dell’indice dei prezzi al consumo.

“La stabilizzazione del ritmo di crescita si deve principalmente al venir meno delle tensioni sui prezzi dei beni alimentari non lavorati (+0,4% da +2,2% di maggio), i cui effetti compensano l’attenuazione delle spinte deflazionistiche provenienti dal settore energetico, dove i prezzi tendono a risalire, pur restando su valori ampiamente negativi (-8,6% da -11,6% del mese precedente)”.

L’Istat ha continuato, facendo notare che “prosegue anche a giugno la fase di rallentamento del tasso di crescita su base annua dei prezzi del ‘carrello della spesa’ (+1,4% da +1,8%), mentre l’inflazione di fondo resta stabile al +2,0%”.

L’istituto di statistica ha precisato che “l’aumento congiunturale dell’indice generale riflette, per lo più, la crescita dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (+2,3%), dei Servizi relativi ai trasporti (+0,9%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (+0,8%) e dei Beni alimentari lavorati (+0,5%). Gli effetti di questi aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei Beni alimentari non lavorati (-1,0%), dei Beni energetici non regolamentati (-0,9%) e dei Beni durevoli (-0,4%)”.

L’inflazione acquisita per il 2024 si è attestata inoltre a +0,8% per l’indice generale e a +1,9% per la componente di fondo.

Infine, “in base alle stime preliminari, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) ” è salito dello “0,2% su base mensile e dello 0,9% su base annua (da +0,8% del mese precedente)”.

Detto questo, in Italia l’inflazione sarà rimasta anche stabile ma, secondo l’Unione Nazionale dei Consumatori, rimane ancora una stangata. Nel commentare la pubblicazione del dato dell’Istat, Massimiliano Dona, presidente dell’associazione si è così espresso:

“Secondo i dati provvisori di giugno resi noti oggi dall’Istat, l’inflazione annua resta allo 0,8%, come a maggio”.

Praticamente: “Stangata vacanze! Si profila un’estate rovente sul fronte dei prezzi per chi sta per andare in ferie. Non per niente il record di aumento per le divisioni di spesa spetta ai Servizi ricettivi e di ristorazione che decollano sia su base annua, con +4,3% che rispetto al mese precedente con +1,1%. Insomma, come al solito c’è chi specula allegramente sulle vacanze degli italiani”.

Dona ha fatto i conti, rendendo noto che, “per una coppia con due figli, l’inflazione tendenziale pari allo 0,8% significa, nonostante il risparmio sulla voce Abitazione ed elettricità pari a 286 euro, un aumento del costo della vita complessivamente pari a 131 euro su base annua. Il problema è che ben 129 euro servono solo per far fronte ai rincari dell’1,6% dei Prodotti alimentari e bevande analcoliche, 106 euro per i rincari del 4,3% di alberghi e ristoranti e si pagheranno 83 euro in più rispetto alla scorsa estate per i trasporti”.

Per una coppia con 1 figlio, la spesa aggiuntiva annua è pari a 101 euro, ma sono necessari ben 117 euro in più per mangiare e bere, 95 euro per servizi ricettivi e di ristorazione e 70 per viaggiare”.

Bce su trend prezzi: rapporto su aspettative e percezioni consumatori euro

Rimanendo in tema di inflazione dell’area euro, oggi una buona notizia è arrivata dalla Bce, con la pubblicazione del report sulle aspettative e sulle percezioni dei consumatori del blocco riguardo al trend dei prezzi.

Dal report  ‘ECB Consumer Expectations Survey results – May 2024’– di fatto un sondaggio con cui la Banca centrale europea ha interpellato un campione di consumatori dell’Eurozona – è emerso quanto segue:

Il tasso mediano di inflazione atteso dagli intervistati per i prossimi tre anni è sceso nel mese di maggio dal 2,4% di aprile al 2,3%.

Il tasso mediano di inflazione atteso per i prossimi 12 mesi ha rallentato anch’esso il passo, dal 2,9% al 2,8%, al valore più basso dal settembre del 2021.

I numeri hanno confermato come siano gli stessi consumatori dell’area euro a credere nel processo disinflazionistico in corso.

Per quanto riguarda invece il tasso mediano di inflazione percepita nel corso dei 12 mesi precedenti, questo è sceso dal 5% al 4,9%.

Dal rapporto si è appreso che le aspettative sull’inflazione dei consumatori dell’Eurozona a 1 e a 3 anni sono rimaste inferiori al tasso precedente di inflazione percepita.

Inoltre, l’incertezza delle aspettative sull’inflazione relativa ai prossimi 12 mesi è scesa al minimo dal febbraio del 2022, mese in cui la Russia ha invaso l’Ucraina.

Sia le percezioni che le aspettative sul trend dell’inflazione, ha specificato la Bce nel rapporto, “sono rimaste relativamente allineate tra i vari gruppi di reddito), con gli intervistati più giovani (di età compresa tra i 18 e i 34 anni), che hanno continuato a mostrare aspettative sul trend dell’inflazione più basse rispetto agli interpellati di età superiore, compresa tra i 35 e i 54 anni e i 55 e i 70 anni”.

Occhio a quanto era emerso dallo stesso rapporto della Bce diffuso in precedenza.

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Il report relativo alle aspettative dei consumatori del blocco sull’inflazione è stato reso noto in vista della prossima riunione della Bce del mese di luglio e dopo il taglio dei tassi dell’area euro annunciato dall’Eurotower  lo scorso 6 giugno: taglio annunciato dall’Eurotower per la prima volta da quando presidente della Bce era stato l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi:

Quello del 6 giugno scorso è stato tuttavia un taglio sofferto, in quanto obbligato, dopo che diversi esponenti della Bce lo avevano anticipato e, anche, un taglio (comunque mini) che era stato preceduto dagli alert di alcuni esperti e anche dalla delusione per il rapporto sui salari negoziati tanto atteso da Lagarde, che alla fine non si era rivelato affatto la prova del nove della disinflazione in corso su cui Francoforte aveva riposto le speranze per iniziare a sforbiciare il costo del denaro. Tutto questo, con tanto di nodo tassi Fed. L’incognita continua a essere elevata, in un contesto in cui si rafforza anche il timore che alcune banche centrali abbiano sbagliato a tagliare i tassi, e in cui torna a mettersi in mezzo, di nuovo, il Fondo Monetario Internazionale (Fmi).

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