Notizie Notizie Italia Banche e BTP, con tassi più alti (ri)scatta focus su doom loop. E la spesa per interessi è destinata a salire

Banche e BTP, con tassi più alti (ri)scatta focus su doom loop. E la spesa per interessi è destinata a salire

5 Settembre 2022 13:42

Spread e tassi sui BTP in vista delle elezioni politiche italiane: gli economisti e gli strategist che guardano all’Italia monitorano attentamente i parametri che misurano il rischio Italia, valutando sia l’impatto della fiammata dei tassi sui costi di finanziamento del debito pubblico, che il cosiddetto fenomeno del doom-loop, ovvero l’abbraccio mortale tra banche e titoli di stato (in questo caso BTP & Co) presenti nei bilanci degli istituti.

Il quotidiano La Repubblica oggi pubblica l’articolo di Carlotta Scozzari: il titolo è più che indicativo delle sfide che l’Italia è costretta a fronteggiare, stavolta in attesa di elezioni in tempi di guerra.

“Spread, lo scudo italiano: quei 500 miliardi di Btp nei forzieri di banche e assicurazioni”, è il titolo dell’articolo, pubblicato a pochi giorni dalla riunione del Consiglio direttivo della Bce di giovedì 8 settembre.

Dai bilanci dei maggiori gruppi bancari e assicurativi italiani, si erge in difesa del debito pubblico una montagna di Btp del valore di quasi 230 miliardi di euro, che sale fino a 550 miliardi tenendo conto degli istituti di credito minori. Guardandola dal lato illuminato, è un presidio davanti alle turbolenze che i titoli di Stato potrebbero fronteggiare a seconda dell’esito del voto del 25 settembre. L’attenzione è sulle decisioni del nuovo governo, che per i sondaggi sarà di centrodestra – scrive Carlotta Scozzari – Il lato più in ombra della montagna segnala, nello stesso tempo, che proprio i gruppi più esposti potrebbero andare incontro alle medesime eventuali turbolenze.

Banche italiane, BTP e il doom loop

Viene presentata la tabella che fotografa letteralmente la questione del doom loop in Italia, con i nomi delle banche e delle compagnie di assicurazione italiane più esposte al debito pubblico del made in Italy.

Al primo posto c’è Intesa SanPaolo: seguono il Leone di Trieste Generali, UniCredit, Unipol, Banco BPM, Mps, Bper e Mediobanca.

L’esposizione dei principali istituti di credito e assicurazioni verso i BTP e altri titoli di stato del made in Italy, al 30 giugno del 2022, è in realtà scesa rispetto alla fine dello scorso anno, attestandosi a quota 228 miliardi, rispetto a una cifra vicina ai 253 miliardi di fine 2021.

Il primo posto spetta a Intesa SanPaolo che, facendo un paragone con i numeri della fine dello scorso anno, ha ridotto l’esposizione verso la carta italiana di 8 miliardi, a fronte della riduzione dell’esposizione da parte di Generali, pari a 10,2 miliardi.

Tuttavia, si legge nell’articolo di Repubbica, “in entrambi i casi, da quel che si apprende, la diminuzione non è stata tanto il risultato di vendite, quanto piuttosto l’effetto combinato di obbligazioni giunte a scadenza e della minore valutazione al valore di mercato (fair value) di una parte dell’esposizione, proprio per effetto dell’aumento dei tassi e dello spread”.

Il doom loop si è già tradotto dunque in una svalutazione dei titoli di stato detenuti dalle banche e dalle assicurazioni italiane. D’altronde, uno scudo salva spread o anche scudo salva BTP, come viene battezzato in Italia, esiste solo sulla carta.

Lo scorso scorso 21 luglio, proprio nel giorno delle dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi, in un’Italia scossa dalla crisi di governo, la Bce di Christine Lagarde ha annunciato il tanto atteso scudo anti-frammentazione dell’area euro, appunto scudo per blindare spread e tassi Btp. Lo scudo è stato battezzato TPI (Transmission Protection Instrument)”.

Ma di fatto diversi esperti nei giorni successivi hanno fatto notare come il TPI non sia uno scudo ad hoc per mettere al riparo il debito pubblico italiano. Tra gli altri, gli economisti di Barclays non hanno nascosto l loro scetticismo sullo scudo salva BTP, che in realtà non c’è.

A nostro avviso, il TPI al momento non può essere attivato per blindare gli asset italiani dalle pressioni del mercato“, hanno scritto dai piani alti della banca britannica.

Il motivo? Gli analisti del colosso bancario britannico hanno fatto notare che il fatto che “il deterioramento non debba essere dovuto ai fondamentali specifici di un paese, di fatto esclude i bond italiani, dunque i BTP in generale, dagli acquisti, in un momento in cui l’Italia fa fronte tra l’altro a una incertezza politica” destinata a durare.

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Tassi BTP su con scommesse Bce più hawkish

Va detto che il boom recente dei tassi sui BTP si spiega con le scommesse dei trader, che puntano ormai da giorni non solo su una Fed più hawkish, ma anche su una Bce più aggressiva sui tassi, pronta ad alzare i tassi di 75 punti base nella prossima riunione del Consiglio direttivo dell’8 settembre.

Bloomberg ha riportato nei giorni scorsi che i trader ora stanno scommettendo su un rialzo dei tassi nell’area euro fino a +241 punti base entro il luglio 2023, il doppio rispetto a quanto era atteso appena un mese fa. D’altronde, la scorsa settimana Eurostat ha reso noto che l’inflazione dell’Eurozona ha toccato un nuovo record, con una impennata del 9,1% ad agosto.

Ad accelerare il passo anche l’inflazione in Italia.

Il percorso di nuove strette monetarie da parte della Bce sembra dunque obbligato. In poche parole, la Bce di Christine Lagarde ha le mani legate.

BTP e banche: quell’alert del Financial Times

Di doom loop tra BTP e banche si è parlato periodicamente negli ultimi anni. Tra gli ultimi alert, quello del Financial Times, che aveva affrontato la questione parlando non solo dell’esposizione delle banche italiane, ma anche di quella delle banche francesi nell’articolo “Italian and French banks revive ‘doom loop’ fears with bond buying”.

Non mancava il tono polemico:

Il rafforzamento di questo vincolo che lega le banche ai loro governi nazionaliscrive il quotidiano britannicoha risvegliato i timori sulla faglia dell’Unione monetaria europea, che è stata esposta durante la crisi dei debiti sovrani di dieci anni fa. All’epoca, l’elevata esposizione delle banche ai debiti sovrani nazionali creò un ‘doom loop’, e il circolo vizioso che si venne a creare tra gli istituti di credito e i governi indebolì entrambe le controparti, arrivando a minacciare l’esistenza dell’Eurozona.

Era il mese di aprile 2021. La guerra tra Russia e Ucraina era lontana, i BTP avevano inneggiato alla formazione, qualche mese prima, del governo Draghi, la Bce continuava a fare shopping di carta italiana. Ora il quadro è totalmente diverso.

Pil: le stime di Mazziero Research

Rimanendo in tema BTP e debito pubblico, occhio alla nota delle ultime ore firmata da Mazziero Research: “PIL e Debito Flash – Settembre 2022”.

Dalle stime di Mazziero Research emerge, come dice il titolo, che l’Italia fa sempre bene, ma inizia a rallentare.

Dopo la forte crescita del Pil al 2° trimestre confermata da Istat a +1,1% ci si deve ora domandare se l’Italia nel 3° trimestre potrà:

  • Continuare a crescere ulteriormente.
  • Mantenersi agli elevati valori attuali.
  • Rallentare sensibilmente.

Di fronte a queste tre possibilità – si legge nella nota -, anche in considerazione degli elevati prezzi del gas, ci sentiamo di escludere la prima ipotesi per optare su una via intermedia tra la seconda e la terza ipotesi. Stimiamo quindi una crescita al 3° trimestre solo leggermente negativa al -0,1%, a cui seguirebbe nel 4° trimestre una discesa appena più accentuata -0,3%”.

Questi valori portano a stimare un Pil su base annua al +3,4%, appena al di sotto della crescita acquisita del +3,5% – puntualizzano da Mazziero Research – A ulteriore completamento delle stime, precisiamo che indicare un -0,1% nel 3° trimestre dopo un +1,1% nel 2° non rappresenta un brusco rallentamento, ma solo un lieve ripiegamento rispetto i livelli precedentemente raggiunti. Inoltre, tutte queste stime presentano un significativo grado di incertezza e potranno essere riviste nella prosecuzione dell’anno“.

BTP: Mazziero presenta outlook debito pubblico

Mazziero Research ha presentato anche le stime sul debito pubblico italiano:

Il mese di luglio dovrebbe essere l’ultimo a presentare una salita del debito con il raggiungimento di un nuovo record storico a 2.774 miliardi, in crescita dai precedenti 2.766 miliardi. Da questo livello si dovrebbe iniziare a scendere in agosto, per arrivare a fine anno tra 2.691 e 2.731 miliardi

Il grafico presenta con una linea rossa i dati ufficiali pubblicati da Banca d’Italia, e prosegue in grigio con i valori stimati dalla Mazziero Research.

La tabella di affidabilità indica le differenze tra i valori ufficiali e le stime precedentemente fatte dalla Mazziero Research. In particolare, la stima a luglio 2022 del debito pubblico è di un aumento a 2.774 miliardi, con un “intervallo confidenza al 95% compreso tra 2.766 e 2.782 miliardi”. Il dato ufficiale, si ricorda, “verrà pubblicato il: 15 settembre 2022”.

Per dicembre 2022, le stime sono di un valore compreso “tra 2.691 e 2.731 miliardi”, con un intervallo di confidenza al 95% (il dato ufficiale verrà pubblicato a metà febbraio 2023)”.

Tassi BTP: spesa interessi destinata a salire

Detto questo, inevitabile è il focus sull’impatto del rialzo dei tassi dei BTP sulla spesa per interessi.

Mazziero Research illustra la situazione con un grafico:

Continuano a salire i rendimenti dei titoli di Stato all’emissione“, scrive Mazziero Research.

Il grafico mostra il rendimento per il BTP decennale ed è possibile osservare come questo dall’1,39% di inizio anno sia passato al 3,76% nell’emissione di agosto, con un aumento del 2,37%. Tutta la dinamica della curva, sulle varie scadenze, sta mostrando significativi incrementi di rendimento e questo porrà, non subito, ma tra due o tre anni delle sfide nel finanziamento della spesa per interessi”.

Di fatto, “iniziano a emergere alcuni lievi segni di accelerazione della spesa per interessi, ma sono ancora molto blandi. Fino a luglio 2022 la spesa lorda è stata di 33,1 miliardi. Mazziero Research stima che a fine 2022 la spesa lorda sarà aumentata a 62,9 miliardi. Per la spesa netta al secondo trimestre le stime sono di 31,2 miliardi; a fine 2022 Mazziero Researcyh stima una spesa netta di 58,6 miliardi”.

Mazziero spiega nella nota esplicativa che “per spesa per interessi lorda si intende l’esborso per interessi come risultante dal conto di cassa della Ragioneria Generale; per spesa per interessi netta si intende il conguaglio tra interessi attivi e passivi riportato nelle statistiche ufficiali dell’Istat”.