Notizie Notizie Italia Bper annuncia utili e guidance, occhio ai dividendi. Titolo Mps vola ancora a Piazza Affari: il no di Papa, i rumor su Unipol, il rating buy

Bper annuncia utili e guidance, occhio ai dividendi. Titolo Mps vola ancora a Piazza Affari: il no di Papa, i rumor su Unipol, il rating buy

Pubblicato 7 Agosto 2024 Aggiornato 8 Agosto 2024 13:09

Mps e Bper protagoniste insieme a Banco BPM della sessione odierna di Piazza Affari, dopo la pubblicazione dei conti relativi al secondo trimestre e al primo semestre del 2024 da parte delle due banche italiane.

In particolare, Bper ha annunciato oggi di aver concluso i primi sei mesi del 2024 con un utile pari a € 724,2 milioni.

I ricavi core della banca sono ammontati a €2.697,2 milioni, in crescita del 7% su base annua, mentre il margine netto di interesse è aumentato a €1.682,5 milioni, in rialzo dell’8,9%.

La banca, considerata più volte la sposa ideale di Mps-Monte dei Paschi di Siena, ha reso noto contestualmente alla pubblicazione dei risultati di bilancio che, “sul fronte dello spread commerciale, il trend favorevole ha continuato a essere alimentato dall’alto livello dei tassi di interesse di mercato”.

I risultati da inizio anno sono stati definiti “eccellenti, in particolare grazie al contributo del margine di interesse e delle commissioni nette”.

Bper in rialzo con parole Papa su dividendi ed effetto tassi Bce

Il titolo Bper sale sul Ftse Mib di Piazza Affari di oltre il 2%, a quota 4,781 euro, sulla scia anche delle dichiarazioni del ceo Gianni Franco Papa che, nel corso della conference call con gli analisti indetta per commentare i risultati dell’istituto, ha dato un’ottima notizia sui dividendi, ricordando che, nel corso del primo semestre del 2024, Bper ha gia’ accantonato risorse “pari a circa il 60% dell’utile netto”, rispetto a quanto inciso nell’attuale piano (il nuovo piano è atteso agli inizi di ottobre), ovvero a un payout del 50%.

Questo significa che il payout ha già superato il target inciso nel piano della banca. Papa ha aggiunto che, nel prossimo piano industriale, la banca fornirà “nuove guidance aggiornate sulla politica dei dividendi”.

Così come nel caso delle altre banche italiane che hanno reso noto i conti relativi al secondo trimestre e al primo semestre del 2024, Bper ha continuato a beneficiare del sostegno che i tassi di interesse elevati dell’area euro, alzati in modo incessante dalla Bce di Christine Lagarde dal luglio del 2022 fino al settembre del 2023, hanno continuato a garantire ai margini di interesse o anche NII (net interest income).

E’ vero che in data 6 giugno, la Bce ha tagliato i tassi per la prima volta dall’era in cui a guidare la banca centrale europea era l’ex presidente del Consiglio Mario Draghi.

E’ altrettanto vero tuttavia che quella sforbiciata è stata decisamente mini, di appena 25 punti base, e che successivamente, nell’ultima riunione di luglio, Francoforte ha confermato lo status quo, fattore che non avrà fatto fatto piacere ai cittadini e ai governi dell’Eurozona, ma che è di buon auspicio per la redditività delle banche.

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Bper: ricavi, commissioni, NPE e CET1 ratio nel I sem 2024

Tornando a Bper, al 30 giugno 2024, l’utile netto consolidato dell’istituto modenese si è attestato dunque a €724,2 milioni, dopo aver spesato nel semestre €109,6 milioni relativi ai contributi ai fondi sistemici.

Guardando alle altre voci di bilancio del primo semestre del 2024, il totale dei proventi operativi netti è stato di €2.758,1 milioni (+4,1% sem/sem), trainato dalla crescita dei ricavi core, che è stata pari a €2.697,2 milioni (+7,0% sem/sem).

Le commissioni nette sono ammontate a €1.014,7 milioni (+4,0% sem/sem), con le commissioni relative ai servizi di investimento che si sono attestate a €427,1 milioni (+8,2% sem/sem), le commissioni del comparto assicurativo nel ramo danni pari a €49,9 milioni (+37,8% sem/sem) e le commissioni relative all’attività bancaria tradizionale a €537,8 milioni (-1,3% sem/sem).

Occhio anche alle commissioni da raccolta gestita, balzate del 13,4% su base semestrale.

Il totale dei proventi operativi netti è ammontato a €2.758,1 milioni (+4,1% sem/sem), trainato dalla crescita dei ricavi core, che è stata pari a €2.697,2 milioni (+7,0% sem/sem).

Gli oneri operativi sono ammontati a €1.569,7 milioni, in rialzo rispetto a €1.340,2 milioni nello stesso periodo dello scorso anno.

Il cost income ratio ordinario del primo semestre 2024 si è attestato al 50,6%, in linea sem/sem, mentre il costo del credito annualizzato è stato pari a 41 p.b., in calo rispetto al 2023 pari a 48 p.b.:

nello specifico, il portafoglio crediti è stato caratterizzato da bassi afflussi netti di esposizioni deteriorate (crediti deteriorati o anche NPL (non performing loans) ed elevati livelli di copertura (pari al 53,3%, in aumento rispetto al dato di fine anno scorso (52,5%)”, a fronte di overlay di €221,9 milioni.

Le rettifiche di valore nette per rischio di credito sono state pari a €175,1 (-34,1% sem/sem).

In evidenza oltre alla solida redditività di Bper anche la “solida posizione della qualità del credito”, che “è stata confermata nel primo semestre di quest’anno, in particolare l’NPE ratio, che si è attestato al 2,8% lordo (1,3% netto)”, posizionando, si legge nel comunicato della banca, “come best in class del sistema bancario italiano”.

Per quanto riguarda la voce dividendi, l’ammontare è stato pari a €37,1 milioni (+47,6% sem/sem), di cui €11,1 milioni riconducibili alla partecipazione in Banca d’Italia e €11,8 milioni in Arca Vita.

Bper ha fatto notare che, a rimanere elevati, sono stati anche “i profili di capitale e liquidità”, sulla scia di una “generazione organica di capitale che permette al CET1 ratio di raggiungere il 15,3%; anche la posizione di liquidità presenta indici regolamentari ben oltre le soglie minime previste anche a fronte dell’ultimo rimborso di marzo 2024 di una tranche pari a €1,7 miliardi del funding TLTRO”.

Bper aggiorna la guidance. Occhio a delusione utili II trimestre

Bper ha così aggiornato la guidance rispetto ai risultati di fine 2023, presentando un margine di interesse stabile, commissioni nette con una dinamica positiva grazie allo sviluppo dei ricavi da gestione e intermediazione del risparmio e consulenza, oneri operativi in leggero aumento rispetto a quelli del 2023.

“Lato qualità degli attivi – ha aggiunto Bper – si prevede di mantenere un costo del credito in leggero miglioramento rispetto al 2023. La redditività netta ordinaria si ritiene possa prevedibilmente essere in linea con quella del 2023, al netto dell’effetto della fiscalità differita. Si prevede una conferma ed un rafforzamento della solidità patrimoniale della Banca”.

Le cose sono andate in modo meno brillante, tuttavia, nel corso del secondo trimestre del 2024, periodo nel quale gli utili di Bper, pari a 266,9 milioni, hanno deluso le attese, che puntavano a un valore di 391,8 milioni.

Bene invece i ricavi che, invece, hanno superato le stime, attestandosi a 1,04 miliardi, oltre gli 1,38 miliardi previsti dal consensus degli analisti interpellati da Bloomberg.

Tornando al primo semestre del 2024, la raccolta complessiva di Bper si è attestata a €298,7 miliardi, in rialzo del 2,9% da fine 2023, i crediti netti verso la clientela sono stati pari €89,0 miliardi (€90,9 miliardi i crediti lordi) in aumento dello 0,8% rispetto al dato di fine 2023, mentre il rapporto prestiti/depositi al 30 giugno 2024 si è attestato al 75,7% (74,3% a fine 2023).

Così il numero uno di Bper Gianni Franco Papa ha commentato i conti:

“L’attività del semestre conferma l’impegno di tutti i colleghi rivolto ad una continua e costante generazione di valore. Tutte le divisioni hanno contribuito, sia sotto il profilo dei ricavi, sia grazie ad una rigorosa disciplina sui costi. Gli indicatori di rischio di credito continuano ad attestarsi su livelli contenuti. La posizione patrimoniale della Banca e i livelli di liquidità rimangono solidi, grazie anche alla continua generazione di capitale, rendendoci in grado di gestire con fiducia uno scenario macroeconomico caratterizzato da grande incertezza. Stiamo lavorando per definire il nostro nuovo piano industriale che, insieme al team manageriale, presenteremo il prossimo 10 ottobre a Milano. Un piano orientato alla crescita che ci permetterà di continuare a creare valore per tutti i nostri stakeholder”.

Bper ancora più gettonata per M&A con Mps? Rumor Unipol

Il ceo di Bper Papa ha detto tuttavia, nella giornata di oggi, no a una eventuale operazione di M&A, dunque di fusione e di acquisizione, smontando così le speranze che possa essere Bper la banca perfetta per convolare a nozze con il Monte dei Paschi di Siena.

Fino a poche settimane fa, si era parlato infatti di Bper come la banca più gettonata – stando alle scommesse di Piazza Affari – a convolare a nozze con Mps-Monte dei Paschi di Siena, la banca senese che il governo Meloni vede come preda ideale per creare un eventuale terzo polo bancario.

In realtà le altre banche italiane – inclusa Bper – finora non si sono fatte avanti, aspettando probabilmente anche il terzo eventuale atto del Mef, che ha avviato il processo di privatizzazione del Monte di Stato smobilizzando finora in due occasioni parte delle quote detenute dal 2017 nell’istituto di credito.

In attesa della prossima mossa del governo Meloni, i mercati erano tornati a scommettere in particolare agli inizi di luglio su un M&A tra Bper e Mps, dopo la mossa di Unipol sulla banca modenese, ovvero la decisione della compagnia assicurativa guidata dal ceo Carlo Cimbri, già azionista di maggioranza anche della Banca Popolare di Sondrio con una quota del 19%, di salire nel capitale di Bper, fino a detenere una quota diretta e indiretta pari al 24,621%, suddivisa in un 19,854% di azioni con diritti di voto e in un 4,767%, attraverso altre posizioni lunghe con regolamento fisico e in contanti.

Successivamente, Unipol aveva spiegato la mossa su Bper attraverso la pubblicazione delle dichiarazioni di intenzioni – a cui era tenuta, avendo  superato la soglia del capitale di Bper pari al 20% – definendo l’istituto “un’interessante opportunità di investimento, in considerazione delle prospettive di rendimento complessivo (Total Return) del titolo Bper”.

Unipol aveva precisato però anche che “nei sei mesi successivi alla presente dichiarazione, il gruppo “non intende acquisire ulteriori azioni di Bper, né esercitare il controllo, anche di fatto, sulla banca”.

La mossa di Unipol aveva comunque infiammato le scommesse su una operazione di risiko tra Mps e Bper, nonostante le precisazioni.

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Nei giorni scorsi, si erano messe poi in evidenza ulteriori indiscrezioni di mercato sulla possibilità che Unipol diventi un “socio stabile” di Mps, così come lo è già di Bper e della Popolare di Sondrio.

Per quanto riguarda Bper, il verdetto dell’AD Papa è stato tuttavia no: un no generale a eventuali operazioni di fusioni e di acquisizioni.

Il ceo ha sottolineato nella call con gli analisti che il nuovo piano industriale di Bper getterà le sue basi sulla “crescita organica”. Il motivo? “Noi vediamo grandi opportunità” nella crescita per linee interne – ha detto Papa stando a quanto riportato da Il Sole 24 Ore, “grazie alla presenza della banca nelle aree più ricche dell’Italia’. Dunque, no a possibili acquisizioni? “Per noi oggi non sono sul tavolo”, ha tagliato corto il ceo dell’istituto modenese.

Non si farà a questo punto avanti, t

Mps vola anche oggi: focus dividendi in attesa di Meloni

Tornando al titolo Mps, le azioni della banca senese sono già volate nella sessione di ieri dopo la pubblicazione dei conti e le parole del ceo Luigi Lovaglio, che ha assicurato l’intenzione dell’istituto di credito di focalizzarsi al momento “sui dividendi”.

“Abbiamo davanti a noi diverse opportunità e cercheremo di coglierle nel migliore interesse dei nostri azionisti”, ha detto l’AD della banca.

Il titolo del Monte ancora di Stato è schizzato subito del 10% all’inizio della giornata di contrattazioni di ieri, balzando fino al record intraday di 4,81 euro per azione, prima di indebolirsi verso la fine della seduta di Piazza Affari, continuando comunque a confermarsi il migliore dell’indice Ftse Mib: merito anche della presentazione di un piano che ha illustrato target finanziari che hanno convinto il mercato sulla fase di rinascimento che Mps sta continuando tuttora a vivere.

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Il titolo Monte dei Paschi beneficia oggi anche della view positiva arrivata da alcuni analisti.

Tra questi, quelli di Equita, che ha reso noto di avere “apprezzato il forte focus sul rafforzamento del business model, la diversificazione verso la componente commissionale, lo sforzo a contenere i costi operativi e minimizzare il CoR (costo del rischio).

“Dall’altro lato – è stato precisato – i target di piano che riteniamo meno visibili sono quelli relativi all’NII, basati su uno scenario di tassi più favorevole di quello attuale (Eur 3M al 2.6% dal 2026 in poi, mentre ad oggi la curva fwd stima un livello medio dell’Euribor 2026 < 2.2%)”.

Mps: Equita rivede al rialzo le stime

Le parole del ceo di Mps Luigi Lovaglio sulla remunerazione a favore degli analisti sono state interpretate con favore da Equita, in particolare il fatto che la banca abbia “ribadito il focus sui dividendi”.

Dalla call indetta da Lovaglio, è emerso anche – ha riportato Equita nella nota odierna – che “al momento BMPS non prevede alcuna distribuzione di excess capital, in quanto la società vuole mantenere opzionalità strategica e avere spazio per cogliere eventuali opportunità di crescita”.

Inoltre il “piano assume la continuazione della JV con AXA”: fattore, ha sottolineato la SIM milanese, che ha alimentato la “sensazione che BMPS stia lavorando per provare a riacquistare la quota del 50% in mano ad AXA e internalizzare il business bancassicurativo (accordo in scadenza nel 2027)”.

In questo contesto, Equita ha annunciato di aver rivisto le stime sull’l’EBT 2024-26 del +6% in media, “mentre sul 2024 siamo 5% sopra il target di piano e sul 2026 rimaniamo più conservativi (€1.2bn, -16% rispetto al target) principalmente per riflettere una dinamica di NII più prudente e un CoR in area 50bps (rispetto ai 44 punti base attesi)”.

Equita ha alzato anche il target price sul titolo Mps del 6% a €5.9 per azione, a fronte di un rapporto P/E adj. del 2025 pari a 7.9x e un P/TE uguale a 0.7x.

Riconosciamo come il dividend yield sia appealing – hanno rimarcato gli analisti – mentre ad oggi l’excess capital fornisce opzionalità ma difficilmente potrà essere riconosciuto al 100% fino a quando non si avrà maggiore visibilità sul suo utilizzo. Confermiamo HOLD in ottica relativa, preferendo nomi su cui riteniamo ci sia maggiore visibilità sulla delivery dei risultati e della distribuzione anche in contesti di mercato meno favorevoli”.

Una promozione è arrivata oggi su Mps anche dagli analisti di Citi, che hanno alzato il rating su Mps da “neutral” a “buy”, aumentando anche il target price sul titolo a 6 euro per azione dai 5,30 euro attesi in precedenza.