Notizie Notizie Italia Governo Meloni La Bce di Lagarde conferma: spread BTP-Bund salito con manovra Meloni

La Bce di Lagarde conferma: spread BTP-Bund salito con manovra Meloni

9 Novembre 2023 10:24

La Bce di Christine Lagarde conferma il trend al rialzo dello spread BTP-Bund, a fronte di altri differenziali tra i titoli di stato dell’area euro che hanno riportato invece oscillazioni “molto contenute”. E’ quanto emerge dal bollettino economico dell’Eurotower appena pubblicato, in cui la Banca centrale europea presenta anche le condizioni di salute dell’economia dell’Europa, fornendo previsioni sulla sua traiettoria.

Nel rapporto, Francoforte spiega lo scatto dello spread BTP-Bund facendo riferimento espressamente all’impatto provocato dalle misure fiscali previste dalla legge di bilancio stilata dal governo Meloni.

Bce: spread BTP-Bund in rialzo per misure fiscali previste da manovra Meloni

Spread in crescita? Il motivo è da attribuirsi anche alle misure fiscali previste dalla manovra 2024 di Meloni.

La Bce lo scrive chiaramente nel suo Bollettino economico.

Nella sezione dedicata agli “Andamenti del mercato finanziario”, che si riferisce al periodo compreso tra il 14 settembre e il 25 ottobre del 2023, si legge che “nell’area dell’euro i rendimenti dei titoli di Stato sono cresciuti in linea con i tassi privi di rischio, con i differenziali sui rendimenti dei titoli di Stato italiani che sono in qualche misura aumentati”.

La frase chiave è la seguente:

“Durante il periodo in esame le variazioni dei differenziali sui titoli di Stato sono state molto contenute, con l’eccezione del differenziale italiano, che si è in qualche misura ampliato, verosimilmente per effetto di fattori idiosincratici collegati, tra le altre cose, alle notizie riguardanti le misure fiscali previste dalla legge di bilancio nazionale”.

Lo spread è di fatto scattato fino a superare la soglia di 200 punti base subito dopo la presentazione, da parte del governo Meloni, della   Nadef .

Dalla Nota di aggiornamento al Def sono emerse infatti stime sul rapporto debito-Pil e soprattutto sul deficit-Pil che hanno innervosito chi investe nella carta italiana.

Lo scatto dello spread oltre quota 200 punti base è stato così immediato, sostenuto dalla corsa dei tassi dei BTP, che hanno finito con lo sfondare anche la soglia del 5%.

Tassi e spread hanno scontato poi le notizie relative a quella manovra 2024, legge di bilancio, secondo alcuni la prima vera legge di bilancio del governo Meloni, visto che quella dell’anno precedente era stata impostata dal precedente governo Draghi.

La manovra 2024 è stata presentata dal governo Meloni alla metà di ottobre.

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Lagarde tiene i fari puntati sull’Italia

Non che ci volesse il Bollettino economico della Bce di oggi per rendersi conto che lo spread è tornato a infiammarsi sulla scia dei timori degli investitori per la sorte dei conti pubblici italiani.

L’Economist, agli inizi di ottobre, aveva scritto chiaramente che i piani di Meloni sulla legge di bilancio apparivano irresponsabili, così come un avvertimento sul rischio che l’Italia perdesse la retta via della riduzione del debito era stato lanciato dallo stessoFondo Monetario Internazionale (FMI).

Va detto che sulla questione spread e tassi BTP la Bce si è già espressa nelle ultime settimane, nei giorni della presentazione prima della Nadef e poi della legge di bilancio 2024, per voce di alcuni suoi esponenti.

In particolare, il governatore della banca di Irlanda ed esponente del Consiglio direttivo della Bce, Gabriel Makhlouf ha detto che “la mia impressione è che i mercati temano che il governo (Meloni) sia spendendo troppo”.

Ma, ha aggiunto Makhlouf, “credo anche che i mercati siano rimasti spaventati dalla tassa sugli extraprofitti delle banche, che è sbucata dal nulla”.

Non è stato l’unico monito all’Italia lanciato dagli esponenti dell’Eurotower.

Una fonte vicina alla Bce interpellata da Reuters ha detto senza tanti giri di parole che l’Italia ha lo spread che merita, in un contesto in cui Althea Spinozzi, strategist senior della divisione di reddito fisso di Saxo Bank, ha avvertito anche che nei prossimi mesi, a gennaio e febbraio, il differenziale tra i tassi dei BTP e i tassi dei Bund a 10 anni potrebbe salire anche a 250 punti base. Per qualcuno, proprio la soglia che costringerebbe la Bce di Chrstine Lagarde a intervenire per salvare l’Italia.

E se nelle ultime settimane lo spread BTP-Bund è sceso, vale la pena di ricordare, fino a sotto la soglia dei 190 punti base, è stato soprattutto per la decisione della Bce, oltre che di lasciare i tassi dell’area euro fermi, di blindare il PEPP, strumento noto anche come QE pandemico.

“Credo che i problemi dell’Italia siano del tutto autoinflitti e che la reazione del mercato sia giustificata“, aveva detto qualche settimana fa la fonte di Francoforte.

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Bce: cosa emerge dal bollettino economico su inflazione e tassi

Per quanto riguarda il contenuto del nuovo Bollettino economico appena pubblicato, la Bce ha riassunto le sfide che l’economia dell’Eurozona è chiamata ad affrontare.

L’economia dell’area dell’euro resta debole. I dati recenti indicano che il prodotto del settore manifatturiero ha continuato a contrarsi. La modesta domanda estera e l’inasprimento delle condizioni di finanziamento gravano in misura crescente sugli investimenti e sulla spesa per consumi”.

Francoforte segnala che “anche il settore dei servizi mostra un’ulteriore perdita di vigore, principalmente riconducibile al propagarsi ad altri settori dell’indebolimento dell’attività industriale, all’attenuarsi dello stimolo derivante dagli effetti delle riaperture e all’ampliarsi dell’impatto dei più elevati tassi di interesse”.

Guardando in avanti, è dunque “probabile che l’economia rimanga debole nella parte restante del 2023”.

Riconosciuti i progressi compiuti dall’inflazione al netto dei beni energetici e alimentari del blocco, che a settembre, ha segnato un rialzo del 4,5%, rallentando decisamente il passo rispetto al 5,3 di agosto.

“La maggior parte delle misure dell’inflazione di fondo continua a scendere. Allo stesso tempo, le pressioni interne sui prezzi restano forti, anche di riflesso alla crescente importanza dell’incremento delle retribuzioni”.

In generale, “i rischi al rialzo per l’inflazione potrebbero derivare da un aumento dei costi dei beni energetici e alimentari”.

Di fatto, le “accresciute tensioni geopolitiche potrebbero sospingere al rialzo i prezzi dell’energia nel breve periodo, rendendo più incerte le prospettive di medio termine. I fenomeni meteorologici estremi, e più in generale il dispiegarsi della crisi climatica, potrebbero far salire i prezzi dei beni alimentari oltre le attese”.

La Bce ha ricordato inoltre che, nella riunione del 26 ottobre 2023, il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tassi sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale, rispettivamente al 4,50, al 4,75 e al 4,00 per cento.

Reiterata tuttavia la preoccupazione per una inflazione ancora ostinata: “Ci si attende ancora che l’inflazione resti troppo elevata per un periodo di tempo prolungato; le pressioni interne sui prezzi, inoltre, si confermano intense”.

L’Eurotower ha di conseguenza confermato tutta la sua intenzione di riportare l’inflazione al target del 2%.

“Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento della Bce siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a garantire tale ritorno tempestivo. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati dell’orientamento restrittivo”.